Solennità del Santo Volto
di
Nostro Signore Gesù Cristo |
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Dai
discorsi di S. Leone, papa
Perché gli
apostoli si premunissero volenterosamente di una costanza inalterabile e
beata, e non avessero a trepidare la crudeltà della croce che bisognava
abbracciare e portare, né ad arrossire del supplizio di Cristo o a
stimare vergognosa per Cristo quella pazienza
per la quale, pur soggiacendo alla spietata passione, non perdere nulla
del suo glorioso dominio: "Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e
Giovanni, suo fratello", ascese con essi sopra un alto monte e
mostrò loro lo splendore della sua gloria.
Essi infatti, nonostante il riconoscimento nel Cristo della divina maestà,
ignoravano ancora la potenza del suo corpo che celava la divinità. A
questo proposito egli aveva precedentemente promesso che alcuni dei
discepoli, allora presenti, non sarebbero morti prima di aver visto la
venuta del Figlio dell’uomo nel suo regno, vale a dire nel regale
splendore che spettava in proprietà alla natura assunta e che volle
rendere visibile a questi tre uomini. Infatti, da nessun mortale,
rivestito di umana carne, poteva contemplarsi o scoprirsi
quell’ineffabile e inaccessibile spettacolo della divinità, tenuto in
serbo nella vita eterna ai mondi di cuore. (Ser. LI; PL 54, coll.
309-311)
La
devozione al Santo Volto nel Servo di Dio Abate Ildebrando Gregori (1894-1985) e nella Serva di Dio Madre M.Pierina De Micheli
(1890-1945).
La donazione più grande che un uomo può fare a Dio è forse quella di
sacrificare, di dedicare a Lui il proprio dolore, la propria sofferenza
sia fisica che morale; ed è partendo da questi presupposti che, dagli
anni Venti del nostro secolo, un monaco Benedettino silvestrino si è
fatto apostolo della devozione al Santo Volto di Gesù, imperniando questa
particolare venerazione per Cristo sull'equazione che vede gli ultimi e i
più sofferenti tra gli uomini come i più somiglianti al Santo Volto.
Il Servo Di Dio Don Ildebrando Gregori
(1894-1985) si impegnò durante tutta la sua vita ad aiutare i bisognosi,
gli ultimi, i più piccoli proprio come Gesù ha raccomandato di fare:
fondò istituti di accoglienza per bambini abbandonati, scuole, case per
anziani. Allo stesso tempo improntò la propria esistenza ad una continua
offerta al Signore di ogni suo pensiero ed azione, indirizzando a Lui
soprattutto la sua sopportazione della sofferenza e del dolore. Questi
propositi il Servo di Dio aveva stabilito per sé già prima della sua
ordinazione sacerdotale (29 ottobre 1922), e sempre ispirandoli alla
devozione per il Santo Volto nella cui diffusione impegnò tutte le
proprie forze e di cui si fece promotore in prima persona, come risulta da
alcuni suoi scritti: "Agosto 1922. Ritiro per la mia solenne
professione religiosa e per il suddiaconato - Proposita ad bene vivendum
(…) Mi studierò di meditare più di proposito Gesù Crocefisso(…) Se
seguiterò la pittura esercitarsi in modo speciale per giungere a
dipingere molti, moltissimi Crocefissi ed immagini di Maria. Tuttavia
cercare di imprimere nel mio cuore l'immagine di Gesù Crocefisso e di
Maria SS. - Me beato se ci riuscirò, non solo in me ma anche negli altri
saprò far parlare il Crocefisso(…) Segnalarsi fin dal mattino nel
servizio di nostro Signore con una sollecita levata da letto, indirizzare
a Lui i primi pensieri, offrire a Lui quanto nel giorno si farà". La propagazione di questa particolare venerazione
del Volto di Gesù venne poi perseguita e propagata con grande fiducia ed
energia dal suo promotore che la trasmise poi, quale fondamento teologico
ascetico del carisma distintivo della Congregazione Benedettina delle
Suore Riparatrici del Santo Volto di N.S.G.C. da lui fondata, e al quale
carisma aggiunse il particolare aspetto della Riparazione; questa
devozione fu inoltre recepita dalla sua stessa Congregazione dei Monaci
Benedettini Silvestrini i quali, oltre al Monastero di Giulianova (TE),
hanno dedicato al Santo Volto anche quello di Clifton negli Stati Uniti
d'America, ed hanno promosso e animato fin dal 1980 il Santuario del Volto
Santo di Nostro Signore Gesù Cristo, a S.Vincenzo, in Bassano Romano.
