“La
Terra non possiede le risorse per permettere a tutti i suoi
abitanti di vivere come l’europeo e l’americano medio. Che nei
prossimi decenni dovrebbero ridurre fino al 90% il loro uso
ineguale d’energia e materie prima. Pena: la catastrofe
ecologica, sociale e psicologica del pianeta, ormai alle porte”.
A lanciare l’allarme è State of The World 2004 (disponibile
da marzo nelle librerie italiane, tradotto dalle Edizioni
Ambiente), l’annuale rapporto sullo stato di salute del mondo
compilato dal gruppo ambientalista Worldwatch Institute, che per
la prima volta in 28 anni è interamente dedicato alla “società
consumista: fonte dei mali che affliggono tutti, ricchi e
poveri”.
Un quarto dell’umanità (1,7 miliardi d’individui) oggi
appartiene alla cosiddetta “classe dei consumisti globali”.
Oltre a possedere tv, telefono e computer, questi individui -
sempre più numerosi in Cina e India - hanno adottato stili di
vita un tempo esclusivi di Europa, Usa e Giappone. Nel contempo,
però, 2,8 miliardi di persone sopravvivono con meno di 2 dollari
al giorno e oltre un miliardo non ha accesso all’acqua potabile.
Il divario tra ricchi e poveri non è mai stato tanto profondo.
“Il 12% della popolazione mondiale che vive in Nord America ed
Europa occidentale monopolizza il 60% dei consumi privati totali -
sottolinea il rapporto - mentre al 33% degli abitanti del Pianeta,
residenti in Asia ed Africa, resta solo il 3,2%”. E così
l’italiano e l’americano “ricco” oggi consumano in media
25 volte più energia dell'africano "povero".
Nel 2000 individui e famiglie hanno speso 20 trilioni di
dollari in servizi e beni privati: il quadruplo rispetto al 1960.
“Ma la ricchezza e il consumismo non sono affatto proporzionali
alla felicità”, mette in guardia il rapporto che indica in 13
mila dollari la soglia oltre la quale la felicità non cresce più
anche se la ricchezza aumenta. La maggior parte dei beni prodotti
sono “superflui” e “distruggono il pianeta”.
Basti pensare che nel Paese più consumistico di tutti, gli Usa
- che rappresentano il 4,5 della popolazione mondiale, ma anche il
25% delle emissioni di biossido di carbonio - ci sono più
automobili che individui con la patente (un quarto di tutte le
automobili del pianeta sono negli States). Ma i record americani
sono anche altri: 30 miliardi di dollari spesi ogni anno in
giocattoli (69, in media, per ogni bambino); 48 nuovi capi a testa
di vestiario, 478 milioni di T-shirts, 23 milioni di nuovi
computer e 40mila chili di caviale (oltre il 40% del totale)
acquistati negli ultimi 12 mesi mentre 100 miliardi di sacchetti
di plastica venivano buttati via. Il primato più controverso
riguarda forse i 30 miliardi di litri d’acqua usata ogni giorno
in Usa per irrigare i prati.
La ricetta c’è ed è già stata adottata da Paesi come il
Giappone e la Norvegia, dove secondo il rapporto, il tenore di
vita “è tra i più alti del Pianeta, nonostante la politica
verde dei rispettivi governi”. Tra le “opzioni creative”
proposte: una “tassa ecologica” che penalizzi i prodotti che
danneggiano l’ambiente; l’obbligo alle compagnie di
riprendersi, per riciclarli, gli articoli dismessi (che dovranno
essere più duraturi e facili da riparare), eliminando discariche
e incinerazione. (Sloweb).
Tratto da: Newsletter
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