01/04/2005
Carissimo Karol,
in questo momento, in tutto il mondo, tutti stiamo pregando per te... ad
essere sincero mi piacerebbe tanto che questo fosse solo un pessimo
scherzo di aprile, ma purtroppo non lo è. Mi piacerebbe tanto, ci
piacerebbe tanto, che la tua salute migliorasse di colpo, come è accaduto
tante altre volte in passato, ma sappiamo che questa volta non è come le
altre. Sappiamo che questa volta sarà la volta che ci lascerai.
Non riesco ad immaginarmi una Chiesa senza di te. Non dovrei dirlo, eppure
lo dico. Non ci riesco... almeno in questo momento in cui tu stai
combattendo contro la morte, in questo momento in cui, forse, sei già
entrato in agonia. Ti ho visto, ti abbiamo visto, in tutti questi anni...
quanti ricordi!
Ti vedo mentre eri sugli sci in Valle d'Aosta a dimostrare che si può
essere Papa anche amando lo sport e praticandolo. La vuoi sapere una cosa?
Adesso te la dico: all'epoca non mi eri per niente simpatico. Anzi... se
proprio la devo dire tutta... mi davi anche un certo fastidio. Perché
pensavo che un Papa non avrebbe mai dovuto farsi vedere bello e
spensierato mentre sciava e si divertiva... mentre moltissime persone nel
mondo morivano di fame e di sete. Ma non capivo ancora... non comprendevo
che tutto quello sport ti sarebbe servito in seguito. Forse... forse non
lo comprendevi neanche tu. Se tu non avessi avuto un fisico forte, non
avresti mai superato tutte le prove che la vita da Papa, quella vita che
tu hai dovuto affrontare per amore di Cristo, ti avrebbe messo di fronte.
L'attentato alla tua vita in Piazza S.Pietro, nell'ormai lontano 1981,
avrebbe minato qualsiasi persona; tu invece riuscisti a riprenderti ed a
continuare imperterrito la tua santa missione in terra.
Carissimo Karol, tu ci hai insegnato tante cose. Ci hai insegnato a vedere
sempre la Luce anche nei momenti più bui della storia umana, ci hai
insegnato a lottare per una fede tramandata da schiere di martiri e da
generazioni di padri che hanno subìto persecuzioni di ogni genere per
farla giungere sino a noi... ci hai insegnato a vivere da uomini liberi,
in Cristo, ed a morire con dignità. Senza nascondere la fragilità e la
malattia, senza aver paura di mostrarsi deboli ed indifesi. Grazie Karol.
Grazie per tutto quello che hai fatto per la tua e la nostra Chiesa.
Il mio pensiero corre, in questo momento, anche a quell'altro grande
personaggio che è in fin di vita: il principe Ranieri di Monaco. Vedo le
vostre sofferenze e le vostre vite... da una parte il Principe degli
Apostoli, e dall'altra il principe di uno degli stati più ricchi del
mondo. Anche se di fronte alla morte siamo tutti uguali, e per tutti ci
vuole il dovuto rispetto, io vedo in questa concomitanza di eventi un
segnale da parte di Dio. Cosa vorrà dirci, secondo te, caro Karol? Vorrà
magari dirci che non serve essere principi in questo mondo se non si
cammina con Cristo? Non lo so... eppure di una cosa sono sicuro: di te
avremo tutti un caro ricordo per tutta la vita, di quell'altro penso che
fra pochi mesi non se ne ricorderà più nessuno. A parte Dio.
Arrivederci Karol, arrivederci Papa!
***
2
aprile 2005:
Karol sale
al Cielo!
ROMA -
Un grande applauso, ola e battimani per scandire il nome di Giovanni
Paolo II hanno accompagnato l'inizio della celebrazione in
commemorazione del Pontefice. Grande commozione e un dolore composto
quello si legge sul volto della gente in preghiera per il Santo
Padre, giunta da ogni parte del mondo.
Il Papa e' morto sereno, ha detto il cardinale Sodano, celebrando la
solenne Messa. ''Di tale serenita' - ha detto - sono stato testimone
sostando in preghiera davanti al letto del Papa in agonia. La
serenita' e' il frutto della fede''. ''Giovanni Paolo II il Grande''
e' l'attributo con cui il cardinale Sodano nel testo dell'omelia ha
citato il Papa defunto. ''Grande'' e' l'attributo che la Chiesa
riserva ai pontefici santi.
Concludendo con le parole della liturgia la messa per il Papa, il
card.Sodano ha detto: ''Gli angeli lo conducano in Paradiso''. ''Un
coro festoso - ha aggiunto - ti accolga e ti conduca nella Citta'
Santa, la Gerusalemme celeste, perche' la' tu abbia la requie
eterna''. Il Papa e' stato ''il cantore della civilta' dell'amore,
la civilta' cristiana'' che e' ''civilta' dell'amore a differenza
radicale di quelle civilta' dell'odio che furono proposte dal
nazismo e dal comunismo'', ha aggiunto il cardinale Sodano.
Leggendolo, il cardinale ha sostituito le parole ''nazismo e
comunismo'' del testo scritto, con ''ideologie dell'odio''.
I 4 maxischermi allestiti ai lati della piazza trasmettono immagini
di fedeli, striscioni e bandiere che sventolano listate a lutto.
Piazza San Pietro e' completamente gremita di pellegrini ed e'
attesa la presenza di circa 200 mila persone. Gli applausi si
susseguono ogni volta che sui maxischermi compare l'immagine
sorridente del Pontefice.
Fonte Ansa. |
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