- Venerdì 16 dicembre 2005 - In compagnia della Madonna e di Gesù siamo giunti anche quest'anno a vivere questo momento di Avvento. Nonostante il mondo che corre e non si volta a guardare indietro... o meglio... non si ferma a riflette un solo istante... Gesù torna a farsi trovare... piccolo ed indifeso in una povera culla. I tempi che viviamo sono sempre più contraddistinti da una frenesia che toglie il respiro, da un'esasperazione che invade gli occhi e la mente, da un turbinio caratterizzato dal nulla che annichilisce l'anima. Il Natale ha perso ogni caratteristica originale, nel senso che, in origine, esso aveva una valenza prettamente diversa da quella odierna. Oggi il Natale è uno strascico che quasi disturba, una monotonia stressante, un tempo di mezzo tra le vacanze al mare d'estate e quelle in montagna d'inverno. Il Natale è quell'augurio sbiascicato negli incontri fugaci sui marciapiedi con le mani piene di buste, piene ma vuote, vuote di amore; uno smozzicato mugugno di circostanza, un mormorio frettoloso... il Natale è sempre più spesso un peso. Un peso per chi è solo, per chi non ama, per chi non vive, per chi non prega, per chi non ha carità, per chi non è umile, per chi.... per la maggior parte degli abitanti di questo mondo il Natale è un momento infelice. Soprattutto perché, per un attimo, ma solo per un attimo, anche se non vorresti, sei costretto a pensare a Lui. Anche i più ostinati, i più duri di cuore, i più lontani da Dio... sono costretti a fissare la mente, anche solo per un istante, su quella culla e su quel Bambino. Poi magari si scaccia immediatamente quel pensiero così fastidioso, ma tanto basta. Basta a Dio per dire al mondo: "Eccomi qui. Anche quest'anno Io sono qui. E tu... dove sei?. Dove sei tu che corri dietro al nulla, che insegui falsità ingannevoli, luci fasulle, idoli vuoti... dove sei? Che ti angosci con mille problemi e mille pensieri perché sei preso da questa ragnatela che è stata preparata per te, per allontanarti da Me; che ti leghi mani a piedi a desideri inutili che ti portano alla rovina... dove sei? Dove sei in questo rumore assordante, in questo urlo continuo, in questo sbraitare di bocche aperte che nulla insegnano e nulla dicono? Dove sei..? perché Io, comunque, in ogni caso, contro ogni regola umana... Io ti aspetto ancora ai piedi della Mia culla, dove la Mia Santa Madre beata mi coccola, e ti cerco con gli occhi. Ti cerco con tutto Me stesso... ma non posso fare altro che attendere. Perché tu sei libero di stare fuori da questa fredda grotta, nel freddo più freddo di questa grotta; e sei libero di stare fuori da questa buia grotta, nel buio più buio di questa grotta... e non posso obbligarti ad entrare. Ma comunque ti aspetto. Sempre. Basta solo che tu abbia voglia di lasciare per un istante tutto questo fragore assordante, e ti metta all'ascolto del cuore... ecco... Io sono lì. Mi senti? Non faccio rumore, sono appena un sussurro impercettibile... un leggero borbottio... come quei fili d'acqua, quei rigagnoli, che scendono d'estate dai monti... e bagnano i prati arsi dal sole... nel silenzio e nel nascondimento. Nella quiete di un meriggio che acceca, o nel riposo di una notte che brilla di astri a perdifiato...". Il mio augurio per voi tutti è che possiate ascoltare, nell'intimità del vostro cuore, a tu per tu con l'anima, la voce del Bambino Gesù: non è difficile... basta stare in silenzio. Nel silenzio del vero Natale... |