Cos'è la Creazione?
Dio era, da sempre, nella Sua Perfezione unica e Trina e tutto era in Lui. Inesistente lo spazio e nullo il tempo. Ma Dio era. Era un Padre, un Figlio ed uno Spirito Santo. Egli bastava a sé stesso e nulla gli serviva per poter essere Dio. La Trinità, nel suo santissimo abbraccio d'amore, non aveva bisogno di null'altro per poter essere, per poter esistere. Inesistenti gli spazi: essere dovunque; inesistenti i tempi: essere da sempre e per sempre. Dio non aveva bisogno di null'altro che di sé stesso per essere tale; ma ugualmente, nonostante questa sua indiscutibile certezza, un giorno diede inizio alla Creazione. Perché Dio creò? Perché il Dio Trino, la Perfezione, l'ineffabile Purezza vollero creare? Perché un Dio, l'unico Dio, l'unico Essere Perfetto, potendo essere ed esistere eternamente con la Sua unica essenza volle originare la Creazione? La risposta è una: per amore. L'amore di un Dio bastante a sé stesso, vivente nel fuoco eterno del proprio amore e che dal proprio amore purissimo, in un palpito dello stesso, decide per propria volontà di creare. In una dimensione dove il tempo non esiste, la dimensione spirituale, la dimensione di Dio, dobbiamo comprendere cosa veramente significhi l'assenza del tempo. Nel nostro mondo tutto è regolato, cadenzato, dalla successione del tempo: ore,minuti,secondi. Nel mondo spirituale è come se le lancette di un orologio venissero bloccate e rimanessero così per l'eternità. Per sempre. In una dimensione dove non esiste il tempo, quindi, non possiamo utilizzare le parole "prima" e "dopo", perché le stesse includono implicitamente l'esistenza di una sequenza temporale. Dobbiamo per forza di cose utilizzare il concetto di "esistere" e "non esistere", "presenza" e "mancanza di presenza". Perché questo? Perché Dio era, Essere Infinito nell'infinito, ed era presente. La sua presenza era unica, nel senso che nessun'altro era con Lui. Quando il Suo Eterno amore creò permise un' ulteriore presenza, in quell' infinito, anche di altri spiriti: Dio creò gli spiriti angelici. Ma se nel mondo degli spiriti non esiste il tempo, come abbiamo detto, dobbiamo pensare che essere presenti o non presenti sia la stessa identica cosa? Significa che l'apparire di un qualsiasi essere, nel momento stesso in cui Dio lo crea, equivale, data l'inesistenza del tempo, ad essere sempre stati? Se fossa posta in questi termini, la questione temporale, darebbe origine ad un paradosso. Il paradosso è questo: Dio sappiamo che è eterno e che è sempre stato e che prima di Lui nessuno era perché Egli è il Principio (eterno) di tutto; sappiamo che Dio è l'unico Creatore e quindi nessuno, a parte Lui, può generare. Ma seguendo il discorso del tempo sembrerebbe che, nonostante Dio sia tutto questo, nell'istante in cui il Suo amore creò si trovò dall' eternità in compagnia delle Sue creature. Come se non ci fosse mai stato un Principio in cui vi era, nell'eterna infinità della Sua essenza, solo il Suo Spirito. Questo comprendiamo che non può essere vero, perché qualsiasi cosa Dio abbia creato dall'inizio ad oggi è stata comunque ed in ogni caso una Sua creazione, quindi divenuta presente da uno stato di assenza, di mancanza. Possiamo dire, per non cadere in questa contraddizione, che Dio originò e permise la presenza, con la Sua unica volontà, di ciò che non era ancora presente e che mai sarebbe potuto essere senza di Lui; quindi di tutto ciò che il Suo Pensiero perfetto volle creare. Dio con un pensiero volle e diede la possibilità, sino ad allora negata, all'eternità di contemplare la Creazione. La Creazione di Dio ebbe origine nello Spirito. Dio era e sarà sempre spirito, la Sua volontà creatrice