DALLA CATTURA ALLA CONDANNA «M'ha
preso in mezzo una turma di iniqui»
Sal 21,17) 1
Gesù uscì dall'Orto, circondato da soldati con armi e da uomini con
bastoni. 2
Lo vidi camminare tra
loro, ammanettato. Mio Dio, come
era maltrattato! 3 Cadeva
per i calci che gli venivano dati, batteva con le sue divine labbra
nelle pietre, rimanendone molto ferito. 4 Sotto quella furia di
percosse e crudeltà, sentii il suo divin Cuore palpitare entro il mio
petto, afflitto per il dolore e la stanchezza a tal punto da sembrare
che vi lasciasse la vita. 5 Con quale fatica salimmo il pendìo
dopo l'Orto! 6
Caddi ripetute volte;
dovetti rialzarmi e salire senza
avere chi mi
aiutasse. 7 Sopportai
ogni tormento di quella vile plebaglia. 8
Sentivo come se la gola
mi si chiudesse e le labbra si incollassero: ero muta, senza essere
muta. 9 In quel triste viaggio Gesù non parlò mai,
soltanto il suo divin Cuore parlò sempre: era un libro aperto, il libro
dell'amore. Non lo leggevo, ma lo comprendevo. Il mio divin Maestro, in
quel tragitto, mi fece comprendere tutta l'ampiezza del suo amore
infinito. «Uno
dei presenti gli diede uno schiaffo»
(Gv 18,22)
10
Ci accompagnarono
alla presenza dei sommi sacerdoti. 11 Io sentivo le vesti
incollate al corpo per il sangue
già rappreso. Nella
grande sala di Anna vidi dietro
a Gesù gli uomini con
armi e bastoni. 12 Sentii
lo schiaffo crudele. 13
Vidi il grande
ingrato che osò dare quello schiaffo
a Gesù ed il rancore con
cui glielo diede. Glielo diede nel mio
cuore. Quell'uomo era alto,
magro, bruno, di
brutto aspetto. 14 Furono
molte le sghignazzate e i
battimani, come avesse
fatto la più bella delle
azioni! 15 Gesù
ricevette l'affronto con estrema calma e mansuetudine.
16
Come si faceva piccolo, Gesù! E
come se ne stava
umiliato! Anna invece, nella
sua vanagloria, se ne
stava impettito, vedendosi come adorato da
quanti lo
circondavano. 17 Il
dolore della guancia non
può affatto paragonarsi a quello del cuore. Ah, mio Dio! Potessi
mostrare il dolore che Ti causarono! «Le
guardie del tempio portarono Gesù nella casa del sommo sacerdote» (Lc
22,54) 18
Salii, dopo, un'altra
scalinata, a mani legate, quasi del tutto sfinita. Salivo senza tregua,
percossa da bastonate e da calci; avevo il viso coperto di sputi. 19
Vidi il braciere presso
cui stava Pietro con coloro che si riscaldavano. 20
Fui portata alla presenza
di uomini severi, di cattivo carattere, seduti in trono come re. 21
Ancor prima che fosse
elaborata la sentenza contro l'Agnello innocente, sentii quella autorità
orgogliosa strapparsi da cima a fondo le vesti, con un furore diabolico.
22
Sentii tutto quell'orgoglio e quella
falsa grandezza. Il Signore di tutto era, fra tutti, il più piccolo!
