Apparizione di Gerosa (BG)
1° Luglio 1558
Madonna della
Foppa |
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La storia dell'Apparizione
Dalla tradizione orale e da alcuni
documenti conservati nella parrocchia di Santa Croce e nel comune di
Gerosa è possibile ricostruire la vicenda. Il fatto accade il 2 luglio –
anche se vi è incertezza, difatti altre fonti indicano il giorno
precedente, il primo di luglio – dell’anno del Signore 1558.
Due bambine del paese si trovavano a far pascolare il loro gregge di
pecorelle fra boschi e radure del versante della valle prospiciente
l’abitato di Gerosa. Si trovavano in una sorta di valletta – in dialetto
bergamasco «foppa» – collaterale della «Valle dei Mulini». Dopo aver
passato l’intera giornata, oltre che ad accudire le loro bestie, a pregare
e a fare esercizi di pietà, solo verso sera pensano a ristorarsi con un
po’ di pane. Ad un tratto, le due bambine si sentono bruciare da ardente
sete, ma non hanno a disposizione acqua e non possono abbandonare il loro
gregge. Allora decidono di mettersi in ginocchio e cominciano a pregare.
Ecco allora il prodigioso evento: immerse devotamente nella preghiera,
appare loro la Madonna! La Vergine Santa stringe le loro mani e le
conforta con il suo «celestiale sorriso», indicando alle due bambine
assetate una vena d’acqua purissima che sta sgorgando ai loro piedi, ed
invitandole a refrigerarsi.
Poi ordina loro di annunciare agli
abitanti del paesello la Sua volontà: che si edifichi in quel punto
una chiesa. A prova della sua apparizione invita le fanciulle a
mostrare a tutti la sorgente, poi si congeda da loro annunciando
che: «Entro otto giorni verrò a prendervi ed entrerete in
paradiso». Quindi
l’accorrere del popolo meravigliato per la sorgente... e,
soprattutto, per la prematura dipartita delle due fanciulle dopo gli
otto giorni vaticinati. |
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Allora il devoto e laborioso
popolo di Gerosa comincia a preparare progetto e materiali per
l’edificando tempio. «Fumano i forni calcari, stridono le seghe dei
falegnami, battono i martelli dei muratori, ma cantano di più le compagnie
degli abitanti, felici di portare sassi e legni, per l'erezione della
nuova fabbrica» così una cronaca raccontava.
Si pensa di erigere la costruzione sopra un cucuzzolo poco lontano dal
luogo dell’apparizione, per permettere al Santuario di dominare la valle…
ma la Mano celeste muta ancora una volta la storia. Portati i materiali
necessari all’edificazione della chiesa sulla citata altura, il mattino in
cui si devono iniziare le opere per lo scavo delle fondamenta, gli operai
giunti sul luogo non trovano più nemmeno un chiodo. Passati i primi attimi
di sgomento per il fatto prodigioso – non v’erano gru o autocarri, né
tanto meno strade per giungere sul luogo, onde far presumere un furto
dell’ingente quantità di materiali edili che già da mesi si accumulavano
sul posto – i poveri muratori si accorgono che il materiale da costruzione
si trova tutto ordinatamente preparato proprio nel luogo in cui era
sgorgata la fonte miracolosa!
Alla prima apparizione ne segue – meno di cinquant’anni dopo – una
seconda. È il 1630, l’anno del «crudo morbo» portato dai Lanzichenecchi,
la peste di manzoniana memoria. Come in tutta la Lombardia, l’epidemia si
diffonde anche nella Valle Brembilla. La Madonna appare – questa volta in
sogno – ad un’altra fanciulla, della quale c’è giunto il nome: Diana
Locatelli, abitante nella località Bura ai piedi dell’omonima «Forcella»,
passo che collega le valli Taleggio e Brembilla. La Vergine Santa disse
alla bambina di dare l’annuncio che, quanti si fossero recati ad onorarla
nel suo nuovo Santuario della Foppa, non sarebbero stati contagiati dal
morbo.