In special modo l'Abate Gregori sin dai primi anni della sua attività di
direttore spirituale comunicava la devozione al Santo Volto a coloro che
più gli erano vicino, e che presso di lui cercavano un conforto o una
guida. Già in una lettera del 2 dicembre 1933 scriveva "Si
ricordi che deve imitare l'ape: essa si posa sopra ogni fiore e prende il
buono di ciascuno di essi; non si ferma sopra le foglie ne sopra le spine;
cerca il dolce e questo rende suo e porta nel suo alveare. Tutta la terra
è coperta di spine, ma sopra ogni spina esiste un fiore, il fiore
prezioso del dolore. Prendiamo il dolce del dolore, cioè indirizziamolo a
Dio. Così nobilitato il dolore è gemma preziosa di vita eterna. Gesù ci
vuole nella santità: per le persone adulte, la via sicura è una sola
"il dolore nell'amore". E per questo Gesù sparge a piene mani
il dolore: tutta la terra è campo di pena. Da parte nostra non deve farsi
altro che unire l'amore. Da questa fusione amore e dolore germoglia il
profumo che rende sorridente il Volto Santo di Gesù". Si può
anche ricordare che il Servo di Dio volle che l'immaginetta ricordo della
sua ordinazione sacerdotale (1° novembre 1922) riproducesse il Santo
Volto di Cristo.
I due testi ricordati che risalgono al 1922 e al 1933,
ma che hanno numerosi altri riscontri in testi successivi del Servo di
Dio, sono decisivi per meglio definire la posizione dell'Abate Gregori e
di Madre M. Pierina De Micheli nei confronti, soprattutto, della
diffusione della Medaglia del Santo Volto. Infatti, nella propagazione della devozione al
Santo Volto si distinse, intorno agli anni Trenta, Madre Maria Pierina De
Micheli (1890-1945), milanese, della Congregazione delle Figlie
dell'Immacolata Concezione di Buenos Aires. Consacratasi a Dio bambina, a
ventitré anni ripeteva l'offerta nell'Istituto delle Figlie
dell'Immacolata Concezione, col programma costantemente seguito: "Sempre
dare, mai negare a Gesù". Nel giugno del 1938 la Madonna rivelò a Madre
Pierina la medaglia del Santo Volto; nello stesso anno il fotografo
d'arte Giovanni Bruner di Trento fotografò la S.Sindone e donò
l'immagine al cardinale Ildefonso Schuster, il quale, a sua volta, la donò
a Madre Pierina che da questa fece ritrarre la Medaglia del Santo Volto.
Nel 1940 Madre Pierina incontrò a Roma l'Abate Ildebrando Gregori il
quale divenne subito il suo direttore spirituale - rimanendolo fino alla
morte della religiosa, avvenuta a soli 55 anni, a Centonara di Artò
(Novara), la notte del 26 luglio 1945 - ed al quale concesse tutti i
diritti sulla medaglia, come lo stesso Servo di Dio scrisse ad un suo
confratello il 23 aprile 1946: "In quanto alla Madre Maria Pierina
mando una relazione circa la medaglia miracolosissima del Volto Santo a
lei rivelata dalla Madonna, medaglia che passò subito in dominio nostro,
da lei a noi esclusivamente concessa, e che solo noi abbiamo".
Il fatto che, contestualmente al Servo di Dio ed
alla Congregazione da lui fondata, anche le Suore della Congregazione
delle Figlie dell'Immacolata Concezione di Buenos Aires diffondano la
medaglia del Santo Volto e la relativa devozione, nulla toglie al dato
storico che sembra confermare che la Serva di Dio Madre M. Pierina De
Micheli attinse la devozione al Santo Volto dal Servo di Dio Abate Gregori
e non viceversa.
Tratto
dal sito http://sanvincenzo.silvestrini.org/
L'Abate
Ildebrando Gregori (1894-1985)
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CONGREGAZIONE
BENEDETTINA DELLE SUORE RIPARATRICI DEL SANTO VOLTO
DI
NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
cenni storici
...
chi sono
Nell'immediato
dopoguerra (1945-1946), per circostanze che si confermarono
provvidenziali, l'abate Ildebrando Gregori raccolse alcuni fanciulli
poveri e abbandonati assistendoli integralmente. Questo apostolato
si estese ben presto e, dal primo nucleo creato a Bassano Romano
(Viterbo), nacque la sua imponente Opera assistenziale, per condurre
la quale l'abate Gregori riunì alcune giovani e generose
collaboratrici. Da questo gruppo iniziale prese avvio, fondata
dall'abate Gregori, la Congregazione benedettina delle Suore
Riparatrici del Santo Volto di Nostro Signore Gesù Cristo.
Sorto
nel 1950 come Pio Sodalizio, il nuovo istituto religioso femminile
fu eretto in Congregazione religiosa di diritto diocesano nel 1973
e, quattro anni più tardi. L'8 dicembre 1977, fu riconosciuto
Congregazione di diritto pontificio. Nel frattempo, l'Opera
assistenziale dell'abate Gregori si estendeva anche all'assistenza
agli anziani e agli infermi lungodegenti.