Che confusione, la mia! 23
Vidi tanto al vivo i
maltrattamenti al mio amatissimo Signore. Egli mi fece comprendere che,
senza la Vita divina che aveva in sé, non avrebbe potuto essere
condotto vivo al carcere. Per mia maggiore confusione
compresi a fondo che io ero nel numero degli aguzzini che maltrattavano
il Signore! «
Figli miei, son qui soltanto per amore »
24
Sentii
la mia anima andare al carcere incontro a Gesù. 25 Aveva
un aspetto tristissimo, sfigurato; era gelido:
già pareva un cadavere. 26
Tremava di freddo:
aveva perso tanto sangue! Com'era sfinito! 27
Io sentivo la sua
tristezza, la sua sfinitezza ed i sudori che gli bagnavano il corpo. 28
Mi associai al suo
dolore, alla sua tristezza e, come Lui, rimasi esausta. 29 Stava
a mani legate, per quanto in carcere! 30 Molto triste mi disse: «
Vedi, figlia mia; non si accontentarono di catturarmi:mi lasciarono pure
ammanettato! Come è grande la ingratitudine degli uomini! ». 31
E, sotto il peso del
dolore, aggiunse: « Figli,
figli miei! Sono vostro padre; mi trattate così? Sono qui soltanto per
amore verso di voi ». 32
Il vederLo così, a mani
legate, fatto un criminale, quanto costò al
mio duro cuore! 33 Udii la Sua voce dentro al mio cuore: «
Figlia mia, sto catturato,
sto ammanettato per amore di te. Dico per amore di te, perché ciò che
feci per tutte le anime lo feci anche per te personalmente. Accompagnami
nella mia santa Passione ». «
Sia il mio cuore il Tuo carcere, ma solo d'amore »
34
Era tutto solo, senza chi Lo confortasse, Gli usasse
un'attenzione, Gli
dimostrasse amore. 35 Quanta pena io provai! Non Gli dissi quasi
nulla, per quanto volessi dirGli molto: non potei consolarLo; non seppi
amarLo! 36 Il mio misero cuore avrebbe voluto lanciarsi ai suoi
piedi per essere da Lui calpestato ed umiliato. Avrebbe voluto
riscaldarglieli con il suo amore, e non lo aveva! 37 Gesù, con
molta soavità, mi invitò a restare con Lui: « Rimani con me,
figlia mia, catturata per mio amore. Io, per tuo amore, mi lasciai
catturare; e dall'amore rimango ancora avvinto ». 38 Egli
è ancora avvinto dall'amore nei Tabernacoli, perché ora sulla Terra
non ha altra dimora. 39 Il mio cuore volò dal carcere ai
Tabernacoli. Unione indissolubile! 40 Lo abbracciai e con
tenerezza Gli dissi: « Mio Gesù, vieni nel mio cuore: sia questo il
Tuo carcere, ma carcere solo di amore. Non permettere che io Ti offenda,
né consenta mai che altri Ti offendano! ». 41 Sentii
l'unione di Gesù. 42
Sentivo i miei polsi
ammanettati con le stesse catene.
43 Mi pareva che i
miei capelli fossero inzuppati di sangue; così pure la mia veste, che
stava incollata al corpo. 44 Sentivo il corpo tanto ammaccato e
stanco, 45 gli occhi chiusi nella tristezza più profonda, le
labbra mute. 46 Mi sentivo sola, mentre tutto dormiva. 47
Soffrivo per l'abbandono in cui mi avevano lasciato coloro che mi erano
più cari. Dove erano sfumate le loro affermazioni di non abbandonarmi? 48
Il silenzio era profondo. Regnavano le tenebre. Solamente il dolore
mormorava nel cuore. 49 Sentivo il dolore di Qualcuno che
piangeva all'intuire quanto io soffrivo: questo dolore era amore di
Madre. Nel silenzio, mi unii a quel dolore. Va
a morire, ma è la Vita 50
Mi parve di svegliarmi di soprassalto da un profondo sonno. 51
Vidi la croce, la corona di spine, i flagelli, la lancia, i martelli, i
chiodi! 52
Vidi la montagna del
Calvario e, in cima, eretta la croce. Non vi era nessuno su quel legno.
Gesù mi fece comprendere che era la mia croce e mi invitò ad andare
verso di essa di buona volontà. 53 Che visione spaventosa! 54
La morte, la morte! Vado a morire! Andavo a morire, ma, allo stesso
tempo, ero la Vita. 55 Vidi la Mamma, in piedi davanti a me, con sembianze
tristi, ma come a sostenermi. Mi
sentii più forte, grazie
alla sua
immagine impressa nel mio
cuore. 56
Con Gesù irruppi fra tutte le sofferenze. «Appena
fu giorno... fecero condurre Gesù davanti al
tribunale ebraico» (Lc
22,66) 57
Mi vennero a prendere al carcere. 58
Sentii che aprivano le
porte e mi conducevano fuori. 59 Mi attendeva una grande
moltitudine di gente; mio Dio, quante sghignazzate udii! 60
Il dolore della mia anima
era molto grande! Non lo so dire, lo seppi soltanto sentire. 61
Scendevo le scale del
carcere; che stanchezza, la mia! Alla fine di esse inciampai e caddi.