volle riempire l'immenso di altri spiriti: gli angeli. L'amore di Dio creò queste creature spirituali le quali amavano il loro creatore in un abbraccio dove gli uni ricevevano amore dagli altri e viceversa: gli angeli da Dio e Dio dagli angeli. Sappiamo e comprendiamo che Dio per esistere, come abbiamo già detto, non aveva assolutamente bisogno dell'amore degli angeli per sussistere. Dio non aveva e non ha bisogno di nulla per essere ciò che Egli è. Ma proviamo ad immaginare solo per un attimo cosa sia un Amore infinito. Tutti noi abbiamo, almeno una volta nella vita, avuto il cuore traboccante di gioia per un evento piacevole. Magari un istante brevissimo ma la cui intensità, la cui dolcezza, si ritrovano pensando a quell'evento nel nostro animo anche a distanza di anni. Ebbene: Dio è quell'istante di gioia decuplicato, centuplicato all'infinito per sempre e poi per sempre. Amore senza fine. Il solo pensiero di questo nostro istante di amore, umano amore, annega nel nostro nulla perdendosi nelle maestose ed imprendibili, insondabili, eccelse altezze del Creatore. Questo Amore incomprensibile che crea per amore, pur non essendo dipendente dalle Sue creature, ne è affascinato e soggetto proprio per la natura stessa che essi hanno. Tutto ciò che è amore attira l'occhio di Dio. Dio essendo Amore attira ad esso tutto ciò che è amore e, da qual mare infinito di Amore che Egli è, ne travasa ancora di più nelle Sue creature. Oltre le possibilità di contenerne delle creature stesse. Se Dio abbonda, abbonda sicuramente in Amore. Oltre ogni misura. Quindi creò gli angeli e li creò con un pensiero di amore; li creò per ordini e per gradi. Ognuno con le sue caratteristiche peculiari, ognuno con la sua identità perfetta, ognuno con la sua libertà intoccabile. L'Amore aveva generato nell'Amore e questo sentimento eccelso, oltre a generare la vita spirituale, generò anche la libertà della vita spirituale: la perfezione di un atto di Amore perfetto. Quanti angeli creò Dio? Il Suo Infinito Pensiero generò infinite creature. Dagli angeli ai serafini, dai cherubini ai troni, dagli arcangeli ai principati ogni creatura era libera di esistere, di pensare e di amare. La perfezione di Dio, la sua infinita sapienza, avevano voluto creare questi spiriti capaci, limitatamente perché pur sempre creature, di amarLo e da cui erano infinitamente amati. Nulla era l'amore di tutti gli spiriti al confronto di un solo palpito di Dio, eppure Dio li amava tutti, indistintamente, di un amore incommensurabile. Ognuno di essi aveva un nome, il nome con cui Dio li aveva creati dal nulla con la potenza del Suo pensiero che dal nulla crea. Al culmine della scala spirituale, al vertice della perfezione angelica creata, vi era l'angelo a cui Dio aveva dato nome di lucifero. Anche lucifero era libero, libero di agire e di interagire all'interno della creazione. Se Dio non avesse concesso la libertà alle creature non sarebbe stato un atto di amore. Dio non può negare la libertà a nessuna delle sue creature perché il Suo è un Amore che si dona e non un amore possessivo, coercitivo. Dio non è egoista, non potrà mai esserlo. Dio non può negare la Sua stessa natura divina, natura di Amore, che si esprime proprio nella libertà da Lui concessa alle Sue stesse creature. Diversamente non sarebbe più un atto di Amore, sarebbe solo un amore egoistico. Esiste un elemento in tutto il creato che è più forte, spiritualmente parlando, dell'Amore di Dio: la libertà che Dio stesso ha concesso alle creature da Egli create. L'amore e la libertà sono strettamente correlate l'una all'altra, la libertà è la condizione prima dell'amore e ne santifica, rendendola degna del Creatore, l'amore