Apparizione di Assisi

a San Francesco di Assisi

Santa Maria degli Angeli

- Assisi - Perugia - Umbria -

Nel 1216 e poi in anni successivi

Nel 1216 la Santa Vergine insieme a Cristo, accompagnati da molti angeli, apparvero a san Francesco (1182-1226) nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli (anche detta della Porziuncola). Il santo, che aveva ricevuto dall'abate dei benedettini del Monte Subiaco la chiesa, vi trascorse la prima notte in preghiera e contemplazione, e qui ebbe la visione divina in segno di predilezione e quale promessa di future grazie.

La Madonna gli suggerì nel 1221 di implorare da papa Innocenzo III l'indulgenza plenaria per chi, confessato e comunicato, avrebbe visitato la Porziuncola. Francesco, nel 1213, ricevette in dono dal conte Orlando Cattani di Chiusi il monte della Verna, sul quale, grazie al donatore, fece edificare una chiesetta dedicata a Santa Maria degli Angeli (detta comunemente la Chiesina), dopo che la Madonna, accompagnata da san Giovanni Battista e da san Giovanni Evangelista, gli era apparsa nel 1216 e gli aveva fornito le istruzioni affinché tale cappella le fosse edificata. Fu alla Verna, nel 1224, che san Francesco, il primo stigmatizzato della Chiesa, ricevette i segni della Passione.

Fonte: "Apparizioni mariane" di M.Gamba, ed. Segno

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"L'Umbria verde" di Maria

Nell’immaginazione comune l’Umbria è sentita come una Regione dall’aurea mistica, riconoscibile nel paesaggio delle colline dolci e verdeggianti ["la verde Umbria"], oltre che nel carattere mite e pacifico dei suoi abitanti. Sarà la suggestione di questi luoghi, sarà la spiritualità diffusa che si respira un po’ ovunque; ma prima o poi chi visita l’Umbria finisce col pensare: San Francesco, il grande poetico santo della mitezza e della fraternità universale, non poteva che nascere qui, in Umbria. Terra di religione e di santi [oltre a Francesco e Chiara d’Assisi, non vanno dimenticati Benedetto e Scolastica da Norcia, Angela da Foligno, Rita da Cascia, Margherita da Cortona, Giovanna da Orvieto e l’altra Margherita, da Città di Castello], l’Umbria è tutta una costellazione di luoghi religiosi [per lo più d’epoca medioevale]: dalle stupende Cattedrali ai Santuari, dai Monasteri ai Conventi, fino agli Eremi, Centri di spiritualità a prevalenza francescana.

I Francescani hanno, fra l’altro, anche il merito di avere fatto qui di "Santa Maria degli Angeli" – costruita attorno alla ‘Porziuncola’, sul luogo che vide la nascita dell’Ordine e in cui il Santo d’Assisi morì – il Santuario mariano simbolo di tutta la Regione.

La forte spiritualità ascetica delle varie Confraternite e Movimenti d’inizio sec. XIII [si pensi ai "flagellanti" e ai "laudensi"] ha segnato anche i caratteri della particolare devozione mariana del tempo, con lo sviluppo della "lauda", spesso di carattere penitenziale: basti ricordare il ‘Pianto della Vergine’ di Jacopone da Todi. La "lauda" era spesso dialogata, e la sua esecuzione dava luogo a vere e proprie ‘rappresentazioni sceniche’: di qui l’origine della "sacra rappresentazione" o "mistero", che tanta parte aveva nella vita religiosa del Medio Evo. Il fervore mariano del tempo si manifestava anche collocando nelle Chiese statue e dipinti della Vergine; e, spesso, questi oggetti di venerazione concentravano su di sé l’attenzione e il culto dei fedeli, per cui lo spazio loro riservato diventava la Cappella mariana: questo si è verificato anche nelle Cattedrali di Assisi, Perugia e Spoleto.

Le nuove Chiese e i Sacelli eretti in tale periodo erano non raramente dedicati alla Vergine. Sicché, molti dei Santuari mariani della Regione appartengono a tale periodo [più di 20 sul totale di una cinquantina]. In genere si tratta di un’Edicola mariana attorno alla quale si è accentrato il culto popolare in seguito a miracoli, fatti prodigiosi o, fenomeno assai raro in Umbria, a qualche Apparizione della Madonna.

Gli edifici sacri più significativi sono per lo più in stile gotico e, successivamente, rinascimentale: costruzioni spesso dovute ad Architetti di fama, provenienti da Roma. Le Chiese più rappresentative sono quelle di "Santa Maria degli Angeli" di Assisi [realizzata, a partire dagli inizi del ‘500, dall’Alessi e dal Vignola], quella della "Madonna della Consolazione" di Todi [attribuita al Bramante, che l’avrebbe disegnata come ‘prova generale’ della "Basilica di San Pietro" che nel frattempo stava costruendo in Roma]. Le immagini venerate nei Santuari umbri sono in genere affreschi votivi o tavole, spesso di notevole pregio. Fra i più preziosi, ricordiamo i dipinti della ‘Porziuncola’ in "Santa Maria degli Angeli" e la "Madonna delle Grazie" nella Cattedrale di Perugia.