Non potevo rialzarmi. 62
Piombarono su di me gli
aguzzini: che rabbia infernale, che scarica di schiaffi e di pedate! 63
Attraverso grandi
scalinate, fui subito condotta alla presenza dei giudici. Quanto soffrii
al sentire Gesù, grandezza senza uguale, essere tanto piccolo davanti a
loro, essere proprio un nulla! Ed essi, i veri nulla, pieni di orgoglio
e vanità; pieni di grandezza senza alcun potere! Si abbassò il Potente
e si innalzarono nel loro orgoglio quelli che non avevano nulla. «Ancora
una volta Pietro disse che non era vero, e
subito un gallo cantò»
(Gv 18,27)
64
Vidi
il braciere presso il quale si scaldavano i nemici di Gesù; tra loro vi
era una donna, falsa e provocatrice, che fungeva da portaordini. 65
Un poco discosto, vi era uno, atterrito e timido, che stava
avvicinandosi: Pietro. 66
Fu interrogato da quelle
persone; quali sguardi maliziosi si scambiavano tra loro! 67
Che aspetto astuto aveva
la donna mentre, come un poliziotto, investigava Pietro! 68 Vidi
Pietro mentre rinnegava Gesù; ma sentii che lo faceva soltanto per
timore. 69 Il gallo cantò. Sentii nell'anima il suo canto.
Pietro si ritirò per piangere. Le sue lacrime scorrevano nel mio cuore
come due rigagnoli. 70 Come fu grande il suo pentimento! 71
Avessi lo stesso dolore
di pentimento per i miei peccati! 72
Il gallo cantò nel mio
cuore ripetute volte. Gesù soffriva orribilmente, ma in silenzio. 73
Sentivo il suo dolore infinito ed il suo mansueto amore
verso tutti. Quanta amarezza, quanta tristezza nel
Cuore di quell'Agnello innocente! «Poi
portarono Gesù dal palazzo di Caifa a quello del governatore romano»
(Gv 18,28)
74
La mia anima accompagnò nuovamente Gesù ai tribunali. 75 Il mio
cuore e la mia anima percorsero con Lui le strade, di tribunale in
tribunale, tra il vociare di odi, calunnie, insulti e schemi. 76
Ero uscita dal carcere
che era tenebre; e tenebre erano le strade che percorrevo lentamente. 77
Procedevo con le mani legate strettamente, ma più oppresso era il
cuore: stentava a palpitare. Eppure le mie labbra non si aprirono per
pronunciare parola. 78
Sentivo la sofferenza per
il tradimento e tutte quelle da esso derivate. Fra i maltrattamenti, il
frastuono, gli schemi, il cuore sentiva un amore folle, un affetto
indicibile, persino per il traditore! Oh, se egli volesse ritornare a
questo cuore! Se volesse riconciliarsi! 79 Il cuore mormorava: «
Ho sete delle vostre anime:voglio possederle ». «Anche
Erode si trovava a Gerusalemme. Pilato
ordinò che Gesù fosse portato da lui»
(Lc 23,7)
80
Fui interrogata da signori arroganti, pieni di superbia: convinti di
poter fare tutto. Di fronte a tanta grandezza, come ero piccola! 81
Accompagnai Gesù al
palazzo di Erode, con grande ripugnanza. 82
Ebbi di fronte tutta
quella malizia, quella presunzione colma di falsità; la sua superbia e
la vuota autorità. 83
Vidi e compresi bene
tutta la malizia degli Erodi. 84
Mi sentii ad occhi bassi,
labbra mute, ricoperta di un vecchio manto, a udire gli scherni
e la gazzarra del popolo. 85
Quanto dolore
nell'essere trattata come pazza! Ma questa pazzia era amore, era follia
per le anime. 86
Tornai da Pilato. 87
Sentii la grande,
indicibile superbia di coloro che si ritenevano capi. Sentii l'umiltà e
la piccolezza di Gesù. «
Allora Pilato prese Gesù e lo fece frustare »
(Gv 19,1)
88
Fui condotta alla
flagellazione. 89 Vidi i modi bruschi con cui spogliarono Gesù
fino alla cintola 90 e Lo legarono poi alla colonna con grosse
catene di ferro. 91
