«NOI CANNIBALI E I FIGLI DI MEDEA»,
di Oriana Fallaci |
“Spero che questo referendum fallisca
miseramente”. 'Non mi piace questo referendum al quale i mecenati dei
dottor Frankenstein voteranno per semplice partigianeria politica o miopia
morale' e il 12 giugno 'non usero' la scheda elettorale, e con tutto il
cuore mi auguro che l'offensiva fallisca miseramente'. In un lungo
intervento sul 'Corriere della sera' lo scrive Oriana Fallaci, convinta
che dietro il referendum sulla legge 40 ci sia 'un progetto, anzi un
proposito inaccettabile e terrificante. Il progetto - scrive - di
reinventare l'uomo in laboratorio, trasformarlo in prodotto da vendere
come una bistecca o una bomba'. 'Bando alle chiacchiere e alle ipocrisie -
prosegue la Fallaci - Se al posto di Birkenau e Dachau eccetera ci metti
gli Istituti di ricerca gestiti dalla democrazia, se al posto dei gemelli
vivisezionati da Mengele ci metti gli embrioni umani che dormono nei
congelatori, in discorso non cambia'.
No, non mi piace questo referendum al quale i mecenati dei dottor
Frankenstein voteranno per semplice partigianeria politica o miopia
morale. Ossia senza ragionare con la propria testa, senza ascoltare la
propria coscienza, magari senza conoscere il significato delle parole
staminale ovocita blastocita eterologo clonazione, e certo senza chiedersi
o senza capire che cosa v’è dietro l’offensiva per la libertà illimitata
della ricerca scientifica. Infatti il 12 giugno non userò la scheda
elettorale, e con tutto il cuore mi auguro che l’offensiva fallisca
penosamente. Auspicio rafforzatosi quando al Liceo Mamiani di Roma il più
autorevole promotore dei quattro quesiti referendari ha scandito una
battuta che sembra una facezia da capocomico del vecchio theatre varieté:
« Se l’embrione è vita, masturbarsi è suicidio». (Signor mio, anziché di
masturbazione a quei liceali io avrei parlato di Libertà. Gli avrei
ricordato quel che dice Platone quando nel Libro VIII de La Repubblica
scrive che dalla libertà degenerata in licenza nasce e si sviluppa una
malapianta: la malapianta della tirannia. Infatti qui non si tratta di
masturbarsi. Si tratta di spiegare alla gente che la libertà illimitata
cioè privata d’ogni freno e d’ogni senso morale non è più Libertà ma
licenza. Incoscienza, arbitrio. Si tratta di chiarire che per mantenere la
Libertà, proteggere la Libertà, alla libertà bisogna porre limiti col
raziocinio e il buon senso. Con l’etica. Si tratta di riconoscere la
differenza che passa tra lecito e illecito).
Non mi piace, questo referendum, perché a parte l’astuto ricatto con cui
la cosiddetta clonazione terapeutica giustifica le sue nequizie cioè
promette di guarire le malattie, a parte l’ovvio tornaconto di chi con
quel ricatto si riempie le tasche (ad esempio l’industria farmaceutica il
cui cinismo supera il cinismo dei mercanti d’armi), dietro questo
referendum v'è un progetto anzi un proposito inaccettabile e terrificante.
Il progetto di reinventare l'Uomo in laboratorio, trasformarlo in un
prodotto da vendere come una bistecca o una bomba. Il proposito di
sostituirsi alla Natura, manipolare la Natura, cambiare anzi sfigurare le
radici della Vita, disumanizzarla massacrando le creature più inermi e
indifese. Cioè i nostri figli mai nati, i nostri futuri noi stessi, gli
embrioni umani che dormono nei congelatori delle banche o degli Istituti
di Ricerca. Massacrarli riducendoli a farmaci da iniettare o da
trangugiare, oppure facendoli crescere quel tanto che basta per macellarli
come si macella un bove o un agnello, poi ricavarne tessuti e organi da
vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un’automobile. Tutto ciò
mi ricorda il Mondo Nuovo di Huxley, sì, l’abominevole mondo degli uomini
Alfa e Beta e Gamma, ma soprattutto mi ricorda le oscenità dell’eugenetica
con cui Hitler sognava di creare una società costituita soltanto da biondi
con gli occhi azzurri. Mi ricorda i campi di Auschwitz e di Mauthausen, di
Dachau e di Birkenau dove, per affrettare la produzione della razza ariana
ossia intensificare i parti gemellari delle bionde con gli occhi azzurri,
il dottor Mengele conduceva gli esperimenti sui bambini gemelli. Grazie
all’illimitata libertà di ricerca concessagli da Hitler li martirizzava,
li assassinava, a volte li vivisezionava. Dunque bando alle chiacchiere e
alle ipocrisie: se al posto di Birkenau e Dachau eccetera ci metti gli
Istituti di Ricerca gestiti dalla democrazia, se al posto dei gemelli
vivisezionati da Mengele ci metti gli embrioni umani che dormono nei
congelatori, il discorso non cambia. Non a caso, quando otto anni fa gli
inglesi crearono la pecora Dolly, invece di esaltarmi ebbi un brivido
d’orrore e dissi: « Siamo fritti. Qui ci ritroviamo con una società fatta
di cloni. Qui si torna al nazismo » .
È IN ATTO UNA STRAGE DEGLI INNOCENTI
Il vero obiettivo è la clonazione umana., cioè l’hitleriano sogno di
superuomini e superdonne fabbricati in laboratorio, e la terapeutica è una
crudele bugia. Spesso le staminali sviluppano il cancro.
