La Madonna dei missionari
L'Ucraina, la Rus' di Kiev, è nata cristiana con la Madonna dei missionari della Chiesa bizantina greca. Un'antica Cronaca dal titolo "Racconto degli anni passati", attribuita al monaco Nestore, ne vuol dare la ragione, quando racconta che il principe di Kiev, Vladimiro (979-1015), mandò nei vari Paesi d'Europa alcuni suoi gentiluomini alla ricerca della vera religione da diffondere nel suo Principato. La grande e festosa venerazione, riservata dal popolo di Costantinopoli alle icone della Theotókos, portò il principe alla scelta, perché là dove si faceva della Chiesa "un cielo sulla terra" e s'infondeva nell'anima la gioia di godere la bontà di Dio non poteva non esserci la vera religione. La storia non smentisce la Cronaca e narra che, se gli inizi del cristianesimo nella Rus' di Kiev si fanno risalire ai primi secoli, la cristianizzazione collettiva avvenne sotto il regno del principe Vladimiro il Grande per opera della Chiesa di Costantinopoli. Nel 988 Vladimiro con i nobili e il popolo a Kiev scese sulle rive del Dniepr per il battesimo di massa e mandò messaggeri in tutte le città e i villaggi perché tutti imitassero il suo esempio, se non volevano essere suoi nemici. Il primo metropolita della Rus', Ilarione, nel suo prezioso documento storico ha esaltato 40 anni più tardi il "Battista dell'Ucraina": "Sorgi, o capo probo, dalla tua tomba... , sorgi, tu non sei morto, perché non è consentito morire a te, che hai creduto in Cristo, che è la vita di tutto il mondo... , guarda le chiese, che fioriscono, guarda il cristianesimo, che cresce, guarda la città, che d'icone sante è illuminata, che risplende ed è avvolta nell'incenso, ed è risonante di lodi e di canti divini".
La
prima chiesa dedicata all’Assunta La prima chiesa cristiana, innalzata a Kiev tre anni dopo il battesimo, fu dedicata alla Madonna Assunta. Vladimiro, nel giorno della consacrazione, elevò a Dio la seguente preghiera: "Signore, quando qualcuno verrà a pregare in questa chiesa, esaudisci la sua preghiera e perdona i suoi peccati per l'intercessione della santissima Madre di Dio". Sull'esempio del padre, il principe Jaroslàv il Saggio costruì la chiesa di Santa Sofia con il celebre mosaico della Madre di Dio orante, detta "Parete indistruttibile", per significare che la protezione della Vergine è garanzia di salvezza per la città e il popolo. Infatti, nel mosaico a semicerchio risalta in greco un versetto del salmo 45: "Dio sta in essa: non potrà vacillare, la soccorrerà Dio prima del mattino". Inoltre Jaroslàv, nel 1037, volle glorificare l'"Annunciazione del Signore", ponendo il suo tempio presso la grande porta della città come pietra angolare delle fortificazioni contro gli attacchi dei nemici. Alla Vergine egli disse: "Salve, piena di grazia, il Signore è con te". Alla città disse: "Salve, città credente, il Signore è con te!". Nello stesso anno, consacrò tutto il suo popolo alla santissima Madre di Dio.
Kiev,
culla del culto mariano Intanto, Kiev divenne la culla del culto mariano, diffuso in tutta la nazione e sempre più vivo col passare dei secoli. La percentuale del 20% di chiese dedicate alla Madonna è rimasta costante anche nei secoli più tristi della storia. Così oggi, per esempio, nell'eparchia di Leopoli esistono 1.278 chiese, di cui 377 dedicate alla Madre di Dio: 98 alla sua Protezione, 95 alla sua Natività, 74 all'Annunciazione, 66 all'Assunzione in cielo, 44 alla Presentazione al tempio. La liturgia di tradizione è la bizantina, che è, come ben si sa, in prevalenza mariana. La Theotókos i fedeli la sentono presente in chiesa con le più suggestive invocazioni: "La Regina del mondo", "la Mediatrice", "la Speranza dei disperati", "l'Arca animata di Dio", "la Gloria di tutto l'universo", "la Condottiera invincibile", "il Rifugio dei peccatori", ecc.
Maria
facilita l'unione con Roma Dopo un primo tentativo al concilio di Firenze (1438-1445), nel sinodo di Brest-Litovsk (1596) quasi tutti i vescovi dei territori dell'Ucraina e della Bielorussia, che erano sotto il regno polacco-lituano, accettarono l'unione con Roma. Ovviamente non mancarono le opposizioni, che spesso sfociarono anche in fatti di sangue. Durante una di queste, nel 1623, fu barbaramente assassinato san Giosafat, vescovo di Vitebsk. Il suo martirio, più che nuocere alla causa dell'unione, la facilitò, perché quei prelati stessi che avevano ispirato il suo assassinio, colpiti dal suo atteggiamento davanti alla morte, passarono all'unione e ne divennero ardenti fautori.
