Apparizione di Forno Alpi Graie

(Groscavallo - TO)

Altitudine: 1340 m
Accesso:

A piedi da Forno Alpi Graie: 20 minuti di cammino (percorso alternativo per disabili).

STORIA DEL SANTUARIO

I viaggiatori che nel secolo scorso visitavano questo santuario erano profondamente colpiti dalla naturale sacralità del luogo: la chiesa sorge infatti alla base di altissime e incombenti rupi, circondata da secolari alberi risparmiati dalla scure dei montanari proprio in segno di rispetto. Da qui si intravede l'apertura del Vallone di Sea, il più selvaggio delle Valli di Lanzo: nessuna strada, nessuna abitazione, solo altissime pareti di roccia strapiombanti fino al grande ghiacciaio della Ciamarella e al Col di Sea, il valico che conduce in Savoia. Uno splendido paesaggio naturale impreziosito dalla sobria ma elegante facciata del santuario, meta nei secoli scorsi di numerosi pellegrini provenienti anche dalla Savoia, spesso a piedi nudi: trascorrevano la notte ammassati nel porticato che circonda la chiesa, in attesa della messa celebrata il giorno successivo. Oggi è divenuto anche centro culturale di rilievo, poiché raccoglie una collezione di testimonianze della religiosità delle Valli di Lanzo: un museo ricco di suggestioni e di immagini che permettono di scoprire un aspetto poco noto eppure fondamentale della cultura locale.

Il santuario venne eretto nel 1630 su resti di un pilone votivo: in origine si trattò di una piccola cappella (recentemente ne sono stati ritrovati i resti), ma gli ampliamenti e gli abbellimenti si susseguirono sino al prezioso intervento dei maestri architetti luganesi Brilli e Gagliardi.
L'edificio attuale, risalente al 1750-1770, presenta una facciata intonacata di bianco, opera di Luigi Baretta, suddivisa orizzontalmente da un cornicione e sormontata da un frontone semicircolare su cui è stata dipinta la data 1754; alcune modanature la suddividono verticalmente in tre ordini, mentre ai lati della porta e delle finestre vi sono delle nicchie.
Internamente presenta numerosi elementi di interesse artistico: particolarmente degno di nota è l'altare maggiore in noce d'India e intarsiato in avorio, opera attribuita a Luigi Prinotto.
Di notevole pregio il reliquiario barocco contenente i quadri miracolosi che diedero origine all'edificazione del santuario. Sulle pareti sono conservati circa cento ex-voto, alcuni dei quali autentici capolavori.
Il santuario è inoltre famoso per i 444 gradini della gradinata di accesso e per il simulacro della Madonna Nera: l'attuale statua è opera di uno scultore di Ortisei, Raimondo Santifaller e sostituisce quella originale rubata nel 1977.

Storia dell'apparizione

L'origine del primo pilone è frutto di un prodigio di cui fu protagonista Pietro Garino, originario di Groscavallo ma residente a Torino, che nel 1629 si recò sul Rocciamelone.
Qui rinvenne due ex-voto in pessimo stato e decise di portarli con sé e di farli restaurare, in attesa di riposizionarli sul luogo del ritrovamento. I due quadretti raffiguravano uno la Madonna di Loreto e l'altro san Carlo Borromeo. Nel 1630 fu costretto a tornare a Groscavallo a causa della peste e recò con sé i due quadretti: li sistemò per sicurezza in una cassa ma, recandosi all'imbocco del Vallone di Sea per procurare cibo al bestiame, li trovò improvvisamente appesi ai rami di un albero. L'uomo si rivolse in preghiera a Maria, chiedendole il motivo di quella inspiegabile presenza.

La Madonna allora gli apparve, dicendogli che si presentasse ai sacerdoti del luogo, affinché "zelassero con più ardore la vita cristiana nel popolo", in modo da ottenere la cessazione della peste che stava in quel periodo infierendo in Valsusa. I due quadretti, racchiusi in preziosi reliquiari, furono collocati in una cappella subito costruita sul luogo della visione.

Ricorrenze

Il santuario è aperto da luglio a settembre; vi si celebrano annualmente le ricorrenze dell'Assunta (15 agosto), della Natività di Maria (8 settembre) e dell'Apparizione della Madonna (30 settembre).

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