Personaggi
del Comune di Corato
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Luisa
Piccareta nacque a Corato (Ba) Italia il 23 Aprile 1865.
Battezzata nella Chiesa Madre e nella stessa ricevette la
prima Comunione e la Cresima (1874).
A 11 anni figlia di Maria e in seguito Terziaria Domenicana.
Vittima fin dall'età di 16 anni.
Titolo di studio 1° elementare.
28 Febbraio 1899: per obbedienza al Padre Spirituale inizia
il suo diario.
Nel 1926 scrive "Memorie d'infanzia" per
ordine del suo direttore spirituale e Censore degli Scritti
il Beato Annibale M. Di Francia.
La stanzetta come la cappella. Il letto come Croce. Il
"Fiat" come motto.
Il parlare breve e saggio, il suo esempio luminoso e il suo
corpo crocifisso con le stimmate invisibili, ne fecero di
lei una vittima per circa settant'anni di letto, ma esente
da mali fisici e come nutrimento l'Eucarestia per quasi
tutta la sua vita.
Luisa, "la Piccola Figlia della Divina Volontà",
scelta da Dio per la missione del "FIAT VOLUNTAS TUA
come in Cielo così in terra", lascia la terra per il
Cielo il 4 Marzo 1947.
Il 20 Novembre 1994 nella Chiesa Madre in Corato, Mons.
Carmelo Cassati, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie,
ottenuto il "non obstare" da parte della S.Sede,
in data 28 Marzo 1994, da inizio al processo di
Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio Luisa Piccareta, laica, Terziaria Domenicana. Con la presenza dei
membri del Tribunale Ecclesiastico, con L'Arcivescovo in
qualità di Presidente del Tribunale, con fedeli di varie
parti del mondo e con grande partecipazione di popolo è
iniziato il cammino di Luisa verso gli onori dell'Altare. |
Una Vita più
Celeste che Terrena
Testimonianza
del Beato Annibale Di Francia su Luisa Piccarreta
"…Essa
vuole vivere solitaria, nascosta ed incognita. Per nessun patto al
mondo avrebbe posto in scritto le intime e prolungate comunicazioni
con Gesu’ adorabile, dalla più tenera età fino ad oggi, e che
seguitano ancora chi sa fino a quando, se Nostro Signore stesso non
l’avesse ripetutamente obbligata, sia personalmente, sia per mezzo
della santa ubbidienza dei suoi Direttori, alla quale si arrende con
grande fortezza e generosità, perché il concetto che essa ha della
santa obbedienza le farebbe rifiutare anche un ingresso in Paradiso,
come effettivamente avvenne…"
"La
sostanza e’ quest’anima e’ in una lotta tremenda tra un
prepotente amore al nascondimento e l’inesorabile impero
dell’Obbedienza, a cui assolutamente deve cedere. E l’Obbedienza
vince sempre! E questo costituisce uno dei più importanti caratteri
di uno spirito vero, di una virtù solida e provata, poiché si
tratta di una quarantina di anni, in cui con la più forte violenza
contro sé stessa si sottopone alla gran Signora Ubbidienza che la
domina!"
"Quest’anima
solitaria è una vergine purissima, tutta di Dio, che appare come
oggetto di singolare predilezione del Divin Redentore Gesu’.
Nostro Signore, che di secolo in secolo accresce sempre di più le
meraviglie del suo Amore, pare che di questa vergine, che Egli
chiama la più piccola che abbia trovato sulla terra, destituita di
ogni istruzione, abbia voluto formarne un istrumento adatto per
una missione così sublime, che nessun’altra le si possa
paragonare, cioé il trionfo della Divina Volontà sull’universo
orbe, in conformità con quanto è detto nel Pater Noster:
"Fiat Voluntas Tua, sicut in Coelo et in terra."
"Questa
Vergine del Signore da più di 40 anni, dacché era ancora
adolescente, e’ stata posta a letto come vittima del Divino Amore.
Quello e’ stato letto di una lunga serie di dolori naturali e
soprannaturali e di inebriamenti della Carità eterna del Cuore di
Gesu’. Origine dei dolori, eccedenti ogni ordine di natura, e’
stata quasi continuamente un’alternata privazione di Dio…"
"Ai
patimenti dell’anima si aggiungono anche quelli del corpo, di cui
la massima parte allo stato mistico. Senza che nessun segno appaia
nelle mani, nei piedi e nel costato o sulla fronte, essa riceve da
Nostro Signore stesso una frequente crocifissione. Gesu’ stesso la
stende sopra una croce e le conficca i chiodi. Allora avviene in
essa quello che diceva S. Teresa quando riceveva la ferita dal
Serafino, cioè un sensibilissimo dolore da farla venir meno e nel
tempo stesso un inebriamento di amore."
