LA STRUTTURA DELL'
OPERA Il lavoro è stato diviso in sette « momenti »; ognuno di essi è costituito da vari quadri, coordinati tra loro cronologicamente e psicologicamente; ciascuno di essi è abbastanza compiuto in sé e sufficientemente indipendente dagli altri per essere oggetto di meditazione. Il contenuto di ogni quadro è espresso dal relativo sottotitolo da noi aggiunto. Ogni quadro è composto di vari frammenti; a fianco di ciascuno di essi è collocato un numero; esso viene riportato alla fine del libro, insieme alla data corrispondente al dettato da cui è stato tolto. Fra i molti frammenti somiglianti ne abbiamo scelto uno solo: quello che ci è parso più espressivo e anche più consono al contesto e lo abbiamo inserito accanto agli altri in modo da formare come un grande intarsio. Abbiamo escluso ripetizioni, nel senso che ogni frammento è riportato una sola volta. Il lettore vi trova invece ripetizioni sostanziali di concetti, di sentimenti, di patimenti, sotto forme sempre diverse, con sfumature diverse: questo « ripetersi » è avvenuto nella realtà; per esempio, alcuni tormenti sono già presentiti nel giovedì, poi anche durante l'agonia nell'Orto e infine vissuti sulla cima del Calvario. Ricorre
sovente anche la dolorosa amarezza di vedere che molti, troppi non
traggono profitto dal Sacrificio. Ritorna poi insistente, in un crescente
continuo il motivo dell'intrecciarsi del dolore con l'amore, della loro
complementarità e il trionfo dell'amore ad ogni costo. Sono i temi
fondamentali, essenziali del Cristianesimo e non sono ripetuti mai
abbastanza: mettono in evidenza una introspezione singolare del doloroso
Calvario sofferto da Cristo e rivissuto da Alexandrina. E’ vero che la
connessione dei « frammenti dell'intarsio » non è sempre perfetta. Ma
abbiamo preferito questo inconveniente, alla introduzione di frasi non
appartenenti al testo di Alexandrina. La traduzione è sempre aderente
all'originale. Abbiamo trascurato volutamente eleganze letterarie e
linguistiche. Talvolta però abbiamo dovuto cambiare il tempo di qualche
verbo per uniformità di esposizione, entro uno stesso quadro. Inoltre,
per aderenza al modo attuale di sentire, qui in Italia, abbiamo
sostituito il « Tu » al « Voi » nei colloqui tra l'anima e Gesù.
Ringraziamo alcuni cari amici per la collaborazione che ci hanno dato. Leumann,
2.2.1977 Festa della presentazione del Signore D. UMBERTO M. PASQUALE, S.D.B. |