Frankenstein e i loro mecenati (giuristi, giornalisti, editorialisti,
attrici, filosofi, grilli canterini, membri dell’Accademia dei Lincei,
politici in cerca di voti, medici in cerca di gloria) non vogliono
sentirselo dire quel « Siamo fritti, qui ci ritroviamo con una società
fatta di cloni, qui si torna al nazismo » . Quando porti il discorso su
Hitler e sul nazismo, su Mengele, fanno gli offesi anzi gli scandalizzati.
Cianciano di pregiudizi, protestano che il paragone è illegittimo. Poi nel
più tipico stile bolscevico ti mettono alla gogna. Ti chiamano bigotto,
baciapile, servo del Papa e del Cardinale Ruini, mercenario della Chiesa
Cattolica. Ti dileggiano con le parole retrogrado oscurantista reazionario
e posando a neo illuministi, a progressisti, avanguardisti, ti buttano in
faccia le solite banalità. Strillano che non si può imporre le mutande
alla Scienza, che il Sapere non può essere imbrigliato, che il Progresso
non può essere fermato, che i fatti sono più forti dei ragionamenti, che
il mondo va avanti malgrado gli ottusi come te. Come me. Con burattinesco
sussiego dichiarano che l’embrione non è un essere umano: è una semplice
proposta di essere umano anzi di essere vivente, un semplice grumo di
cellule non pensanti. Con pagliaccesca sicurezza proclamano che non ha
un’anima, che l’anima esiste se esiste il pensiero, che la sede del
pensiero è il cervello, e il cervello incomincia a svilupparsi due
settimane dopo che l’embrione si è attaccato all’utero materno. O che un
feto incomincia a pensare solo all’ottavo o nono mese di gravidanza, che
secondo San Tommaso d’Aquino fino al quarto mese siamo animali e quindi
tanto vale proteggere gli embrioni degli scimpanzé. E inutile obiettare
che San Tommaso d’Aquino visse nel 1200, che di genetica se ne intendeva
quanto io mi intendo di ciclismo e di pugilato. Inutile replicare che
ripararsi dietro il sillogismo Cervello Pensiero Anima uguale Umano è una
scemenza. Un’offesa alla logica. Anche gli animali hanno un cervello,
perbacco. Anche gli animali hanno un pensiero. Ergo, stando a quel
sillogismo, anche loro dovrebbero avere un’anima ed essere considerati
umani. Inutile osservare, infine, che sulla formazione del cervello anima
non sappiamo un bel nulla. Neanche ciò che si sapeva sull’atomo quando
Enrico Fermi scisse quello dell’uranio 235 e scoprì che il suo nucleo
misura un centomiliardesimo di millimetro eppure può disintegrare in un
lampo città come Hiroshima e Nagasaki. E se l’infinitamente piccolo
contenesse molto di più dell’infinitamente grande? E se il cervello anima
dell’embrione misurasse ancor meno di un centomiliardesimo di millimetro e
la miopia morale (nonché intellettuale) non riuscisse a individuarlo? E
se di conseguenza l’embrione pensasse, soffrisse come soffriamo noi quando Zarqawi ci taglia la testa col suo coltello halal?
Il fatto è che le loro affermazioni mai suffragate da prove sono teorie e
basta, presunte certezze per convenienza e opportunismo spacciate come
assolute certezze, punti di vista sbandierati nel presuntuoso miraggio di
ricevere un Nobel al quale senza alcun pudore e senza alcun merito
ambiscono fortissimamente. Sono un dogma che non vale più del mio. Anzi
vale assai meno del mio che è privo di calcoli, di convenienze, di
opportunismi. Qual è il mio? Bè, è quello che esprimo in Lettera a un
bambino mai nato , libro che incomincia con queste parole: « Stanotte ho
saputo che c’eri. Una goccia di vita scappata dal nulla » . È quello che
ribadii nell’intervista al Foglio quando i neoilluministi e progressisti e
avanguardisti approvavano la condanna a morte di Terri Schindler o se vuoi
Terri Schiavo. (Secondo loro, colpevole di non aver più un pensiero, di
non aver più un’anima, di non poter assistere ogni domenica alla Messa che
ha nome Partita di Calcio. Oh sì: a mia volta senza aver le prove che
Fermi fornì sul nucleo dell’atomo, io credo che fin dal momento in cui lo
spermatozoo feconda l’ovulo e la cellula primaria diventa due cellule poi
quattro poi otto poi sedici insomma prende a moltiplicarsi, noi siamo ciò
che saremo. Cioè esseri umani. Forse non ancora persone, visto che una
persona è il risultato dell’essenza innata e delle esperienze acquisite
dopo la nascita: ma di sicuro un essere umano. L’embrione che sboccia
nell’ovulo d’un pidocchio è un pidocchio. L’embrione che sboccia
nell’ovulo di un cane è un cane. ( L’esempio del cane lo porta anche
monsignor Sgreccia). L'embrione che sboccia nell’ovulo di un elefante è un
elefante. L’embrione che sboccia nell’ovulo di un essere umano è un essere
umano e non me ne importa nulla che stavolta la mia opinione coincida con
quella della Chiesa Cattolica. Con quella di Papa Wojtyla e di Papa
Ratzinger, con quella del Cardinale Ruini, dei vescovi, degli arcivescovi,
dei preti che si opposero al divorzio e all’aborto. ( Anch’io detesto
l’aborto e per il voto in favore dell’aborto ebbi strazianti dilemmi. Ma
considero il divorzio una conquista della civiltà e per il divorzio mi
battei con le unghie e coi denti). Infatti se tale opinione coincidesse
con quella della Chiesa Marxista, di Lenin, di Stalin, di Mao Tse Tung, e
perfino del re di Cuba cioè dello spregevolissimo Castro, la esprimerei
col medesimo candore. Non me ne importa nulla nemmeno dell’astuto ricatto
cioè della loro promessa di guarire il diabete, la distrofia, l’Alzheimer,
la sclerosi multipla di Stephen Hawking. (Il grande cosmologo che da
decenni vive in carrozzina e ciondola peggio d’un fiore appassito). Come
dissi nell’intervista al Foglio, non me ne importerebbe nemmeno se le
staminali servissero a guarire il mio cancro anzi i miei cancri. Dio sa se
amo vivere, se vorrei vivere più a lungo possibile. Sono innamorata, io,
della vita. Ma a guarire i miei cancri iniettandomi la cellula d’un
bambino mai nato mi parrebbe d’essere un cannibale. Una Medea che uccide i
propri figli. (« Donna maledetta, aborrita dagli Dei, da me, dall’intero
genere umano. Crepa, essere osceno, assassina dei tuoi figli » le dice
Euripide attraverso Giasone).
