RICERCA USA:
CROLLA IL NUMERO
DEI PESCI NEGLI OCEANI |
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WASHINGTON -
Tonni, marlin azzurri, merluzzi dell'Artico, cernie tropicali, a questo
ritmo fra qualche decennio potrebbero diventare delle rarita' negli
oceani.
Secondo un rapporto della Dalhousie University di Nova Scotia, in Canada,
pubblicato dalla rivista Science, negli ultimi 50 anni il numero dei pesci
predatori che abitano gli oceani e' calato drasticamente e per alcune
specie si e' dimezzato.
La causa e' da attribuire alla pesca su scala industriale che ha colpito
indistintamente sia le specie che vivono in aperto oceano, sia quelle nei
fondali tropicali e polari. Gli studi hanno dimostrato che per provocare
un declino significativo in una specie di pesci, l'industria della pesca
impiega solamente da 10 ai 15 anni.
''Ma i metodi di pesca non sono i soli ad avere danneggiato l'ecosistema
marino - ha spiegato il dottor Boris Worms, uno degli autori dello studio
- anche l'effetto serra ha pesantemente inciso sull'equilibrio marino''.
Molti pesci sono, infatti, deceduti in seguito ai bruschi cambiamenti di
temperatura dovuti al surriscaldamento terrestre.
Worms fa riferimento anche a El Nino, il fenomeno meteorologico che
periodicamente si ripropone nell'Atlantico e condiziona gli effetti della
corrente del Golfo, tra l'altro provocando morie di pesci in America del
sud con l'arrivo di acqua insolitamente calda. ''Queste sono specie che
devono necessariamente vivere in temperature ne' eccessivamente calde, ne'
troppo fredde'', ha spiegato Worms. Nel rapporto (il primo di questo
genere che offre una mappatura delle diverse specie di pesci predatori)
Worms e gli altri ricercatori hanno utilizzato e paragonato tra di loro
dati provenienti dal Giappone, America ed Australia, giungendo alla
conclusione che la decimazione dei grandi predatori come tonni e marlin
azzurri coinvolge soprattutto cinque zone diverse: la Florida orientale,
le Hawaii, la barriera corallina in Australia, lo Sri Lanka, e il sud del
Pacifico.
Il ridimensionamento numerico dei grandi predatori non solo minaccia
l'esistenza delle stesse specie e delle industrie che dipendono da loro
ma, secondo i dati raccolti, potrebbe provocare modifiche a tutti gli
ecosistemi oceanici.
''E' necessario un intervento delle autorita' internazionali per vietare
la pesca in queste zone. E' necessario proteggerle, o in venti anni, le
maggiori specie di pesci saranno estinte'', conclude Worms.
Fonte: Ansa - 30/07/2005
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