Anche se i mezzi di comunicazione nel Seicento non erano propriamente
efficienti, la notizia corre di bocca in bocca, facendo sì che da ogni
paese accorrono in processione. Secondo il Ghirardelli – eminente cronista
dell’epoca con il suo monumentale «Il memorando contagio seguito in
Bergamo l’anno 1630» – il concorso di popolo è talmente grande che si
rimpinguano velocemente le casse del Santuario: in due mesi si raccolgono
offerte in denaro ed in oggetti preziosi per circa diciottomila franchi.
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Documentazione dell'Apparizione
L'anno 1866, il giorno 18 aprile Mons.
Luigi Speranza di venerata memoria Vescovo di Bergamo, emanava una
pastorale, nella quale chiedeva ai suoi diocesani notizie di «quei luoghi
nei quali siano avvenute o apparizioni o miracoli della B.V., o si trovi
in particolare venerazione alcuna o chiesa o cappella o immagine di Maria
Vergine, che nel minor possibile spazio di tempo ci trasmettano copia
autentica di di tutti i documenti note e memorie scritte e stampate,
riguardanti le apparizioni, i miracoli, il culto della B.Vergine, che si
trovassero nei loro archivi, ed in quelle rispettive fabbricerie e che
fossero appesi alle pareti, o notati su libri delle sacrestie, o che si
serbassero presso alcune persone».
In seguito a questo invito del venerato Presule, le relazioni furono
numerose spedite alla Curia Vescovile, e dalla consultazione di questi
documenti e di altre fonti, ne venne il libro del sacerdote prof. Don
Carlo Tacchi, Primicerio di Scano al Brembo: «Notizie storiche delle
apparizioni e delle Immagini di Maria SS.ma nella Città e Provincia di
Bergamo». Nuova edizione con aggiunta ed annotazioni (presso S. Colombo,
1956, Bergamo).
Il sacerdote Don Giacomo Cola, a quel tempo parroco di Gerosa, mandò la
relazione sul Santuario della Foppa, redatta in questi termini:
«Gerosa Bergamasca situata in Valle Brembana, luogo celebre per le due
Apparizioni ricevute da Maria SS.ma, è situata in un rinseno di quei
sterminati monti ond'è tutta circonvallata la Val Brembana.
«Una volta selvaggia, al tutto isolata e recisa dal commercio sociale per
la lunga e scabrosa via pedestre ed erta, che unica ne dava l'accesso, ora
con una strada dolcemente inclinata, attivata da circa 6 anni, puossi
comodamente accedere con lo spazio di circa tre ore dai rotabili che
divergendo dalla principale ai ponti di Sedrina a destra dal Brembo, passa
per Brembilla e mette in Gerosa, e ritorcendo per salienti per circa altra
ora fino al Colle della Forcella, continua e va a determinarsi nella
chiusa Val Taleggio. Lunghessa questa via, in mezzo a una grandiosa ed
ampia vallea in forma circolare, tutta all'ingiro trincerata da alpestri
crestaie pressoché uniformi e non interrotta di monti, sopra un ripiano
angusto e pendio; volgente a mezzodì ti si affaccia il paese di Gerosa
angusto ed irregolare che conta circa 800 persone, allo stesso livello
della contrada principale, in distanza di circa venti minuti, percorrendo
una comoda via cavalcatori a verso sera nell'ingiro del territorio;
solcato da frequenti rigagnoli e costiere trovi la chiesa del Santuario
che guarda alla parrocchiale e fiancheggia il declivio del monte che
scosceso e gigante torreggia all'insopra, segnando colle vette i confini
della Val Imagna. Al tempo della prima apparizione della B. Vergine
leggiamo esser quel luogo una folta foresta, ora la trovi tutta ridotta in
prati virenti abbelliti di frequenti frutti all'insopra e frammezzati da
ronchi coltivi arricchiti con qualche cara piantagione di viti.
