Mons.
Luigi Novarese
nasce a Casale Monferrato il 29 luglio 1914 da Giusto Carlo e Teresa
Sassone, ultimo di nove figli.
Nel 1915 papà Giusto Carlo muore; Luigino aveva appena nove mesi. Alla
mamma trentenne si addossava il gravoso compito di mandar avanti una
famiglia piuttosto numerosa.
A
nove anni il piccolo Luigi, dopo un’accidentale caduta, è colpito da
una coxite tubercolare alla gamba destra che lo costringe a letto con il
busto ingessato. Il tutto complicato dalla comparsa di ascessi purulenti
che producono una sofferenza veramente al limite della sopportazione.
Di
fronte alla malattia gli esiti sono moltissimi: l’esasperazione,
introversione che non sarà mai del tutto recuperata, la ribellione. Ma la
fede della madre, il contesto e questo attaccamento “alla piemontese”
(la sua guarigione avvenne per intercessione della Madonna Ausiliatrice e
di Don Bosco) diventano i punti a cui aggrapparsi. Nella fede ha cercato
con forza di uscire da quella situazione, che sembrava letale e
concludersi diversamente; nella fede ha riproposto nuovamente gli
interrogativi che portano al cuore della vita: il problema del dolore
innocente, il problema del senso di anni apparentemente perduti per
l’operosità e l’efficienza storica, il problema del perché proprio a
me, che cosa ho fatto di male.
L’esperienza
della malattia nel Servo di Dio Luigi Novarese ha riorientato la sua vita:
da medico a sacerdote, apostolo dei sofferenti.
Studia a Roma all’Almo Collegio Capranica dove consegue gli ordini
minori dell’Ostiariato e del Lettorato.
Il 17 dicembre 1938, viene ordinato sacerdote nella Basilica di San
Giovanni in Laterano a Roma e, l’anno successivo, ottiene la licenza in
Sacra Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana.
Il suo ministero è sempre stato caratterizzato dall’attenzione verso i
deboli. Mentre in Europa infuriava il secondo conflitto mondiale, prestava
servizio presso la Segreteria di Stato ed il suo compito era quello di
mantenere i contatti con i vescovi, anche d’oltralpe, al fine di far
fronte alle necessità ed ai bisogni delle famiglie che avevano dei
congiunti impiegati in guerra. Solo coltivando i rapporti personali,
riusciva a superare forme dittatoriali piuttosto crudeli, in quel periodo
particolarmente virulente, ed è in questo contesto che comincia a toccare
con mano come il dolore è tutt’altro che assente e si moltiplica
all’inverosimile dalle famiglie ai popoli.
Nel maggio 1943, fonda la Lega
Sacerdotale Mariana
il cui intento primario è quello di riunire, nel vincolo della Vergine
Immacolata, sacerdoti secolari e regolari, al fine di valorizzare
l’umana sofferenza avendo particolare amore e sollecitudine verso i
confratelli infermi o, comunque, bisognosi.
Il 17 maggio 1947 fonda, coadiuvato da Sorella Elvira Myriam Psorulla, il Centro
Volontari della Sofferenza
e, l’anno successivo, i Silenziosi
Operai della Croce
che verranno elevati a Pia Unione Primaria dal Beato Papa Giovanni XXIII
con il Breve Apostolico “Valde probandae” il 24 novembre del 1960.
La prospettiva dalla quale è scaturita la creatività apostolica di Mons.
Novarese e verso cui ha confluito tutta la sua attività al servizio della
persona sofferente è senza dubbio la sua capacità di promuovere in chi
soffre una mentalità tutta evangelica in grado di non sprecare o
banalizzare il dolore attraverso la rassegnazione o patetiche forme di
pietismo.
L’ammalato può divenire un prezioso strumento di evangelizzazione, di
sostegno del fratello sofferente e uno strumento di luce dove vive perché
è lui che deve trasformare il suo ambiente. “Gli ammalati devono
sentirsi gli autori del proprio apostolato” ripeteva spesso Mons.
Novarese. Le loro esperienze di malattia, di isolamento, di emarginazione,
quando hanno trovato senso e novità nell’incontro con il Cristo, li
rendono particolarmente qualificati e credibili nel portare la luce del
Vangelo a chi, in situazioni simili, ancora si sente inutile e smarrito.
Secondo il Servo di Dio mons. Novarese, per realizzare la propria azione
apostolica di soggetto attivo e responsabile nella Chiesa, è necessario
che la persona sofferente comprenda la via della Croce, la lezione
dell’amore per dare un senso alle dimensioni notturne della vita
consapevoli che in ciò continua la Passione di Cristo.
Il Servo di Dio mons. Luigi Novarese muore a Rocca Priora, in provincia di
Roma, il 20 luglio del 1984.
|