"No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”.  

(Luca 13,1-5) 

4 settembre 2004 - MOSCA - Sono almeno 322 le persone morte nella vicenda della presa di ostaggi a Beslan, nel Caucaso russo. 155 sono i bambini che hanno perso la vita. L'ultimo tragico bilancio e' stato reso noto dal vice-procuratore russo.

fonte : Ansa


In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: ”Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei per avere subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Siloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”.  

Il giorno dopo la strage dei bambini in Ossezia, per opera del terrorismo internazionale, ci ritroviamo sgomenti a leggere il numero delle vittime che continuano a crescere di ora in ora. Le ultime cifre parlano di 322 vittime, ma sappiamo tutti che sono ancora cifre provvisorie. Tenendo conto del fatto che alcuni terroristi sono, sembra, ancora in fuga, probabilmente armati e bardati di esplosivi, ed il numero delle vittime potrebbe quindi ancora salire.

Anche se il contesto è quello della guerra separatista cecena nei confronti della federazione russa, con morti ed orrori da entrambe le parti, non dobbiamo pensare che l’episodio riguardi solo questa regione del Caucaso ed il Cremlino. Forse oggi sì… ma domani?  Il terrorismo non ha confini e non rincorre nessuna ideologia che non sia quella della morte e della distruzione; entrambe: morte e distruzione, le si possono esportare in ogni parte della terra senza chiedere preventive autorizzazioni.

Ai tempi di Gesù, mentre egli era in viaggio verso Gerusalemme con gli apostoli, gli si avvicinarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. L’ evangelista non specifica il contesto dell’episodio, non spiega cosa effettivamente sia accaduto. Ma si comprende che tutti sapevano benissimo cosa fosse capitato a quei Galilei e perché. Nessun ulteriore riferimento ci conduce a comprendere come, Luca, sia attento ad evitare particolari insignificanti e non utili all’insegnamento di Gesù: solo accenni vaghi. Alcuni a riferirgli… circa quei Galilei, non è importante né chi si sia avvicinato a Gesù per porre quella domanda (potrebbero essere farisei, giudei, galilei, sadducei, amici, nemici, discepoli….) e né risulta essere importante, per Luca, lasciare traccia nel suo Vangelo di questi Galilei a cui era incorso il cruento episodio. Luca Non ci riferisce neanche il numero delle persone coinvolte: nulla. Sappiamo solo che Pilato aveva fatto una strage… un episodio di sangue… uno dei tanti… forse aveva sedato un tumulto. Forse quei Galilei non erano neanche colpevoli, forse si erano trovati a passare per caso da quelle parti… ma non sappiamo dove e perché. Forse non erano tutti ugualmente colpevoli…

Eppure Gesù, prendendo la parola, ci permette di comprendere che cosa volessero da Lui: ”Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei per avere subito tale sorte?”. Quelle ignote persone, di cui non conosciamo nulla a parte il fatto che erano alcuni, volevano interrogare Gesù per sapere se quei Galilei erano più peccatori di altri poiché erano incappati in tale triste sciagura. Sciagura che non sappiamo se era stata voluta, cercata, rischiata… ma che, in ogni caso, era accaduta. Possiamo dire che la sciagura era, comunque, successiva ad un’azione. Qualcosa era stato fatto in maniera tale da scatenare la risposta sanguinaria di Pilato.

Azione… la vita stessa dunque. 

Gesù arresta immediatamente tutte le possibili supposizioni dei presenti circa l’accaduto, andando oltre l’episodio in sé e quegli uomini fatti uccidere da Pilato, senza nome e senza volto, divengono lo spunto per poter affermare solennemente: No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”.

Gesù Cristo afferma, in maniera perentoria, che quegli uomini non erano più peccatori di altri, ma che pure avevano avuto questo triste destino. Degli uomini possono andare, e qualcuno può rimetterci la vita in un agguato. Ma va oltre… dichiara solennemente che senza la conversione, tutti sarebbero periti allo stesso modo. Possiamo immaginare l’espressione che potevano avere i presenti… ed i loro pensieri. Gesù aveva appena precisato che ognuno di loro avrebbe potuto morire allo stesso modo, semplicemente perché non si era ancora convertito. Non aveva dato delle possibilità o delle scappatoie… forse quegli uomini fatti uccidere da Pilato avrebbero potuto averne una e non l’avevano afferrata al momento giusto. Invece a loro, Gesù, diceva chiaramente che senza la conversione della loro anima era inevitabile la stessa morte. La stessa sorte: perirete tutti allo stesso modo.

