Dal capitolo XIII dell'opera "Lassų sui monti...",

di padre Pietro Lavini

(Il monastero del Golubro)

 La fretta del mondo.

(...) Anche sul Monastero del Golubro il ritmo di vita quotidiana era imperniata sulla preghiera e sul lavoro secondo la regola benedettina. I monaci conducevano un'intensa vita spirituale: erano solleciti alla preghiera ed al culto divino. Attendevano con slancio alla lettura ed alla recita dell'ufficio divino; si alzavano nel cuore della notte per lodare il Signore. Alla preghiera univano anche il lavoro: lo studio, la trascrizione di antichi codici, la cura di anime nelle varie chiese e cappellanie dipendenti dal monastero, la manutenzione del monastero stesso, il lavoro dei campi, la cura del bestiame, erano le principali occupazioni a cui si dedicavano i monaci nel corso della giornata.

I pochi ruderi sopravvissuti alle offese del tempo, ancora oggi ci permettono di conoscere ed apprezzare la gran mole di lavoro svolto da coloro che abitavano sul Golubro. Quelle poche pietre che andavano lentamente sgretolandosi sotto i colpi micidiali delle mutazioni meteorologiche e di quelle ancora pių micidiali inferte da uomini senza scrupoli negli ultimi tempi, se potessero parlare, avrebbero tante cose da raccontarci.

Si potrebbe dire che ogni pietra nasconda una storia interminabile di fede, di preghiera, di sacrificio, di pazienza, di abnegazione e di coraggio. Una storia che risale nei tempi lontani in cui non si conosceva la fretta, non si era sconvolti dalla sete di guadagno; ma ogni pietra era come un atto di amore verso Dio e verso i fratelli. Certo, a noi che viviamo nell'era della tecnologia, delle macchine, delle grandi invenzioni, ci viene semplicemente da sorridere al pensiero che, per squadrare una pietra, occorrevano ore ed ore di lavoro o addirittura una giornata intera.

 La fontana di fronte alla Chiesa di San Leonardo

Oggi č la fretta, il guadagno, il benessere che condizionano la nostra vita; basta dare uno sguardo a tutta quella gente che ogni mattina si reca sul posto di lavoro: sembra di essere in un ricovero per agitati. Chi non corre, rimane indietro, non riesce a sopravvivere. Eppure, osservando quelle pietre squadrate con tanta precisione e soprattutto con grande amore c'č da rimanere addirittura sbalorditi. Anticamente non conoscevano la fretta, non erano condizionati dal tempo, non esistevano gli orologi. La giornata era segnata dal sorgere e dal tramontare del sole; si pregava lavorando.

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