"No, vi dico, ma
se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. (Luca 13,1-5)
Il
giorno dopo la strage dei bambini in Ossezia, per opera del terrorismo
internazionale, ci ritroviamo sgomenti a leggere il numero delle vittime
che continuano a crescere di ora in ora. Le ultime cifre parlano di 322
vittime, ma sappiamo tutti che sono ancora cifre provvisorie. Tenendo
conto del fatto che alcuni terroristi sono, sembra, ancora in fuga, probabilmente
armati e bardati di esplosivi, ed il numero delle vittime potrebbe
quindi ancora salire. Anche
se il contesto è quello della guerra separatista cecena nei confronti
della federazione russa, con morti ed orrori da entrambe le parti, non
dobbiamo pensare che l’episodio riguardi solo questa regione del Caucaso
ed il Cremlino. Forse oggi sì… ma domani? Ai
tempi di Gesù, mentre egli era in viaggio verso Gerusalemme con gli
apostoli, gli si avvicinarono alcuni
a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con
quello dei loro sacrifici. L’
evangelista non specifica il contesto dell’episodio, non spiega cosa
effettivamente sia accaduto. Ma si comprende che tutti sapevano benissimo
cosa fosse capitato a quei Galilei
e perché. Nessun ulteriore riferimento ci conduce a comprendere come, Luca,
sia attento ad evitare particolari insignificanti e non utili
all’insegnamento di Gesù: solo accenni vaghi. Alcuni
a riferirgli… circa quei Galilei, non
è importante né chi si sia avvicinato a Gesù per porre quella domanda
(potrebbero essere farisei, giudei, galilei, sadducei, amici, nemici,
discepoli….) e né risulta essere importante, per Luca,
lasciare traccia nel suo Vangelo di questi Galilei a cui era incorso il
cruento episodio. Luca Non ci riferisce neanche il numero delle persone
coinvolte: nulla. Sappiamo solo che Pilato aveva fatto una strage… un
episodio di sangue… uno dei tanti… forse aveva sedato un tumulto.
Forse quei Galilei
non erano neanche colpevoli, forse si
erano trovati a passare per caso da quelle parti… ma non sappiamo dove e
perché. Forse non erano tutti ugualmente colpevoli… Eppure
Gesù, prendendo la parola, ci permette di comprendere che cosa volessero
da Lui: ”Credete
che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei per avere
subito tale sorte?”. Quelle ignote
persone, di cui non conosciamo nulla a parte il fatto che erano alcuni,
volevano interrogare Gesù per sapere se quei
Galilei erano
più peccatori di altri poiché erano incappati in tale triste sciagura.
Sciagura che non sappiamo se era stata voluta, cercata, rischiata… ma
che, in ogni caso, era accaduta. Possiamo dire che la sciagura era,
comunque, successiva ad un’azione. Qualcosa era stato fatto in maniera
tale da scatenare la risposta sanguinaria di Pilato. Azione…
la vita stessa dunque. Gesù
arresta immediatamente tutte le possibili supposizioni dei presenti circa
l’accaduto, andando oltre l’episodio in sé e quegli uomini fatti
uccidere da Pilato, senza nome e senza volto, divengono lo spunto per
poter affermare solennemente: “No,
vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. Gesù
Cristo afferma, in maniera perentoria, che quegli uomini non erano più
peccatori di altri, ma che pure avevano avuto questo triste destino. Degli
uomini possono andare, e qualcuno può rimetterci la vita in un agguato.
