Apparizione di Barcellona

Catalogna - Spagna

Nostra Signora della Mercede

Nella notte del 1° agosto 1218

Nella notte del 1° agosto 1218 la Vergine apparve a san Pietro Nolasco, per aiutarlo a fondare un'organizzazione capace di riscattare i cristiani prigionieri dei mussulmani. Per questo il santo, assieme a Raimondo de Penafort, e con l'appoggio del vescovo di Barcellona e del re d'Aragona Giacomo I°, fondò l'Ordine dei Mercedari.

San Pietro Nolasco

Fondatore dell'Ordine dei Mercedari

Il fenomeno della schiavitù come conseguenza delle invasioni e delle incursioni dei seguaci di Maometto nelle terre cristiane dell'Europa (Spagna e popolazioni costiere del bacino mediterraneo) fu un fenomeno complesso e costituì un problema preoccupante non solo per la perdita della libertà ma soprattutto per il pericolo di perdere la fede, a cui gli schiavi erano esposti.

Pietro Nolasco fu tra quelli che ne presero seriamente a cuore la soluzione. Nato verso il 1180 in Mas Saintes Puellas (Tolosa, Francia), Pietro Nolasco con la sua famiglia si stabilì fin da piccolo in Barcellona (Spagna) dove, seguendo le orme del padre, divenne un mercante. La tradizione lo definisce "ottimo mercante". Effettivamente fin dalla maggiore età si manifestò in lui la futura missione carismatica che avrebbe avuto dentro la Chiesa e la società.

Si unì ad alcuni compagni, partecipi delle sue ansie a favore degli schiavi, e con essi si dedicò alla redenzione di quei fratelli oppressi. Nei primi venti anni di vita, Pietro Nolasco si dimostrò un giovane coraggioso, decisamente orientato verso la liberazione dei cristiani schiavi la cui fede era in pericolo.

La sua professione di mercante fu di grande utilità per il suo gruppo di redentori, in questa fase iniziale, poiché a coloro che esercitavano questa professione, come persone conosciute, era concesso facile accesso ai paesi musulmani. Questo gruppo di compagni di Pietro Nolasco era formato, con dice il Re Giacomo II° in una lettera al Papa Bonifacio VIII° nel 1301, da laici che "avevano grande devozione verso Gesù Cristo che ci redense con suo sangue".
Il giovane Pietro Nolasco e i suoi compagni esercitarono l'arte di mercante non per arricchirsi comprando merci ma facendosi essi stessi poveri per dare la libertà ad esseri umani bisognosi.

Dopo quindici anni passati nel realizzare questa ammirevole opera di misericordia, Pietro Nolasco e i suoi amici vedevano con preoccupazione che gli schiavi, di giorno in giorno, invece di diminuire aumentavano.

Animato da una sincera confidenza in Dio e da un cuore misericordioso cercò, nella sua fervorosa orazione, l'ispirazione divina per poter continuare l'opera intrapresa.
Nella notte del 1 agosto 1218 Maria Santissima intervenne nella sua vita: un'esperienza personale mariana illuminò la sua intelligenza e mosse la sua volontà, invitandolo a convertire il suo gruppo di laici redentori in un Ordine Religioso Redentore che, sotto la protezione e l'appoggio del Re di Aragona e l'approvazione della Chiesa, continuasse la grande opera di misericordia incominciata.

Pietro Nolasco espose al giovane monarca Giacomo I° e ai suoi consiglieri - il primo dei quali era il vescovo di Barcellona Don Berenguer de Palou - il suo progetto di fondare un Ordine Religioso Redentore, sotto il patrocinio di Maria Santissima. La proposta piacque al re e ai suoi consiglieri.
Il 10 agosto 1218 fu costituito ufficialmente il nuovo Ordine Religioso Redentore, nella cattedrale di Santa Croce di Barcellona. Il vescovo Berenguer de Palou approvò, in nome della Chiesa per la sua diocesi, il nuovo Ordine e diede a Pietro Nolasco e ai suoi compagni la veste bianca che avrebbero portato come propria dell'Ordine; consegnò loro anche la Regola di S. Agostino come norma di vita comune e diede la sua autorizzazione perché sopra l'abito dell'Ordine essi potessero portare il segno della sua cattedrale, la santa Croce.

Quindi Pietro Nolasco e i suoi compagni emisero davanti al vescovo la professione religiosa. Da parte sua il re Giacomo I° nell'atto stesso della fondazione consegnò ai frati l'abito che nel linguaggio degli Ordini militari è lo scudo, formato dalle quattro sbarre rosse in campo oro, emblema della monarchia di Aragona.
Questo emblema, unito alla croce della cattedrale, costituirà lo stemma proprio dell'Ordine.

