LA
CENA PASQUALE «
Andate a preparare per tutti noi la cena di Pasqua »
(Lc 22,8) 1
Al cadere della sera, la
grande Cena dell'amore: Amore che tanta ingratitudine ricevette! 2
Vedo lo spirito e le
cure con cui viene preparata: vedo che sarà la Cena dell'amore, delle
meraviglie, come nessun'altra mai. Sento che Gesù sta dando gli ordini ai
suoi e, fermandosi ad ogni passo, fissa con divini sguardi la Città
ingrata, l'Orto della grande amarezza, il Calvario che Lo attende. «
Si mise a tavola con i suoi apostoli »
(Lc 2,14)
4
Salii con Gesù e gli apostoli verso la grande sala del banchetto
pasquale. Nel salire la scalinata, sentivo che Gesù era impaziente di
mangiare quella Cena con i suoi apostoli. 5
Prima di cominciare la cerimonia, vidi la Mamma in lacrime e con i
capelli disciolti, tutta immersa nel dolore. Gesù mi fece comprendere
che, poche ore dopo, Ella sarebbe andata in quello stato ad incontrarlo
lungo le strade dell'amarezza. 6 Fu grande il dolore del divin
Cuore per la visione delle lacrime della Mamma! 7 Vidi Gesù
sedersi a mensa con gli apostoli. Mentre si sedeva, esclamò tra sé: «Cibo
divino: la Cena del mio amore!». La sala si illuminò e tutti gli
apostoli furono imbevuti di quell'amore che irradiava dagli occhi, dalle
labbra, da tutto il suo Essere: Gesù era tutto amore. 8 Era amore,
amore, soltanto amore; amore per affrontare malvagità e ingratitudine.
Giuda, non era più Giuda: già si vedeva in lui veramente il demonio.
9 Con il demonio in sé, non accolse l'amore di Gesù. «
Ma ecco: il mio traditore è qui a tavola con me »
(Lc 22,21)
10
Vidi Giuda a mensa, ma un poco discosto: mento sporgente, occhi
stralunati, capelli irti. Non pareva più un uomo: si vedeva in lui
soltanto una disperazione infernale. 11 Fu doloroso e
raccapricciante leggere la falsità, le cattive intenzioni nel cuore di
Giuda; ed essere guardato dai suoi sguardi velenosi! Giuda, imponendoselo,
fissava Gesù per dissimulare, ma lo fissava con malizia. Gesù lo
guardava con dolcezza e bontà, per attirarlo a Sé. 12
Gli offriva il Cuore
con volontà di abbracciarlo. 13
Quanti richiami pieni
di dolcezza! 14
Dolci inviti a
un cuore di pietra, ad una roccia che non si lascia smuovere. 15
traditore resiste: a
nulla si arrende. Ma non si trova a suo agio presso l'Agnello, vittima
innocente. Due quadri tanto differenti! Un tradimento senza pari e un
amore senza pari. 16 Avevo
in me, bene impressi nell'anima, due sguardi: quello di Gesù e quello di
Giuda. Che differenza! Quello di Gesù, tenero, diffondeva amore; quello
di Giuda, stralunato, era tale da far disperare. Possedevo pure due cuori:
quello di Gesù, pieno di bontà e di sante attrattive; quello di Giuda,
pieno di rancore e di odio. 17
Si avvicina il
tradimento: la vendita di quanto vi è di più bello ed innocente. 18
L'amarezza della mia
anima non può crescere oltre. Versò
acqua in un catino e cominciò a lavare i piedi agli apostoli
(Gv 3,5)
19
Vidi poi Gesù prendere
nelle sue mani un grande catino, appendere al collo un asciugamano e
lavare i piedi agli apostoli. 20
Sentii che uno, al
quale recava molto disagio lasciarsi lavare i piedi, dopo uno sguardo e
poche parole, stava già per spogliarsi per essere lavato persino in tutto
il corpo, se necessario. 21
Gesù non solo lavava i
piedi, ma abbassava tanto il suo divin Cuore da volerli persino baciare.
Sentivo che, con il suo spirito, lo faceva. Che lezione per me! Che umiltà,
quella di Gesù! 22 Là
fui stimolata ad apprendere ad essere piccola: Egli, il Signore di tutto,
si fece il più piccolo nel mezzo degli apostoli. Egli amava tanto, tanto.
23 Potessi esprimere qui tutto l'amore, tutta la bontà e la
tenerezza di Gesù, quale bene potrei fare alle anime! Ma non so dire
nulla di meglio. 24 Gesù,
come sole che appare all'orizzonte, dava a ciascuno dei discepoli il suo
divino amore in forma di raggi uscenti dal Cuore. Tutti lo ricevettero e
se ne lasciarono illuminare. Soltanto Giuda si chiuse e ne ricusò la luce
radiosa. «
Prendete e mangiate; questo è il mio corpo... Bevetene tutti perché
questo è il mio sangue »
(Mt 26,26-27)
25
Che notte! Che santa
notte! La più grande di tutte le notti. La notte del più grande
miracolo, del più grande amore di Gesù. Il
suo divin Cuore era legato a coloro che gli erano tanto cari. Per
poter partire, doveva rimanere tra loro; per salire al Cielo, doveva
rimanere sulla Terra. Lo obbligava a questo il suo divino amore. 26
O
sofferenza amata! Chi ti comprenderà? 27
Vorrei che tutti
conoscessero il mistero del pane e del vino trasformati nel Corpo e nel
Sangue del Signore. Miracolo prodigioso! Abisso insondabile di amore! Per
quanto mi sentissi immersa in quel mistero, non lo compresi al punto da
saperlo spiegare: lo seppi solo sentire e soltanto in Cielo lo comprenderò.
