La
prodigiosa fioritura del Biancospino
Un
evento che accomuna Gualdo Tadino e Bra
di
Tullia Rizzotti
A
Gualdo Tadino si rinnova in occasione della festività del Beato
Angelo la prodigiosa fioritura del biancospino in Gennaio: il
pruno di Gualdo Tadino ha un "gemello" a Bra in
Piemonte, dove si registra un fenomeno analogo, ma con una
storia tutta sua che nulla toglie alla preziosità di quella del
Beato Angelo. A Bra la misteriosa fioritura invernale del pruno
è mancata solo la vigilia della prima e della seconda guerra
mondiale
Ne
parliamo in questo articolo, auspicando che riprenda l'iter del
"gemellaggio", iniziato anni fa!
Anche
a Bra fiorisce il pruno
Inspiegabile
per la scienza il fenomeno è memoria di un'apparizione mariana
del 1336.
Il
gelo fa crocchiare sotto i piedi le foglie brinate ma al di là
del muro bianco, oltre le aperture ovali protette di gracili
inferiate, esplode una primavera senza tempo.
Il
pruneto racchiuso nel giardino del Santuario della Madonna dei
Fiori, a Bra in provincia di Cuneo, è fiorito ancora una volta
per la Festa dell'Immacolata. E' in anticipo, quest'anno: già
il 3 dicembre il mistero rimasto inspiegabile a generazioni di
studiosi, ha sfiorato i rami addormentati, riportandoli alla
vita. La fioritura continua anche in questi giorni. I Braidesi
chiamano affettuosamente il loro pruneto "roveto in
fiore": vedono nelle aspre spine, in fiore fuori stagione e
senza intervento umano, una assonanza con il roveto di Mosé,
ardente nel fuoco senza consumarsi, scelto dalla liturgia per
indicare la verginale maternità di Maria. E davvero,
inoltrandosi nel giardino sottratto alle leggi del tempo e della
natura, risuonano alla mente le parole udite da Mosé: "Togliti
i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una
terra santa!" Il prodigio nasce da un
fattaccio di tempi lontani; come scenario la selva di pruni ai
piedi dell'abitato di Bra, detta " Selva della
Madonna", nel punto in cui due viottoli di campagna si
congiungono presso un pilone dedicato alla Natività di Maria.
Il pilone è una meta abituale di pellegrinaggio per tutte le
mamme in attesa della zona.
Una
storia del 1300
Narrano
le antiche cronache che correva la sera del 29 dicembre 1336
quando una giovane sposa prossima al parto, Egidia Mathis, venne
sorpresa in preghiera ed aggredita da due soldati di ventura. C'è
spazio solo per un disperato abbarbicarsi al pilone e per un
grido lanciato con fede immensa: "Maria!". Dal folto
del bosco emerge una "dignitosa matrona". Emana una
luce tale da far fuggire precipitosamente i malintenzionati. Ma
Egidia è caduta a terra, in preda alle doglie del parto
anticipato dallo spavento. Nella neve la sconosciuta
"provvide abbondantemente ai bisogni dell'accellerato parto
e, continuando la pietosa opera, fu tutta intenta a provvedere i
lini opportuni al neonato ed a ristorare la madre". Poi,
così come era apparsa, sparì, senza lasciare ad Egidia nemmeno
il tempo di ringraziarla e di chiederle il nome.
"Confortata da inusitato vigore" Egidia poté correre
verso casa con il neonato in braccio e tornare subito dopo al
pilone con i parenti. Della salvatrice non c'è traccia: sotto
il chiaro di luna "la rigida selva" appare però
"mutata in fiorente giardino", con "candidissimi
fiori sorti sugli inariditi gambi". Dalla "firma"
straordinaria si risale al nome: nasce così la devozione locale
alla Madonna dei Fiori. "Chiuso il terreno dei meravigliosi
cespugli con cinto di muro, sull'angolo che sporge sulla
pubblica via fu anche esposto in convenevole nicchio il dipinto
di Maria, Vergine col fatto dell'Apparizione". Nel 1626 sul
luogo sorge il Santuario Vecchio ed accanto, nel 1933, il
Santuario Nuovo.
La
fioritura
La
fioritura fuori stagione si ripete nei secoli con puntualità
impeccabile tanto che, nel tempo, si finisce col dare più
importanza al segno piuttosto che alla causa dell'Apparizione.
