I
messinesi hanno sempre avuto una devozione particolare verso la
Madonna.
Durante
i vespri siciliani, che videro i messinesi particolarmente
protagonisti, Messina era sotto l’ assedio dei francesi
comandati dal viceré Carlo D’ Angiò, il quale era certo che la
città stretta nella morsa della fame e della carestia dovesse
capitolare da un momento all’ altro. Ma con il passare del tempo,
vedendo che la città stoicamente resisteva, decise di passare
decisamente alle manieri forti. Il 6 agosto 1282, i francesi
tentarono di espugnare la fortezza di San Salvatore ma dei giovani
valorosi preposti alla difesa delle mura respinsero eroicamente
l’ attacco causando gravissime perdite tra i soldati francesi.
Il popolo messinese sapeva benissimo che il nemico era forte e
meglio organizzato, quindi oltre che nelle forze delle loro armi
si affidava soprattutto alla preghiera, chiedendo aiuto alla Santa
Vergine (ancora oggi nelle preghiere dei messinesi ricorre spesso
la frase “OH DELLA LETTERA MADRE REGINA SALVA MESSINA, SALVA
MESSINA”).
L’
8 agosto si scatenò su Messina un violentissimo temporale, acqua
e grandine cadevano a più non posso, gli uomini e le donne si
rifugiarono nelle proprie case, lasciando così le mura della città
indifese, il nemico ne approfittò subito avvicinandosi al colle
della capperina sferrando un durissimo attacco. Il comandante
delle Truppe messinesi, Alaimo Leontini, accortosi in tempo del
pericolo, diede l’allarme e a costo di numerosissime vittime il
pericolo fu allontanato. Ma i messinesi erano ormai allo strenuo
delle forze, visto che le vittime erano numerose e i viveri
scarseggiavano. I francesi lo sapevano bene e quella notte stessa
ritentarono l'attacco, ma c’erano di guardia due donne Dina e
Clarenza (le cui statue sono riprodotte in movimento nel campanile
del duomo) e mentre Dina lanciava sassi contro le milizie
francesi, Clarenza andava in città a suonare le campane in segno
di allarme.
La
battaglia fu durissima ma i messinesi non furono da soli a
combattere, durante
la lotta fece apparizione una maestosa dama bianca della quale i
francesi non potevano sostenere lo sguardo, fu vista
nei punti nevralgici della battaglia a stendere dei veli bianchi
sulle mura che diventavano inattaccabili, e da arcieri invisibili
partivano frecce che colpivano le truppe di Carlo D’ Angiò che
presi dalla paura batterono in ritirata.
Quella misteriosa dama bianca che lanciava dardi e difendeva le
mura con i veli bianchi, altro non era che la Madonna, che
invocata, era corsa in aiuto al suo popolo. La
Dama Bianca fece la sua seconda apparizione il 21 novembre del
1301, anche stavolta difese le mura di Messina, e poté essere
vista da tutti perché era pieno giorno, un soldato francese
scagliò contro di Lei una freccia ma il dardo tornò indietro
colpendolo in un occhio.
Dopo
questa nuova apparizione i francesi impauriti, tolsero l’
assedio e abbandonarono la città. Il colle della capperina è da
sempre stato un luogo sacro per i messinesi.
Una
notte un umile frate di nome Nicola, sogno la Madonna che gli
disse di andare il giorno dopo dal senato messinese, e comunicare
loro, che la Madonna voleva un tempio su quel colle, dedicato a
Lei con il nome di SANTA MARIA DELL’ALTO.
Il frate la mattina dopo, pensò che fosse tutto frutto della sua
immaginazione, e non credendo che la madre di nostro Signore Gesù
Cristo si potesse rivolgere a un povero frate sconosciuto non ci
pensò più. La
notte successiva, la Vergine riapparve in sogno a fra' Nicola,
rimproverandolo per la disubbidienza. Il frate allora le chiese
come poteva lui misero farsi ascoltare dal senato. La Madonna gli
disse di non disperare e che il giorno dopo a mezzogiorno una
colomba bianca avrebbe delineato sul colle il sito e l’area
dove doveva sorgere la chiesa.
Così
fu, alle ore 12 del giorno 12 giugno 1294, il colle brulicava di
persone e di notabili messinesi, fece l'apparizione una colomba
bianca che delimitò l’aerea (vicenda questa che è
rappresentata con statue in movimento nel campanile del duomo). Fra' Nicola si recò quindi al vicino castello MataGrifone a
trovare la regina Costanza alla quale espose i fatti, vi era
presente una dama di corte la quale prendendo in giro il frate
consigliò alla regina di scacciarlo via.
All’
improvviso la malvagia cortigiana fu presa da una paralisi al
braccio, e da lancinanti dolori in tutto il corpo. Il frate le
consigliò di chiedere perdono alla Madonna, lei ubbidì e i
dolori andarono via.
La regina Costanza, rimasta scossa dall’accaduto, promise il
proprio aiuto, anzi fu proprio lei a posare la prima pietra, nel
1295 la chiesa era già innalzata.
Nel
1300 un nuovo prodigioso fatto si aggiunse agli altri rendendo
ancor di più il Santuario meta di pellegrinaggi. Giunse infatti
all’ epoca nel porto di Messina una nave proveniente dall’
oriente, tra le altre cose portava a bordo un quadro della Madonna
oggetto di culto da parte dei marinai della nave. Il padrone della
nave volendo donare il quadro al popolo messinese decise di
donarlo al vescovo di Messina in modo che fosse esposto nella
cattedrale.
Il quadro nel momento in cui stava per essere trasportato nel
duomo divenne pesantissimo, il vescovo intuendo che la volontà
della Vergine erano altre decise di lasciarlo sulla nave.
Avvenne
però che una sera, mentre un marinaio pregava davanti al quadro
vide in visione una Dama Bianca, che gli disse di far sapere al
vescovo che desiderava che il dipinto fosse trasportato nella
chiesa a Lei dedicata.
Così avvenne che il quadro (ridiventato leggero) fu portato in
solenne processione, con tutto il popolo e le autorità cittadine
presenti, nel SANTUARIO
DI SANTA MARIA DELL’ALTO.
Il
Santuario ebbe tra i suoi devoti che davanti ad esso
s’inginocchiarono, oltre alla regina Costanza, il re Ferdinando,
la regina Maria Cristina di Savoia, il re Vittorio Emanuele e il
papa Giovanni Paolo II. Ed è ancora luogo di culto fondamentale
per i messinesi e meta di molti pellegrinaggi.
Nino
Puleo - www.confraternitasscrocifisso.it
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