In quel memorabile giorno Giacomo I° donò all'Ordine l'Ospedale di S. Eulalia in Barcellona, che servì come primo convento dei religiosi dell'Ordine, come casa di accoglienza degli schiavi riscattati e luogo dove si compivano anche le opere di misericordia a favore degli infermi e dei poveri, opere ricordate in una bolla del 1255 dal Papa Alessandro IV°, che definì i Mercedari nuovi Maccabei del tempo della grazia.
I frati che con Pietro Nolasco ricevettero il bianco abito molto probabilmente erano tutti laici. Pietro Nolasco, in particolare, sicuramente non fu sacerdote.

Con l'appoggio ufficiale della Chiesa e dello Stato Pietro Nolasco e i suoi frati, costituiti ora in Ordine Religioso Redentore laico, acquistarono nuovo vigore e continuarono, con rinnovato fervore, le loro peregrinazioni di carità, domandando l'elemosina per la redenzione degli schiavi cristiani esistenti nelle terre saracene.

L'Ordine venne approvato e incorporato nella Chiesa universale con la bolla Devotionis Vestrae del Papa Gregorio IX, data in Perugia il 17 gennaio 1235 e indirizzata al "Maestro (cioè a Fra Pietro Nolasco) e ai frati della casa di Santa Eulalia di Barcellona".

Padre di redentori, Pietro Nolasco diede ai suoi figli grandissimi esempi di zelo e di carità verso gli schiavi, eseguendo alcune redenzioni in compagnia dei suoi primi compagni. Studiò anche un piano pratico perché l'opera a favore degli schiavi fosse la più efficace possibile. Iniziò la raccolta dei fondi per il riscatto degli schiavi. Molto lo aiutarono in questa iniziativa le buone persone che, vista la sua abnegazione e dedizione per quest'opera, consegnavano i loro beni per la redenzione degli schiavi e si davano anche alla raccolta delle elemosine: furono questi i pionieri di quella organizzazione di laici che in seguito prese il nome di Confraternita e Terz'Ordine della Mercede.

Pietro Nolasco pensò anche ad estendere l'Ordine fondando altre residenze negli stati della corona di Aragona e nel sud della Francia, sicché nel 1245 si potevano contare 15 case con oltre 100 religiosi. Non si conosce con esattezza il giorno della morte di Pietro Nolasco ma, secondo recenti studi, con molta probabilità avvenne il 6 maggio 1245 in Barcellona, dopo una vita evangelicamente esemplare, avendo lasciato in eredità ai suoi figli un ricco patrimonio spirituale di imitazione di Cristo Redentore, di devozione a Maria, di servizio alla fede e di amore eroico ed incondizionato ai fratelli bisognosi.

La Sacra Congregazione dei Riti, con regolare processo canonico, il 30 settembre 1628 approvò il culto immemorabile che fin dalla sua morte gli era stato tributato, dichiarandolo santo e proponendolo come esempio di vita evangelica vissuta secondo un particolare carisma di carità.


L'opera della redenzione degli schiavi

A partire dalla fine del secolo XII° il procedimento più comune per dare la libertà agli schiavi cristiani fu la redenzione, che consisteva nel pagamento di un riscatto fatto da una terza persona al padrone dello schiavo, mediante moneta o altri generi. La somma cambiava con l'età, l'importanza sociale, le condizioni economiche e fisiche dei riscattandi. 

I mezzi erano procurati, per la massima parte, con le elemosine che raccoglievano i religiosi e gli "operai della redenzione". Ogni frate mercedario, in forza della professione, era costituito in un autentico elemosiniere della redenzione. Non mancavano i contributi di famiglie benestanti, specialmente quando si trattava di dare la libertà a qualcuno dei loro cari. Con le offerte raccolte veniva effettuata dai religiosi mercedari, scelti dal Capitolo Generale, la redenzione degli schiavi; qualora la somma non fosse bastata per redimere qualche cristiano che era in pericolo di rinnegare la fede, pur di ottenerne la libertà e di liberarlo dalle sofferenze della schiavitù, uno dei redentori restava in pegno al posto dello schiavo, dando la libertà al fratello bisognoso ed oppresso.

Nei primi 130 anni della storia dell'Ordine le redenzioni per lo più furono annuali, poi meno frequenti. Numerose furono le spedizioni in terra dei Mori effettuate dai Mercedari per redimere gli schiavi e a circa 52.000 si fa ascendere il numero degli schiavi riscattati mediante l'esborso di somme enormi di denaro ai padroni musulmani.