stesso. Così anche lucifero era libero e di questa sua libertà, donata per raggiungere e specchiarsi nel Creatore, ne fece l'uso che lui volle. Anziché avvicinarsi a Dio la libertà di lucifero gli servì per allontanarsene. Completamente libero di poterlo fare perché chi Ama non costringe mai nessuno, altrimenti non amerebbe. Altrimenti sarebbe come colui che non ama, il quale costringe tutti a fare tutto quello che solo egli vuole. lucifero non volle amare. Decise volutamente, senza nessuna costrizione, di non amare. Se avesse amato avrebbe concesso a Dio ciò che ogni creatura deve al Creatore per natura: l'amore stesso; ma lucifero non volle rispondere all'Amore con l'amore perché l'atto sarebbe stato equivalente al prostrarsi. L'orgoglio lo insuperbì, facendogli credere di poter fare a meno di Dio stesso. Lui che era l'angelo più perfetto di tutte le corti angeliche volle sfidare l'Amore di Dio. Il suo orgoglio si trasformò presto in odio perché più si allontanava da Dio e più cresceva in lui la perfetta conoscenza della sua condizione senza Dio. Era Dio il centro di tutto e non lui, era Dio ad aver creato gli angeli e non lui, era Dio che attirava a sé con la libertà di amare e non lui. Lui non poteva attirare con l'amore, perché se ne era allontanato sempre più di propria volontà, ed attirò con l'odio. Utilizzo l'arma a doppio taglio che egli stesso aveva liberamente creato: l'odio che genera altro odio e che allontana sempre più dall'Amore del Padre. lucifero attirò a sé gli angeli corrompendoli con la sua libera presenza; una miriade di spiriti accolse l'odio di lucifero ma altrettanti lo respinsero e si strinsero ulteriormente alla Fiamma dell'Amore Eterno. Dio avrebbe potuto, in un solo istante, sterminare tutti gli angeli ribelli a Lui. Ma non poté farlo perché sarebbe andato contro la sua stessa natura, Dio non rinnega mai sé stesso. Dio tutto può e nulla gli è impossibile. Avrebbe potuto mantenere con sé gli angeli fedeli, come del resto fece, ed annullare dal Pensiero stesso della Creazione gli angeli infedeli. Ma allora che Dio sarebbe stato se dopo aver creato per un atto di Amore, dopo aver concesso la libertà perché la libertà è sorella dell'Amore, avrebbe poi sterminato e distrutto le creature che liberamente gli si opposero? Sarebbe stato un Dio creatore? No. Sarebbe stato un Dio sterminatore. Gli angeli, spiriti purissimi, sono stati creati da Dio per essere e rimanere eterni e non per essere distrutti. Quale Amore immenso può giungere a tanto? Dio nella sua onniscienza aveva visto, nel momento stesso della creazione angelica, che la libertà da Lui stesso donata alle Sue creature avrebbe potuto generare un distaccamento delle creature da Lui. Gli spiriti angelici erano liberi e Dio, nonostante sapesse tutto e tutto conoscesse, non negò alle creature la loro libertà. Non gliela negò mai, in nessun tempo ed in nessun luogo Dio lo farà mai. Dio Ama a tal punto da non modificare di un solo atomo i Suoi progetti pur di essere sempre quello che Egli è. Anche contro sé stesso. Un Dio che ama così tanto quanto avrà sofferto nel vedere le Sue stesse creature, a cui nulla chiedeva se non un infinitesimo del Suo Amore, allontanarsi da Lui? Dio non poté fare niente. Non poté, per Amore, costringere nessuna di quelle creature a tornare indietro contro la loro volontà. Ma nello stesso tempo non avrebbe potuto permettere che osassero oscurare il Suo Amore con il loro odio. Il legame spirituale che li univa si era ormai irrimediabilmente ed eternamente rotto. Chi si era messo contro Dio non poteva più tornare indietro. Non voleva più tornare indietro e questo Dio lo sapeva. Dio prese la decisione di