Me ne importa ancor meno del fatto che i Frankenstein e i loro mecenati mi
espongano al ludibrio con le accuse retrograda oscurantista reazionaria
bigotta baciapile serva del Vaticano. Tanto con loro non serve neanche
spiegare perché un’atea (sia pure atea cristiana) non può esser bigotta,
non può essere baciapile eccetera. O perché una laica che s’è sempre
battuta per la giustizia e la libertà non può esser retrograda,
oscurantista, reazionaria. E aggiungo: davvero non v’è limite
all’incoerenza dei voltagabbana. Un tempo gli odierni cultori del
cannibalismo urlavano che era crudele sacrificare gli animali nei
laboratori. E ne convengo. (Ho visto cose atroci nei laboratori. Una
volta a New York ho visto togliere il cuore a una cagnolina, sostituirlo
col cuore di un maialino, e poi piazzarlo sotto il naso della povera
creatura per vedere se lo riconoscesse. Lei l’ha riconosciuto e s’è messa
a mugolare disperatamente. Un’altra volta a Chicago ho visto togliere il
cervello a una piccola scimmia. Da viva, visto che il cervello doveva
restar vivo attraverso un’irrorazione di sangue. Si chiamava Libby, e
mentre la legavano al lettuccio operatorio mi fissava come se implorasse
il mio aiuto. Infatti mi vergognai. Vomitai e il Frankenstein di turno, un
noto ricercatore, mi chiese stupito: « Why, perché? La credevo meno
schizzinosa. Less squeamish. Libby non ha mica un’anima ») . Piangevano
anche sui topi usati per sperimentare i farmaci, quei parolai. Li
definivano martiri e per difenderli inscenavano bellicosi cortei simili a
quelli dei pacifisti che la pace la vogliono da una parte e basta. Ora
invece accettano che le cavie siano i nostri figli mai nati, sacrificati
come la cagnolina di New York e come Libby. Accettano che le cellule di
queste nuove cavie vadano ad arricchire le ditte farmaceutiche il cui
cinismo supera quello dei mercanti d’armi, accettano che gli embrioni
vengano squartati come bovi nelle macellerie per ricavarne tessuti e
organi da vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un’automobile.
Accettano che tutto ciò miri a realizzare il Mondo Nuovo di Huxley, a
farci diventare uomini Alfa o Beta o Gamma o Dio sa cos’altro. Campioni di
salute e di bellezza ma senza cervello o mostri intelligentissimi ma senza
braccia e senza gambe? (A proposito: nei laboratori di ricerca un’altra
volta ho visto un uccello che chissà perché, suppongo per divertirsi,
avevano fatto nascere senza le ali. Sembrava una palla fatta di piume e
basta. E mi guardava con certi occhi che al confronto i Prigioni di
Michelangelo cioè le quattro statue con la testa o gli arti ancora
inseriti dentro la pietra, sembrano creature felici...). E va da sé che
ormai le cavie siamo anche noi. Una donna che subisce l’estrazione di un
ovulo è certamente una cavia. Una che per restare incinta se lo fa
impiantare, lo stesso. Grazie a una scienza che è sempre più tecno
scienza, grazie a una medicina che è sempre più tecno medicina, quindi
sempre più disumana, siamo cavie perfino nei casi estranei alla
fecondazione artificiale. Quando mi sottopongo a una radioterapia, per
esempio, specialmente in America non vedo esseri umani. Intuisco che i
medici e i tecnici stanno da qualche parte, sì. Forse al di là del vetro
che separa la loro stanza dalla stanza nella quale mi trovo con le
apparecchiature e basta. Ma di loro non mi giunge neanche la voce. Non mi
parlano mai. Perfino quando ricevo l’ordine di trattenere il respiro, è
una macchina che parla. La riproduzione di una voce umana. E mi sento sola
come un embrione nel congelatore, indifesa come una cavia alla mercé d’un
ricercatore. La medesima cosa, quando devo riempire i moduli che servono
ad arricchire le statistiche su i metodi di cura, le sopravvivenze, i
decessi. Moduli nei quali sono un semplice numero. Il numero di un
prodotto dalla cui etichetta manca soltanto la data di scadenza.
Chi in buona fede favorisce il mondo nuovo si ripara sempre sotto
l’ombrello delle parole Scienza e Progresso. Forse le più abusate dopo le
parole Amore e Pace. Ma sull’interpretazione della parola Progresso, anzi
sul concetto del cosiddetto Progresso, i pareri discordano. E diventa
sempre più difficile stabilire di che cavolo si tratti. Per Giordano Bruno
era l’astronomia copernicana. Per Voltaire, l’affinarsi delle arti e dei
costumi. Per Kant, il Diritto che sostituisce la Forza. Per Darwin,
l’evoluzione biologica. Per Marx, il crollo del sistema capitalistico. Per
i miei trisnonni il telegrafo, il treno, la nave a vapore, l’illuminazione
a gas, la monarchia costituzionale. Per i miei bisnonni l’illuminazione
elettrica, il termometro, la vaccinazione antivaiolosa di Pasteur, il
radio di Madame Curie, la democrazia senza il suffragio universale. Per i
miei nonni l’automobile, l’aereo, il telefono, la radio di Guglielmo
Marconi, la penicillina, il suffragio universale senza il voto alle donne.
