Costruita nel XVI sec.
la fastosa facciata fu modificata nella seconda metà del XVIII sec
dall'architetto Camillo Morigia. L'interno, grandioso e
solenne, è diviso in tre navate con un ampio transetto sormontato
da un'alta cupola. Nel lato sinistro del transetto si trova una
scultura di marmo in bassorilievo raffigurante la vergine Maria in
atteggiamento di orante. L'immagine è consciuta col nome di "
Madonna Greca " poiché la tradizione la ritiene giunta qui
miracolosamente proveniente da Costantinopoli.
A lato della chiesa l'ex monastero dei Canonici Lateranensi
ospita la Pinacoteca comunale, con opere prevalentemente di autori
romagnoli. Il fronte che affaccia sui giardini è formato dalla
Loggetta Lombardesca, risalente al primo '500, con portico al piano
terreno e loggia a quello superiore.
Una
veduta area della Basilica con la Pinacoteca |
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La
Madonna Greca e' una statua che si trova in Santa
Maria in Porto. E' un lavoro bizantino, scolpito sopra
una tavola di marmo pario, di forma rettangolare.
Secondo le Carte Portuensi, l'8 aprile, domenica in
Albis del 1100, apparve all'alba sulle rive
dell'Adriatico, l'effigie della Vergine Maria,
sorretta da due angeli che reggevano delle fiaccole. Si
racconta che solo Pietro degli Onesti fra i presenti
aveva potuto accostarsi alla sacra immagine. L'arrivo
della Madonna fu considerato un grande evento
miracoloso che provocò un pellegrinaggio di ravennati
che accorrevano a rendere omaggio alla vergine venuta
dal mare. Pietro degli Onesti istituì una processione
nella Domenica in Albis in memoria del prodigioso
arrivo della Vergine. Raccomandò la santificazione di
tutti i sabati, ma in particolare dei sette sabati che
precedevano la Domenica in Albis. |
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Indirizzo: |
Via
di Roma |
CAP: |
48100 |
Località: |
Ravenna
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Telefono: |
0544-212055 |
Informazioni: |
Parrocchia
0544-212055 |
Accessibilità: |
Zona
centro, linea bus n. 4, parcheggio auto, parcheggio bus a m.
100, accessibilità handicappati solo in parte. |
ORARI: |
Feriale:
07.30 -12.30 ;15.30 - 19.00 |
Ingresso:
gratuito |
Festivo:
07.30 -12.30 ; 15.30 - 19.00 |
Fonte:
http://www.ravenna2000.it
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LA VERGINE
CHE VIENE DAL MARE
8 aprile 1100 :
Manifestazione della
Madonna Greca
- Ravenna - |
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Gli anni intorno al Mille sono
anni tristissimi per la Chiesa. La lotta per le Investiture
oppone il Papa Gregorio VII all’Imperatore Enrico IV che, dopo
l’umiliazione di Canossa, si ribella nuovamente costringendo il
Papa a fuggire a Salerno dove poco dopo morirà. Al suo posto
l’Imperatore insedia, come antipapa, Guiberto Arcivescovo di
Ravenna, con il nome di Clemente III. Così Ravenna, la gloriosa
sede di Sant’Apollinare, che sempre si è onorata del titolo di
“figlia primogenita della Chiesa Romana” si trova trascinata,
senza volerlo, nello scisma. Tra le famiglie di Ravenna che si
mantengono fedeli al Papa di Roma, nonostante le difficoltà del
momento, vi è la famiglia dei Duchi degli Onesti alla quale era
appartenuto nel passato San Romualdo, fondatore dell’Ordine
Camaldolese. Ad essa appartiene un certo Pietro, che per umiltà
si fa chiamare “peccatore”, devotissimo della Madonna e
desideroso di essere Sacerdote.
Per non essere però ordinato
dall’Arcivescovo scismatico, esce da Ravenna ed intraprende un
lungo viaggio in Terra Santa, dove rimane in devota
contemplazione per 16 anni, fino al 1096, quando, per
l’invasione della Palestina da parte dei Saraceni, è costretto a
rientrare in patria. Nell’aprile di quell’anno, la nave sulla
quale è imbarcato, giunta nell’alto
Adriatico, si trova in balia di una di quelle burrasche che
sconvolgono solitamente il mare in primavera.