«Corre viva e generale tradizione in paese, che parendo ai Gerosini il
luogo della apparizione inadatto alla costruzione di un Santuario per
essere angusto il ripiano, invisibile alla contrada principale del paese,
e come che in una valletta e forse esposta alle valanghe di neve ed
all'urto dei macigni roteanti di quando in quando dalle bricche e greppi
sovrastanti, e la natura del terreno inclinato alle frane, avessero ideato
di costruire la chiesa sulla costiera lontana non più di cinquanta metri,
la quale oltre a scemare tutte le dette difficoltà, sarebbe riuscita più
comoda ed avrebbe offerta bella prospettiva col paese, e che ivi avessero
già raccolti i materiali ed iniziata la fabbrica. Ma disponendo
diversamente la Vergine Maria, tutte le mattine trovavano parte di quei
materiali traslocati al luogo dell'apparizione e le formiche stesse a
processione venivano a prendersi i granelli di sabbia preparati pel
cemento e quivi li deponevano. Per il che furono convinti di
costruirla ove presentemente si trova.
«La Chiesa del Santuario è un perfetto quadrato ben disegnato ed eseguito
a piastre lavorate, di una capacità di circa 400 persone, con un
presbiterio oblungo fiancheggiato ai due lati da sedili intagliati a
squisito lavoro con al di sopra affreschi raffiguranti i principali
misteri di Maria SS.ma nella positura e nel luogo stesso in cui è
comparsa, con ai piedi figurato il paese di Gerosa.
«In distanza di circa 6 metri dall'altare, e precisamente a fianco dello
stesso verso monte, zampilla tutt'ora il ruscelletto d'acqua perenne avuta
per miracolo di M.V. che entra in un avello artefatto, difeso per tre lati
dal muro vivo che sostiene un conveniente portico, ove i devoti con gran
devozione vanno a bevere in onore di M. V., per ricevere le implorate
grazie.
«Le numerose dipinture, donazioni, offerte, e segni di grazie ricevute che
si veggono appesi alle pareti della Chiesa e che anche presentemente si
offrono, rendono testimonianza della viva devozione che per molti secoli i
popoli nutrirono verso il Santuario. «Anche presentemente il popolo di
Gerosa nutre speciale devozione al suo Santuario e lo riguarda come una
fortuna spirituale del paese, e costuma come fu dichiaato da Maria SS.ma
nella seconda apparizione, ricorrere processionalmente al suo santuario,
in ogni pubblico bisogno e calamità. L'efficacia di questa promessa di
Maria V. fu sperimentata poi in modo speciale nel decorso del volgente
secolo quando in tre distinte riprese cioè nel 1836, nel 1849, e nel 1865
infestando il morbo cholera spaventosamente infieriva i circonvicini
paesi, il paese di Gerosa avendo fatto ricorso al suo Santuario della
Foppa con grazia singolare e rara fu preservato sì perfettamente da non
sapere fin' ora come sia questa malattia.
«Siccome poi molti dei limitrofi paesi venendo a visitare questo Oratorio,
desiderano di sentire ivi anche la S.Messa ed i privati spesso danno
elemosine con volerle ivi celebrare, con provvido consiglio in questi
ultimi tempi si adottò la pia consuetudine che ogni sabato possibilmente
fosse ivi celebrata circa la levata del sole.
«La festa di questa Apparizione si celebra con solennità nel giorno 2
luglio, dì della Visitazione della Vergine Maria a S. Elisabetta con gran
concorso di parrocchiani e forestieri divoti e con edificante frequenza ai
SS. Sacramenti.
«Affinché poi sempre più si accentuasse la devozione dei fedeli a questo
Santuario, che con raro privilegio vanta due apparizioni della Vergine SS.ma
nelle quali ha parlato e comprovato con pubblici miracoli la sua volontà,
comandata espressamente di essere onorata con apposita Chiesa e proclamato
questo Santuario come preservativo speciale dei flagelli più terribili, l'Ill.mo
e Rev.mo Vescovo Pietro Luigi Speranza nel giorno 8 luglio 1862 si
compiacque concedere benignamente l'indulgenza di 40 giorni a chi recita
tre volte Ave Maria alla B.Vergine della Foppa».
(Consegnato alla Curia Vescovile, presso
l'apposita Commissione, il 15 ottobre 1866; N. 1456 P.).
Fin qui la relazione del parroco Don Giacomo Cola, che a sua volta si
appoggia ad un atto notarile così intestato: «Memoria di istituzione del
Venerando Oratorio della Beatissima Vergine della Madonna della Foppa nel
comune di Gerosa» di Cristoforo Anconetti Notaio in Gerosa l'anno 1821.
