Santuario di
Montenero
Beata
Vergine di Montenero
- Livorno -
13 maggio
1345 |
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Le origini
Le origini del Santuario risalgono al
15 maggio 1345, festa di Pentecoste, quando, secondo la tradizione, un
povero pastore storpio trovò l'immagine miracolosa della Vergine Maria
e seguendo un'intuizione interiore la portò sul colle di Montenero,
luogo già conosciuto come rifugio di briganti e per questo considerato
oscuro, tenebroso... il "monte del diavolo".
Al di là delle molte leggende che circondano la storia del ritrovamento
dell'immagine della Madonna, che la critica attribuisce invece ad un
certo Iacopo di Michele detto Gera, sembra che tale immagine sia
comparsa a Montenero in seguito a una rinascita di fervore religioso,
intorno al 1341. Proprio in questo anno gli abitanti di Livorno, allora
poco più di un villaggio di pescatori, avrebbero organizzato un culto
autonomo di immagini sacre, dipinte di recente, osteggiato però dalle
autorità ecclesiastiche che intimarono la cessazione del culto e la
sparizione delle relative immagini. Non è da escludere che davanti a
questa ostilità, l'immagine sia stata occultata e poi ritrovata vicino
al greto del fiume ''Ardenzo'', da quel pastore che solerte la portò in
cima al monte per affidarla quasi sicuramente alla custodia di qualche
eremita.
La
Cappella dell'Apparizione
Situata
poco prima di Piazza delle Carrozze, è il luogo dove la
tradizione fa risalire il ritrovamento dell'Immagine della
Madonna di Montenero da parte di un pastore. Costruita nel 1956,
più ampia e più bella della preesistente e in luogo stesso
dove si trovava la ''Cappellina" semidistrutta nel corso
dell'ultima guerra (1943).
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La storia
La fama dell'immagine miracolosa si
diffuse presto, a motivo delle tante grazie operate dalla Beata Vergine;
cominciano i pellegrinaggi e con essi crescono le offerte per il piccolo
oratorio che ospita la Madonna. Già nel 1380 furono iniziati i lavori
per ampliare la Cappella e i locali che servivano al riparo dei
pellegrini. Ai primi custodi del santuario, quasi sicuramente i frati
terziari, seguirono le custodie dei Gesuati (dal 1442 al 1668) e dei
Teatini (dal 1668 al 1792 ) indicati allora come i più qualificati ad
espletare il servizio presso il Santuario. Infatti nel 1720, i Teatini
iniziarono i lavori di ampliamento del Santuario che terminarono nel
1774. In questo lasso di tempo la Madonna di Montenero operò alcuni
miracoli a favore di tutta la città tra i quali quello del 1742 quandò
la città fu sconvolta da un violento terremoto e ancora una volta
soccorsa dalla sua protettrice e dalla sua immagine che fu trasportata
in città e posta davanti alla Collegiata. A Livorno quel miracolo non
fu mai dimenticato tanto che ogni anno si rinnova il voto che i
livornesi fecero alla Madonna "...di digiunare in perpetuo il 27
gennaio, di non fa balli, né maschere, di assistere nella Collegiata
stessa all'annua funzione di ringraziamento...''. Nel 1792 il Santuario
fu affidato ai Monaci benedettini Vallombrosani che ne sono attualmente
i custodi.
(dal libro Livorno, Montenero e
la "Regina" di Vasco Lucarelli)
Gli
ex-voto del Santuario
Voto di un poliziotto:
una medaglietta della Madonna di Montenero ha fermato il
proiettile che lo avrebbe sicuramente ucciso. |
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Il Santuario
di Montenero
possiede una tra le piú grandi raccolte di ex-voto d'Italia;
se ne contano almeno settecento raccolti ed esposti nelle
ampie sale che circondano la Chiesa. La datazione di queste
tavolette votive è recente, a partire dai primi anni del 1800 ad
oggi. Un gran numero di persone ha voluto nel corso di questi due
secoli, lasciare un ex-voto, un quadro, un oggetto, che ricordasse
la grazia ricevuta e insieme costituisse un ringraziamento per la
Beata Vergine Maria. Gli ex-voto oltre a descrivere la fede di
coloro che li hanno voluti lasciare, ci mostrano anche spaccati di
vita quotidiana di diversi periodi: la gente con i suoi costumi, le
strade, il mare, le case, i mezzi di trasporto..... un pezzo di
storia semplice e al tempo stesso preziosa. Sono manifestazioni di
pietà, devozione e ringraziamento alla Vergine. Impossibile in
questa sede descriverli tutti: sono immagini di pescatori, soldati,
viandanti, bambini, operai, donne di casa; alcune di queste immagini
sono più grossolane altre sono invece espressioni di una spiccata
arte popolare. Il tutto ha sempre destato l'interesse generale per
una vera e propria analisi iconografica del rapporto
uomo-mare-divinità, negli ultimi 200 anni. Ma ragione fondamentale
di interesse è la fede, sia pur semplice ed ingenua, dei
protagonisti degli episodi.
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