L’Immacolata e il
Drago La costante esperienza nel ministero dell’Esorcistato conferma che la Vergine Immacolata è la nemica dichiarata del serpente ingannatore. Fu proprio a Lourdes – come noto – che la Madonna, nella sedicesima delle sue 18 apparizioni a Bernadette, si rivelò come l’Immacolata: "Que soy era immaculada concepciou" – "Io sono l’Immacolata Concezione". Era il 25 Marzo 1858, giorno dell’Annunciazione. Ed è stato questo un modo suggestivo e clamoroso di confermare la dottrina della Chiesa che, quattro anni prima, per opera del Beato Pio IX, aveva proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria: dichiarazione giunta dopo un lungo travaglio dottrinale, che aveva visto i teologi su posizioni diverse. Sicché le apparizioni di Lourdes, con l’autodefinizione che la Vergine ha dato di sé, sono state giustamente viste come un’approvazione divina a quanto la Chiesa aveva insegnato nel suo Magistero infallibile. Ricorrendo quest’anno il 150° anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata (1854 – 2004), pare opportuno ribadire il fatto che proprio l’immacolato concepimento di Maria segna la sconfitta vanificante del Male; e, dunque, l’assoluta opposizione della Vergine all’opera di Satana, il nemico di Dio e delle anime.
Un’esperienza "dal vivo" L’attuale Direttore della rivista mariana dei Paolini "Madre di Dio" mi ricordava qualche giorno fa che, ancora al tempo in cui iniziavo il mio lungo esercizio del ministero di Esorcista [si era negli Anni ‘80], invitai lui – giovane sacerdote – a farmi da "assistente" durante un Esorcismo. Ebbene, lo stesso ricorda oggi con assoluta precisione lo svolgimento del rito, tanto fu per lui traumatico. Vale la pena raccontarlo. Si era iniziata la recita del Rosario: io a dire "Ave, Maria…"; lui a rispondere: "Santa Maria…". Ad un certo punto, la donna che si stava esorcizzando – una brava ragazza, infermiera professionale in un importante Istituto sanitario di Roma – si rivolse al mio ‘aiutante di campo’ apostrofandolo in malo modo: "E zitto tu, che non sai niente!". Lui, che aveva avuto da me la disposizione di non rispondere a provocazioni, cercava di pazientare. Quella – o, meglio, il Demonio che aveva dentro – prese intanto a sputargli addosso, tentando di aggredirlo… Invitai allora il mio aiutante a mettere la corona che teneva tra le mani sulla testa dell’indemoniata; ma questa, evidentemente sotto l’effetto della possessione diabolica, gliela ruppe in dieci-venti pezzi. Si arrivò come fu possibile al termine del Rosario. Poi iniziammo a recitare le Litanie lauretane. Giunti all’invocazione (allora detta in latino): "Regina sine labe originali concepta", il Demonio cominciò a smaniare, proprio come se fosse stato punto sul vivo; e durammo fatica – io, il mio assistente e le due donne che tenevano ferma la povera indemoniata – a controllare la situazione sino alla fine delle Litanie. Fu quindi la volta dell’acqua benedetta che diedi da bere alla donna posseduta dal Demonio, invocando la Vergine che a Lourdes aveva fatto scaturire l’acqua dalla sorgente, segno di purificazione e di salvezza. La reazione dell’indemoniata fu di un isterismo totale, come le si fosse dato da bere acido solforico… [Da notare che, avendo offerto un bicchiere della stessa acqua alla povera donna alla fine dell’Esorcismo, questa la bevve con senso di ristoro, ringraziando per la gentilezza usatale]. Ad un ulteriore tentativo di aggressione del Demonio al mio assistente, accompagnato da un ennesimo: "E zitto, tu!", questi – che la pazienza aveva ormai esaurita – rispose con linguaggio… adeguato: "Ma va’ a fa’…!". Fu la mossa vincente, perché il Demonio non lo importunò più sino alla fine dell’Esorcismo. E il mio assistente di allora commenta oggi: "Evidentemente, il Diavolo deve avere pensato: ‘Questi è peggio di me; meglio che non continui a tormentarlo!…’ ". Gabriele Amorth Tratto dalla rivista paolina "Madre di Dio" - Febbraio 2004 |