Padre Pietro Lavini : il "muratore di Dio".

Padre Pietro (Armando Lavini) è nato a Potenza Picena (MC) da famiglia di operai. A nove anni è entrato nel Collegio dei Cappuccini di Fermo dove ha iniziato gli studi e all'età di 25 anni ha celebrato la prima messa per iniziare poi a svolgere la sua missione sacerdotale presso il Santuario dell'Ambro. Senza trascurare la sua vera missione ha creato opere murarie (una grande e malcelata passione) in vari conventi d'Italia ed in Africa lavorando, nello stesso tempo, anche in favore di famiglie bisognose.

Dal 1971, spinto da una "Forza Misteriosa", si è dedicato alla ricostruzione, attualmente in fase di completamento, di un'antica chiesa sui Monti Sibillini ed alla "ricostruzione" di tante anime che ogni giorno raggiungono San Leonardo per chiedere la sua opera spirituale.

11/09/2004

Cari amici,

poche volte nella vita si ha la fortuna di incontrare persone che ti lasciano dentro qualcosa di speciale, qualcosa di unico, e che ti rendi conto immediatamente di non poter trovare nella maggior parte delle persone che ti circondano.

Poche volte dicevo... e quelle poche volte comprendi che quell'incontro è avvenuto per una strana coincidenza del destino, un'impercettibile filo che collega le vite delle persone. Una Divina Provvidenza... che agisce sommessamente e che ti conduce per vie indecifrabili a fare gli incontri apparentemente più casuali per giungere, poi, ad uno scopo ben preciso. Tutto sempre sottomesso alla tua libertà unica ed inviolabile.

Pochi giorni fa mi trovavo nelle Marche ed una persona, sapendo che volevo recarmi a visitare il santuario mariano dell'Ambro, mi dice: "...ma visto che vai all'Ambro... perché non vai a trovare padre Pietro?".

"Padre Pietro", continua poi a spiegarmi, " è un frate cappuccino che da oltre trent'anni si trova su una montagna nelle vicinanze del santuario ed ha ricostruito da solo un antico eremo di monaci. Se ci andate ricordatevi di portargli qualcosa da mangiare perché lui è molto povero... vive con poco... con quello che qualcuno gli porta quando sale lassù...".

Qualcosa mi aveva già colpito di questo frate... probabilmente a livello inconscio... in pratica avevo già deciso che saremmo andati a trovarlo. Non capita tutti i giorni di andare a trovare un eremita! Ci facciamo spiegare la strada ( io e la mia compagna che, grazie a Dio, mi asseconda sempre in ogni "avventura"...) e partiamo alla volta del santuario. Questo santuario si trova proprio al centro dei sibillini, in una zona molto selvaggia (sappiamo che alla Madonna piace molto apparire in luoghi isolati!) dove la natura non è stata ancora devastata dalla mano dell'uomo. Dopo un breve passaggio al santuario dell'Ambro imbocchiamo la strada per l'eremo... e devo dire che non è molto semplice. Le segnalazioni sono inesistenti e se non fosse che ci avevano indicato bene quale sentiero intraprendere probabilmente non saremmo mai giunti a destinazione. Dopo una buona oretta di marcia, su un sentiero-mulattiera che ti conduce a fare un dislivello di qualche centinaio di metri, si giunge su un pianoro a circa 1200 metri e... rimani allibito: di fronte a te si erge, circondato dalle cime dei sibillini, un autentica opera d'arte.

Era il 1° settembre 2004. Mentre in Ossezia si consumava un'immane tragedia, preludio del futuro che attende l'umanità lontana da Dio, noi eravamo in un antico eremo a "sentire messa" in quattro: il cappuccino, una signora di Roma che ogni tanto sale, per pochi giorni, ad aiutare padre Pietro, e noi due.

Poi siamo rimasti a pranzo, uno dei pranzi più belli della mia vita, ed abbiamo fatto conoscenza, mentre padre Pietro raccontava la sua storia. E qui viene il bello... una storia che sembra una leggenda... una bella fiaba... ma che è realtà.

Tutto nasce negli anni dell'infanzia quando, a Potenza Picena, dalla casa materna poteva abbracciare con lo sguardo i sibillini. A padre Pietro, al secolo Armando Lavini, quei monti gli rimasero sempre impressi ma era Dio che, a sua insaputa, gli ispirava nel cuore quella venerazione per la natura; un lungo lavorio interiore per i progetti che in seguito, Dio stesso, avrebbe avuto per lui. Passano gli anni e diventa cappuccino e viene mandato al santuario dell'Ambro dove presta il suo umile servizio per diversi anni. In quegli anni esercita molto la carità, nei confronti di famiglie povere del luogo, aiutando nelle opere murarie. In pratica, poco per volta, diventa un esperto muratore. Senza sapere che quella malcelata passione avrebbe avuto un senso molto più alto qualche anno dopo...

Un giorno sale con un amico su di un monte nei pressi del santuario e, all'improvviso, si trova nel luogo dove eravamo noi... solo che era tutto un rudere ed un rifugio di bestie: un vero letamaio. Qualcosa scatta nella testa e nel cuore di padre Pietro: un'ispirazione particolare, una sensazione, un richiamo... ed ecco che quelle antiche mura diroccate iniziano a "tormentarlo". Comprende che qualcosa Dio vuole da lui, passa del tempo e quella vaga idea diventa una certezza: la ricostruzione di quell'antico eremo. Sembra quasi di vedere san Francesco che parla col crocifisso di san Damiano mentre gli dice: "Va' e ricostruisci la mia Chiesa". Ben sapendo che Gesù si riferiva alla Chiesa intera e non solo alla piccola Porziuncola.