allontanare gli angeli ribelli. La Sua natura, il Paradiso della Sua natura, e la natura liberamente corrotta di quegli angeli non potevano più coesistere per incompatibilità. L' Amore non poteva permettere all'odio di avvicinarsi ulteriormente e non poteva permettere che gli angeli a Lui fedeli avvertissero la presenza palpabile dell'odio. La libertà degli uni non doveva assolutamente negare la libertà degli altri. Tutti avevano gli stessi diritti e gli stessi doveri e per questa ragione, nella Sua Immensa Perfezione, volle è creò ciò che gli angeli a Lui ribelli ardentemente ormai desideravano. Dio perfezionò con la Sua Giustizia quello che essi avevano semplicemente incominciato con la loro ingiustizia: Dio creò l'inferno. Diede origine a quel luogo che gli angeli ribelli si erano, con un atto libero e volontario, preposti di raggiungere allontanandosi da Dio. In un mondo spirituale anche l'inferno è spirituale. L'inferno rappresenta la negazione di Dio, la negazione del Creatore. Nell'inferno non vi è il minimo barlume di questo Amore ed è per questo motivo che esso si oppone totalmente ed eternamente al Paradiso. il Paradiso che è Dio stesso. Il Paradiso che non è null'altro che il riflesso purissimo della Perfezione, il volto eterno dello Spirito del Creatore. Ogni angelo in Paradiso vive nel seno del Padre perché il Paradiso è il Padre, il Paradiso è l'Amore del Padre, il Paradiso è la Perfezione del Padre. L'inferno è esattamente l'opposto di tutto questo. Ma nella dimensione spirituale non dobbiamo dimenticare mai che non esistono luoghi. Non esistono recinti. Il Paradiso e l'inferno sono condizioni spirituali perché tutto è spirito e nulli sono il tempo e lo spazio. In questa situazione è la volontà libera degli spiriti a definire la loro sorte, una sorte che una volta perseguita non può più essere modificata a causa della libertà stessa che lo impedisce. Dio era con i suoi angeli fedeli e lucifero con i suoi angeli decaduti e tutto era compiuto: ognuno aveva fatto la propria scelta volontariamente e liberamente. Da una parte gli angeli con al centro Dio e dall'altra i diavoli con al centro lucifero. Da una parte spiriti che amavano e dall'altra spiriti che odiavano, da una parte spiriti che ringraziavano e dall'altra spiriti che bestemmiavano. Dio poteva fermarsi a questo stato di cose. Avrebbe potuto farlo. Aveva dato Vita alla vita spirituale, aveva creato i suoi angeli nonostante una parte di essi lo avessero lasciato, e quindi avrebbe anche potuto bearsi delle Sue fedeli creature in eterno. Ma Dio non si fermò a questo. Egli andò oltre perché l'Amore di un Dio infinito non ha confini. L'Amore di Dio non si può scrutare perché Egli è l'Imperscrutabile, non si può definire perché Egli è l'Indefinibile, non si può raggiungere perché Egli è l'Irraggiungibile. Tutto questo Egli è, e molto di più. Tanto di più da aver dato un seguito alla Creazione spirituale: la Creazione materiale. Dopo gli spiriti purissimi creò, traendo tutto da quell'inconcepibile abisso di Amore che Egli è, l'universo intero. La materia....meravigliosa opera ricolma dell'Amore di Dio con tutte le sue leggi note ed ignote, con tutti i suoi misteri imprendibili ed inafferrabili. Dio creò la materia e quindi anche tutto ciò che la materia poteva potenzialmente divenire. All'apice della creazione materiale Dio mise la sua opera più eccelsa: l'uomo. L'uomo era la perfezione della Creazione perché sublimava entrambe le creazioni: quella spirituale e quella materiale. L'uomo, posto al centro del Paradiso Terrestre, era il culmine dell'Opera di Dio; l'unica creatura materiale ad avere in sé la scintilla spirituale. Nella creatura umana si univano, in