Le redenzioni venivano accuratamente preparate; la partenza dei redentori era preceduta da una cerimonia liturgica. Una volta terminata la redenzione si realizzava un solenne atto di ringraziamento al Signore, non solo per la libertà data ad alcuni schiavi, ma anche per gli scampati pericoli di pirateria e di naufragi a cui molto spesso i redentori erano esposti. Innumerevoli i Mercedari che incontrarono la morte durante l'esercizio della loro missione redentrice.

E' facile immaginare quale e quanto lavoro era connesso con l'opera della redenzione degli schiavi. Era necessario avere dei luoghi di accoglienza nei quali dovevano sostare i liberati prima di essere rimandati alle loro famiglie, con tutte le implicanze connesse, facilmente immaginabili. Ma c'erano anche i vecchi, gli inabili al lavoro, gli ammalati, i bambini, gli orfani, i senza famiglia cui bisognava provvedere. L'Ordine seppe far fronte a tanti e continui bisogni, sviluppando un'organizzazione meravigliosa, seguendo le orme e lo spirito del fondatore.

Qualche volta redentori e redenti si recavano a Roma per dare testimonianza ai Romani Pontefici della situazione della schiavitù. Famosa fu la redenzione del 1516, ricevuta dal Papa Leone X° il quale per l'occasione concesse particolari facoltà all'Ordine Mercedario circa quest'opera di misericordia, con la bolla del 28 luglio 1516.

L'evangelizzazione delle Americhe

È storicamente certo che durante il secondo viaggio verso l'America nel 1493, Cristoforo Colombo era accompagnato anche da religiosi Mercedari, come si ricava dall'opera scritta nel 1516 da Pietro Martire di Angleria, De orbe novo Decades. Secondo alcune affermazioni essi furono: Giovanni Infante, Giovanni Solorzano e Giorgio di Siviglia, che fungevano da cappellani. Negli anni seguenti altri Mercedari accompagnarono le truppe spagnole dirette in America. 

Questi primi religiosi, una volta giunti a destinazione, e seguendo l'avanzare degli occupanti, iniziavano anche l'evangelizzazione degli indigeni nei luoghi dove si fermavano.

In seguito alla spedizione di un gruppo di religiosi nel 1514 si fondò il primo convento mercedario in Santo Domingo, che fu il punto di arrivo e il centro di espansione missionaria verso altre regioni del continente americano per molti Mercedari che portarono in molti luoghi dell'America Latina la fede cristiana e la devozione a Maria della Mercede.

Come metodo di evangelizzazione i religiosi anzitutto cercavano di imparare la lingua dei nuovi popoli e di conoscere il loro modo di vivere; poi presentavano alle persone che andavano a trovare nei luoghi delle loro residenze, le verità della fede cristiana attraverso la croce e i catechismi che scrivevano; infine organizzavano i nuovi cristiani per la celebrazione dei divini misteri.

I Mercedari presero anche la difesa dei popoli nativi contro gli abusi dei conquistatori spagnoli, denunciando i loro soprusi alle competenti autorità. L'espansione dei Mercedari in America, nonostante tutte le difficoltà facilmente immaginabili, fu abbastanza rapida in tutta la parte centrale e meridionale di quel continente, seguendo le avanzate dei vari conquistatori spagnoli.

Dopo Santo Domingo furono queste le principali tappe della diffusione dell'Ordine: Messico (1516), Panama (1522), Costa Rica e Venezuela (1535), Equador (1534), Perù e Bolivia (1532), Argentina (1536), Cile (1562).

L'Ordine di S. Maria della Mercede nasce per la passione di un giovane che si lascia toccare dalla grazia divina: Pietro Nolasco. È il 1218 quando inizia questa avventura di libertà che tocca punte di eroismo con i suoi 1500 religiosi martiri, con le migliaia di schiavi redenti, con le diverse opere di liberazione...

Siamo un Ordine religioso profondamente inserito nella vita della Chiesa che opera soprattutto là dove è necessario portare la liberazione redentrice del Vangelo, dove l'uomo viene sfruttato e oppresso, dove la sua fede e la sua dignità di persona sono in pericolo. Il nostro Ordine è composto di sacerdoti e di fratelli cooperatori che vivono la stessa vita religiosa. Dopo quasi otto secoli di storia il vento dello Spirito continua a soffiare sulle vele della nave mercedaria per condurla a nuove traversate e nuovi orizzonti di liberazione.

Il nostro motto è:
LIBERI PER LIBERARE

Il nostro progetto:
liberare l'uomo di ogni tempo dalle schiavitù,
specialmente quelle pericolose per la fede cristiana

Il sito dell'Ordine Mercedario:

www.mercede.org

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