TEOLOGIA E VITA

Il teologo della Casa pontificia: il demonio è stato creato buono da Dio ma ha usato male la sua libertà: si è messo in opposizione al Regno rendendosi cattivo. Per invidia e gelosia dell'uomo cerca costantemente di portarlo al peccato con la tentazione suprema: sostituirsi al Signore

Il diavolo tra noi

Cottier: un mistero tremendo l’amore del Padre è più forte.

«È sbagliato pensare che ogni prova venga da Belzebù, anche se quelle più forti e più sottili, spirituali, ne hanno la impronta Egli agisce sulla storia umana: la morte, il peccato e la menzogna sono i suoi segni nel mondo Eppure il nostro peggiore nemico siamo noi stessi con la superbia»

Il demonio, probabilmente. C'è forse il grande ingannatore dietro la mano assassina che domenica scorsa ha ucciso nella cattedrale di Santiago, in Cile, un missionario italiano, padre Faustino Gazziero De Stefani. Il giovane omicida, dopo aver inferto il colpo mortale al sacerdote, avrebbe invocato Satana.
Il diavolo, probabilmente, anche dietro la catena di sconvolgenti delitti che stanno emergendo nel Varesotto. Ma in questo caso gli inquirenti stanno ancora cercando di capire se, al di là delle croci rovesciate e della passione per la musica heavy metal, ci sia esplicitamente un progetto satanico. Forse, in questi come nelle altre decine di casi in cui la cronaca associa la presenza demoniaca alla malvagità dell'uomo, il più grande successo di Satana è quello di insinuare l'inquietudine del dubbio.
«È vero - conferma il cardinale Georges Cottier, teologo della Casa pontificia - il diavolo agisce nell'ombra e lascia l'uomo nell'incertezza. Uno scrittore francese aveva fatto dire a Satana: "Io sono quello che non esiste". Il principe del male agisce di nascosto. Se si manifestasse apertamente sarebbe terrificante, ma almeno sarebbe chiara la sua presenza».

Ma nel grande mistero del male quanto conta l'azione del diavolo e quanta parte ha invece la responsabilità dell'uomo?
Il diavolo è senz'altro il grande seduttore perché tenta di portare l'uomo al peccato presentando il male come il bene. Ma la caduta porta la nostra responsabilità perché coscienza ha capacità di distinguere ciò che è buono da ciò che è cattivo.

Perché il diavolo vuole indurre l'uomo al peccato?
Per invidia e gelosia. Il diavolo vuole trascinare con sé l'uomo perché lui stesso è un angelo caduto. La caduta del primo uomo è stata preceduta dalla caduta degli angeli.

È un'eresia affermare che anche il diavolo fa parte del progetto di Dio?
Satana è stato creato da Dio come angelo buono perché Dio non crea il male. Tutto quello che esce dalla mano creatrice di Dio è buono. Se il demonio è divenuto cattivo è per colpa sua. È lui che usando male della sua libertà, si è reso cattivo.
Ci sarà mai redenzione per il demonio, come afferma qualche teologo?

Facciamo una premessa: l'uomo è caduto nel peccato perché il primo peccatore, cioè il demonio, l'ha trascinato nel suo abisso di male. Di cosa si tratta in sostanza? Del rifiuto di Dio e, soprattutto, dell'opposizione al Regno di Dio come progetto di provvidenza sul mondo. Questo rifiuto che nasce dalla libertà di una creatura del tutto spirituale come il diavolo è un rifiuto totale, irrimediabile e radicale, come ci dice anche il catechismo della Chiesa cattolica.

Nessuna speranza quindi che alla fine la misericordia di Dio possa vincere l'odio del diavolo?
Il carattere perfetto della libertà dell'angelo caduto fa sì che la sua scelta sia definitiva. Questo non significa porre un limite alla misericordia di Dio, che è infinita. Il limite semmai è costituito dall'uso che il diavolo fa della libertà. È lui che impedisce a Dio di cancellare il suo peccato.

Perché il diavolo, che è spirito intelligentissimo, usa in questo modo di quella libertà che è pur sempre un dono di Dio?
Qui siamo davanti al mistero. Il mistero del male è prima di tutto il mistero del peccato. Siamo colpiti, giustamente, dai mali fisici, ma c'è un male molto più radicale e più triste che è il male del peccato. Il diavolo si è fissato nel suo rifiuto. Oltretutto il peccato dell'angelo è sempre più grave di quello dell'uomo. L'uomo ha tante debolezze in sé che in qualche maniera la sua responsabilità può risultare velata; l'angelo, essendo spirito purissimo, non ha scuse quando sceglie il male. Il peccato dell'angelo è una scelta tremenda.