Comprendiamo che Gesù, per modo, non intende tanto la modalità della morte, quanto la sua immediatezza. Egli si riferiva ad una morte fulminea e non aspettata, non cercata, non voluta. Ma, credo, che questa frase, analizzata dentro il contesto cristiano della Storia, sia da intendersi in maniera ancora più estesa: “senza la vostra conversione, senza la conversione dell’umanità, non avrete altra possibilità di trovare sulle vostre strade che la morte”.

Come risulta attuale questo monito! In ogni epoca storica è sempre stato valido ma oggi ancora più di ieri. Oggi le armi di cui l’umanità si è impadronita possono distruggere l’umanità stessa.

Ma andiamo avanti… vediamo che Gesù insiste su questo punto in maniera precisa. Il discorso di Gesù continua dicendo: O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Siloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?”.

Sembrerebbe che in questo caso Luca sia stato più preciso annotando anche il numero delle persone interessate dal crollo: diciotto. Ma a parte questo non sappiamo nulla di loro: chi erano? Stavano salendo la torre? La stavano costruendo? La stavano abbattendo? Stavano passandoci sotto?… noi, per una deduzione forse avventata, potremmo essere portati a concludere che quei diciotto stavano semplicemente passando sotto questa torre, la quale rovinò su di loro. Ma a questo pensiero siamo condotti anche dal fatto che Gesù racconta quest’altro episodio per metterlo in contrasto, in antitesi, con il precedente. Infatti nel primo vi era stata un’azione alla base della strage, nel secondo episodio il perfetto opposto: un’inattività. Quasi, oserei dire, un’ inerzia dei protagonisti di quella particolare vicenda. Erano diciotto persone che passavano, semplicemente, sotto la torre che cadde… dove magari vi oziavano. Ma, anche se fosse stato così, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?”.

No… Gesù smorza immediatamente le loro e le nostre elucubrazioni di sorta: non erano più colpevoli degli altri. Una persona può passare, una torre può crollare. Inaspettata. Possiamo anche restare seduti senza andare nella mischia, senza rischiare, e vederci crollare addosso un palazzo intero. E non siamo più colpevoli di altri per questo. Ed insiste perentorio senza lasciare adito ad alcun dubbio: No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”.

La conclusione e la stessa: la morte. Vuoi che tu te la sia cercata, vuoi che tu non ne abbia colpa, vuoi che tu sia più o meno colpevole di altri… “sorella morte” di francescana memoria è sempre la meno attesa e la più imprevista.

Gesù ammonisce i cristiani prima, e l’umanità intera poi, che per evitare una morte ancora più atroce di quella inaspettata della vita materiale, bisogna necessariamente convertirsi. Se ci fossero state altre strade, altre opportunità di salvezza, vi assicuro che le avrebbe elencate. Oggi l’umanità intera si trova di fronte al più grande combattimento che sia mai avvenuto sulla terra tra la Donna ed il drago; la Donna, Maria di Nazareth, ci chiama da tanti anni alla conversione perché, come insegna Gesù, solo dalla conversione del cuore non periremo.

Solo dalla conversione del cuore degli uomini l’umanità avrà la possibilità di vedere una via di uscita dal baratro di orrore e di disperazione in cui siamo voluti, con la nostra libertà, cadere. In questi anni, e molti cristiani questo ancora non lo hanno compreso, si stanno decidendo le sorti dell’umanità. Abbiamo di fronte due strade: o la conversione o la morte. Sappiamo che Maria ci protegge e sappiamo che Gesù protegge la Sua Chiesa. Inoltre sappiamo che la Chiesa protegge il mondo.

A questo proposito ricordo l’apparizione della Madonna, col titolo di “Nostra Signora Universale”, avvenuta alla Venerabile Flora Manfrinati nel 1918, dove la Madre di Dio diede alla Sua umile serva questa preghiera ed un’immagine:

Apparizione di Torino (Piemonte)

- 1918 -

Nostra Signora Universale

"Temi l'esilio terreno e rifugiati sotto il Mio manto...
Io sono la Madre Universale, Mamma di tutti, di tutti i dolori, di tutti i desideri...
Ogni volta che l'occhio di creatura si poserà sulla mia Immagine avrà la Mia Benedizione"

"Nostra Signora Universale proteggi il Vaticano e attraverso il Vaticano proteggi il mondo"

La Madre di Dio alla Venerabile Flora Manfrinati (1907-1954)


Si comprende come queste due realtà apparentemente così lontane e diverse, il mondo ed il Vaticano, in realtà siano “sulla stessa barca”. Gesù Cristo è venuto a Salvare il mondo per mezzo della Sua Chiesa, per mezzo della “barca” di Pietro.

La libertà dell'uomo è la croce di Dio. Ma è proprio questa libertà che attesta l'esistenza stessa di Dio.


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