Per i miei genitori il voto alle donne, l’aria condizionata, la
lavapiatti, la Tv, la lambretta, la repubblica. Per il mio mondo i
trapianti degli organi, le astronavi, i viaggi sulla Luna e su Marte, i
maledetti computer, i maledetti telefonini e il maledetto Internet con cui
puoi calunniare chi vuoi e rubare il lavoro altrui senza finire in galera.
Nonché gli strombazzatissimi Diritti Umani che però non includono i
diritti umani di chi come me va controcorrente, e i diritti umani dei
bambini. Diritti calpestati col lavaggio cerebrale della scuola, coi
maltrattamenti, i rapimenti, gli assassinii magari compiuti dalle Medee
che i propri figli li uccidono a martellate o affogandoli nelle vasche da
bagno e nelle piscine. Questo senza contare i bambini pedofilizzati nei
collegi e nelle sagrestie, o stuprati e strangolati poi sepolti vivi come
Jessica Lundman. Bè, vogliamo metterci anche l’olocausto degli embrioni
umani nel discutibile elenco d’un Progresso che al novanta per cento dei
casi si basa sui successi della tecnologia non della morale? A quanto
pare, sì. E pazienza se eravamo più progrediti quando eravamo più
ignoranti, più ammalati, più poveri, più umani, sicché la morte di un
figlio nato o non nato ci riempiva di strazio. Cristo! Ha ragione
Ratzinger (grazie, Santità, d’aver sempre il coraggio di dire pane al
pane e vino al vino) quando scrive che il Progresso non ha partorito
l’Uomo migliore, una società migliore, e incomincia a essere una minaccia
per il genere umano. Quanto alla Scienza, mioddio. Da giovane mi inchinavo
alla Scienza con la stessa devozione che i musulmani hanno per il Corano.
Lo stesso ossequio che hanno per Maometto. Volevo diventare uno
scienziato, e per questo mi iscrissi a Medicina. Del resto ancor oggi per
la Scienza ho un istintivo rispetto, una passione che nemmeno i
Frankenstein riescono a spengere. E sarei un’imbecille se negassi che
l’umanità è andata avanti anche grazie a lei. Sai, anche a me piace andare
sulla Luna e su Marte. Anzi mi piace assai più di quanto piaccia agli
avanguardisti. Anche a me piace usare il telefono, la radio, l’aereo, la
Tv. E se per il momento sono ancora viva lo devo alla Medicina che sia pur
facendomi spesso sentire un embrione nel congelatore, una cavia alla mercé
d’un ricercatore, mi ha curato e mi cura. Però...
Però la Scienza è come il fuoco. Può fare un gran bene o un gran male.
Come il fuoco può scaldarti, disinfettarti, salvarti, oppure incenerirti.
Distruggerti. Come il fuoco, spesso fa più male che bene. E il motivo è
proprio quello che, come il fuoco, non si pone problemi morali. Per lei
tutto ciò che è possibile è lecito. Lascia perdere la retorica: di
scrupoli la Scienza ne ha sempre avuti pochini. Di rimorsi, ancor meno. Si
è sempre arrogata il diritto di fare ciò che voleva fare, che vuol fare
perché si può fare. E facendolo non s’è mai chiesta se ciò fosse giusto.
Peggio: come una bagascia che vende il suo corpo, s’è sempre venduta al
miglior offerente. Ha sempre rincorso i premi Nobel, la sua vanità, il suo
delirio di onnipotenza, la sua brama di sostituirsi alla Natura. (Ratzinger dice « sostituirsi a Dio ») . E delle sue vittime ha sempre
tenuto un ben scarso conto. Non ne teneva conto nemmeno il sublime
Leonardo da Vinci che da pittore dipingeva squisite Madonne e squisite
Monne Lise e squisitissime Signore con l’Ermellino, ma da scienziato
offriva i suoi servigi a Ludovico Sforza e progettava macchine da guerra
allora inimmaginabili. Super cannoni, super mitragliatrici, super carri
armati, super elicotteri per bombardare la gente. Non ne tenne conto
neanche l’onesto Oppenheimer che insieme a Teller costruì l’atomica. E non
mi consola affatto ricordare che prima di farla esplodere a Fort Alamos
abbia inviato ai suoi colleghi di Berkeley il telegramma nel quale,
citando un passaggio del sacro testo indù Bhagavad Gita e paragonandosi al
dio Khrisna, si malediva senza pietà. « Io sono diventato la Morte, il
distruttore dei mondi » . Del resto non fu un chirurgo, il dottor Joseph
Ignace Guillottin che nel 1789 inventò la ghigliottina? Non fu un altro
medico, il dottor Louis, che nel 1791 ne guidò la fabbricazione? Per ogni
penicillina la Scienza ci regala una ghigliottina. Per ogni Pasteur o
Madame Curie o Marconi ci regala un Mengele. O almeno un Oppenheimer,
almeno un Teller. E i suoi discepoli più pericolosi sono proprio i
ricercatori. Quasi sempre (onore e gratitudine alle eccezioni), ai
ricercatori non importa un corno del genere umano. A muoverli è soltanto
il demone della curiosità sposata all’ambizione personale e all’interesse
monetario. ( Come si comporterà un uccello senza le ali? Come funzionerà
un bambino concepito in provetta? Che cosa e quanto mi frutterà questa
scoperta?). E al diavolo i principi, al diavolo i valori sui quali si basa
o dovrebbe basarsi una società civile. Cari miei, Ratzinger ha ragione
anche quando dice che in nome della Scienza ai diritti della Vita vengono
inflitte ferite sempre più gravi. Ha ragione anche quando dice che con gli
esperimenti sugli embrioni umani la dignità dell’Uomo viene vilipesa anzi
negata. Ha ragione anche quando dice che se non vogliamo perdere il
rispetto per l’Uomo bisogna demistificare la ricerca scientifica,
demitizzare la Scienza, cioè smettere di considerarla un idolo o una
divinità. Sacrosante parole che a mio parere valgono anche per l’Etica.