Sembra impossibile che un angelo creato nella luce di Dio abbia poi potuto scegliere il male...
Quando parliamo di un angelo caduto a causa del peccato affrontiamo un argomento molto serio e dobbiamo quindi trattarne con grande serietà. Nella tentazione dell'uomo abbiamo quasi un riflesso di quello che è stato il peccato stesso dell'angelo. Ecco la seduzione suprema: mettersi al posto di Dio. Anche Satana non ha riconosciuto la sua condizione di creatura.

Perché il demonio è chiamato principe di questo mondo?

È un'espressione del vangelo di Giovanni. Significa che il mondo, quando dimentica Dio, è dominato dal peccato. L'azione del demonio è guidata dall'odio verso Dio e può fare gravi danni quando seguiamo le sue tentazioni. Il male principale del demonio è il male spirituale, quello del peccato. Questa azione tocca sia l'individuo sia la società.

Dio non avrebbe potuto impedire tutto questo?

Sì, ma ha permesso che sia il demonio, sia l'uomo avessero la libertà di agire e, qualche volta, di peccare. È un mistero tremendo. San Paolo dice: "Tutto concorre al bene di quelli che amano Dio". Quando cioè siamo con Dio, anche il male concorre al nostro bene.

Difficile da accettare...
Pensiamo ai martiri. Allo straordinario bene spirituale che, alla luce della fede, deriva da una tragedia come un martirio. Sant'Agostino commentando Paolo dice: "Dio non avrebbe permesso il male se non avesse voluto fare di questo male un bene più grande". Ci sono beni che l'umanità non avrebbe conosciuto se non ci fosse stato la presenza del peccato e del male. È difficile affermare questo, ma è la verità.

Come agisce il diavolo nella realtà di tutti i giorni?
Lo possiamo capire da alcune espressioni del vangelo di Giovanni, laddove si dice che il demonio è omicida fin dal principio. Cioè è distruttore e fa morire, sia in senso proprio, sia spiritualmente. Per questo è chiamato il grande tentatore.

Facciamo riferimento al diavolo quando nel Padre Nostro diciamo "non ci indurre in tentazione"?
Sì, chiediamo a Dio di resistere alla tentazione. È sbagliato pensare che ogni tentazione venga dal demonio, ma quelle più forti e più sottili, quelle più spirituali, hanno certamente la sua impronta. E sono sia tentazioni individuali, sia collettive. Il demonio agisce sulla storia umana. Il suo influsso è negativo. La morte, il peccato e la menzogna sono segni della sua presenza nel mondo.

Padre Cottier, lei dice che non tutte le tentazioni vengono dal demonio. Da cos'altro dobbiamo guardarci quindi?
La tradizione cristiana ci dice che le fonti di tentazioni sono tre. La più terrificante, certo, è quella del demonio. Poi c'è il mondo, la società, gli "altri" nell'accezione giovannea. E infine c'è la "carne", cioè noi stessi. San Giovanni della Croce dice che di queste tre tentazioni la più pericolosa è l'ultima, cioè noi stessi. Per ciascuno di noi il più perfido nemico siamo noi stessi. Prima di attribuire le tentazioni al demonio e al mondo, pensiamo a noi stessi. Lì ritroviamo anche l'importanza dell'umiltà e del discernimento. Lo Spirito Santo ci dà il dono del discernimento e ci preserva dalla superbia di fare troppo affidamento su di noi.

Qual è l'atteggiamento più corretto che il cristiano dovrebbe osservare di fronte al mistero del Maligno?
Non dimenticare mai che la passione e la morte di Gesù hanno per sempre trionfato sul demonio. Questa è una certezza. Ce lo dice San Paolo. La fede è la vittoria sul padre del peccato e della menzogna. Questo vuol dire che il demonio, essendo una creatura, non ha un potere infinito. Malgrado tutti i suoi sforzi il demonio non potrà mai impedire l'edificazione del Regno di Dio che cresce malgrado tutte le persecuzioni. Il cristiano, grazie alla fedeltà nella fede, vince il male.

In conclusione...
Dobbiamo prendere il demonio molto sul serio ma non dobbiamo pensare che sia onnipotente, C'è gente che ha una paura irrazionale del demonio. La fiducia cristiana, che si alimenta di preghiera, umiltà e penitenza, dev'essere soprattutto fiducia nell'amore del Padre. E questo amore è più forte di tutto. Dobbiamo avere la consapevolezza che la misericordia di Dio è così grande da vincere ogni ostacolo.

Fonte: Avvenire, 28 luglio 2004, Luciano Moia 

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