Cronaca degli avvenimenti
"IO SONO LA
MADONNA DEI POVERI"
Banneux nel 1933 era uno
dei paesi più poveri del Belgio, tra la vallata del Vesdre e la
strada provinciale che da Liegi conduce a Spa: una chiesetta con un
sagrato erboso dove giocavano i ragazzi, alcune povere case, un bar,
un negozietto, e più in là qualche fattoria.
In quell'anno il
villaggio sperduto divenne meta di pellegrini, attratti dalla sorgente
miracolosa "La Fange" che guariva gli ammalati. Che cosa era
avvenuto a Banneux nel 1933? Là si era manifestato il segno richiesto
a Dio da tutto il Belgio credente. Verso la fine del 1932 si era
sparsa la voce di un'apparizione della Madonna a cinque fanciulli a
Beauring, a sud della provincia di Namur. Si chiese allora un segno di
conferma con una novena di preghiere. La novena finiva il 16 gennaio
del 1933. Il 15 gennaio, il segno viene dato a Banneux.
Quel giorno, 15 gennaio,
era domenica. A sera, la più grande dei sette figli di Giuliano Becò
vide nel giardinetto della casa una Signora di luce. Giuliano quando
lo seppe sorrise incredulo, beffandosi della fantasia della sua
Marietta: a dodici anni si sogna ad occhi aperti! Operaio
metallurgico, Giuliano si era inasprito sempre più dopo la
disoccupazione che durava da vari mesi. Aveva coperto con un
drappo persino l'unico crocifisso della sua casa che pendeva da
una parete della cucina. Che ci stava a fare, quando non dava
lavoro a un povero padre che aveva moglie e sette figli da
sfamare? Giuliano voleva essere un uomo onesto, ma... che non gli
parlassero di Dio, se non volevano sentirlo bestemmiare! Luisa,
la moglie, lo lasciava ai suoi malumori, anche lei troppo
preoccupata di quei sette bambini a cui non sapeva come
provvedere. Dio (pensava lei) stava in Paradiso e lei doveva
rodersi nell'angustia dei debiti, nei morsi della fame che le
suscitavano pensieri cattivi, sentimenti irosi... E per di più
quell'inverno sembrava regalare solo neve e gelo! -
Marlette non era cattiva - In
quel clima teso e di cupo silenzio, i sette bambini ridevano poco,
sovente litigavano e, quando sognavano, vedevano pagnotte, latte
caldo e focolare fiammeggiante. Marietta, la più grande dei sette
figli, che
aveva capito al volo la situazione e la cui anima vibrava di tutte
le tensioni di papà e mamma, cresceva ombrosa e selvaggia.
Marinava la scuola e al catechismo andava per togliersi di casa,
ma non studiava le lezioni. Minacciata di non essere ammessa alla
prima Comunione, esplodeva la sua pena in una risposta ribelle e
provocatoria: "Non me ne importa niente!". In realtà
non sapeva bene chi fosse Dio: se Dio era come il papà, era
meglio non avvicinarlo troppo... Quella domenica, 15 gennaio, non
era andata neppure a Messa né a catechismo. Eppure
Marietta non era cattiva. Aveva anche lei un segreto, un tesoro,
un qualche cosa di tutto suo a cui si sentiva legata
inconsapevolmente, forse per quel bisogno proprio delle
preadolescenti di avere un motivo, una forza, una gioia intima di
cui vivere. Aveva trovato per strada una vecchia corona del
Rosario e a questa corona aveva legato ciò che di meglio portava
in cuore e che esprimeva ogni tanto con la recita segreta di
qualche Ave Maria. Quella fredda sera del 15 gennaio, la scontrosa
Marietta non si unì ai fratellini che il papà accompagnava a
letto. Lei era la più grande, aveva dodici anni; sapeva fare da sola e poteva
aspettare il fratello di dieci anni non ancora tornato a casa. Si
mise alla finestra della cucina, stizzita per quel ritardo; fuori
c'era una coltre di neve e tanto freddo! Ma ecco che Mamma Luisa
nella stanza accanto si sentì chiamare da Marietta con voce
nuova, con tono affettuoso. Luisa ebbe un brivido: le sembrò che
la sua bimba finalmente si sciogliesse in una espressione d'amore,
per quello sbalzo insolito di voce con cui la chiamava. "Oh,
mamma! C'è una donna nel giardino!". Sì; Marietta vedeva
davanti alla casa, sollevata da terra, una figura luminosa di
giovane donna, immobile, con le mani giunte e la testa reclinata a sinistra, che la
guardava sorridente. Rapita,
soggiogata da quello sguardo dolce e buono, Marietta, come vivesse
finalmente quel segreto sogno di affetto che portava in cuore,
trovò parole per dipingere, più che dire, ciò che vedeva, con
una sicurezza che impressionò la povera mamma. "Vieni e
vedere, mamma, ha un'aureola di luce che come una nube la circonda
e una raggiera attorno al capo. E' la Madonna! Com'è
bella!". Per la mamma, agnostica, si trattava di un fantasma.
