SANT'
EDMONDO CAMPI0N
(Gesuita inglese martire,
1540-1581)
PER L'EUCARISTIA E PER IL
PAPA |
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Nell’autunno
umido e freddo del 1558, saliva al trono d’Inghilterra la regina
Elisabetta I, 25 anni, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena,
decisa a condurre sino in fondo lo scisma dalla Chiesa Cattolica,
iniziato dal padre adultero e ribelle. Rossa di capelli e
bianchissima di carnagione, autoritaria e volubile, apparentemente
dolce ma astuta e satanica, sferrò i colpi più pesanti contro il
cattolicesimo: la religione doveva essere nelle sue mani strumento
di dominio ed ella impose il suo atto di supremazia.
Non il Papa di Roma, Vicario di Cristo e successore di Pietro, ma
ella stessa si arrogava di essere il capo della Chiesa:
l’anglicanesimo. Non più i sette sacramenti, ma solo il battesimo
e la “cena” erano concessi. Spariva il sacerdozio e veniva
combattuta la “Messa papista”, considerata un delitto. Così
durante il regno di Elisabetta, si morirà martiri da parte di
cattolici rimasti fedeli, per il Papa e per la Messa: incredibile ma
vero, un Paese che già allora vantava di essere la patria della
tolleranza...
Un brillante
fellow
Nel 1564, la regina andò in visita al
Collegio universitario di Oxford, accolta col fasto che pretendeva.
Ascoltò compiaciuta i numerosi discorsi con cui la scienza e la gioventù
inglese s’inchinavano a lei come a una dea. Tra tutti i “fellow”
dell’aristocrazia (giovani studenti, rampolli della nobiltà), quel
giorno si distinse Edmond Campion che la regina degnò di particolare
attenzione.
Aveva 24 anni, essendo nato a Londra il 25 gennaio 1540, figlio di
genitori cattolici, i quali, però all’avvento di Elisabetta
passeranno all’anglicanesimo. È intelligentissimo, ma ha la sfortuna
di vivere la sua adolescenza nel clima incerto del passaggio di sovrani
di diversa confessione religiosa, Enrico VIII ribelle al Papa, Edoardo
VI filocalvinista, Maria la Cattolica... Dove sta dunque la verità?
Per il suo ingegno vivace, Edmond viene fatto studiare, prima in una
scuola preparatoria, poi in quella di latino al Christ’s Hospital. Il
3 agosto 1553, per l’ingresso a Londra di Maria la Cattolica, a 13
anni, tiene un discorso che nel 1557 gli aprirà le porte del Collegio
di Oxford.
Studioso geniale, eloquente, di nuovo nel 1564 è chiamato a pronunciare
il discorso per la morte del fondatore del Collegio: Thomas White. I
compagni lo amano per le sue doti avvincenti e si radunano attorno a lui
come attorno a una bandiera, sotto il nome di “campionisti”.
Edmond, tuttavia è infelice. Nato cattolico, è rimasto sconcertato
dalle novità religiose introdotte sotto i suoi occhi e nell’ascesa
verso una splendida carriera, si è accomodato alla situazione religiosa
imperante, prestando nel 1564 il giuramento anticattolico e riconoscendo
la “supremazia” della regina nella religione anglicana. Ma proprio
in quell’anno, secondo i programmi, si dedica allo studio dei Padri
della Chiesa. Scopre le figure mirabili di Sant’Ignazio d’Antiochia,
di Sant’Ireneo di Lione, poi di Sant’Atanasio, Sant’Ambrogio,
Sant’Agostino... tutti concordi nel riconoscere al Vescovo di Roma, il
Papa, il primato di giurisdizione su tutta la Chiesa, secondo la Parola
di Gesù.
Comprende con assoluta chiarezza che la Chiesa Cattolica viene da Gesù
Cristo ed è la Verità totale, mentre l’anglicanesimo, nato da pochi
anni da un re adultero e omicida, è contro la Verità. Edmond sa che
ora deve tornare alla Chiesa Cattolica.