In realtà la Madonna non si è manifestata per far fiorire un
pruneto, ma per salvare una vita nascente. Quanto bisognerebbe
riflettere, oggi, su questo concetto! La
fioritura di fine dicembre è spesso anticipata da un'altra,
altrettanto puntuale, per la Festa dell'Immacolata. La festività
era celebrata nei secoli molto prima della promulgazione
ufficiale del dogma, perché molto cara alla fede popolare. La
cronaca Braidense segnala solo tre defezioni: gli inverni del
1914 e del 1939, vigilie della prima e della seconda guerra
mondiale. La mancata fioritura si sarebbe rilevata, tramite gli
avvenimenti successivi, funesto presagio e severo monito. La
fioritura mancò, per la prima volta dopo cinque secoli, anche
nel 1877: in dicembre era entrato in agonia Pio IX, il Papa che
promulgò il dogma dell'Immacolata Concezione. I primi fiori
invernali apparvero all'improvviso solo il 20 febbraio 1878,
giorno di elezione di Papa Leone XIII. Il nuovo Pontefice si
sarebbe rilevato un fervido apostolo del culto Mariano e del
Santo Rosario. Con le sue date di fioritura e di mancata
fioritura il mistero che governa impercettibilmente il pruneto
sembra voler lanciare precisi messaggi: dopo quello della Vita,
quello della Pace. Una fioritura estemporanea coincise
stranamente con la caduta del muro di Berlino, nel novembre
1989. Il Rettore del Santuario, Don Michele Germanetto, ricorda
con quanta trepidazione era attesa la fioritura, che poi si
verificò, ai tempi della guerra del Golfo. Anche oggi i venti
di guerra sembrano non aver sfiorato gli inspiegabili fiori, né
più né meno dei venti invernali. E' un sogno di speranza verso
una pace possibile nei giorni bui che stiamo vivendo, un
rimandare all'Essenziale, là dove nasce la vera Pace. Precarietà,
superstizione e vuoto di Fede spingono ad una ricerca sempre più
frenetica di sicurezza tramite segni fasulli; paradossalmente, i
Segni autentici sono poco noti e cercati. Fiorirà anche il 29
dicembre il "roveto" di Bra? Verrebbe da dire: se ce
lo meritiamo. Molti sono all'opera per la pace e la Fede. Pure
la scienza è sempre all'opera per trovare al prodigio di Bra
una spiegazione finora sfuggente: anche perché il pruno sembra
fare di tutto per mostrarsi bizzarro. Normalmente i pruni
spinosi fioriscono in primavera, per non più di 15 giorni:
anche il singolare giardino del Santuario fiorisce normalmente
in marzo - aprile. Solo i fiori primaverili sviluppano frutti;
la fioritura invernale, quindi, oltre che impossibile per la
normale fisiologia del pruno, è dispendiosa ed inutile. Ma il
pruno non ci fa caso: nella sua storia, ha dato ben altri
esempio di prodigalità, legati alla vita della Chiesa.
Il
pruno della pace
Nell'inverno
1898-1899 la fioritura si protrasse per 3 mesi, in coincidenza
con l'Ostensione a Torino della Sacra Sindone. In
quell'occasione fu scattata dall'avvocato Secondo Pia la famosa
fotografia che mostra sul negativo il Volto impressionante su
cui tanto ancora si discute. La prima Ostensione televisiva
della Sindone, in 23 novembre 1973, è accompagnata da una
fioritura proseguita fino al marzo '74. L'inverno seguente,
1974-1975, vede anch'esso una fioritura ininterrotta di 5 mesi:
il Santuario è stato indicato tra quelli in cui è possibile
acquistare il Giubileo. Così ancora per l'Anno Santo della
Redenzione (inverno 1983-1984) e per l'Anno Mariano (inverno
1987-1988). L'inverno dell'Anno Giubilare appena concluso non ha
fatto eccezione, anche se i fiori, comparsi da novembre a marzo,
non sono stati abbondantissimi. Un evento riguarda i particolare
i Milanesi. La capacità di fiorire in inverno è conservata
dalle piante trasportate altrove, purché provenienti dal
pruneto del Santuario. Il cardinale Schuster, Arcivescovo di
Milano, ricevette in dono un arbusto dal Direttore della Pia
Società di S. Paolo di Alba per il giardino dell'Arcivescovado.
Qui, presso piazza Fontana, il pruno fiorì ogni anno a
dicembre.
Nell'Anno
Santo 1950 fiorì tutti i mesi, un ramo dopo l'altro. Quando il
successore, cardinal Montini, fece asfaltare il piccolo
giardino, la pianta fu portata al Santuario Madonna del Bosco di
Imbersago, tanto caro al cardinale Schuster. Negli anni se ne è
però persa traccia. L'attuale rettore, don Ambrogio Colnago,
indica invece una vetusta pianta di rose accanto ad una statua
della Vergine, in fiore per tutto l'anno in modo alquanto
innaturale. Neppure l'instancabile "Old Blush China",
dalla rifiorenza spettacolare, è capace di tanto! In questi
giorni, a Imbersago, il rosaio è fiorito. Studi scientifici
sulla fioritura impossibile di Bra sono stati compiuti fin dal
1700 presso l'Orto Botanico dall'Università di Torino. Nel 1882
il professor Giuseppe Lanvini dichiarava che "il fenomeno
trascende le leggi fisiche e biologiche", confermando lo
stesso parere emerso nel 1817 da Lorenzo Roberto, chimico ed
agronomo di Alba. Il responso resta immutato nel '900 da parte
di svariati ricercatori, malgrado la scienza compia continui
progressi.
Nel
1974 Franco Montacchini, in seguito Direttore dell'Orto
Botanico, diagnostica. "La pianta ha perduto il normale
termoperiodismo, cioè l'induzione delle gemme da fiore,
determinata di solito dal periodo di freddo invernale e dal
successivo rialzo termico in primavera. Bisognerebbe stabilirne
la causa". Uno dei più famosi botanici italiani, il
professor Augusto Béguinot, dopo accurate comparazioni delle
analisi chimiche compiute su pruni ordinari e sul pruno
straordinario (risultate identiche) esclude che la fioritura di
dicembre sia dovuto "ad una qualità specifica che si possa
chimicamente constatare". Con umiltà conclude: "Come
scienziato non conosco e non uso la parola miracolo, ma appunto
come scienziato debbo dire che le leggi naturali che intessano
la vita dei pruni spinosi non sono sufficienti a spiegare lo
straordinario fenomeno della fioritura. Agisce dunque su questa
pianta una forza che debbo dire di non conoscere e di non poter
trovare. La chiamino forza extranaturale o soprannaturale io
come scienziato mi fermo dinanzi al fatto e dico: non so".
L'impatto con il mistero è sempre sconvolgente. Tra i
visitatori celebri don Michele Germanetto ricorda, con un guizzo
divertito negli occhi, Vittorio Sgarbi, portato da gente del
posto a vedere l'incredibile qualche inverno fa.
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