Apparizione
di Poponguine
- Senegal - |
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IN PELLEGRINAGGIO CON I CATTOLICI SENEGALESI…
Domenica 29 febbraio 2004, prima domenica di Quaresima si svolge in Senegal il pellegrinaggio mariano della Diocesi di Thiès. Tema del pellegrinaggio: “CON MARIA, SUL CAMMINO DELLA FEDE VERSO LA SANTITÀ”. Il luogo prescelto è Mont-Rolland un villaggio distante 20 Km dal capoluogo Thiès (300.000 abitanti), una località considerata dalla popolazione “sacra” da sempre, ben prima dell’arrivo degli europei che qui venivano sistematicamente ricacciati. Sino a quando, un secolo fa, si verificò uno storico evento prodigioso: qui, davanti ad uno sciamano locale, cadde dal breviario di un giovane missionario francese un’immagine della Madonna: raccogliendola dalla sabbia, lo sciamano riconobbe nella Madonna la signora da lui stesso incontrata il giorno prima nella campagna circostante… Con lui, si convertì al cristianesimo tutta la gente del villaggio.
All’ingresso di Mont-Rolland, provenendo da Thiès, c’è sulla sinistra una collinetta sulla cui sommità è stata edificata, con pietre ammassate e poste in bella vista, una grotta che ospita la statua della Madonna e, in cima, una stella cometa illuminata di notte. La collina è recintata e fittamente rimboscata con acacie e ombrellifere: non vi è alcuna croce sulla collinetta ed il luogo è da tutti, cristiani e musulmani, rispettato come la casa della Vergine Maria.
Qui, sabato 28 febbraio, il pomeriggio hanno iniziato a confluire centinaia di giovani per una veglia notturna di preghiera. Il mattino seguente, mentre la gente continuava a giungere da ogni dove (in auto, in coloriti minibus collettivi o a piedi), la processione (con la piccola statua della Madonna addobbata a festa e portata a spalle da donne madri) si snoda per oltre un’ora dalla collinetta alla chiesa. Alle 11, in un ampio spiazzo davanti alla chiesa (alcune tende riparano i fedeli da un sole che diventa sempre più infuocato) ha inizio la celebrazione della Messa che durerà un’ora e mezzo. Alcune considerazioni si impongono alla nostra attenzione. Anzitutto: l’età media dei partecipanti (oltre 5.000) al pellegrinaggio è sui 22/25 anni. Giovani cattolici di ambo i sessi, provenienti anche da diocesi diverse da quella di Thiès (in Senegal, i musulmani sunniti rappresentano il 94% della popolazione).
In secondo luogo: l’efficienza dell’organizzazione, affidata a centinaia di giovanissimi scouts, in sinergia con i volontari della Croce Rossa e con i militari la cui presenza è tuttavia discreta, ringraziandoli, al termine della Messa, l’officiante constaterà che “purtroppo, viviamo tempi difficili che impongono la prevenzione di potenziali gesti ostili alla nostra religione”. Gli scouts senegalesi nelle loro belle divise, magliette grigio-perla e jeans sono attivissimi: presidiano la processione, scortano i pellegrini, incanalano la folla sotto le tende, portano sedie ed acqua, vegliano amorevolmente sui pochi anziani presenti (tra cui il sottoscritto)… Mi viene in mente un articolo letto anni fa su “Spiritus”: il movimento scoutistico senegalese diffuso dai missionari francesi e che da sempre ha coinvolto giovani cristiani e musulmani, ha formato e continua a formare intere generazioni di giovani all’amore verso il prossimo e la natura, all’onore, alla solidarietà…
La Messa, poi, ci riserva tre momenti di particolare commozione.
Concelebrata da una ventina di sacerdoti, tutti senegalesi e presieduta in rappresentanza del Vescovo di Thiès attualmente in viaggio in Europa, dal senegalese padre Ange-Marie Niouky abate del monastero benedettino di Keur Moussa, è animata da un coro imponente affiancato a sua volta da suonatori di korà (la splendida chitarra a 21 corde dai suoni inusitati), di balafòn (uno xilofono che come casse di risonanza è dotato di zucche essiccate di varie dimensioni) e di tamburi…
All’inizio della Messa, una coppia di sposi, attorniata dai figli avanza verso l’altare con incedere solenne e lenti movenze. Entrambi indossano autentici costumi tradizionali dei contadini locali: lui è in boubou blu scuro, ai fianchi è cinta una zucca secca ripiena d’acqua, in testa il cappello di paglia a forma di cono; lei è fasciata da un ampio pareo azzurro e in testa reca una cesta di vimini. Giunti ai piedi dell’altare dove i figlioletti si accovacciano per terra, estraggono dalla cesta un messale, a sua volta protetto da un ricco panno. La proclamazione della Parola di Dio, la prima e la seconda lettura è fatta dalla signora con voce solenne, grave, lenta: si sente che sta “comunicando” a tutti un “qualcosa” che è parte della sua, della loro vita…
Il secondo momento di commozione generale coincide con la preghiera per i defunti. Uno dei giovani celebranti con voce rotta dal pianto, invita a pregare per un giovane che si era iscritto all’odierno pellegrinaggio diocesano ma che non è presente: ieri sera infatti questo ventenne cattolico è stato pugnalato ed assassinato dai ladri nel suo lontano villaggio… Accanto a me, una signora singhiozza poi grida che lei vuole pregare anche per i genitori del giovane assassinato, mentre un giovane ad alta voce invita tutti a pregare… per gli assassini! Il gioioso canto di commiato con cui la Messa finisce è assai coinvolgente: all’inizio, esso è cantalenante e ripetitivo, quindi il ritmo si rafforza e diventa travolgente sino a quando molti fedeli danzano all’incalzante ritmare dei tamburi e dei balafòn…
Anche uno dei sacerdoti irresistibilmente balza dalla sedia e si mette a danzare nello spazio antistante l’altare. La gente esplode in un applauso ritmato… poi, il silenzio. L’abate benedettino Ange-Marie prende la parola: “Non dobbiamo scandalizzarci per la danza di incontenibile gioia di questo nostro fratello sacerdote… Anche Re Davide danzava davanti a Dio come un bambino… perché solo i bambini sanno esprimere con semplicità i loro sentimenti…”.
Poi, l’abate chiede all’assemblea due preghiere specifiche: una, per il nuovo convento di suore di clausura appena aperto a Keur Moussa, non lontano dal monastero benedettino funzionante dal 1961; l’altra, per l’abbazia che i monaci di Keur Moussa andranno presto ad aprire… in Guinea Conakry…
Un ultimo prolungato e commosso applauso si eleva da questa assemblea di fedeli, radicati in una terra su cui meno di cento anni fa un’immaginetta della Madonna cadde sulla sabbia ed indicò “il cammino di fede verso la santità”…
Piergiorgio Gilli
Presidente del “Movimento Sviluppo e Pace”
Via Saluzzo 58 – 10125 TORINO
Fonte:
Giornalino "Medjugorje-Torino", luglio/agosto 2004
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