Proprio in questi giorni di «allarme terrorismo» sull'Europa e l'Italia, arrivano sorprendenti novità su due misteri «apocalittici»: Medjugorje (dove la prospettiva dei «dieci segreti» è ormai vicina e disvelarsi) e Civitavecchia (con quelle lacrime di sangue della Madonnina che, secondo autorevolissimi interpreti, riguardano direttamente il futuro prossimo dell'Italia). Due casi, come si sa, molto legati: la statuetta di Civitavecchia veniva appunto dal villaggio dell'Erzegovina dove da 24 anni avvengono le apparizioni della Vergine. Al centro delle due novità di queste ore si trovano Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. E sono due casi seri al contrario di quello che i giornali hanno montato strumentalmente su Harry Potter. Dunque il vescovo di Civitavecchia, monsignor Grillo, si trovava alla riunione della CEI di fine maggio e lì ha incontrato papa Ratzinger. All'inizio il Santo Padre gli ha chiesto come va a Civitavecchia, hanno parlato affabilmente e alla fine il pontefice gli ha detto queste testuali parole: «La Madonna farà cose grandi». Parole che certo non sono ancora un ufficiale riconoscimento del miracolo, ma che - dopo i recenti interventi televisivi di un prelato, assai liquidatori con quelle misteriose lacrime - rappresentano un autorevolissimo segno di apertura della Chiesa, tanto che il vescovo di Civitavecchia le ha fatte stampare sulla copertina del giornale del santuario (parole che fanno seguito alla clamorosa notizia, rivelata da Andrea Tornielli sul Giornale, per cui Giovanni Paolo II volle avere per qualche giorno la statuetta nel suo appartamento per pregare e ha lasciato uno scritto di suo pugno che lo attesta). Anche su Medjugorje le novità vengono da ciò che ha lasciato il Papa. Il famoso poeta e giornalista polacco Marek Skwarnicki, che collaborò con il cardinale Wojtyla a Cracovia, pubblicherà in ottobre, in Germania, il suo epistolario con Karol Wojtyla. Sono state anticipate quattro lettere del Santo Padre indirizzate al poeta e alla moglie Sofia, nelle quali risulta chiaramente che il grande pontefice polacco era personalmente convinto delle apparizioni di Medjugorje e ne sottolineava il significato decisivo e «drammatico» per l'umanità. C'erano già molte testimonianze di vescovi o ecclesiastici che riferivano, nel corso degli anni, parole di devozione di Papa Wojtyla per la Madonna di Medjugorje. Ma adesso queste lettere autografe, pur non essendo ufficiali, peseranno ancora di più. Dunque il 30 marzo
1991 il Papa scrive un saluto ai coniugi Skwarnicki in pellegrinaggio a
Medjugorje. Il 28 maggio 1992 di nuovo invia queste parole ai due coniugi:
«E adesso ogni giorno torniamo a Medjugorje in preghiera». L'8 dicembre
1992 il Pontefice traccia di suo pugno, dietro un'immagine di auguri
natalizi, questa riflessione: «Ringrazio la Signora Sofia per tutto ciò
che riguarda Medjugorje. Anche io con la preghiera vado là ogni giorno
come pellegrino: mi unisco nell'orazione con tutti coloro che pregano là o
che ricevono da là una chiamata alla preghiera. Oggi abbiamo compreso
meglio questa chiamata. Gioisco perché il nostro tempo non è privo di
persone di preghiera e di apostoli». In effetti Wojtyla in Polonia, dopo il crollo del comunismo, sorprese molti indicando la nuova, vera meta: la conversione. È questa anche «l'urgenza della Madre» che vuole salvare l'umanità. Per il Papa infatti
non bastava aver abbattuto il comunismo, ora bisognava che l'Europa
ritrovasse Cristo, le sue radici cristiane, perché solo così poteva
evitare nuove tragedie e nuove orrende minacce. Urgeva ed urge un
cambiamento di rotta. Se oggi la spensierata regina d'Inghilterra annuncia
che i britannici non cambieranno il loro modo di vita per il terrorismo,
un'altra giovane Regina, che la Chiesa venera come Regina del Cielo e
della terra, sta accoratamente lanciando, da anni, un appello opposto:
cambiate il vostro modo di vita se volete salvare voi stessi, i vostri
figli, il vostro mondo. Cambiate mentalità, convertitevi se volete evitare
la catastrofe. È questo il senso profondo di Medjugorje (e di
Civitavecchia). Un messaggio fatto suo da Papa Wojtyla. È come l'appello
del profeta Giona alla città di Ninive («ancora 40 giorni e Ninive sarà
distrutta»): la città si convertì e si salvò. Riecheggiano le parole di Gesù: «Se non vi convertirete perirete tutti». Del resto da questi due luoghi del Mistero su cui la Chiesa riaccende la sua attenzione, due luoghi dove si verificano eventi, grazie e guarigioni prodigiose che la scienza non è assolutamente capace di spiegare, non arriva un messaggio di paura, ma di pura speranza. La mattina del 2 maggio scorso, apparendo a Mirjana Dragigevic a Medjugorje, la Madonna - come la regina Ester che salvò il suo popolo in pericolo - le ha trasmesso questo messaggio per tutta l'umanità: «Cari figli, sono con voi per portarvi tutti verso mio Figlio. Desidero portarvi tutti alla salvezza. Seguitemi, perché solamente così sarete capaci di trovare la vera pace e la felicità! Fonte: "Il Giornale", 21 luglio 2005 |