28 Vidi
il dolce Gesù benedire il pane. 29
Vorrei saper dire,
poter far vedere gli sguardi che Gesù innalzò al Cielo nel momento della
benedizione. 30 Con gli occhi fissi al Cielo, in fiamme di fuoco,
Gesù pregò a lungo il suo Eterno Padre. 31
Il volto era tanto
infiammato che pareva avere in sé, più che una somiglianza nostra,
soltanto la Vita del Cielo. Non pareva più Uomo, ma soltanto Dio: amore,
solo amore. 32 Tanta
luce, tanto amore, pervase tutti: Gesù, gli apostoli e me. 33 Che
incanto! Con gli occhi pieni di fascino e con un sorriso dolce, benediceva
il pane che poco dopo distribuiva a tutti. 34 E in quel momento di
amore e di miracolo senza uguale sentii che il mondo era un altro: Gesù
si dava in alimento all'umanità. Partiva per il Cielo, ma rimaneva con
essa. «
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io a lui
» (Gv
6,56) 35
La Eucaristia, mio Dio!
Che meraviglia, quando Gesù la istituì! Scena toccante, scena solo di
amore. 36 Giammai sentii tanto al vivo la tenerezza, l'amore di Gesù
verso i suoi apostoli. Tutti si comunicarono dalle sue mani, infiammati
d'amore. Devo dire che anche Giuda si comunicò! Egli stava più
appartato; Gesù stese la sua mano divina verso di lui, con il Cibo
celeste. 37 Subito dopo, Giuda rimase come un dannato, tanta era la
sua disperazione. 38 Gesù parlava sempre con la stessa dolcezza e
con teneri sorrisi. 39 Gli
apostoli, in quell'ora più che mai, si saziarono di Gesù. Si
infiammarono di amore e giunsero a comprendere quanto Egli diceva loro. 40
Sperimentai, per alcuni momenti, l'immensità dell'amore di Gesù: grande
come il Cielo e la Terra; grande come la grandezza di Dio. 41
Come Egli amò! Come
Egli ama! Non desidera altro che viviamo di Lui e per Lui. 42
La Mamma, un po' in
disparte, ma presente, partecipava a tutto. «Appena
Giuda ebbe preso quel pezzo di pane... uscì subito»
(Gv 13,27-30)
43
Non so come, io ero
l'alimento, io ero l'Ostia. 44 Il mio cuore era calice, era vino,
era pane. Tutti venivano a mangiare e a bere a questo calice. Da allora in
poi la scena si sarebbe ripetuta. Ma, che orrore! Vidi tanti Giuda
mangiare e bere indegnamente: tante lingue sozze! Peggio ancora: mani
tanto indegne avrebbero distribuito questo pane e questo vino, mani
indegne, cuori pieni di demoni. Che orrore di morte! Provai tanto dolore,
che di dolore e di orrore mi parve l'anima si lacerasse e il cuore fosse
fatto a pezzi. 45 Sentii pure in me la lingua di Giuda: lingua che
pareva di fuoco, dopo che ebbe mangiato il pane e bevuto il vino benedetti
da Gesù. 46 Giuda uscì quasi subito con la borsa del denaro,
per andare a vendere Gesù. 47 Fuggì disperato a vomitare
quel Cibo che gli era stato dato. Consumò così il suo tradimento. «
Siete miei amici... vi ho fatto sapere tutto quello che ho udito dal Padre
mio » (Gv
15,14-15) 48
Tutti i presenti
rimasero in pace e in amore. 49 Convivio di grande intimità! Le
conversazioni miravano a dare conforto. 50
Discorsi di tanta
sapienza e pace! 51 Vorrei
poter fare sentire a tutti i cuori ciò che è l'amore di Gesù verso
l'anima che Lo ama veramente. 52
Sentii l'amore con il
quale Giovanni reclinò il capo sul santissimo petto e l'amore che in quel
momento Gesù gli fece sentire. 53 Quanto dolcemente si unirono il
Cuore divino di Gesù e il cuore del discepolo amato! Gesù si consolava
nel suo discepolo e questi nel suo Maestro. Tale unione rendeva soave il
dolore angoscioso di Gesù. 54 Sentii che il dolce Amore diffondeva
gioia, anche se intanto soffriva amaramente. Molto concentrato e in
profondo silenzio, vide tutto l'Orto e il Calvario. E su di Lui si abbatté,
come belva furiosa, tutta l'umanità. Si
congeda dalla Madre 55
Venne infine il congedo di Gesù dalla Mamma benedetta: fu l'addio più
doloroso. Rimasero schiacciati di dolore i loro Cuori santissimi. 56
Sentii come se la Mamma baciasse e abbracciasse Gesù per l'ultima volta.
Quale dolcezza, la sua! Quanto fu triste quel congedo! Oh, come si
parlavano l'un l'altro quei due Cuori! 57 Si unirono i loro volti
santissimi. Ma più uniti rimasero per il dolore i loro Cuori innocenti. 58
Si unirono i loro volti e i cuori. Si unirono i loro amori, per non
separarsi più. Piangevano le loro anime. 59 Gesù La baciò; e
quel bacio fu di congedo. Lasciò nel Cuore della Mamma raggi di fuoco:
vincoli d'amore che li lasciarono uniti per sempre. Gesù andò verso
l'Orto e rimase con la Mamma; la Mamma rimase e andò con Gesù.
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