La
Congregazione benedettina delle Suore Riparatrici del Santo Volto di
Nostro Signore Gesù Cristo conta oggi quindici case religiose in
Italia, quasi interamente dedicate all'assistenza agli infermi.
Attuando un sogno a lungo coltivato dall'Abate Gregori, la
Congregazione religiosa da Lui fondata ha istituito a Quilon nello
Stato di Kerala (India), l'Holy Face Convent, prima sua Missione e
Casa di formazione con Dispensario sanitario e Centro di refezione
per bambini poveri. In Polonia, la Congregazione Benedettina delle
Suore Riparatrici del Santo Volto di N.S.G.C. è presente con una
importante opera di assistenza socio-sanitaria per persone anziane
in Kupienin, diocesi di Tarnow; l'Opera porta il nome di Giovanni
Paolo II.
Da
quattro anni la spiritualità e la crescente devozione all'abate
Gregori vengono divulgate dalla rivista quadrimestrale di
informazione e spiritualità Il Padre. Si distribuiscono
medaglie e immagini del Santo Volto e la biografia del santo monaco.
...
che cosa fanno
La
Congregazione benedettina delle Suore Riparatrici del Santo Volto di
Nostro Signore Gesù Cristo ha una triplice finalità:
- la gloria di Dio
- la personale
santificazione
- il bene delle
anime
Le
caratteristiche specifiche della Congregazione sono rappresentate:
- dalla
spiritualità benedettina: «Ora et labora»
- dalla devozione
al Santo Volto di Gesù.
L'apostolato
dell'assistenza agli infermi, ai più deboli ed emarginati
rispecchia le seguenti prerogative: laboriosità, impegno
spirituale, austerità e concretezza della spiritualità di San
Benedetto. Nello stesso tempo queste caratteristiche sono vissute
attraverso la contemplazione del Volto sofferente di Cristo e lo
sforzo costante di riconoscere il Suo Volto in tutta l'umanità che
soffre.
Richiamandosi
alla sua lunga permanenza nella Casa " Deo Gratias " di
Via della Conciliazione 15, a Roma, nei pressi di Piazza San Pietro
in Vaticano, dove egli è anche passato dalla terra alla vita che
non muore, l'abate Gregori amava dire e ripetere: " Quante
lacrime sono state asciugate in questa casa! ".
Le
Suore benedettine Riparatrici del Santo Volto di Nostro Signore Gesù
Cristo intendono seguire le orme dei loro Fondatore, soprattutto
attraverso l'assistenza a chi soffre nel corpo e nello spirito, e
mediante l'istruzione e la formazione delle giovani.
Suore,
perché sorelle di chi si trova nel bisogno. Benedettine, perché
impegnate nella preghiera e nel lavoro.
Riparatrici
del Santo Volto, perché si consacrano al Signore per riparare ed
espiare, con una vita esemplare e con la preghiera, le offese che
vengono fatte a Dio; inoltre perché impegnate nell'assistenza
spirituale e corporale per farsi incontro alle infinite croci di
quanti soffrono nel corpo e nello spirito.
La
Casa romana " Deo Gratias " è meta di un ininterrotto
pellegrinaggio di persone che vogliono visitare la stanza dove
l'abate Gregori ha cessato la sua vita terrena.
La
sua tomba, a Bassano Romano (Viterbo), è anch'essa luogo di
preghiera e di grazia.
Questo
è il nostro ideale: vivere e promuovere la spiritualità del Santo
Volto. ...
perché lo fanno
Per
una scelta di vita: consacrando se stesse
a Dio con i santi voti; percorrendo il sentiero della perfezione
cristiana; per disporsi pienamente al servizio della Chiesa
nell'opera di evangelizzazione.
Per
dedicarsi all'educazione umana e cristiana
dei fanciulli - specialmente dei più bisognosi -, degli adolescenti
e delle giovani; per l'assistenza spirituale e sociosanitaria ai
malati, agli anziani, ai portatori di handicap; per assolvere tutte
le forme di servizio caratteristiche della religiosa formatasi allo
spirito monastico benedettino.
Per
condividere e valorizzare l'umana sofferenza
nel corpo e nello spirito, come le pie donne del Vangelo che furono
accanto a Cristo nella sua Passione, unicamente alla Beatissima
Madre Addolorata: esse furono le prime riparatrici, le prime a
consolare Gesù, vittima di amore.
Le
giovani che desiderano avere maggiori informazioni possono
rivolgersi e scrivere a:
Per
essere accolte come aspiranti o postulanti, le giovani dovranno
essere segnalate e presentate dal loro parroco o da altro
qualificato sacerdote che sia in grado di attestare per iscritto il
loro desiderio di abbracciare la vita religiosa e la loro idoneità
morale, spirituale, culturale e fisica.
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