Si allarga il buco dell’ozono
Gli scienziati lanciano un nuovo allarme.

Poco più di un anno fa si pensava che il pericolo rappresentato dal buco dell’ozono fosse ormai superato. Le cose non stanno affatto così le sue dimensioni, spiegano i ricercatori, sono aumentate. Sull'Antartide – ha detto l'esperto Jonathan Shanklin del British Antarctic Survey - ha raggiunto proporzioni da record per questo periodo dell'anno e potrebbe diventare ancora più grande nei prossimi giorni”.

Attualmente misura 28 milioni di chilometri quadrati, poco meno del record assoluto di 28,5 milioni raggiunto lo scorso anno. "Durante il mese di agosto ha spiegato ancora Shanklin - è rimasto più largo di quanto sia mai stato e ora attendiamo di vedere cosa accadrà nei prossimi giorni". L’allarme è altissimo e gli scienziati sono concentrati sul problema e sulle sue possibili soluzioni. Lo strato di ozono nella stratosfera, infatti, protegge la superficie terrestre e tutti gli esseri viventi, dai raggi ultravioletti estremamente dannosi. Gli effetti? Per prima cosa ci sarà un incremento delle radiazioni UV a livello del suolo. Un eccesso di raggi UV è stato associato a bruciature della pelle, cancro della pelle, cataratte, e danni ad alcuni raccolti e ad organismi marini.

24 settembre 2002

11 settembre 2003



Insomma una vera e propria catastrofe ambientale planetaria. Per interrompere il processo di deterioramento dello strato di ozono si dovrebbero sostituire i clorofluorocarburi (CFC) e le altre “Ozone Depleting Substancies”, ossia quelle sostanza in grado per l’appunto di distruggere l’ozono con altre sostanze compatibili con l'ambiente. In ogni caso, anche se si riuscisse a trovare la soluzione ambientale perfetta, prima che i gas “pericolosi” si disperdano completamente saranno necessari molti anni.


Fonte: www.giornaletecnologico.it - 29/06/2004


L'ESA lancia l'allarme: il buco dell'ozono al Polo Sud sta tornando

[Data: settembre 2005]
 

Per un altro anno l'Agenzia spaziale europea (ESA) ha seguito la crescita del buco dell'ozono antartico. In base ai risultati dell'ultimo decennio, attualmente il buco è largo per questo periodo dell'anno, tenendo conto che solo nel 1996 e nel 2000 il buco dell'ozono è stato più ampio in questa fase di sviluppo.

Il buco dell'ozono antartico di questo periodo dell'anno è aumentato fino a raggiungere un'estensione di dieci milioni di chilometri quadrati, che corrisponde a un'area grande quasi come l'Europa, e continua a espandersi. Si prevede che raggiungerà la massima dimensione nel mese di settembre e i satelliti dell'ESA saranno pronti per controllarne l'evoluzione.

Lo strato di ozono stratosferico che protegge la vita sulla Terra dai raggi ultravioletti (UV) dannosi è vulnerabile alla presenza di determinate sostanze chimiche nell'atmosfera, come il cloro, provenienti da inquinanti prodotti dall'uomo quali i clorofluorocarburi (CFC). Questi ultimi, ora vietati dal Protocollo di Montreal, un tempo venivano ampiamente utilizzati nelle bombolette spray e nei frigoriferi. I CFC sono di per sé inerti, ma i raggi ultravioletti negli strati superiori dell'atmosfera li scindono nelle loro parti costituenti, che possono essere estremamente reattive con l'ozono.

Il momento preciso in cui il fenomeno del buco dell'ozono antartico si verifica e la sua portata sono determinati dalle variazioni meteorologiche regionali. Durante l'inverno dell'emisfero australe, la massa atmosferica sopra il continente antartico viene mantenuta separata dagli scambi con l'aria delle medie latitudini dai venti prevalenti noti come vortice polare. Ne consegue che le temperature scendono a valori molto bassi e nell'oscurità fredda e continua di questa stagione si formano nuvole stratosferiche polari che contengono cloro. Con l'arrivo della primavera polare, la combinazione del ritorno della luce solare e della presenza di nuvole stratosferiche polari comporta la scissione del cloro in radicali estremamente reattivi con l'ozono, che scompongono l'ozono in singole molecole di ossigeno. Ogni molecola di cloro ha la capacità di scomporre migliaia di molecole di ozono.

I livelli di ozono vengono regolarmente controllati su scala planetaria dal satellite Envisat mediante uno strumento denominato SCIAMACHY (scanning imaging absorption spectrometer for atmospheric chartography, ossia spettrometro ad assorbimento per scansione di immagini destinato alla cartografia atmosferica). I dati dell'ESA costituiscono la base di un servizio operativo di previsione e di monitoraggio dell'ozono quasi in tempo reale che fa parte del consorzio PROMOTE (PROtocol MOniToring for the GMES Service Element), costituito da oltre 30 partner di 11 paesi.

Scaturito da un precedente progetto di successo denominato TEMIS (tropospheric emission monitoring Internet service, vale a dire servizio Internet di monitoraggio delle emissioni troposferiche), PROMOTE è un pacchetto di servizi di informazione che riguardano la parte relativa all'atmosfera del sistema Terra, che rientra nell'ambito dei servizi iniziali dell'ESA del Global Monitoring for Environment and Security (GMES), un'iniziativa comune dell'ESA e della Commissione europea intrapresa per combinare tutte le fonti di informazione terrestri e spaziali e sviluppare una capacità di monitoraggio ambientale su scala globale per l'Europa.

Nell'ambito del servizio PROMOTE, i risultati delle rilevazioni satellitari sono combinati con dati meteorologici e modelli del campo dei venti in modo da poter effettuare valide previsioni riguardo all'ozono e ai raggi ultravioletti. Per la prima volta nel caso dell'ESA, questi risultati vengono utilizzati dall'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) per elaborare un bollettino dell'ozono antartico, regolarmente aggiornato.

Fonte: European Space Agency (ESA)

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