Padre Pietro rimugina notte e giorno e si da del pazzo da solo: come poteva un povero frate senza soldi ricostruire un antico eremo in un luogo così inaccessibile? Come avrebbe potuto fare? La sola idea, sussurrata all'orecchio del suo superiore, gli avrebbe fatto dare immediatamente del matto. E con ragione... ma alla fine la "voce" che lo tormenta dentro, nel profondo dell'animo, prende il sopravvento e... si decide: si presenta al suo superiore. Come ben sapeva il padre superiore lo prende quasi per un esaltato... ma padre Pietro insiste per diverso tempo ed alla fine riesce a spuntarla. Gli viene permesso di dare sfogo al suo progetto folle ma... che la sua iniziativa non avrebbe dovuto interagire con le attività e, soprattutto, con le finanze del santuario.

Finalmente padre Pietro ebbe il via libera... era il 24 maggio 1971 e da allora, praticamente da solo, pietra dopo pietra, sacrificio dopo sacrificio, messa dopo messa... l'eremo è venuto su... ed è qualcosa che toglie il fiato. Soprattutto se si pensa che a costruirlo sono state due mani che pregano!

Ma non è sempre stato tutto oro, credetemi. Ci ha anche raccontato delle tante difficoltà burocratiche incontrate, dei bastoni fra le ruote, dell'isolamento a cui era stato fatto oggetto, dell'incomprensione, dei documenti e delle concessioni "spariti" in comune, del tale che imparentato con l'altro tale avrebbe voluto costruire un rifugio-ristorante proprio lì in quel luogo... del campanile fatto abbattere dagli amici ambientalisti di quel tale con la scusa che le campane disturbavano la fauna della zona... dei 25 milioni di lire raccolti dalle mani di tante persone che erano passate dall'eremo, lasciando ognuna di loro una piccola moneta, e che avrebbe voluto inviare in un villaggio africano dove tanti anni prima era stato missionario... mentre li aveva dovuti utilizzare per ricomprare i materiali per la ri-costruzione del campanile fatto abbattere per una semplice ripicca.

Ci ha raccontato di quintali e quintali di ferro e cemento trasportati con una carriola su per il sentiero, per anni, in silenzio. Ma poi ci ha raccontato, e questo lo ha fatto tramite il libro che è riuscito a scrivere nei ritagli di tempo (e che la signora di Roma, Rosalba, gli ha battuto a computer), delle tante persone che salgono da lui a trovare conforto e speranza; perché se un povero cappuccino è riuscito a fare quello che lui ha fatto significa che ogni problema, se affrontato con coraggio ed umiltà, può essere veramente risolto. Coraggio, umiltà e...tanta fede. E vi assicuro che questo cappuccino di fede ne ha veramente tanta.

Con gli anni si è reso conto che quell'idea di ricostruzione che Dio gli aveva ispirato era riferita anche, proprio come a san Francesco, ad un altro tipo di ricostruzione: una ricostruzione spirituale delle anime che da lì sarebbero passate. In tutti questi anni questo cappuccino ha ricostruito la storia del luogo, incrociando le notizie del luogo con i documenti reperiti nei monasteri della zona e... cos'ha scoperto!? Ha scoperto che l'eremo di san Leonardo è antichissimo, addirittura dell'ottavo secolo dopo Cristo; che era una importantissima tappa del cammino tra le Marche e l'Umbria per raggiungere Roma; ma la cosa ancora più sorprendente è che proprio in quel luogo è nato, per opera di due francescani che erano fuggiti dal loro convento perché volevano ritornare ad una vita più evangelica ( ci ha spiegato padre Pietro che all'epoca si rischiava la condanna per eresia e quindi la morte, per un atto del genere...), l'ordine dei cappuccini. Tutto questo documentato con una seria ricerca storica, antropologica ed archeologica.

Quel giorno abbiamo lasciato l'eremo di san Leonardo con la consapevolezza di aver incontrato un santo. Non è una cosa che posso descrivere, è così e basta. Solo se andrete a trovarlo lo potrete comprendere. Ed io spero tanto, con tutto il cuore, che qualcuno di voi leggendo queste povere e sconnesse righe, venga preso dal desiderio di andare a conoscerlo.

Ma attenzione: non troverete un asceta. Non troverete un eremita. Troverete solo un povero ed anziano frate cappuccino che lavora al suo campanile, tutto impolverato di bianco e che quando vi vedrà vi correrà incontro ad abbracciarvi con un sorriso ed a farvi sentire le persone più importanti che mai siano capitate da quelle parti.

In questa sezione del sito troverete tutte le notizie che vi possono servire per conoscere la storia di padre Pietro raccontata in prima persona nel suo libro "Lassù sui monti...". Con gioia scrivo e pubblico questa pagina proprio oggi, terzo anniversario del crollo delle Torri Gemelle, ben sapendo che se esistono tante persone che portano odio e distruzione nel mondo ne esistono altrettante che, invece, grazie a Dio, portano amore e costruzione.

Padre Pietro è sicuramente uno di questi.

Adesso sapete che "lassù sui monti..." vive un anziano frate cappuccino che vi aspetta con gioia per condividere insieme a lui la sua giornata di preghiera e di lavoro.

Che il Signore lo benedica e lo preservi da ogni male.

Orazio - www.mariadinazareth.it

Il Santuario mariano dell'Ambro.

Padre Pietro Lavini è dipendente da questo Santuario, retto dai frati cappuccini. 

In questo Santuario egli ha prestato la sua opera per diversi anni prima di trasferirsi su di una montagna, il Golubro, nei pressi del Santuario stesso dove, con oltre tre decenni di lavoro solitario, ha riportato lentamente in vita l'Eremo di San Leonardo.

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