Ogni dizionario definisce l’Etica quella parte della filosofia che si
occupa della Morale. Di ciò che è bene per l’Uomo, di ciò che è bene fare
o non fare. Infatti all’Etica si ispirano generalmente le leggi dei Paesi
non barbari o non del tutto barbari, e fino a ieri in Occidente ce la
siamo cavata per questo. Il guaio è che nell’età moderna l’Etica ha
partorito una figlia degenere che si chiama Bioetica. Sempre secondo il
dizionario, la Bioetica è una disciplina che « si occupa dei problemi
morali e individuali e collettivi connessi all’avanzamento degli studi nel
campo della genetica e della tecnologia relativa alla formazione dei
processi vitali ». Ma su tale disciplina io la penso come la pensava Erwin Chagaff, il grande biochimico americano che soltanto a sentir
parlare di procreazione assistita o di fecondazione artificiale o di
embrioni congelati e scongelati andava in bestia e urlava: « L’etica sta
alla bioetica come la musica sta alle marce militari! ». Bé... il mondo
occidentale ci sguazza, in quelle marce militari. Istituti di Bioetica,
Comitati di Bioetica, Accademie di Bioetica. Ogni volta, in mano a
sapienti che dicono di voler difendere il nostro futuro, bilanciare la
gioia del Sapere con l’utilità sociale, arginare l’avidità degli interessi
industriali e finanziari. Però dinanzi all’Idolo Scienza anzi alla
Divinità Scienza, dinanzi al mito della Ricerca Scientifica, la bioetica
si cala ogni volta le brache. Nel 1997, quando nacque la pecora Dolly e fu
chiaro che attraverso gli stessi artifizi la clonazione poteva estendersi
agli esseri umani, i rappresentanti della nobile disciplina definirono la
cosa eticamente inaccettabile. « Giammai! Permetterlo equivarrebbe ad
andare contro la legge biologica basilare! Sarebbe un oltraggio alla
Natura che da sola provvede all’evoluzione della nostra specie!
Condurrebbe a un declino della nostra civiltà! » .
QUI STANNO VINCENDO I FRANKENSTEIN
L’Occidente è ammalato di un cancro morale, intellettuale e morale. Ma
il Bene e il Male non sono opinioni. Sono realtà obiettive, concretezze
che ci distinguono ( o dovrebbero distinguerci) dagli Zarqawi e dagli
altri animali.
Tutti lo dissero, tutti. Il Comitato Internazionale di Bioetica dell’Unesco,
la United States Bioethics Commission, il Consiglio per l’Etica e Bioetica
della Commissione Europea, per esempio. Nonché l’Organizzazione Mondiale
della Sanità e le varie Accademie Nazionali di Medicina. Per la nascita
della prima bambina concepita in provetta, la bambina inglese, lo stesso.
Per l’eutanasia, pure. Per l’attuale olocausto degli embrioni, idem. Prese
di posizione, veti, condanne. Ma poi tutti presero a chiudere gli occhi. A
tenere il piede in due staffe, ad avanzar compromessi che in realtà erano
consensi. È la loro strategia. Il loro modo di essere Politically Correct.
All’inizio gridano allo scandalo, dichiarano che certe cose offendono la
decenza. Poi incominciano a farfugliare che bisogna rifletterci meglio,
che le scoperte scientifiche non si possono cancellare, che indietro non
si può tornare, e si rimangiano le prese di posizione. Si rimangiano i
veti, si rimangiano le condanne. Addirittura si rendono complici del
delitto. Sempre col pretesto della terapeutica, s’intende...
L’ultimo esempio è italiano. Viene dal Comitato Nazionale di Bioetica che
lo scorso maggio concesse parere favorevole all’uso delle staminali
isolate dai feti abortiti. « L’uso del tessuto fetale ricavato
dall’interruzione volontaria della gravidanza e il suo utilizzo a scopi
scientifici o terapeutici non si configura come bioeticamente illecito ».
Impegnandosi a non mettere mano sul « materiale fresco », (un bambino
appena abortito lo chiamano « materiale fresco » come il pesce fresco), e
spiegando che ciò non sarebbe comunque necessario perché migliaia di
cellule fetali sono crioconservate in una banca milanese, i nostri
staminalisti potranno dunque intrugliare senza scrupoli e senza imbarazzi.
E pazienza se sanno benissimo che la cosa è un incentivo all’aborto,
pardon, all’interruzione volontaria della gravidanza. (Nel linguaggio Politically Correct si dice così). Pazienza se sanno altrettanto bene che
per molte donne e molte coppie il commercio dei figli abortiti è un
business assai redditizio. Pensa al « turismo procreativo » sul quale
molti paesi europei o vicini all’Europa si arricchiscono come Cuba e la
Thailandia si arricchiscono sul turismo sessuale. (Per cinquemila o
settemila euro, l’Ucraina offre il biglietto del viaggio, l’albergo di
prima classe vitto incluso, la guida turistica nonché l’ovocita. E quando
sbarchi all’aeroporto non passi neanche la dogana). È redditizio anche il
business degli spermatozoi. Insieme agli ovuli congelati, le banche
occidentali traboccano di sperma congelato. In entrambi i casi merce che
viene dall’Ucraina, dalla Romania, dall’Albania, dalla Slovenia, dalla
Corea, dai paesi più poveri del continente asiatico. Però viene anche
dalla Svizzera, dalla Norvegia, dalla Grecia, da Malta, dal Portogallo,
dalla Spagna. In particolare da Barcellona, città nella quale vivono molte
immigrate provenienti dall’Europa dell’Est. Ne traboccano soprattutto le
banche inglesi. Non a caso il Parlamento Europeo (bontà sua) ha rivolto
un monito all’Inghilterra dove il mercato fiorisce vergognosamente con gli
ovuli che vengono dalle cliniche rumene. In massima parte, ovuli venduti a
mille o duemila euro la dozzina dalle zingare Sinti o Rom. E nel libro più
inquietante che abbia letto su questo tema, La vita in vendita, gli
autori Christian Godin e Jacques Testart raccontano che in Europa gli
ovuli delle ragazze bionde e longilinee (di solito modelle) costano molto
di più. Almeno quindicimila euro ciascuno.
