Significato occulto per i teosofici dell'arcobaleno

"La Natura, nella sua straordinaria forza espressiva, ci ha regalato una magnifica evidenza della pace, qualcosa più di un simbolo: è l’arcobaleno, con la sua capacita di congiungere il cielo e la terra e di esprimere nel contempo tutta la potenzialità della vita e la gamma delle sue vibrazioni. L’arcobaleno è il simbolo dell’Antahkarana (l'unione fra la realtà concreta e quella degli archetipi) e riporta ad unità, nel segno del Bello, la percezione della realtà.

Vogliamo qui pensare all’arcobaleno come realtà, esperienza e relazione. Realtà di un fatto fisico che esprime una forza simbolica universale; esperienza di un vissuto individuale e collettivo; relazione fra ciò che è e ciò che potrebbe essere l’esistenza spiritualmente intesa. La mitologia greca ha dato ad Iride, la celeste messaggera degli dei, figlia di Taumante e della ninfa oceanina Elettra, e sorella delle Arpie, il compito di personificare l’arco-baleno. Iride era addetta al servizio di Giunone, regina degli Dei, come consigliera e portatrice di saggezza. Ma il suo compito più delicato – e che va intuito - era quello di portare all’Olimpo l’acqua del fiume infernale Stige, perché gli Dei potevano fare i loro giuramenti solo versando quella acqua. Se un dio spergiurava, decadeva per un periodo di cento anni dal dono privilegiato della divinità.

Ricollegare l'arcobaleno "fisico” al suo significato simbolico e vederlo poi rappresentato in un segno, come la bandiera, ha certo un non banale significato".

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