Il
Sogno di Papa Liberio (352 D.C)
Papa Sisto III la fece
erigere nel 440 sul colle Esquilino. La volle grande, una grande chiesa
per Maria, da cui il nome di "Maggiore".
La tradizione dice che fu costruita su un'altra chiesa fatta erigere nel
352 dal Papa Liberio dopo che la Madonna, nella notte tra il 4 e 5
agosto, gli era apparsa in sogno chiedendogli di costruire una chiesa
sul luogo ove quella notte fosse caduta la neve. Da qualche anno il
Comune di Roma nella notte tra il 4 e il 5 agosto ha ripreso la
tradizione di rievocare l'evento. |
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SANTA
MARIA MAGGIORE
Santa
Maria Maggiore è la più grande delle chiese romane dedicate alla Madonna; è
la sola basilica che nonostante i molteplici interventi decorativi ha
preservato la sua forma originaria. la Basilica dove più armoniosamente
si fondono i diversi stili architettonici. Fu fondata nel 352 dal
Papa Liberio, proprio nel punto in cui la Madonna in sogno gli aveva
indicato che avrebbe trovato la neve. Il Soffitto a cassettoni,
il delizioso campanile romanico, i famosissimi mosaici
dell' Incoronazione della Vergine , la Cappella Sistina e
quella Paolina sono delle opere d' arte da non perdere, così
come, la
reliquia religiosa costituita dai frammenti di Sicomoro che,
secondo la leggenda, appartenevano alla mangiatoia che aveva fatto da
culla a Gesù. |
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Sabato 5 Agosto
(Tradizioni Romane)
Madonna
della Neve. La nevicata a S. Maria Maggiore
La leggenda
- che non è mai pura fantasia ma è opera dell'anima popolare che ama
aggiungere poesia alla storia - ha legato la nascita della più grande
chiesa romana dedicata alla Vergine, Santa Maria Maggiore, all'evento
portentoso di una nevicata fuori stagione. Era il 5 agosto di un anno
remoto, nella seconda metà del IV secolo, quando papa Liberio -così
racconta la leggenda popolare - ricevette in sogno il suggerimento di
dedicare alla Madonna un luogo di culto nel luogo che all'indomani avrebbe
trovato ricoperto in una coltre di neve. Lo
stesso sogno fece il patrizio che rappresentava in Roma l'imperatore,
ormai trasferitosi a Costantinopoli.
Il portento si era verificato sulla cima del Cispio, una delle alture del
colle Esquilino, che nell'antichità era stato a lungo un luogo malfamato,
invaso da discariche di immondizie e di carogne, oltre che luogo di
sepoltura degli schiavi. All'epoca dell'Impero il colle era stato occupato
da alcune immense ville nobiliari, ma continuava a rimanere piuttosto
estraneo alla città. La cappella della Madonna veniva così a
conquistarlo alla frequentazione popolare. Tant'è vero che circa un
secolo dopo, per celebrare i risultati del Concilio di Efeso, che aveva
proclamato la '"maternità divina della Madonna", papa Sisto III
costruì in sostituzione di quella cappella un grande tempio, rimasto
centro di grande devozione nel corso del tempo.
Nonostante la estrema importanza raggiunta da questa basilica, divenuta
col tempo una delle quattro maggiori mete giubilari con tanto di
"Porta Santa" nonostante
gli sviluppi architettonici che l' hanno portata a essere il più grande
tempio romano della Vergine,
nonostante le raffinate decorazioni mosaicali che ne fanno un vertice
dell'arte romana, nonostante che il suo campanile sia il più alto di Roma
e nonostante che le due cupole delle cappelle Sistina e Paolina, create da
Sisto v e da Paolo v, la caratterizzino al punto da farla emergere anche
nella linea del panorama romano; Santa Maria Maggiore è rimasta legata
alla semplice leggenda della sua origine, quella che la fa chiamare anche "Santa
Maria della neve" e basilica liberiana
Cosi da tempo immemorabile vi si ripete la funzione celebrativa della sua
fondazione, ogni 5 di agosto, mentre Roma è affocata dalle vampe di un
sole quasi ferragostano; la basilica ricorda in quel giorno la nevicata
prodigiosa dalla quale trasse origine, oltre che con il rituale liturgico,
anche con una cascata di bianchi petali di rosa lanciati dall'alto della
cappella borghesiana, quella che contiene l'immagine della Madonna
venerata come salus populi romani, come dire 'salvezza di Roma'. Ci pare
pertanto giusto che, anche al di fuori della basilica, l'ambiente urbano,
che non è certo più solitario come un tempo, ma vibrante di attività e
denso di traffico, ricordi in qualche modo, con luci e con effetti
luminosi speciali, quel lontano portento.
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