Garantiscono figli da concorso di bellezza, capisci? Figli su misura,
selezionati, scelti sul menù dell’eugenetica e della biotecnologia. A tal
proposito Godin racconta d’aver trovato su un sito Internet quest’annuncio:
« Cercasi ovulo bello e intelligente che venga da una studentessa molto
sportiva e allieva d’un college molto rinomato ». .. Ed ora dimmi se
queste ricerche per cui i promotori del referendum invocano la libertà
illimitata non sono associabili coi campi di Dachau e Birkenau ed
Auschwitz e Mauthausen. Dimmi se queste ricerche in apparenza fatte per
guarire le malattie in realtà non puntano a qualcosa che assomiglia molto
all’hitleriano sogno d’una società composta soltanto di biondi con gli
occhi azzurri. Dimmi se col pretesto della terapeutica la Scienza e il
Progresso non contemplano un mondo di super uomini e super donne da
fabbricare nei laboratori. (Super per modo di dire, visto che il premio
Nobel dottor Kary Mullis propone di clonarci col Dna proveniente da famosi
atleti e rockstar...). Eppure i sessanta membri del nostro Comitato
Nazionale di Bioetica hanno concesso la suddetta autorizzazione quasi
all’unanimità. Solo un voto contrario ed uno astenuto. Peggio: tra di loro
v’erano parecchi cattolici e tra i cattolici v'era monsignor Elio Sgreccia,
presidente della Pontificia Accademia delle Scienze nonché vescovo e
autorità molto ossequiata nel campo della Bioetica. Ho fatto un balzo, a
leggere la notizia. E sia pur sapendo che il suo era stato un voto molto
sofferto, mi son detta: possibile?!? Non fu Wojtyla a dire per primo che a
un embrione si deve il medesimo rispetto che si deve a un bambino nato o
ad una qualsiasi persona? Alla Scienza che vuole sostituirsi perfino ai
legislatori cede anche la Chiesa, ormai? Cardinal Ruini ed altri cardinali
a parte, non c’è rimasto che Ratzinger a tener duro? « La scienza non può
generare ethos » ha scritto Ratzinger nel suo libro Europa . « Una
rinnovata coscienza etica non può venire dal dibattito scientifico».
Naturalmente Ratzinger lo dice in chiave reli giosa, da filosofo anzi da
teologo che non prescinde dalla sua fede nel Dio Creatore. Un Dio buono,
un Dio misericordioso, un Dio che ha inventato l’universo e creato l’uomo
a sua immagine e somiglianza. (Tesi che a volte gli invidio perché
risolve il rompicapo chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, ma nella
quale il mio ateismo vede soltanto una bellissima fiaba. Se Dio esistesse
e fosse un Dio buono, un Dio misericordioso, perché avrebbe creato un
mondo così cattivo?). Però a dirlo difende la Natura, Ratzinger. Rifiuta
un Uomo inventato dall’uomo cioè un uomo prodotto di sé stesso, della
eugenetica mengeliana, della biotecnologia frankensteiniana. Ciò che dice
è vero. È giusto. È raziocinante. È un discorso che va al di là della
religione, un discorso civile, e la bellissima fiaba non c’entra.
C’entrano i doveri che noi esseri umani abbiamo verso la Natura. Verso la
nostra specie, verso i nostri principii. I principii senza i quali l’Uomo
non è più un uomo: è una cosa, un oggetto di carne senz’anima. Riflettici
a fondo e t’accorgerai che la colpa di questa follia non è degli
scienziati e basta, dei ricercatori e basta, degli scriteriati pei quali
tutto è lecito in quanto è possibile e a materializzarlo si diventa ricchi
e famosi. Si passa alla Storia come il dottor Guillotin. È di chi li
sostiene, di chi li protegge. Di molti politici, ad esempio. I politici
che fallite le ideologie non sanno più a che santo votarsi e per restare a
galla cercano il Sol dell’Avvenir negli sciagurati che vogliono rifare
l’Uomo col Dna delle rockstar e degli atleti famosi. (Il più possibile
scemi, magari, e drogati). I politici che per ritrovare il potere perduto
consentono che i nostri (e i loro) bambini mai nati finiscano nei nuovi
campi di sterminio. Che per cristallizzare il potere non perduto posano ad
illuminati e sbeffeggiano il concetto di famiglia cioè il concetto
biologico sul quale si basa qualsiasi società. Che il matrimonio non lo
definiscono più per quello che è ossia l’unione d’un uomo e d’una donna
presumibilmente in grado di procreare, l’istituto giuridico che regola la
necessità di perpetuare la specie, bensì un’unione e un istituto che con
gli stessi diritti spetta a due individui del medesimo sesso. Quindi, non
in grado di perpetuarla. E pazienza se (l’ho già scritto ne L’Apocalisse) a contare sull’omosessualità la nostra specie si estinguerebbe come si
estinsero i dinosauri. Pazienza se con l’adozione gay, resa possibile dal
matrimonio gay, anziché un babbo e una mamma il bambino adottato si trova
con due babbi o due mamme. Pazienza se con due babbi o due mamme cresce
ignorando il concetto di paternità e di maternità... Neanche i bambini
nati dagli embrioni congelati, infatti, sanno chi è il loro padre. Né lo
sapranno mai. La fottuta Bioetica proibisce di dirglielo, e nella figura
del padre vede solo uno stallone che mette incinte le cavalle, un toro che
mette incinte le vacche. Quanto alla figura della madre, pensaci bene: se
nascono dall’ovulo comprato da un’anonima zingara o da una famosa modella
che ovviamente non vuol da re il suo nome, quei bambini non sapranno
neanche chi è la loro vera madre. Non per nulla questo nuovo sistema di
nascere piace moltissimo ai coniugi del medesimo sesso. Sembra addirittura
inventato per loro.