Gli sforzi dei marinai
per governare la nave sbattuta dalle onde e riuscire a
toccare il porto di Ravenna, risultano inutili: tutti sono
rassegnati all’inevitabile naufragio. Pietro si rivolge con
fiducia alla Madonna, Stella del mare, e promette con voto
di erigere in suo onore una chiesa, se ha la grazia di
toccare terra. In breve il vento tace, si diradano le nubi,
il mare si calma, i marinai riprendono fiducia ed in poco
tempo la nave entra nel sospirato porto.
Pietro si preoccupa subito
di realizzare il voto fatto e nel brevissimo tempo di 20
giorni tutto è pronto per la posa della prima pietra, sulla
quale scrive “Maria, madre e salvezza mia”; la chiesa è
presto ultimata e aperta al culto con il titolo di “Santa
Maria in porto”. Accanto alla chiesa, un piccolo Monastero
accoglie alcuni Sacerdoti che, sotto la direzione di Pietro
professano la regola di Sant’Agostino come Canonici
Regolari, detti poi Portuensi. |
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L’8 aprile 1100, Domenica in
Albis, prima dell’alba, Pietro ed i suoi sei compagni sono in
chiesa per la preghiera del mattino, quando una luce intensa
proveniente da oriente colpisce i loro occhi. Presentendo un
fatto straordinario, escono dalla chiesa ed avanzano sul lido
del mare: sulle onde, a breve distanza dalla riva, un’immagine
di Maria, tra due Angeli che reggono una fiaccola luminosa più
del sole, galleggia sulle onde. Nella sua umiltà Pietro non osa
avvicinarsi, ma invita i suoi compagni ad accogliere l’immagine.
L’uno dopo l’altro essi
entrano in mare, ma come si avvicinano all’immagine, questa si
allontana da loro. Per ultimo anche Pietro, pregato dai suoi,
entra in mare, e subito l’immagine gli corre tra le braccia.
All’istante scompaiono gli Angeli, segno che la Madonna desidera
rimanere con Pietro ed i suoi fratelli che con grande giubilo e
contentezza l’accompagnano nella chiesa dove ancora oggi è
venerata.
L’immagine è scolpita sopra
una tavola di marmo bianco, a forma rettangolare, alta 1,16 m e
larga 0,60 m dello spessore in media di 7 cm. La Beata Vergine è
rappresentata a figura intera, ritta in piedi, di fronte, con
volto e fattezze giovanili. Tiene entrambe le braccia
simmetricamente alzate in atto di preghiera secondo l’usanza
antica; intorno al capo ha
il nimbo o aureola, ed un velo le copre il capo, il quale le
scende sulle spalle. Porta sugli omeri un ampio mantello, il cui
lembo destro, gettato con grazia sulla spalla sinistra, le copre
il petto, mentre d’ambo le parti, alzato dal movimento delle
braccia, si apre a padiglione e piove di dietro lasciando vedere
dinanzi tutta la persona dalla cintola in giù.
La tunica è ricca, lunga e a
maniche strette. I piedi appaiono guarniti di calzatura. Undici
piccole Croci greche di metallo dorato si vedono così
distribuite: una sul velo alla sommità del capo, quattro sulla
tunica, due ai polsi, due alle ginocchia e due sul manto alle
falde pendenti d’ambo i lati. Sull’alto del quadro in mezzo a
due scudi ovali stanno scolpite le sigle greche indicanti “Madre
di Dio”. (1)
La devozione dei fedeli per la
Madonna greca ha costruito nel corso dei secoli una maestosa
Basilica che ha superato numerose vicende storiche, compresa la
distruzione del bombardamento aereo del novembre 1944, e rimane
a testimonianza dell’amore dei Ravennati per la Madonna. Il
cardinale Giacomo Lercaro, allora vescovo di Ravenna, affida la
Basilica alla custodia ed alla cura dei Salesiani, e nel 1952
rinnova l’incoronazione della prodigiosa immagine.
Don
Mario Morra SDB
(1) Breve
storia della Madonna Greca venerata nella Basilica di Porto in
Ravenna..., gennaio 1891, (Ravenna, Tip. Editr. S. Apollinare).
Rivista "Maria Ausiliatrice",
aprile 2005
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