Apparizione
di Monte Fasce
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Il 3 febbraio 1962 la
Vergine apparve al benedettino padre Bonaventura (1902-1987), al secolo
Renato Raschi e a Giliana Faglia. Padre Bonaventura era entrato in
seminario da adulto, dopo che il 9 febbraio 1921 il Crocifisso della
chiesa di san Giuliano in Genova-Quarto all'improvviso si animò,
parlandogli e dicendogli di seguirlo.
I due veggenti si erano
incontrati grazie a padre Pio da Pietrelcina, ed ebbero la prima
apparizione congiuntamente il 3 febbraio 1962, mentre stavano pregando
nella piccola cappella dedicata alla Madonna di Fatima, che padre
Bonaventura aveva fatto edificare sul monte Fasce. La Madonna apparve loro
tre volte quel giorno. Ella disse al religioso:"Quella è la statua
(indicando l'immagine di "Nostra Signora delle Vittorie" legata
all'apparizione di Cossirano, che si trovava nella camera di Giliana)
della "Misericordia Infinita", che va sul mio altare, prendila.
Tutte le volte che pregherai insieme a questa mia bambina io sarò in
mezzo a voi, mi vedrete, vi parlerò. Figlio mio, devi erigere in due anni
il mio grande santuario, anche se in principio sarà piccolo, al Monte
Borriga, perché altrimenti saranno molto tristi i tempi difficili che
verranno". Nell'apparizione
del 4 febbraio 1962 gli annunciò:"Figlio mio prediletto, io sono
l'Immacolata Concezione, la grande fonte della Misericordia".
Il
1° febbraio 1963 invece si lamentò dell'incredulità umana dicendogli:
"Quante anime ho chiamato da tutte le parti del mondo che mi hanno
voltato le spalle, mi hanno deriso". E, con riferimento al male che
stava dilagando, continuò:"La responsabilità è dei miei ministri;
i miei sacerdoti sono miserabili. Lo so, sono uomini, ma tanto miserabili
da meritare il disprezzo, perché per colpa loro ho perduto tante anime e
il mio dolore è stato così grande da superare il dolore per la
Crocifissione del Mio Signore Gesù". Facendogli poi capire che solo
l'un per cento della popolazione mondiale pregava, soggiunse: "Ora
finalmente sapete il perché del mio grande dolore: il mondo è quasi totalmente lontano da Dio. Voi non credete ai
Miei ministri, la Mia Chiesa
è sfinita". Ai
due veggenti, con Maria, apparve anche Gesù.
Tratto
dal libro "Apparizioni mariane" di M.Gamba, ed.Segno
Dai
Manoscritti di padre Bonaventura
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Padre
Pio da Pietrelcina. Mi pare fosse il 1° febbraio,
oppure il 2, 1946 il mio primo incontro con lui. Tempo
freddissimo, la strada era ghiacciata, giunsi in
corriera e fatti i primi approcci con la gente che aveva
da raccontare la propria gioia della grande confessione
con Padre Pio, entrai in Chiesa, ma v'erano poche
persone a causa del gran freddo e della cattiva strada.
Il superiore mi disse di andare su in coro perché Padre
Pio era lassù a pregare. (in coro) Io salii e vidi il
caro Padre che pregava. Allora mi misi a circa tre,
quattro metri di distanza a pregare anch'io. Io e Padre
Pio non ci eravamo mai visti, ciononostante il Padre Pio
si volse a me e mi disse: "Padre Raschi hai mica
paura di disturbarmi? Ci siamo voluti sempre tanto bene,
ci vogliamo tanto bene, siamo una cosa sola: poi, se
vuoi, ti aiuterò."
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Fra
Cecilio, Cappuccino, ancora vivente, mi mandò a
chiamare da Giliana che si trovava per qualche giorno a
Milano, e da lui in visita, mi partii da Genova e
arrivato da Lui Giliana, mi disse: "Padre Raschi
la Vergine Santa mi ha detto che tu sei la firma della
Madonna."
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Frate
Ave Maria del quale v'è in corso la causa di
beatificazione, era cieco e capo dei romiti di Don
Orione, ebbe elogi e strinse amicizia con Giliana e si
rallegrava che fosse con me a fondare il Santuario e
rivoltosi a Giliana le diceva: "Vedrai in
Paradiso come sarai felice, Giliana, e allora sentirai i
canti degli Angeli."
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La
venerabile Madre Speranza nella mia prima visita mentre
guardava la struttura del Santuario di Collevalenza mi
prese per mano ed io le domandai: "Ma lei è mica
Madre Speranza?" Mi rispose di sì e mi invitò
nella sua saletta di udienza e mi narrò la storia
meravigliosa del S. Crocifisso, poi mi disse: "Lei
deve fare un Santuario alla Madonna" e, al mio
cenno d'interesse, soggiunse e ribadì: "Sì!
