L'apparizione di Cerreto Sorana (Gr)

Nel 1841 Cerreto era un piccolo centro rurale dove vivevano appena quattro famiglie della discendenza dei Nucci, proprietari dei terreni circostanti. Una di queste era quella di Antonio Nucci e Maria Stella Franci, che avevano quattro figli. L'ultima fu una bambina, nata il 26 novembre 1841, che venne chiamata Veronica, a causa di un sogno premonitore della mamma durante la gravidanza. L'infanzia di Veronica trascorre in serena semplicità. La madre la educa nella Fede e nelle virtù cristiane che sono il patrimonio delle famiglie rurali. La giornata inizia al mattino prima del sorgere del sole. Si pensa alla casa e ai lavori agricoli. Si mandano al pascolo le pecore, di cui si ha molta cura perché costituiscono il reddito fondamentale della famiglia. La sera, prima di cena, ci si riunisce per la recita del Rosario. Nei giorni festivi si partecipa alla Messa nella parrocchia di "S.Maria dell'Aquila" oppure a Sorano, dove si possono fare anche i necessari acquisti. Si praticano in modo particolare i cosiddetti "Venerdì sacrati", con preghiere particolari al Crocifisso e alla Vergine Addolorata. Il parroco, Don Fedele Natali, definisce i genitori di Veronica "osservanti delle pratiche religiose, intemerati nei costumi e ottimi educatori della famiglia."

 

L'apparizione del 19 maggio 1853

Nel pomeriggio Veronica, come al solito, è nei campi intenta a pascolare le sue pecore. Il cielo si copre pian piano di nuvole e l'aria si fa oscura. Presto lampi e tuoni creano un'atmosfera di paura. La fanciulla, che si trova con il fratello Tista (Giovanni Battista, più piccolo di lei), si affretta a spingere le pecore verso una vicina capanna per ripararle.
All'improvviso scroscia la pioggia. Il fratello è già al riparo con le pecore, mentre Veronica si è fermata, stupita di vedere una signora vestita di bianco proprio in quel luogo, e stupefatta per il fatto che vicino a quella signora non piova…

Questa è la testimonianza di Veronica: "Vidi innanzi a me una donna genuflessa... mi chiamò e mi fece genuflettere... era molto bella,vestiva un abito di fondo bianco asperso di fiorellini rossi... cingeva una fascia di color nero luccicante... aveva sul capo un manto di color celeste,che le scendeva fino alla piega delle ginocchia...".

Teneva le mani distese come in atteggiamento di supplica, e portava sul capo una corona d'oro,in mezzo alla quale c'era una croce. La signora disse di avvicinarsi senza timore,perché non si sarebbe bagnata nonostante la pioggia. Rivolta verso la chiesa parrocchiale chiese a Veronica di pregare insieme a Lei. La bambina osservò delle lacrime nel viso della signora e chiedendole il motivo del suo dolore questa le disse che piangeva per i peccatori:" Vedete quanto piove? Ma i peccatori sono più numerosi delle gocce d'acqua che cadono...".La signora parlava di castighi che sarebbero venuti dal cielo se non si riparavano i peccati, chiese di recitare a questo scopo sette Pater,Ave e Gloria per il sangue sparso(Veronica dichiarò poi di non sapere cosa significasse questa espressione) e altre preghiere per le piaghe del Crocifisso e "per me che mi chiamo Maria Addolorata". Ripeté poi :"Và in casa,dillo a tua madre... che lo dica a tutti... che mi chiamo Maria Addolorata ". Veronica quindi si diresse verso il fratello,mentre la vergine Maria restava nel suo atteggiamento orante. Poco dopo smise di piovere.

Le reazioni

Tornata a casa, trovando la madre in cattive condizioni di salute, all'inizio Veronica non riferì quanto le era accaduto, ma tutti furono in grado di constatare con meraviglia come la fanciulla, pur rimasta in aperta campagna sotto la pioggia, come il fratello confermava, avesse gli abiti completamente asciutti… L'indomani però la mamma si riprende, e Veronica con semplicità le racconta tutto. C'è stupore e turbamento, c'è chi crede e chi pensa che sia solo una invenzione o illusione. Poi il cugino di Veronica, Nazareno, si alza di scatto prendendo una croce e manifestando il proposito di andare sul luogo della presunta apparizione. Molti lo seguono, e nel posto indicato da Veronica vedono con sorpresa, sulle zolle bagnate, le chiare impronte delle ginocchia di una persona genuflessa. Così si convincono della verità del racconto: la Madonna è veramente apparsa in quel luogo!

La cappella

Il 22 maggio viene informato l'arciprete Busatti, il quale si reca anche lui sul posto, dove ancora si vedono le impronte della "signora", mentre constata che già tanta gente si reca sul posto formando i primi pellegrinaggi spontanei. Qualche giorno dopo, mentre Veronica prega nella collina dell'apparizione, sente una voce che le dice: "Veronica… fatti condurre dal Vescovo, e digli che qui si faccia una cappella."

La costruzione del Santuario

Questo documento pontificio, di indubbia importanza, ci dà una chiara prova dell'attendibilità dei fatti di Cerreto. Quella popolazione ha creduto e ha accettato il messaggio della Madonna, nel suo spirito più autentico e più soprannaturale, senza fanatismo o esaltazione. L'8 maggio 1857, vivente ancora Veronica Nucci, si iniziava la costruzione del Santuario con la benedizione e la posa della prima pietra. La nuova chiesa venne aperta al culto l'8 settembre del 1864. Il Santuario, dedicato alla Vergine Addolorata, non è grande, ma sufficiente per accogliere un congruo numero di fedeli. La pianta è a croce latina, con una semplice facciata in stile neoclassico. La cappella di sinistra è dedicata all'Addolorata. Un dipinto raffigura l'apparizione della Vergine a Veronica Nucci, morta il 9 novembre 1862, quando aveva solo 21 anni. I suoi resti mortali si trovano in questa stessa cappella.  La cappella di destra è ora stata adattata a Coro per le Carmelitane che qui si sono stabilite dal 1992, Il nuovo Carmelo installato a Cerreto porta il titolo mariano di "Janua Coeli", cioè "Porta del Cielo".

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