Ma come fare? Mentre tergiversa, incontra Richard Cheney, vescovo di
Gloucester, che passato all’anglicanesimo, lo vorrebbe suo successore
nella medesima sede. Cheney persuade Edmond a seguire esteriormente
l’anglicanesimo e a professare interiormente la fede cattolica e lo
ordina diacono. Non può esserci imbroglio peggiore!
La fuga del
papista
Ma Edmond è rimasto puro di cuore.
Turbato da quell’ordinazione ricevuta da un anglicano, tormentato dal
più cocente rimorso, il 1° agosto 1569, lasciati studi e cariche nel
Collegio, si trasferisce a Dublino dove comincia a vivere da cattolico a
viso aperto. Si accorge presto che Elisabetta ha già mandato i suoi
seguaci a pedinarlo, perché è un delitto farsi papista, cioè
cattolico. Edmond fugge ed entra in Seminario a Douai, in Francia, per
compiere gli studi teologici nella Verità e farsi sacerdote cattolico.
Fatta l’abiura dell’eresia e dello scisma, riconciliato in pieno con
la Chiesa Cattolica, viene ordinato suddiacono. Sente che deve spendere
la vita per il trionfo della Verità nel modo più eroico possibile ed
entra nella Compagnia di Gesù.
Nel 1573, a Roma, è accolto tra i Gesuiti e destinato alla provincia
austriaca. Ora possiede la Verità e insegna nel Collegio di Praga. Ha
fatto il noviziato a Brno e, dopo i voti, manda una lettera ai giovani
che sono appena entrati come novizi, incoraggiandoli a darsi totalmente
a Gesù. Tra quelli che la leggeranno ci sarà uno scozzese, Giovanni
Ogive, che seguirà Campion sulle medesime orme.
Nel 1578, è ordinato sacerdote e celebra con gioia immensa la sua prima
Messa, quella Messa che in Inghilterra, Elisabetta considera un delitto
da perseguire. Tra le eresie dilaganti, Padre Campion si dà alla
predicazione della Verità, con frutti strepitosi di conversioni.
Un discorso rimane famoso, il De juvene academico in cui delinea il
profilo del giovane colto e santo, pronto ad ascoltare la voce di Gesù
che lo chiama all’apostolato, il giovane cattolico militante,
cavaliere di Cristo.
Finalmente nel 1580, come desiderava ardentemente, è destinato alla
missione d’Inghilterra. Papa Gregorio XIII lo incoraggia e lo
benedice. Durante il viaggio, fatto con Padre Robert Persons, apprende
che il suo arrivo è già stato segnalato in Inghilterra e che i porti
sono sorvegliati: è già un proscritto a causa di Cristo e della sua
Chiesa.
Travestito da gioielliere, in modo rocambolesco, giunge a Londra, dove
si rifugia presso amici fidati.
«Maestà, vivete
nell’errore»
Il 29 giugno 1580, festa dei Santi
Pietro e Paolo, esce a fronte alta e tiene un discorso sulle parole di
Gesù: «Tu sei Pietro...» (Mt 16,18), un vero inno al primato del Papa
e alla Chiesa Cattolica. Ne è informata persino la regina, la quale
sguinzaglia il maggior numero di spie alla ricerca del ribaldo papista.
Lascia la capitale, Padre Campion, e inizia un viaggio apostolico
attraverso numerose contee. Prima di partire, scrive una dichiarazione
in cui si professa sacerdote cattolico e gesuita, spiega il senso della
sua missione e chiede di tenere tre pubblici contraddittori, dinanzi ai
Lords, ai professori universitari, ed esperti di diritto civile e
canonico. Conclude: «Noi gesuiti porteremo la Croce e non disperiamo
della vostra conversione. Ci sarà sempre uno di noi per gustare la
gioia del vostro patibolo, giacché proprio così è stata piantata la
fede e così sarà ristabilita».
