Le apparizioni di Schio (vicenza)

Il 25 marzo 1985, Renato Baron si era recato nella chiesetta di San Martino per alcune incombenze, poi si era fermato a pregare inginocchiato in un banco davanti alla statua della Madonna del Rosario, quando all’improvviso «mi sono sentito il corpo morire (è Renato Baron che racconta) e svanire l’anima... Non vedevo più niente intorno a me, non sentivo più niente... La statua della Madonna si mise a parlare, a muoversi, per me era viva. Le vesti parevano muoversi ed Ella sorrideva con occhi bellissimi.

Mi diceva: "Ti aspettavo anche ieri. Da oggi in poi verrai sempre qui, perché devo parlare con te di tante cose e poi... scriverai, ma intanto aspetta. Vieni domani e ti dirò il resto".

Renato, terminata l’apparizione, rimase così sconvolto che scappò via, dimenticando anche di chiudere la porta a chiave. Il giorno dopo ritornò alla chiesetta per chiudere la porta, ma prima si sentì spinto a pregare un poco.

Renato racconta: «Mi inginocchiai davanti alla statua e cominciai a pregare. Feci delle letture e allungavo la preghiera per portare avanti il colloquio con Dio, augurandomi che non avvenisse quello che era successo il giorno prima... per non vedere le medesime cose... insomma avevo paura... invece Maria venne un’altra volta. Mi sentii nuovamente morire, uscire da me lo spirito, mentre la voce ripeteva:

"Sono Io, sono Maria, sono la Madonna, sono Io che ti parlo veramente, prendi sul serio quanto ti dico e d’ora in poi scriverai tutte le mie parole. Ti preparerò. Un giorno parlerai, ma intanto devi aspettare, devi preparare il tuo spirito, perché faremo un cammino di Fede. Ti preparerò degli amici, degli apostoli che amano Maria. Te li manderò Io e farai molta strada con loro, perché noi insieme dovremo convertire tante anime e portale a Gesù".

Quel giorno, quando tornai in me stesso, non fuggii più, ma avevo una grande gioia dentro di me».

Renato andò alla porta del campanile con l’intenzione di suonare la campana, per fare conoscere a tutti quello che gli era successo. Per fortuna la porta del campanile era chiusa e dovette limitarsi a gridare al vento la propria felicità. Poi ritorna verso la porta della chiesetta; non ha il coraggio di entrare, ma dopo si inginocchia sulla soglia: piange di gioia e prega per una buona ora. Oramai non aveva più dubbi: la Madonna veramente gli appariva. Dopo qualche giorno, decise di parlarne alla moglie. Le disse: 

«Rita, ho un peso dentro di me... devo parlare, dirlo a qualcuno, ma non ne ho il coraggio...» La moglie gli rispose: «Da alcuni giorni ti vedo sconvolto. Se hai difficoltà di parlare ad altri, dillo a tua moglie... sono più di vent’anni che viviamo assieme...».

Sollecitato da queste parole, Renato racconta tutto nei minimi particolari, cercando il più possibile di essere obiettivo. Ogni tanto esce in qualche esclamazione di gioia, ma subito cerca di ridimensionarsi. Rita rimane pensosa, non sa se si possono ammettere fatti tanto straordinari, ma d’altra parte conoscendo bene il marito, il suo equilibrio e la sua fede, ammette anche che un’apparizione potrebbe essere possibile. E se invece fosse il demonio che lo inganna? Turbata da simile eventualità, dopo un momento di silenzio, dice:

«Forse ti potresti sbagliare... insomma non è possibile! In quella chiesetta hai fatto tanti lavori, hai anche trovato degli scheletri che hai ricomposto nella cripta... può darsi che qualche spirito si faccia vivo, che ci sia qualche cosa che non va... Se fossi in te, andrei con l’acqua santa e darei una benedizione a quel luogo».

Renato accettò il consiglio della moglie. Andò alla chiesa dei frati con una bottiglietta, la riempì di acqua benedetta, poi si recò davanti alla statua della Madonna in San Martino. Renato racconta così ciò che gli accadde: «Misi l’acqua nell’apposito secchiello, poi mi portai davanti alla statua, reggendo il secchiello. Mi inginocchiai, intinsi la mano nell’acqua, ma come alzai il braccio per benedire, la mano che reggeva il secchiello si aprì, il secchiello cadde e l’apparizione disse: "Sono Io che ti devo benedire. Sono Io che ti benedico. Non temere... sii prudente. Verrà il momento in cui saranno molti coloro che saliranno qui a pregare. Altri non ti crederanno. Sopporta, abbi fede e prega per loro" ».

Il giorno nel quale avvenne questo fatto era il 2 aprile 1985. Renato si convinse nell’intimo che era la Madonna a parlargli. A partire dal giorno dopo, il 3 aprile 1985, la Madonna affida a Renato dei messaggi e lo invita a scriverli per riferirli al mondo.

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