Marietta, confusa, guardò nuovamente il piccolo cortile e rivide
la bianca Signora sorridente e circonfusa di luce. Prese allora la
corona del Rosario e cominciò a pregare. Dopo una decina di
minuti la visione mosse le braccia e le fece segno di avvicinarsi.
Marietta si accinse ad uscire, ma la mamma glielo impedì. La
visione allora svanì. -
Per otto volte - Da
quella sera, fino al 2 marzo, Marietta rivide per otto volte la
bellissima Signora. La cosa strana fu che subito la fanciulla
sentì di dover prendere la corona del Rosario e recitare tante
Ave Maria quanti erano i grani. Nessuno aveva mai detto a Marietta
come era composto un Rosario, ma lei cominciò a farlo passare
tre, quattro, fino a sei volte al giorno e ogni grano ebbe la sua
Ave Maria. Con quella corona, l'occhio, il cuore, la mente, tutta
la sua persona si sentiva là, smarrita in quella visione di
gioia. Chi era? Il 18 gennaio Marietta rivide la giovane Signora
ancora nel giardino della casa. Questa volta la visione le fece
cenno di seguirla mentre lei indietreggiava sopra una lucente
nube. Marietta le andò dietro: uscì dal giardino e si trovò
sulla strada. Il padre preoccupato la seguì; Marietta non sentiva
i richiami del padre il quale rimase profondamente colpito. La bellissima Signora la precedette come fa una
mamma quando insegna la strada alla sua bimba. Marietta nel breve
tragitto si sentì per tre volte come piegare da una forza
misteriosa in profonde genuflessioni. La Signora attraversò la
strada e si fermò dove una modesta sorgente formava un piccolo
rivo fangoso. Rivolgendosi alla fanciulla le disse sorridendo:
"Metti
le mani nell'acqua. Questa sorgente è riservata a Me.
Buona sera. Arrivederci". |
Marietta non capì
molto, ma obbedì, felice che la dolce figura di Donna le avesse
detto:"Arrivederci!". Anche la sera del 19, si
inginocchiò di nuovo, piena di fiducia, a pregare e la visione
riapparve. La Signora venne in una scia di luce, come se scendesse
dalle cime degli abeti del bosco che è vicino alla chiesetta, tra
la strada provinciale che da Louveignèe va a Tancremont; bosco
detto "dei poveri" perché là, chi avesse auto bisogno,
poteva tagliare liberamente legna per il suo caminetto. Si fermò
a pochi metri dalla fanciulla. Dichiarò con dolce mestizia:
"Io
sono la Madonna dei poveri.
Questa sorgente è riservata a
Me, per tutte le nazioni.
Per alleviare i malati.
Io
pregherò per te.
Arrivederci".
|
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Marietta, di queste
concise affermazioni, forse capì solo che la Signora era proprio
la Madonna come lei sosteneva; che sarebbe ritornata e che le
voleva certamente bene se pregava per lei! Strano le sembrò il
modo con cui si era qualificata: "dei poveri!"...
La Madonna non dicono che è "del Cielo?" che è Regina
potente e buona? Se poi la sorgente era sua, perché doveva essere
"per tutte le nazioni"? E poi, gli ammalati!...
In quel paese freddo e povero, essi non potevano stare bene... -
"Pregate molto!" - Ci
fu chi annotò parole, fatti, tutto; la folla dei curiosi e dei
devoti che veniva a Banneux crebbe di volta in volta. Si diceva
poi di un altro segno che confermava il carattere preternaturale
di quelle apparizioni. Il parroco del paese, Don Jamin, si era
consigliato con un sacerdote amico sul da farsi e, parlando, aveva
espresso il desiderio che il papà di Marietta si convertisse. La
sera stessa di quel colloquio, papà Becò si presentò al parroco
per confessarsi e il giorno dopo si accostò alla Comunione. Chi
lo aveva spinto a tanto? Il giorno 19, la "Madonna dei
poveri" ritornò ed espresse un desiderio:
"Desidererei
una piccola cappella". |
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Marietta lo disse;
ma per allora, la piccola cappella vivente fu lei che, con il suo
silenzioso atteggiamento e con la recita del Rosario, insegnava
alla folla ad affondare le ginocchia nella neve e a rimanere in
raccolta preghiera. L'11 febbraio, la bella Signora ritornò e
disse semplicemente il perché delle sue visite:
"Io
vengo ad addolcire la sofferenza". |
E poi ancora un
consolante "Arrivederci" per Marietta. Si fece vedere il
15 e il 20 dello stesso mese quasi per confermare quanti credevano
in Lei e stimolare la fede dei dubbiosi. Disse infatti:
"Credete
in Me, io crederò in voi. Pregate molto.