Un atto notarile del
1821
«Con una fedele ed ossequiosa servitù
meritaronsi due Verginelle abitanti nel villaggio di Gerosa, d'essere
fatte degne della presenza della Madre di Dio comparsa dal cielo a
confortarle. Avevano queste buone figliuole un pio uso di digiunare nei
giorni precedenti alle maggiori solennità di Maria SS.ma, contente di solo
pane ed acqua. Lo che esattamente osservando nel giorno primo di Luglio
1558, in onore della caritatevole visita fatta dalla Vergine Maria Madre
di Dio a S.Elisabetta, mentre conducevano le pecore al pascolo nel più
folto di un bosco, sentironsi sorprese da un'ardentissima sete, onde nella
mancanza dell'acqua si rivolsero ad implorare il refrigerio della pietà
della loro Avvocata Maria. Esaudille la Madre di Misericordia, e comparsa
in forma di Venerabile matrona, vestita di candido manto, fece dinnanzi ai
loro piedi scaturire un vivo ruscello d'acqua dolcissima: e poiché ivi
dissetate si furono prescrisse loro, che a suo nome annunziassero al
popolo di Gerosa voler Ella in quel luogo una Chiesa dedicata al suo nome.
Di poi mirandole, disse loro: state vigilanti, poiché passato breve spazio
di tempo, sentirete la voce del vostro sposo invitarvi alle caste nozze
del Paradiso, e l'accelerato vostro passaggio alla beatà Eternità servirà
di testimonianza alla verità di mia apparizione.
«Liete per il favore presente e molto più per le promesse di loro futura
beatitudine, le fortunate donzelle pervulgarono fra gli abitanti il
comando della Regina del Cielo, ed avendo fra pochi giorni chiusi con
placidissima morte gl'innocenti giorni, il popolo di Gerosa commosso dal
vedere così mirabilmente adempito il pubblicato vaticinio, eresse tosto
nel luogo, ove sortì il prodigioso fonte, una chiesa sotto il titolo di
Nostra Signora della Foppa di Gerosa, ove riposta onorevolmente una
Immagine della Madre di Dio, attrasse anche dai paesi lontani i popoli
alla sua Venerazione.
«Trascorsi poscia moltissimi anni Iddio che si era servito delle opere di
due verginelle, per dar principio alla Devozione del Santuario, impiegò
un'altra Vergine pastorella per accrescerne il culto. Era nell'anno 1630,
funestato tutto il territorio di Bergamo da una fierissima peste, che lo
spogliava di abitanti, quando la Madre c1ementissima compassionando
l'angustia di quel miserevole popolo, apparve in sogno ad una pia donzella
denominata Diana; e l'avvisò che chiunque avesse visitato il Santuario a
Lei dedicato in Gerosa sarebbe stato per divina misericordia preservato
dal furore di quell'orribile fragello. Sparsa fra quelli abitanti la fama
della celeste promessa, accorsero ben presto tutti a venerar Maria
Santissima nella sua Chiesa e tutti pure sperimentarono nella loro
preservazione l'efficacia del di lei patrocinio».
N.B.: Si accerta che quelle due donzelle
erano della famiglia Locatelli Silvani proprietaria del luogo ove è
comparsa Maria Vergine.
Il Notaio Anconetti attinge dal libro «Notizie storiche delle Apparizioni
e delle Immagini più celesti di Maria Vergine Santissima» di Flaminio
Cornaro stampata a Venezia nel 1760.
Il Cornaro attinge dal libro «Effemeridi» di Donato Calvi stampato nel
1676 a Vigone-Milano e poi col titolo «Chiese della città e della
diocesi».
Il Calvi aveva richiesto ai parroci delle relazioni e quindi accetta e
pubblica con fiducia quanto raccontano i parroci di Gerosa e di Rota
Dentro. 1666: Giacomo Damiani, parroco di Gerosa.
***
Domenica
6 agosto 2006
LX Anniversario dell'Incoronazione della B.V. della Foppa
La Statua viene portata in parrocchiale dalla Classe 1946 (anno
dell'Incoronazione)
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