Ma va oltre… dichiara solennemente che senza la conversione, tutti
sarebbero periti allo stesso modo. Possiamo immaginare l’espressione che
potevano avere i presenti… ed i loro pensieri. Gesù aveva appena
precisato che ognuno di loro avrebbe potuto morire allo stesso modo,
semplicemente perché non si era ancora convertito. Non aveva dato delle
possibilità o delle scappatoie… forse quegli uomini fatti uccidere da
Pilato avrebbero potuto averne una e non l’avevano afferrata al momento
giusto. Invece a loro, Gesù, diceva chiaramente che senza la conversione
della loro anima era inevitabile la stessa morte. La stessa sorte: perirete
tutti allo stesso modo. Comprendiamo
che Gesù, per modo, non intende tanto la modalità della morte,
quanto la sua immediatezza. Egli si riferiva ad una morte fulminea e non
aspettata, non cercata, non voluta. Ma, credo, che questa frase,
analizzata dentro il contesto cristiano della Storia, sia da intendersi in
maniera ancora più estesa: “senza la vostra conversione, senza la
conversione dell’umanità, non avrete altra possibilità di trovare sulle vostre
strade che la morte”. Come
risulta attuale questo monito! In ogni epoca storica è sempre stato
valido ma oggi ancora più di ieri. Oggi le armi di cui l’umanità si è
impadronita possono distruggere l’umanità stessa. Ma
andiamo avanti… vediamo che Gesù insiste su questo punto in maniera
precisa. Il discorso di Gesù continua dicendo: “O
quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Siloe e li uccise,
credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di
Gerusalemme?”. Sembrerebbe
che in questo caso Luca sia stato più preciso annotando anche il numero
delle persone interessate dal crollo: diciotto. Ma a parte questo non
sappiamo nulla di loro: chi erano? Stavano salendo la torre? La stavano
costruendo? La stavano abbattendo? Stavano passandoci sotto?… noi, per
una deduzione forse avventata, potremmo essere portati a concludere che
quei diciotto stavano semplicemente passando sotto questa torre, la quale rovinò
su di loro. Ma a questo pensiero siamo
condotti anche dal fatto che Gesù racconta quest’altro episodio per
metterlo in contrasto, in antitesi, con il precedente. Infatti nel primo
vi era stata un’azione alla base della strage, nel secondo
episodio il perfetto opposto: un’inattività. Quasi, oserei dire, un’ inerzia
dei protagonisti di quella particolare vicenda. Erano diciotto persone
che passavano, semplicemente, sotto la torre che cadde… dove magari vi
oziavano. Ma, anche se fosse stato così, credete
che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?”. No…
Gesù
smorza immediatamente le loro e le nostre elucubrazioni di sorta: non
erano più colpevoli degli altri. Una persona può passare, una torre può crollare.
Inaspettata. Possiamo anche restare seduti senza andare nella mischia,
senza rischiare, e vederci crollare addosso un palazzo intero. E non siamo
più colpevoli di altri per questo. Ed insiste perentorio senza lasciare
adito ad alcun dubbio: “No,
vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. La
conclusione e la stessa: la morte. Vuoi che tu te la sia cercata, vuoi che
tu non ne abbia colpa, vuoi che tu sia più o meno colpevole di altri… “sorella
morte” di francescana memoria è sempre la meno attesa e la più
imprevista. Gesù
ammonisce i cristiani prima, e l’umanità intera poi, che per evitare
una morte ancora più atroce di quella inaspettata della vita materiale,
bisogna necessariamente convertirsi. Se ci fossero state altre strade,
altre opportunità di salvezza, vi assicuro che le avrebbe elencate. Solo
dalla conversione del cuore degli uomini l’umanità avrà la possibilità
di vedere una via di uscita dal baratro di orrore e di disperazione in cui
siamo voluti, con la nostra libertà, cadere. In questi anni, e molti
cristiani questo ancora non lo hanno compreso, si stanno decidendo le
sorti dell’umanità. Abbiamo di fronte due strade: o la conversione o la
morte. Sappiamo che Maria ci protegge e sappiamo che Gesù protegge la Sua
Chiesa. Inoltre sappiamo che la Chiesa protegge il mondo. A questo proposito ricordo l’apparizione della Madonna, col titolo di “Nostra Signora Universale”, avvenuta alla Venerabile Flora Manfrinati nel 1918, dove la Madre di Dio diede alla Sua umile serva questa preghiera ed un’immagine:
Si
comprende come queste due realtà apparentemente così lontane e
diverse, il mondo ed il Vaticano, in realtà siano “sulla stessa
barca”. Gesù Cristo è venuto a Salvare il mondo per mezzo della
Sua Chiesa, per mezzo della “barca” di Pietro. La libertà dell'uomo è la croce di Dio. Ma è proprio questa libertà che attesta l'esistenza stessa di Dio. |
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