Arrivederci." |
Il 20 ripeté a
Marietta:
"Mia
cara fanciulla, pregate molto! Arrivederci". |
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Sì, Marietta
credeva e il ripetuto invito a "pregare molto" divenne
per lei il suo vivere in attesa, poiché la Signora aveva ancora
detto "Arrivederci". Il 2 marzo venne ancora, ma
fu una visita di commiato; disse più esplicitamente il suo nome e
confermò il suo messaggio:
"Io
sono la Madre del Salvatore, la Madre di Dio! Pregate
molto. Addio". |
Marietta mai aveva
dubitato di Lei: fin dalla sera del 15 gennaio il cuore le aveva
detto che quella Signora di luce era la Madre di Dio e aveva
sentito passare nella sua anima, prima ancora di sentirne
l'invito, il bisogno di pregare. Quel "Pregate molto"
ripetuto tre volte con dolce insistenza, le sembrava normale,
una necessità. Ma che ne pensava la gente, i sacerdoti, il
Vescovo? Se era una fantasia di adolescente o una suggestione
diabolica, sarebbe caduta da sé; se invece... La sorgente in
realtà guariva mali inguaribili; ma specialmente guariva le
anime, molte anime! Il Vescovo di Liegi tuttavia, non si
pronunciò se non nel 1942, nella lettera pastorale del 19 marzo
in cui dava "l'autorizzazione piena e intera di praticare il
culto alla Madonna di Banneux". Nel 1949, lo stesso Vescovo,
mons. Kerìhofs, riconobbe come autentiche "senza
riserve" le otto apparizioni della Santa Vergine a Marietta
Becò. L'8 agosto venne benedetta la prima pietra del santuario
che sorgerà sul luogo delle apparizioni. Da allora, tutte le sere, alle sette, nel piccolo paese una
folla di pellegrini continua la devota preghiera di Marietta. Il
sacerdote inginocchiato all'ingresso della chiesa intona un
Rosario seguito dal popolo. Un secondo Rosario viene recitato in
processione fino alla sorgente, intervallato da tre genuflessioni
là dove le aveva fatte la fanciulla guidata dalla Vergine. Il
terzo è detto al ritorno, alla luce delle fiaccole, punteggiate
da invocazioni e lodi mariane. Marietta
in seguito si sposò ed ebbe diversi figli. -
La scuola della povertà - Banneux
ora è un centro di spiritualità evangelica. La primitiva via
fangosa percorsa dai carri, è diventata una larga strada
asfaltata affiancata da case moderne, da caffé, da negozietti per
la vendita dei "ricordini"; conduce alla chiesa, alla
sorgente, al bosco, alle cappelle. A Banneux la Madonna mantiene
la promessa e "addolcisce la sofferenza" umana
compiendo guarigioni sui corpi malati e nelle anime. Ma non sono i
miracoli la caratteristica di Banneux. Se la Vergine si serve di
essi, è solo per avvalorare la sua vera missione: là la Madre di
Dio si fa evangelizzatrice, maestra, guida, interprete del
Vangelo. Ha bisogno perciò di "scolari",
"poveri" di ragionamenti umani, "poveri" di
sé, "poveri" di pretese... Aveva scelto come sede
Banneux perché era un paese di poveri, di diseredati, di
sfrattati, e tra loro poteva trovare dei semplici... come aveva
trovato Marietta, scontrosa, inconsapevolmente spinta alla
ribellione, ma anima aperta, terra vergine. Ecco: a Lei, bastano
cuori "poveri" per poter far scuola; per questo si fa
chiamare "Madonna dei poveri". Che
cosa insegna Maria Santissima? Il mistero del dolore. Risponde al
"perché" della sofferenza. -
Si diventa poveri - A
Banneux si diventa veri "poveri". La Vergine fa
inginocchiare; fa recitare il Rosario, e con quello, non si sa
come, insegna tante cose fino allora mai pensate, mai capite, mai
amate. Si torna bimbi, e il cuore gode la giocondità di creature
nuove. Ognuno si sente bimbo, teneramente amato da una Madre,
Addolorata, Desolata, Abbandonata anche Lei. Tutta la vita di
Maria e la vita del Suo Figlio Gesù fanno sentire che la
felicità terrena è troppo effimera, e che la Madonna porta
dolcemente a desiderare l'infinita gioia eterna dove il pianto non
avrà più suono e le lacrime diventeranno scintille di luce. Tratto
da un opuscolo redatto dal "Centro dell'Opera Mater Divinae
Gratiae", 10090 Rosta (Torino) |