La storia dell'apparizione In un panorama d’incomparabile bellezza, ad oriente della Costiera Amalfitana, su un ripiano del monte Mirteto, ai piedi del Falerzio (1024 m), sorge il Santuario dell’Avvocata, presso Badia di Cava, sopra Maiori. Lo spettacolo che la natura offre è stupendo! Di fronte, un mare di cobalto solcato da infiniti riflessi iridescenti, limitato ad oriente dall’estrema punta di Licosa e, ad occidente, dai Faraglioni di Capri. In primo piano, tra il folto verde dei boschi e di splendidi giardini, si stende tutta una corona di ville e di villaggi, tra i quali Ravello, coi suoi monumenti arabo-siculi e la villa Rufolo dai giardini multicolori a strapiombo sul mare. Sulla costiera ripidissima, la storica e gloriosa Amalfi, con Atrani, Minori, e Maiori.Ad oriente lo splendore fantastico della vallata di Cava, piccola Svizzera del Mezzogiorno d’Italia, Salerno dominata dalle rovine del castello romano-longobardo, Paestum dai ciclopici templi pagani e, in fondo, il maestoso Alburno. Tra tanto incanto e splendore di natura, Maria innalza il suo canto del Magnificat al Signore e sceglie la sua casa. A chi sale al Monte Avvocata da Maiori, il Santuario appare come una rocca inespugnabile, posta alla sommità di una lunga parete rocciosa. Non molti metri al disotto di esso, si apre un lungo antro, dall’ingresso piuttosto stretto, nel quale ha avuto origine il culto alla Vergine sotto il titolo di Avvocata. In un pomeriggio del novembre 1470, Gabriele Cinnamo, un pastore di Ponteprimario presso Tramonti, mentre è intento a pascolare il gregge insieme al giovane Dattilo Parito, vede aggirarsi intorno ad un’alta rupe circondata di edera, una graziosa colomba, che ripetutamente esce e rientra in un cespuglio cresciuto a discreta altezza. Spinto dalla curiosità cerca invano di arrampicarsi per la roccia scoscesa, ma non vi riesce. Il giorno seguente ritorna con una lunga scala ed una buona scure per far pulizia dei rovi e dei cespugli, ed introduce nel foro il compagno Dattilo che con una lanterna può osservare una bella e spaziosa grotta, e niente altro.
La notizia del prodigioso avvenimento si
sparge in un baleno e subito, con il concorso del popolo, viene eretta
alla sommità della rupe una chiesa con annesso campanile ed alcune stanze
per comodità dei pellegrini. Queste stanze nel 1508 sono ampliate ed
accresciute dallo stesso Fra’ Gabriele, per soddisfare il desiderio di
sette suoi compaesani che vogliono darsi come lui a vita eremitica. È
questo il primo nucleo di molti eremiti che onorano la Vergine fino al
1687, fino cioè alla venuta dei Camaldolesi di Monte Corona che vi
costruiscono un regolare eremitaggio. I Camaldolesi abbelliscono la chiesa
di marmi e di preziosissima suppellettile; l’8 settembre 1720 la chiesa
viene consacrata e dedicata a Maria SS. dell’Avvocata
dal Vescovo di Ravello e Scala, Mons. Guerriero. Molti miracoli operati dalla Madonna accrescono sempre più la devozione ed il concorso dei fedeli e così, nel 1743 il Padre Generale dell’Ordine Camaldolese, P. D. Clemente Orioli, delegato dal Capitolo Vaticano incorona la statua della Vergine, ed il Divino Bambino che essa regge sul braccio destro, con due splendide e ricchissime corone d’oro. I Padri Camaldolesi amministrano il Santuario ininterrottamente per 120 anni, e cioè fino al febbraio del 1807, quando, per decreto di Giuseppe Bonaparte, devono abbandonarlo, cedendo tutti i loro beni al Demanio. Purtroppo, anche dopo la caduta di Napoleone, i Padri Camaldolesi non ritornano più nel loro antico eremo, nonostante le ripetute ed insistenti richieste del popolo. Dal 1807 al 1893 il vetusto Santuario è un po’ trascurato, anche se in verità, mai si è affievolita nel cuore del popolo che circonda il sacro monte la semplice, ma sentita devozione per la Madonna dell’Avvocata. Nel 1893 per iniziativa degli oblati della Badia di Cava, alla quale il Santuario è sempre stato legato fin dalle origini, viene restaurata la chiesa e costruito un piccolo monastero nel quale oggi si ritrovano, per un periodo di vacanza, gli alunni ed i novizi della Badia. È così tenuta viva la devozione alla Madonna dell’Avvocata. Don Mario Morra SDB (Fonte: rivista "Maria Ausiliatrice", ottobre 2004)
|