Apparizione
di Quero
(Treviso ,
Veneto) |
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Il 27
settembre 1511 la Vergine apparve a san Girolamo Emiliani, o Miani
(1481-1537), fondatore a Somasca del sodalizio "De' Servi dei
poveri", ovvero della Congregazione dei chierici Somaschi. Il Santo,
capitano dell'esercito veneto, combattendo contro i francesi ed i loro
alleati della lega di Cambrai, fu fatto prigioniero e rinchiuso nella
fortezza di Castelnuovo.
Qui,
convertitosi, ricorse all'aiuto di Maria, promettendole che, se fosse
stato liberato, si sarebbe recato in pellegrinaggio al santuario di Santa
Maria Maggiore in Treviso. Mentre
stava pregando, la Madonna gli apparve, sciogliendolo dai ceppi e dalle
catene e liberandolo dalla grossa palla di marmo che gli avevano appeso al
collo. Maria lo accompagnò fuori dal carcere e scomparve.
Ottenuta
così la liberazione, rispettò il voto, recandosi a Treviso a depositare
ai piedi dell'immagine mariana i ceppi della sua prigionia. Girolamo,
ordinato sacerdote nel 1518, fu catechista emerito e consacrò la sua vita
agli orfani.
Notizie
tratte dal libro: "Apparizioni mariane" di Marino Gamba. Ed.
Segno
San
Girolamo Emiliani
padre
degli orfani |
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Ci
sono infinite strade che portano a Dio, E Dio ha infiniti modi per
incontrare le anime. Talvolta sceglie l'incontro carezzevole e
delicato, talvolta, invece, predilige l'incontro sconvolgente che ha
tutta la potenza di un giallo. I passi di Dio e quelli di Girolamo
Emiliani incrociarono in un carcere buio nel fondo di un castello
lambito dalla corrente del Piave. Qui S.Girolamo era stato fatto
prigioniero nel corso di un'azione militare.
Durante un lungo mese di prigionia ebbe modo di riflettere sulla sua
vita passata e di convertirsi grazie anche all'intervento di Maria,
madre di Gesù, che lo liberò dalle catene materiali e spirituali.
Da quel momento S.Girolamo decise di spendere il resto della sua
vita in modo diverso e più conforme al vangelo di Cristo.
Liberatosi dai beni materiali che come nobile veneziano possedeva,
cominciò a soccorrere poveri, malati e soprattutto bambini orfani
che a causa della carestia e delle pestilenze, vagavano per città e
paesi in cerca d'elemosina.
Dopo anni di ascesi interiore e di fatiche fisiche, morì di peste,
contratta nella cura degli appestati, l'8 febbraio 1537 a Somasca,
un piccolo paese della terra di Bergamo.
I compagni, sacerdoti e laici, che l'avevano seguito in vita,
continuarono le opere intraprese con lo spirito e lo stile trasmesso
dalla testimonianza di S.Girolamo.
Nato
a Venezia da nobile famiglia (1486), dopo aver esercitato la
carriera militare in un momento in cui la sua città si opponeva
alle truppe di Massimiliano I, fino a essere imprigionato nella
difesa di una fortezza, Girolamo Miani (anche Emiliani)fu liberato
per intercessione della Vergine. Pensò agli orfani, e fondò il
primo orfanotrofio retto con concezioni moderne, dove i ragazzi,
oltre che essere accolti o mantenuti, venivano messi in condizione
di apprendere un mestiere e di affrontare la vita.
Morì nella pesta del 1537, con gli occhi e le mani rivolti al
cielo e invocando i nomi di Gesù e di Maria.
Dalle
«Lettere ai suoi confratelli» di san Girolamo Emiliani
Dobbiamo
confidare soltanto nel Signore
Carissimi fratelli in Cristo e figli dell'Ordine dei Servi dei
poveri.
Il vostro povero padre vi saluta e vi esorta a perseverare
nell'amore di Cristo e nella fedele osservanza della legge
cristiana, come vi ho mostrato con le parole e con le opere
quando ero in mezzo a voi, in modo che il Signore sia
glorificato in voi per mezzo mio.
Il nostro fine è Dio, fonte di tutti i beni, e dobbiamo
confidare soltanto in lui e non in altri, come diciamo nella
nostra preghiera. E il nostro misericordioso Signore, volendo
accrescere la vostra fede (senza la quale, come dice
l'evangelista, Cristo non poté operare molti miracoli) ed
esaudire la vostra preghiera, ha stabilito di servirsi di voi
poveri, maltrattati, afflitti, stremati di forze, disprezzati
da tutti e privati della stessa mia presenza corporale, ma non
dello spirito del vostro povero e amatissimo e dolce padre.
Perché vi abbia trattato così, egli solo lo sa; tuttavia
possiamo individuare tre cause. Anzitutto il Signore nostro
benedetto vi avverte che vuole accogliervi tra i suoi figli
diletti, purché perseveriate nelle sue vie: così infatti si
è comportato con i suoi amici e li ha resi santi.
La seconda causa è questa, che desidera vivamente che voi
sempre più confidiate in lui e non in altri, perché, come ho
detto, Dio non compie le sue opere in coloro che rifiutano di
porre soltanto in lui tutta la loro fede e speranza, ma ha
sempre infuso la pienezza della carità in coloro che erano
dotati di grande fede e speranza, e in essi ha compiuto grandi
cose. Perciò se sarete ricchi di fede e di speranza, egli
stesso, che esalta gli umili, farà in voi grandi cose.
Dunque, portando via da voi me e qualunque altro a voi
gradito, vi imporrà di scegliere fra queste due cose: o
allontanarvi dalla fede e ritornare alle cose del mondo, o
rimanere saldi nella fede e così essere approvati da lui.
Ed ecco la terza causa: Dio vi vuole provare come l'oro nel
crogiolo. Infatti le scorie dell'oro sono distrutte dal fuoco,
ma l'oro buono rimane aumenta di valore. Allo stesso modo Dio
si comporta con il servo buono che spera e rimane fermo in lui
nelle tribolazioni. Dio lo solleva e di quelle cose che per
suo amore ha abbandonato, gli darà il centuplo in questo
mondo e la vita eterna nel futuro.
In questo modo egli si è comportato con tutti i santi. Così
fece con il popolo d'Israele dopo quanto aveva sofferto in
Egitto: non solo infatti lo trasse fuori di là con tanti
prodigi e lo nutrì con la manna nel deserto, ma gli concesse
anche la terra promessa.
Se pertanto anche voi sarete costanti nella fede contro le
tentazioni, il Signore vi concederà pace e riposo a tempo
debito in questo mondo, e per sempre nell'altro.
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