L'avverto che avrà tutti nemici: il Cardinale
Arcivescovo, il suo Padre Generale, il suo Padre
Provinciale, il Clero, i suoi Frati e la Curia; io le do
un consiglio, solo per lei: <<Metta la Gerarchia
davanti al fatto compiuto>>."
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Don
Sterpi, confondatore con il Beato Orione lo ebbi come
conforto ed aiuto morale. Mi mandava due volte all'anno
£. 500 con un biglietto dove ripeteva con insistenza
sempre la stessa frase: "Caro Padre Raschi, le
mando questa misera offerta di £. 500. È una povera
cosa, ma è quello che posso. Si faccia coraggio! La sua
è opera veramente di Dio."
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Don
Leopoldo Mandic che ebbi la grande fortuna di averlo
come confessore già da novizio e fu lui a salvarmi.
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La
storia del santuario
dai
manoscritti di padre Bonaventura
La
storia di questo Santuario è unicamente e solo questa.
Il progetto che ebbi nel mio povero cuore era in un piccolo ambiente
che osai chiamarlo "Città dell'Immacolata", mi
vergognai più tardi e non volevo più farlo, ma ormai era fatto, va
beh; progetto; però vi dico candidamente che non ebbi mai il coraggio
di portarlo avanti.
Soltanto quando una rivelazione di quel meraviglioso amico e Padre,
Padre Pio da Pietrelcina, mi inviò la strada che mi aveva promesso e
con una creatura privilegiata, sento dirmi dalla Santissima Vergine: "Tutte
le volte che pregherai con questa Mia Bimba, Io sarò in mezzo a voi,
Mi vedrete, vi parlerò."
E dopo poco tempo, ché la Madonna conosceva molto bene i nomi dei
luoghi, né io li conoscevo "Entro due
anni devi farMi il Santuario sul Monte Borriga, - io dico
"Borriga? Cos'è Borriga? Monte Borriga?" - più
tardi ti sarebbe molto difficile e forse impossibile, per i tempi
tristi che verranno."
Da allora ebbi talmente coraggio che distruggendo ogni impresa umana,
lasciando ogni visuale terrena, affidandomi unicamente alla Vergine
Benedetta, in mezzo ad indicibili lotte e contrarietà siamo venuti al
dunque.
Questo vi spiega in Nome della Vergine, la sintesi di questa struttura
che non è che una parte poiché la Madonna disse: "A
più tardi la gioia dell'ampliamento."
E questo che per me è un testamento ed è un giuramento ed è la
gioia di dire:
"Non è stata la mia volontà, Mi è stato imposto
dall'Amabilissima e, direi, adorabilissima Madre di Dio:
l'Immacolata".
Il
29 gennaio 1962, per un complesso di ragioni, conobbi la Signorina
Giliana Faglia sordo - parlante e affetta da siringomielia con il
midollo spinale impedito in tre punti nelle sue necessarie funzioni:
un misterioso "virus" al midollo, sconosciuto alla scienza,
la rendeva inferma e sofferente. Il Buon Dio la faceva ricolma di doni
carismatici e di celesti visioni, e presso di lei venni anch'io reso
partecipe di questi carismi, e fu in tali occasioni che ebbi una
colossale certezza della questione sul Monte Borriga (Fasce).
1. Appresi la volontà della Madonna e per la creazione del Santuario
lassù.
2. Compresi, e ne ebbi esplicita conferma, che il desiderio della
Madonna era un ordine perentorio e indimenticabile.
3. Compresi anche che tale lavoro sarebbe stato per me e per Giliana
un terribilissimo Calvario.
Ma
quando il carisma è vero infonde una certezza, una forza, un coraggio
ed una perseveranza mai provati.
DA
QUESTO MOMENTO S'INIZIA LA VERA OPERA A MONTE FASCE.
Nel
settembre del 1964 cominciò realmente i lavori, infatti ho firmato il
"Capitolo d'Appalto" il 15 settembre 1964, e il 22 settembre
1964, in una Apparizione della Madonna nella Cappella Provvisoria,
dalle ore 22.30 alle 23.30 la Vergine Immacolata aveva detto a Giliana
e a me, Padre Raschi:
- "Io sono l'Immacolata Concezione. Cominciano i lavori: prega,
figlio Mio, prega molto."
- "Ora comincia il TUO CALVARIO,
fatti animo. IO TI SARÒ VICINA CON
TUTTA LA MIA TENEREZZA."
- "Non ti turbare, non ti preoccupare, penserò
IO."
- "La Chiesa, il Santuario, anche se è una piccola Cappella, non
importa."
- "Non voglio lusso e ricchezza; ma sia semplice."
Un
sito dedicato a padre Bonaventura Raschi
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