Conferma nella fede i cattolici perseguitati, richiama alla verità gli
incerti, celebra clandestinamente la Santa Messa, con amore struggente e
trova la fortezza di cui abbisogna da Gesù immolato e ricevuto nella
Comunione, dal Rosario alla Madonna, dalla preghiera ai grandi santi che
hanno condotto l’Inghilterra a Cristo. Suscita entusiasmo e passione
per Gesù eucaristico e per il Papa. La sua dichiarazione viene
divulgata tra i cattolici che ne sono fieri, ma cade nelle mani degli
avversari.
Il 29 giugno 1581 fa spargere sui banchi della chiesa di Santa Maria ad
Oxford, 400 copie di un opuscolo che ha fatto stampare due giorni prima,
segretamente, in cui illustra come, prima della Scrittura c’è la
vivente Tradizione della Chiesa, cui sola spetta interpretare la
Scrittura e possiede i mezzi di salvezza, i Sacramenti, primo tra tutti
l’Eucaristia, presenza reale e sacrificio di Cristo, confuta gli
errori protestanti, i loro sofismi e conclude, rivolto alla stessa
Elisabetta: «Maestà, voi vivete nell’errore, ritornate subito alla
Verità della Chiesa Cattolica, se volete salvarvi l’anima».
Sotto una pioggia
scrosciante
Quindici giorni dopo, appena celebrata
la Messa e distribuita la Comunione a più di sessanta cattolici nella
casa della signora Yate, Padre Edmond è scoperto e arrestato.
Legato a un cavallo, viene condotto alla Torre di Londra, con al collo
la scritta: Il gesuita traditore.
Nel palazzo del persecutore Leicester, davanti alla stessa regina,
difende a fronte alta la sua opera. In prigione, la regina stessa lo
lusinga con promesse di carriera, purché compia l’apostasia dal
Cattolicesimo. Resiste e viene atrocemente torturato per giorni interi,
anche perché riveli i nomi di altri cattolici. Si avvale della facoltà
di non rispondere, tutto a sue terribili spese. «È più facile
strappargli il cuore dal petto, che una parola dalle labbra», dirà uno
degli aguzzini.
Gli viene concesso il pubblico contraddittorio che aveva richiesto fin
dal suo arrivo.
Il 16 novembre 1581, davanti a una folla accorsa da tutta Londra e da più
lontano, Padre Edmond, pur debilitato dalla tortura e dal digiuno,
risponde in modo così appassionato e convincente alle questioni che gli
sono poste da sollevare l’entusiasmo e la simpatia degli stessi
anglicani presenti.
«È Gesù Cristo stesso che ha voluto e stabilito la sua Chiesa sulla
roccia di Pietro, il quale continua a vivere nella persona del Pontefice
di Roma. Il suo magistero è infallibile ed egli è l’unico su questa
terra al quale è garantita l’interpretazione della Scrittura. Anche i
nostri Padri nella fede, qui in Inghilterra, così hanno creduto e
operato».
Sentono che Edmond difende la Verità, ma il tribunale anglicano lo
condanna a morte. Lui risponde: «Voi condannate così tutti i Preti, i
Vescovi e i Re, tutti coloro che sono stati la gloria
dell’Inghilterra, di quest’isola che già fu fedele figlia della
Santa Sede. Che cosa abbiamo noi insegnato che non sia stato
uniformemente insegnato a loro? Noi ora confidiamo nel giudizio di Dio e
in quello dei posteri».
Udita la condanna, esclama esultante: «Te Deum laudamus, Te Dominum
confitemur».
Il 1° dicembre 1581, legato
supino su una treggia attaccata a un cavallo, è trascinato in
mezzo al fango, sotto una pioggia scrosciante, fino al patibolo.
Padre Campion dice ai suoi carnefici: «Dio vi benedica e vi
faccia buoni cattolici».
Leone XIII lo beatificò il 29 dicembre 1886 e Papa Paolo VI, il
25 ottobre 1970 lo iscrisse tra i santi.
Sant’Edmond Campion, martire per la Verità, per il Santo
Sacrificio della Messa, per il Papa e la Chiesa Cattolica, la
vera Chiesa di Cristo. |
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Paolo Risso
Fonte: rivista
"Maria Ausiliatrice", novembre 2004
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