"Ma
se Gesù così non facesse, sarebbe per quest’anima un patire
spirituale, immensamente più grande, perché come la Serafina del
Carmelo, dice anch’essa: "O patire o morire". Ecco un
altro segno del vero spirito…"
"Dopo
quanto abbiamo accennato della lunga continuata dimora di anni in un
fondo di letto, nella qualità di vittima, con partecipazione di
tanti dolori spirituali e fisici, potrebbe parere che la vista di
tale vergine dovrebbe essere qualche cosa di affliggente, come il
vedere una persona giacente con tutti i segni di patiti dolori o di
attuali sofferenze e simili."
"Eppure
qui sta qualche cosa di ammirabile. Questa Sposa di Gesu’, che la
notte la passa nelle estasi dolorose e nei patimenti di ogni genere,
la si vede poi nella giornata mezzo seduta in letto, lavorare di ago
e di spillo; e non traspare affatto che la notte abbia tanto
sofferto; nulla, nulla di aria sovrannaturale. Invece la si vede in
tutto aspetto di una persona sana, lieta, gioviale. Parla, discorre,
occorrendo ride, accoglie però poche amiche."
"Talvolta
qualche cuore tribolato le si confida, le domanda preghiere. Ascolta
benignamente, conforta, ma giammai si avanza a fare da profetessa,
giammai una parola che accenni a rivelazioni. Il gran conforto
che essa presenta e’ sempre uno, sempre lo stesso argomento: la
Divina Volontà".
Sebbene
non possegga alcuna umana scienza, pure e’ dotata in abbondanza di
una Sapienza tutta celeste, della Scienza dei Santi. Il suo parlare
illumina e consola. Di sua natura non e’ scarsa d’ingegno. Di
studi quando era piccola, fino alla prima elementare."
"Una
nota del gran distacco di quest’anima da ogni cosa terrena, si
e’ l’aborrimento e la costanza di non accettare qualunque dono o
in denaro o in altro. Più di una volta, persone che hanno letto
"L’Orologio della Passione" – e si e’ svegliato in
loro un senso di sacro affetto per quest’anima solitaria e
sconosciuta – mi hanno scritto di volerle inviare del denaro. Ma
essa si e’ opposta così recisamente come le avessero fatto
un’offesa."
"il
suo vivere e’ molto modesto. Essa possiede poco, vive con una
amorevole consanguinea che l’assiste. Il poco che possiede, non
bastando per affitto di casa e pel mantenimento indispensabile in
questi tristi tempi di caro vivere, essa lavora tranquillamente,
come innanzi abbiamo detto, e trae qualche guadagno dal suo lavoro,
e del tutto deve fruire specialmente la sua amorevole consanguinea,
poiché in quanto ad essa non ha da fare spese per un vestito o per
calzature; il suo cibarsi e’ di poche once al giorno, quale le
viene presentato dall’assistente, perché essa non ordina di più
e per di più, dopo qualche ora che ha preso lo scarso cibo, lo
rimette. Però il suo aspetto non e’ di una morente, ma neanche di
una persona perfettamente sana. Eppure non sta inerte, ma consuma le
forze, sia con le sovrumane vicende del patire e dell’affaticarsi
la notte, sia con il lavoro di giorno. Il suo vivere si riduce
quindi quasi ad un miracolo perenne."
"Al
suo gran distacco da ogni guadagno che non procacci con le sue mani,
si deve aggiungere la sua fermezza di non avere mai voluto accettare
un tanto, che di diritto le apparterrebbe come proprietà letteraria
sull’edizione e vendita dell’Orologio della Passione. Pressata
da me a non rifiutarlo, ha risposto: "Io non ho nessun diritto,
perché il lavoro non e’ mio, ma e’ di Dio."
"Io
non passo avanti. La vita e’ più celeste che terrena di questa
vergine Sposa di Gesu’, che vuol passare nel mondo ignorata e
sconosciuta, non cercando che Gesu’ solo e la sua SS. Madre, che
essa chiama la Mamma, la quale ha preso di quest’anima eletta una
particolare protezione."
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