La
divisione della comunità ecclesiale Nel XVII-XVIII secolo, le spartizioni del territorio ucraino portarono la divisione anche nella comunità ecclesiale e nel culto mariano. Nei territori passati alla Russia, chiamati dagli ortodossi "Chiesa uniate" perché unita al papa di Roma, questa fu soppressa ad opera della zarina Caterina II (1762-1796) e dello zar Nicola I (1825-1855). Ma, dopo il crollo dell'impero zarista, nel 1917, si tentò di ricostruire l'unità del Paese e si dichiarò l'indipendenza, che fu presto stroncata dall'avanzata dei bolscevichi, e fu ristabilita la sovranità di Mosca sull'Ucraina orientale.
Con
il comunismo ateo, la “Mater dolorosa” (Skorbna Maty)
a
fianco dei martiri Con la II guerra mondiale, l'Ucraina russa e polacca fu riunificata e divenne parte dell'impero sovietico. Nel 1946, lo pseudo "Concilio di L’vov" proclamò l'autoscioglimento della Chiesa greco-cattolica ucraina e la sua completa incorporazione al Patriarcato di Mosca, mentre Stalin ne decise la liquidazione con persecuzioni, deportazioni, chiese distrutte o passate agli ortodossi, icone profanate o relegate nelle Gallerie d'arte di Mosca. In questo tempo delle "catacombe" la "Mater Dolorosa" (Skorbna Maty) fu al fianco dei martiri per dar loro coraggio nella sofferenza e infondere nelle loro anime la speranza della risurrezione. Il card. Joseph Slipyi, che passò 18 anni in campi di lavoro forzato in Siberia, fu un eroico testimone delle atrocità inflitte ai suoi connazionali dal comunismo ateo e, il 29 aprile 1978, rivolse un accorato messaggio a tutte le conferenze episcopali e alle autorità civili del mondo occidentale, perché mettessero a conoscenza dell'opinione pubblica tali disumane condizioni.
1988:
Il papa Giovanni Paolo II festeggia il Millennio del battesimo Nonostante la persecuzione e la clandestinità, nel 1988 si riuscì a festeggiare il Millennio del battesimo. Giovanni Paolo II benedisse e incoraggiò l'iniziativa, partecipando alla sua realizzazione con due lettere apostoliche.
Durante
e dopo il comunismo Parlare della rivoluzione comunista del 1917 in chiave mariana significa parlare dell'apparizione di Maria a Fatima, avvenuta nei mesi immediatamente precedenti tale avvenimento, e del movimento spirituale che da tale apparizione sorse. La profezia a Fatima parla della persecuzione religiosa che la rivoluzione russa avrebbe scatenato in tutto il mondo: profezia riferita da tre ignari pastorelli, che della lontana e misteriosa nazione non conoscevano neppure il nome. Del resto nel programma del governo rivoluzionario c'era coerentemente con i principi marxisti, l'eliminazione del cristianesimo e di ogni altra forma di religione, pur salvaguardando un minimo di libertà di culto, inteso come puro fatto individuale. Le chiese artisticamente e storicamente più importanti furono trasformate in musei: fra queste la cattedrale dell'Assunta del Cremlino a Mosca e Santa Sofia a Kiev. La maggior parte delle chiese furono adibite ad usi profani o demolite; solo una minima parte restò aperta al culto, ma soltanto durante il tempo delle funzioni sacre. Molte icone famose, come quella di Vladimir e la celebre «Trinità di Rublëv», vennero esposte nella Galleria Tetrjakov di Mosca, per cui questo museo, paradossalmente, divenne il principale santuario dell'Urss, dato che molti dei visitatori in realtà erano dei pellegrini che indugiavano davanti alle icone in silenziosa preghiera. Il repentino ritorno alla libertà - pur tra pericolose convulsioni - delle nazioni della ex Urss è stato collegato da molti alle profezie di Fatima: comunque è significativo che alla trasmissione in diretta della festa del 13 ottobre 1991 nell'ex Urss abbiano assistito circa quaranta milioni di persone: il programma è stato addirittura replicato lo stesso anno nell'anniversario della «rivoluzione di ottobre».
L’indipendenza
della repubblica ucraina Attualmente,
con l'indipendenza della Repubblica ucraina, riconosciuta ormai da 139
Stati, alla Chiesa greco-cattolica è stata restituita circa la metà
delle proprietà che le furono illegalmente sottratte nel 1946 con il
"Concilio di L'vov", in particolare le chiese e i monasteri,
in cui si venerano icone mariane. Tra
i più importanti il
santuario di Zarvanycia e la cattedrale di San Giorgio di L'vov, dove
è venerata l'icona di Terembowla. Dopo 70 anni di ateismo ufficiale,
le comunità cattoliche ucraine di rito latino, bizantino e armeno
hanno bisogno di una rinascita cristiana che si annunzia con un
rinnovato culto di Maria nelle grandi città e nei piccoli centri.
Fonte: www3.chiesacattolica.it
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