Questo pensiero, espresso dal P.Dominique Pire, premio Nobel per la pace nel 1958, ci ricorda che noi, cittadini del mondo, siamo corresponsabili di ciò che avviene sia in mezzo a noi, sia nelle terre lontane, in quanto vittorie e sconfitte, odio ed amore, sono prodotti del vivere umano. Se nel mondo ci sono guerre e violenze, è perché noi, cioè la nostra piccola comunità (famiglia, fabbrica, ufficio...), non siamo disponibili all’incontro con l’altro. È certo più facile dire di voler la pace con i lontani, che non vivere in pace con i vicini. Di questo si accorgono, un tempo, gli abitanti litigiosi di due borghi limitrofi, Albisola e Stella, nella provincia di Savona. Tra i due Comuni vi sono boschi e terreni dai confini incerti, contesi caparbiamente da entrambi: ognuno crede di avere ragione e di essere nel diritto, e quindi lottano fino al sangue. Come sempre accade quando ognuno è convinto di essere nel giusto, gli abitanti di Albisola e di Stella non si incontrano per trovare una via pacifica alla soluzione della controversia.
Le due Comunità vengono ad una soluzione decisiva: le armi porranno fine alla vertenza, dando ragione al più forte. Si fissano il tempo ed il luogo per la competizione: il 18 ottobre, nella piana dove ora sorge il Santuario. La storia ci tramanda il fatto, descritto con forti pennellate di colore e di entusiasmo, da Giovanni Bernardo Poggi nel manoscritto delle “Memorie”. Un vastissimo castagneto, diviso nel mezzo dal Riobasco, è il luogo prescelto per il conflitto. Gli armati, giunti sul posto, si schierano alla destra quelli di Albisola, ed alla sinistra quelli di Stella, con entrambi alla testa i rispettivi sindaci. Due ore prima di mezzogiorno, avanzano due colonne di Albisola, che però devono ritirarsi, con poche perdite da una parte e dall’altra. Subito inizia un vero attacco sanguinoso, con alterne vicende. Il cielo è totalmente sgombro di nubi, quando un’ora dopo il mezzogiorno, da oriente appare una nuvoletta bianchissima, tanto luminosa da sembrare che tutti i raggi del sole siano raccolti in essa. Si ferma alta nel mezzo del conflitto. Abbagliati dal chiarore, i combattenti sospendono la zuffa ed odono una voce chiara, dolcissima e celeste, che ripete per ben tre volte la parola “pace!”, poi si dilegua e scompare. Tutti rimangono attoniti, con lo sguardo rivolto al cielo! Poi con segni di pentimento, infrangono le armi, si tendono le mani e si abbracciano. I Sindaci per primi si incontrano e proclamano: “Sia pace tra noi! Ognuno dia segno di riconciliazione!”. Il campo di battaglia si trasforma così in campo di pace e di amicizia. Tutti ritengono che la Madonna abbia finalmente accolto le tante preghiere a Lei rivolte per la pacificazione delle due comunità. Le cronache riportano che “i sacerdoti e le persone non atte alle armi erano ricorsi alla preghiera pubblica e privata e, in Albisola, Mons. Borzero aveva esposto il Santissimo, avevano celebrato, esso e i suoi sacerdoti, la Messa in cui, alle altre orazioni avevano unito quella pro pace; indi avevano recitato il santo Rosario di Maria e cantate le di lei litanie per la tranquillità di quel loro popolo e la concordia con l’altro della Stella”. La Madonna ha finalmente accolto tante preghiere ed ha portato il dono della pace. Una conferma della mediazione pacificatrice della Madonna si ha nel 1573. Fino a quella data i rapporti tra le due comunità si mantengono in buona armonia, ma quell’anno ripullulano le vecchie contese. “I pastori d’anime – scrive lo storico Spotorno – ricorsero di nuovo al mezzo della preghiera. Il dì 25 marzo i fedeli di Albisola e di Stella andarono con devota processione a supplicare la Madre di Pace ed Ella ottenne che, deposti gli odi, tornassero all’unione e tranquillità primitiva”. Da allora la pace fu davvero duratura. Anche altre circostanze, attraverso i secoli, tengono desta la devozione alla Madonna della Pace degli abitanti di Albisola e di Stella, che ricorrono fiduciosi a Lei nei momenti difficili. Un’epidemia colpisce nel 1485 i paesi circonvicini, ma risparmia la popolazione di Albisola e di Stella; la protezione della Madonna della Pace si manifesta pure durante le pestilenze del 1504, del 1523, e del 1656.
“Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”, o quello recato da Gesù risorto agli Apostoli “Pace a voi”.
Questo vale soprattutto oggi che i confini della pace non sono più paesani, ma mondiali: la pace va sempre ricercata e mantenuta. Essa è legata alla buona volontà dei singoli e di tutti. Nulla comprometta il bene della pace! Le contese non siano risolte con la violenza, ma con il dialogo, coscienti che tutti siamo figli dello stesso Padre dei cieli. Don Mario Morra Fonte: rivista "Maria Ausiliatrice", settembre 2005 ***
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