La colpa è anche degli intellettuali che lo zio Bruno, il fratello di mio
padre, chiamava intelligenti cretini anzi cretini intelligenti. Gli
intellettuali che per opportunismo o profitto o smania di influire sul
futuro approvano e propagandano le malefatte dei Frankenstein. Manco
fossero davvero conquiste dell’Umanità. È anche dei giornali, delle
televisioni, dei media che quelle malefatte le presentano con
compiacimento, anzi col cappello in mano. Col cappello in mano le
descrivono ossequiosamente, accuratamente, manco fossero ricette culinarie
di Pellegrino Artusi o di Anthelme Brillat Savarin. Ricetta sudcoreana: «
Si prendono alcune cellule dell’epidermide dal corpo d’un paziente e se ne
estrae il materiale genetico cioè il Dna. Poi si prende un ovocita donato
dietro compenso da una donna ucraina o rumena o slovena o coreana o
albanese o maltese, ci si accerta che non sia fecondato e lo si svuota.
Gli si toglie il nucleo, lo si butta via. Fatto ciò, al posto di quel
nucleo si mette il Dna ricavato dal corpo del paziente. Operazione che si
chiama trasferimento nucleare. Lo si stimola con scosse elettriche
affinché le cellule si moltiplichino alla svelta come se l'ovocita fosse
stato penetrato da uno spermatazoo, si ottiene il blastocita cioè l'ovocita
che corrisponde alla prima fase dello sviluppo embrionale. Si crea,
insomma, un embrione. Quando l’embrione è cresciuto, lo si seziona.
(Viviseziona). Le sue cellule staminali si iniettano nel corpo del
paziente... ». La ricetta inglese, cioè quella fornita dai ricercatori di
Newcastle subito dopo i colleghi sudcoreani, è quasi identica. L’unica
differenza consiste nel procurarsi in precedenza tre blastociti e, dopo il
trasferimento nucleare, stimolarne un veloce sviluppo anche chimicamente.
Cose per cui il mio oncologo americano si arrabbia e sibila: « This waving
the therapeutical purpose is a dirty fib, a cruel lie. Questo sventolare
lo scopo terapeutico è uno sporco imbroglio, una bugia crudele. D’accordo,
noi oncologi non siamo riusciti a eliminare il cancro. Tuttavia lo
curiamo. A volte lo blocchiamo. Contro le malattie che citano per
giustificare la nuova Strage degli Innocenti loro non hanno scoperto
nessuna cura, invece. Ma se per caso la scoprissero, se per caso una
terapeutica esistesse davvero, direi ugualmente: bisogna opporsi. Bisogna
perché la clonazione terapeutica è già una clonazione riproduttiva quindi
valida per fabbricare esseri umani. Bisogna perché distinguere l’una
dall’altra equivale a celarsi dietro un trucco semantico. Bisogna perché
iniettare in un malato le cellule staminali significa ucciderlo. Sai
perché? Perché le cellule staminali degli embrioni sono tanto vigorose e
potenti quanto disordinate. Non si moltiplicano dove e come vogliamo ma
ovunque gli piaccia e come gli piaccia. Ergo, causano tumori. Di recente
sono state iniettate nel cervello di una scimmia. Il cervello ha subito
sviluppato un cancro fulminante e la scimmia è morta nel giro di poche
settimane ».