Mi sentii inginocchiata e
legata alla colonna. Una pioggia di flagelli cadde sul mio corpo e una
pioggia di brandelli della mia carne e di gocce del mio sangue cadde
attorno a me, macchiando il suolo e coloro che mi circondavano. 92
Il mio corpo fu lacerato
con palline di ferro, o cose simili. 93 Mi pareva tutto il corpo
era una ferita sanguinante. 94 Caddi sfinita ai piedi della
colonna. E vidi Gesù dentro di me nella stessa sofferenza. 95
Sentii i suoi sguardi divini innalzarsi verso il suo Eterno Padre, in un
amore indicibile. 96 Sentii che Gesù inclinava il capo sopra il
petto, serrava gli occhi, stava per spirare. Questa scena si ripeté più
di una volta. «
I soldati intrecciarono una corona di rami spinosi e gliela misero in
testa » (Gv
19,2) 97
Vidi il capo sacrosanto di Gesù coronato di spine, le quali procuravano
al divin corpo un bagno di sangue. Lo vedevo, ed era in me: io ero, come
Lui, flagellata e coronata con la stessa corona di spine. 98
Sentii il grande casco di
acute spine violentemente confitte nel mio capo: qualcuno con verghe le
batteva per farle penetrare ancora più profondamente. 99 La
corona non mi cingeva soltanto la fronte: non vi era parte del capo che
non ne fosse ferita. I dolori erano insopportabili. 100
Che pioggia di sangue
cadde dal mio capo, coronato di spine! 101
Non ci vedevo per la
grande abbondanza di sangue che scorreva sul volto. Non potevo muovermi
perché avevo le carni a brandelli. 102
Ricoperta con vesti da
re, ma per scherno, mi misero in mano una canna. Quanta barbarie, contro
di me! Quanto era grande il numero di coloro che si ingegnavano di
inventare maggiori torture! «
Gesù venne fuori con la corona di spine e il mantello. Pilato disse:
Ecco l'uomo » (Gv
19,5) 103
In seguito,
vidi le scale lungo le
quali Gesù salì, dopo essere stato flagellato, e dove lasciò tracce
ben visibili del suo sangue divino. 104
Mi sentii condotta da
qualcuno, che mi diede la mano, alla balconata di Pilato. 105
Avevo l'aspetto
dolorosissimo dell'« ecce homo »: 106
il capo coperto di spine,
il volto intriso di sangue, il corpo tutto ferito e lacerato. Vidi e
udii la grande moltitudine che ad una sola voce, ben lontana dall'avere
pietà di me, gridava chiedendo la mia crocifissione. 107
Le mie orecchie
sentivano scandire: « Muoia!
Sia condannato!» Oh,
quali grida, quelle della folla! Sentii lo scherno di alcuni che
ascoltavano quella numerosa e vile plebaglia che mi voleva condannata a
morte. 108
Ricevetti la sentenza di
morte. 109 Vidi
la croce che, poco dopo, avrei sentita sulla spalle. «Pilato
disse: Prendetelo e mettetelo voi in croce. Per me, non ha fatto nulla
di male » (Gv
19,6) 110
Il popolo,
numerosissimo, come in una festa, aveva aspettato per vedere Gesù e
aveva voluto udire la sentenza: ora gioiva all'udire la condanna a
morte! 111 Sentii la durezza di tutti quei cuori: non si
commossero al vedere Gesù flagellato, coronato di spine, condannato a
morte! 112
Gesù, innocentissimo,
non ebbe una parola contro quel popolo. Soffriva in silenzio. Tutto
accettava, mentre il suo divin Cuore amava ancora più follemente. 113
Taluni Lo fissavano
con compassione; altri con odio. Più oltre Gli apparve la Mamma; da
un'altra parte la Veronica, poi ancora alcune donne. 114
La mia anima vide La
grande montagna del Calvario e, sulla cima, già eretta la croce su cui
dovevo essere crocifissa. Questa croce giungeva al Cielo: lo obbligava
ad aprirsi e lo faceva risplendere.
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