Il Miracolo Eucaristico di Offida

- 1273 -

Siamo nel 1273, una donna su invito di una maga a cui si era rivolta per farsi benvolere dal marito getta un Ostia consacrata sul fuoco, la particola rimasta solo in piccola parte pane si trasformò in carne, da cui sgorgò Sangue abbondante; l'Ostia, il coppo, che conteneva il fuoco e la tovaglia insanguinati sono ancora visibili nel santuario di Sant'Agostino.

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Chiesa di Sant'Agostino o del Corpus Domini

Offida (AP)

 

In fondo all’abside, in una edicola protetta da una cancellata in ferro e da due sportelloni in noce del sec. XV, sono conservati i resti di un miracolo eucaristico avvenuto a Lanciano (Abruzzo) nel 1273.
Tali resti sono rappresentati da una parte di ostia convertita in sangue e carni umane, da una tovaglia del sec. XIII e da un coppo, ove sono visibili tracce di sangue. Parte dell’ostia è conservata in un’artistica croce in argento dorato del sec.XIV, opera di un valente orafo veneziano.

 

Un particolare interessante da un punto di vista storico riguarda la tovaglia; risulta essere l’unica tovaglia di uso domestico del sec.XIII che si conosca. Le reliquie vengono esposte al pubblico solo il giorno della Croce Santa, festa che si celebra il 3 Maggio.

Anticamente la ricorrenza del 3 Maggio assumeva carattere di particolare solennità ed otto giorni prima della festa, mentre le campane suonavano a distesa e le salve degli archibugi rompevano il silenzio, sulle torri del Palazzo Comunale e della Chiesa di S. Agostino, ove erano custoditi il Tesoro comunale e il Bussolo del governo (Statuto Libri 10, cap. lI), venivano issate le bandiere della franchigia ed in questo periodo gli Offidani venivano esentati dal pagamento dei debiti ed i commercianti forestieri dal pagamento del dazio.

Venivano mandati Nunzi speciali per fare bandire pubblicamente, per terre e città, che chiunque volesse venire alla fiera, che si teneva per l’occasione, avrebbe potuto farlo senza timore per la venuta, per la permanenza e per le proprie merci (Statuto di 0ffida, libro III, cap. 48, pag. 31).
La sera precedente, alcuni armigeri venivano messi di guardia davanti alla porta del tempio perché nessuno disturbasse le donne che vegliavano in preghiera (Statuto libro Il, cap.12).

Il giorno della festa si svolgevano il Palio dell’Anello, l’assalto ai tre castelli, uno nel piano Mostacci, uno nel piano di S.Nicola e uno davanti alla chiesa di S.Agostino (Statuto libro I, cap.12) e la solenne processione seguita da un gran numero di pellegrini che, dalle prime ore del mattino, avevano già attraversato il tempio strisciando le ginocchia sul pavimento in segno di penitenza, per chiedere grazie.
Durante le festività della S.Croce si svolgevano in Offida (Statuto libro III cap. 48) delle fiere che iniziavano otto giorni prima della festa e continuavano per otto giorni dopo.

Il miracolo

 

È un avvenimento accaduto nel 1273 a Lanciano ed è la storia di Ricciarella e del marito Giacomo Stasio, carrettiere, i quali passavano giornate fra continui litigi.
La donna, per riconquistare la pace familiare, si fece convincere da una fattucchiera a trafugare l’ostia consacrata durante la comunione mattutina per mescolarla nei cibi del marito e, dopo aver a lungo meditato, la pose su un coppo arroventato per polverizzarla. A questo punto avvenne il prodigio perché l’ostia si trasformò in brandelli di carne ed il sangue incominciò ad uscire così copioso tanto che la donna fu costretta a tamponare il coppo, sul quale aveva posto l’ostia, con una tovaglia domestica.
Presa dal rimorso seppellì tutto nella stalla sotto il letame ma, alla sera, quando il marito tornò dal lavoro, il mulo si rifiutò di entrare nella sua dimora. Solo dopo ingiurie e percosse il mulo entrò nella stalla, ma si inginocchiò con il muso rivolto verso il luogo dove erano sepolti i resti dell’atto sacrilego.
Siccome la scena si ripeteva tutte le sere e l’armonia fra i coniugi diventava sempre più precaria, la donna confessò tutto a fra Giacomo Diotallevi, priore del convento agostiniano, il quale prese i resti del miracolo e, nel 1280, li portò ad Offida.
I consoli ed i religiosi offidani, dopo aver ascoltato il racconto del priore, decisero di onorare degnamente il miracolo e commissionarono ad un valente orafo veneziano una croce d’argento all’interno della quale furono posti i resti del prodigio (sec.XIV).
Durante il viaggio di ritorno verso Offida le reliquie sfuggirono miracolosamente alle navi del doge il quale, venuto a conoscenza che un monaco della Marca trasportava via mare delle cose prodigiose, aveva deciso di impadronirsene per arricchire Venezia di un altro tesoro.
Da allora le reliquie sono conservate nella chiesa di S.Agostino.

 

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Dove anticamente si trovava la stalla di Ricciarella, a Lanciano, oggi si trova l’attuale chiesa di S.Croce nel quartiere di Lancianovecchia.

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Curiosità:

Dopo questo secondo Miracolo Eucaristico a Lanciano si spiega il perché i lancianesi siano anche chiamati “frijacriste”.

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