La colpa è anche della cosiddetta gente comune. La gente che per
dabbenaggine o ingenuità o disperazione crede nella storia delle malattie
da guarire. Credendoci, si lascia menare per il naso dalle false promesse
e dalle false speranze. Perché, come i sapienti della Bioetica, anche la
gente lì per lì grida allo scandalo. Si impaurisce, dice oddio che
vogliono farmi, che mi succederà. Ma poi, rimbecillita dal lavaggio
cerebrale esercitato dai politici e dagli intellettuali che i Frankenstein
li presentano come benefattori, sedotta dal compiacimento e dagli elogi
dei giornali che li trattano col cappello in mano, cede ai dubbi. Non
capisce di venir presa in giro, non si rende conto d’essere a una tragica
svolta del nostro destino, e cambia idea. Per sentirsi moderna, lanciata
verso il futuro, si adegua. Per non andare controcorrente, non perdere i
vantaggi della cosiddetta modernità (vantaggi che alla fine si riassumono
in un telefonino sempre appiccicato all’orecchio) grida al miracolo. Si
piega, anzi applaude, anche se ciò significa massacrare i propri figli
come Medea. Parliamoci chiaro: viviamo in una società che alla Vita guarda
in termini edonistici e basta. Che cerca solo il benessere, i vantaggi
materiali, le agiatezze. Una società dove l’anima non conta. La
spiritualità, ancor meno. E non solo in Italia, non solo in Europa, visto
che in America accade lo stesso. Se non peggio. Del resto è l’America che
ha diffuso il culto dell’edonismo. È l’America che ha lanciato la moda dei
matrimoni e delle adozioni gay. È l’America che ha dato il via a quelle
ricerche. Unica differenza, il fatto che in America il grosso dei
cittadini si opponga e che a quei ricercatori il suo presidente dica: « Io
i soldi per portar a fondo la Strage degli Innocenti non ve li do. Io alla
scienza che uccide una persona per curare un’altra persona, che distrugge
la Vita per salvare la vita, non ci credo ». (Bravo Bush). Dal Pacifico
all’Atlantico, dall’Atlantico al Mediterraneo, dal Mediterraneo al Mar
Artico, l’Occidente è malato di una malattia che nemmeno miliardi di
cellule staminali potrebbero guarire: il cancro morale, intellettuale e
morale, di cui parlo nella mia Trilogia e soprattutto ne La Forza della
Ragione . Proprio a causa di quel cancro non comprendiamo più il
significato della parola Morale, non sappiamo più separare la moralità
dall’immoralità o dall’amoralità. Proprio a causa di quel cancro i
mecenati dei Frankenstein vorrebbero una ricerca scientifica, senza veti e
senza condanne. Proprio a causa di quel cancro i tipi del mio tipo li
chiamano bigotti baciapile servi del Papa e del Cardinal Ruini, oppure li
espongono al pubblico ludibrio con le parole retrogrado oscurantista
reazionario. Ma la Moralità non è bigotteria. Non è baciapilismo,
oscurantismo, conservatorismo. È ragionamento, raziocinio, buonsenso. A
volte, Rivoluzione. L’Etica non è una moda che cambia come i vestiti e le
stagioni. È un codice di comportamento che vale ovunque e per sempre. Una
disciplina che ci aiuta a individuare il Bene e il Male, a non finire
nella spazzatura. Il Bene e il Male non sono opinioni, punti vista. Sono
realtà obiettive, concretezze che ci distinguono (o dovrebbero
distinguerci) dagli Zarqawi e dagli altri animali. Non per nulla ce ne
serviamo fin dai giorni in cui abitavamo nelle caverne e forse la fame ci
rendeva cannibali tuttavia conoscevamo questa elementare verità: il Bene è
ciò che fa bene, che ci fa sentir bene. Il Male è ciò che fa male, che ci
fa sentir male. Oggi invece il Bene viene considerato dai più ciò che fa
comodo. Il Male, ciò che non lo fa. E pochi capiscono che scegliere il
Male è da masochisti, da cretini. Non cretini intelligenti o intelligenti
cretini: cretini e basta.
A costo d’esser derisa o giudicata un nuovo acquisto del Vaticano, un'atea
in via di conversione, una mangiapreti in cerca di assoluzione, insomma
una ravveduta in punto mortis , torno dunque a Ratzinger. E dico:
Ratzinger ha ragione quando scrive che ormai l'Occidente nutre una specie
di odio verso sé stesso, non ama più sé stesso. Che della sua storia vede
soltanto ciò che è deprecabile, che di essa non riesce più a percepire
cosa contiene di grande e di puro. Ha ragione anche quando dice che il
mondo dei valori su cui l’Europa aveva costruito la sua identità ( i
valori ereditati dagli antichi greci e dagli antichi romani e dal
Cristianesimo, chiarisco io) sembra giunto alla fine o uscito di scena.
Che l’Europa è paralizzata da una crisi del suo sistema circolatorio e che
questa crisi la sta curando con trapianti (l'immigrazione e il
pluriculturalismo, chiarisco io) i quali possono solo eliminare la sua
identità. E poi ha ragione quando dice che la rinascita dell’Islam non è
nutrita soltanto dalla nuova ricchezza dei paesi che posseggono il
petrolio: è nutrita anche dalla consapevolezza che l’Islam possa offrire
una piattaforma di spiritualità. La spiritualità a cui la vecchia Europa e
l’intero Occidente hanno rinunciato. Infine ha ragione quando cita
Spengler secondo il quale l’Occidente corre inesorabilmente verso la
propria morte, non solo una morte culturale, e di questo passo crollerà
come crollò la Civiltà Egizia, l'Impero Romano, il Sacro Romano Impero.
Come sono crollati e crollano ( aggiungo io) tutti i popoli che
dimenticano di avere un’anima. Ci stiamo suicidando, cari miei. Ci stiamo
uccidendo col cancro morale, con la mancanza di moralità, con l’assenza di
spiritualità. E questa faccenda del mondo da rifare con la truffaldina
eugenetica, con la bugiarda biotecnologia, non è che la tappa definitiva
del nostro masochismo. Ecco perché i Bin Laden e gli Zarqawi, individui
immorali e amorali tuttavia sorretti da una loro paradossale forma di
moralità, hanno buon gioco. Ecco perché i loro correligionari ci invadono
così facilmente e così disinvoltamente fanno i padroni in casa nostra.
Ecco perché a casa nostra vengono accolti con tanto servilismo o tanta
inerzia. Tanta paura. Ecco perché l’Europa è diventata Eurabia e l’America
rischia di diventarlo. Ed ecco perché, segnati in fronte dal marchio di
cui parlo ne L’Apocalisse , il marchio della schiavitù e della vergogna,
molti occidentali finiranno inginocchiati sul tappetino a pregare cinque
volte al giorno il nuovo padrone cioè Allah. Referendum? Ma che vuoi
referendare. Lo stesso termine procreazione assistita evoca il gesto di
alzare bandiera bianca, di finire in un mondo contro natura. Senza contare
che, comunque vada, questo referendum si concluderà come quello sulla
caccia. Cioè coi cacciatori che continuano a sparare sotto le nostre
finestre e ad ammazzare gli uccellini.
Oriana Fallaci - Giugno 2005
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