Gli Umbri, ben coscienti delle grandi tradizioni della loro storia passata, civile e religiosa, ne conservano gelosamente le vestigia: l’imponente, armoniosa struttura delle loro Città medioevali, e i Centri più piccoli, dal dolce aspetto ‘presepiale’, si animano, in occasione delle festività in onore di Maria e dei grandi Santi della Regione, di riti suggestivi, dove l’aspetto culturale e folkloristico si fonde con quello più schiettamente religioso.

"Santa Maria degli Angeli" e la "Porziuncola"

Dire "Santa Maria degli Angeli" [il Santuario mariano che dista 5 km. da Assisi], vuol dire ‘Porziuncola’, la Cappella rustica costruita al suo interno, sotto la Cupola centrale, e decorata di stupendi affreschi del Trecento e del Quattrocento [quello della facciata, sopra l’ingresso, è dell’Overbek, 1829]. Dietro la ‘Cappella della Porziuncola’ è la ‘Cappella del Transito’, dove San Francesco, disteso sulla nuda terra, morì la sera del 3 Ottobre 1226: nella Cripta di questa si possono vedere i muri e i resti del pavimento della ‘Casa del Comune’, luogo in cui, vivente Francesco, si radunavano i frati.

Sulla destra della Basilica, il celebre ‘Roseto’ con rosai senza spine perché scomparse – secondo la leggenda – quando il Santo vi si gettò per penitenza; e nella ‘Cappella del Roseto’ sono visibili affreschi del ‘500. Suggestivo anche il ‘Conventino’ trecentesco che accoglie il piccolo ‘Museo’ con ritratti duecenteschi di San Francesco ad opra di Cimabue e del Maestro di San Francesco, oltre l’importante ‘Crocifisso’ di Giunta Pisano e la bellissima statua di V. Gemito, riproducente la "Regina dei frati Minori".

Ma, oltre al nome, cosa c’è di mariano nella Basilica "Santa Maria degli Angeli" [uno dei maggiori Santuari d’Italia, costruito tra il 1569 e il 1679: dunque, dopo più di un secolo di lavori; e il luogo più sacro del francescanesimo, insieme con la Basilica del Santo d’Assisi]?

C’è, intanto, che nel 1216 la Vergine, circondata da un Coro angelico, apparve a Francesco; ed esaudendo le sue preghiere lo informò di aver ottenuto da Dio l’indulgenza plenaria per tutti coloro che si fossero recati alla ‘Porziuncola’. Papa Onorio III confermò al Santo l’indulgenza, detta del "Perdono d’Assisi" [oggi lucrabile non solo il 2 Agosto, ma ogni giorno dell’anno]: indulgenza che all’epoca i fedeli potevano ottenere solamente compiendo il pellegrinaggio in Terra Santa o visitando le tombe degli Apostoli a Roma, e San Giacomo di Compostella in Spagna.

Manifestazione conclusiva dei "Giochi della Gioventù" del ’79, davanti alla Basilica "Santa Maria degli Angeli".

Alla vigilia del Grande Giubileo dell’Incarnazione dell’Anno 2000, Papa Giovanni Paolo II, la sera del 7 Dicembre 1999 rivolgeva ai Pellegrini qui riuniti in preghiera, nella Veglia dell’Immacolata Concezione, il saluto seguente: "Nella Porziuncola San Francesco ha riaperto il Vangelo della radicale sequela di Cristo ed ha ottenuto, per intercessione della Vergine, la grazia di quel Perdono che quella piccola chiesa ad Assisi ancora custodisce e dispensa a quanti desiderano tornare a Dio".

C’è poi, nella ‘Porziuncola’ stessa, tutta un’epopea di affreschi mariani, a cominciare dallo stupendo polittico d’altare di prete Ilario da Viterbo, raffigurante l’ ‘Annunciazione’ e la storia del ‘Perdono’. Né va dimenticato che la ‘Porziuncola’ sorge proprio sul luogo dove c’era una antica chiesetta dedicata alla Vergine, "ormai negletta e abbandonata": lo ricorda Tommaso da Celano nella sua biografia di Francesco, aggiungendo: "… il Santo, vedendola in quel misero stato [di abbandono], mosso a compassione, anche perché aveva grande devozione per la Madre di ogni bontà, vi stabilì la sua dimora e terminò di ripararla nel terzo anno della sua conversione" [cfr. "Vita Prima", c. IX, 21].

E sappiamo bene come Francesco fosse solito dire ai suoi frati: "Guardatevi, figli, di non abbandonare mai questo luogo! Se vi cacciano da una parte, voi tornateci dall’altra, poiché questo luogo è santo, è l’abitazione di Cristo e della Vergine sua madre…" [cfr. ‘Specchio di perfezione, 83’]. Dunque, la ‘Porziuncola’, cuore della Basilica "Santa Maria degli Angeli" e del francescanesimo, custodisce le memorie mariane più preziose di Francesco e delle origini dell’Ordine francescano. 

La ‘Porziuncola’ è perciò, a pieno titolo, Santuario mariano.

Fonte: rivista "Madre di Dio", febbraio 2005

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