un felice connubio di amore, il cielo e la terra. Adamo era la perfezione della Creazione, di quella creazione che ebbe inizio nello spirito e che continuò nella materia. Ecco Adamo. Ecco l'immagine e la somiglianza di Dio, un'immagine ed una somiglianza spirituale viventi nella materia. Adamo era costantemente alla presenza del Creatore perché unito ad esso dalla Purezza perfetta che Dio gli aveva concesso. Una Purezza anche per lui libera perché anche nella materia, fissate le leggi fisiche che la regolano, lo spirito era e rimaneva libero. Adamo era libero di amare Dio e libero di vivere nel Paradiso terrestre creato solo per lui: egli era immortale, eterno, purissimo e perfetto. Dio amò talmente tanto questa Sua creatura da concedergli una compagna. Nonostante l'Amore di Dio potesse bastare a colmare qualsiasi lacuna ecco che Dio vede e comprende. Dio non nega ad Adamo una compagna, non gli nega una compagnia diversa che non fosse solo il Suo amore. Il Creatore dell'uomo non è stato geloso di questa richiesta. Non vuole L'Amore egoistico solo per sé, egli vuole l'amore ed il bene per ogni creatura e la felicità maggiore di Dio sta nel sapere le Sue creature felici. Così nacque, da una costola di Adamo, Eva. Tutto gli era concesso e tutto potevano permettersi tranne che di mangiare del frutto proibito. Adamo ed Eva sapevano che mai avrebbero dovuto infrangere quest'unico comando di Dio, altrimenti certamente sarebbero morti. Il nemico di Dio, l'eterno nemico che da sempre negò l'amore, intervenne su questa creatura prediletta da Dio. Non potendo niente contro Dio tentò di macchiare la perfezione della Sua creazione, il suo odio era eterno e non diminuiva, non poteva diminuire. lucifero era lì quando la materia prese vita, era lì quando i cieli e le terre presero vita, era lì quando il fuoco e le acque presero vita ed era lì quando la creatura umana prese vita. lucifero era sempre stato lì, presente da quando Dio lo creò, al principio della creazione spirituale, con il suo odio eterno e nel contemplare la creatura umana ebbe un sussulto e fremette. Egli comprese che poteva vendicarsi di Dio e della sua condanna, autovoluta condanna, corrompendo l'opera più eccelsa di Dio. Egli aveva visto l'uomo e la donna nascere, li aveva visti venire alla luce dalla potenza creatrice di Dio e li aveva scrutati con i suoi occhi indagatori ed ingannatori. lucifero aveva visto che nella libertà di Adamo e di Eva vi poteva essere, vi doveva essere, la porta di accesso alla loro anima. Lui che della propria libertà ne aveva prodotto una condanna voleva, dalla stessa libertà dell'uomo, produrne una condanna per l'uomo stesso. lucifero, dopo aver soppesato le loro anime e dopo aver compreso che l'uomo era meno incline della donna alle sue lusinghe, rivolse la sua meschina attenzione ad Eva. La donna, liberamente ingannata, cadde nella trappola satanica. Eva comprendeva bene quale sarebbe stata la sua condanna se avesse mangiato del frutto proibito. Dio aveva posto solo una condizione ai Primi: non mangiare del frutto proibito altrimenti, certamente, sarebbero morti. Eva lo sapeva, ma nonostante sapesse non riuscì ad evitare il maligno; Eva non riuscì a lottare contro la terribile tentazione perché l'orgoglio, la superbia e l'invidia presero il sopravvento su di lei. L'orgoglio di poter conoscere il Bene ed il Male, la superbia di poter fare a meno di Dio e l'invidia per colui che invece possedeva questa conoscenza. lucifero tastò le corde dell'animo di Eva alla perfezione, riuscì a possedere la donna attirando la donna nel suo inganno. Così avvenne il Peccato Originale e la Perfezione della prima donna venne avvelenata dal morso del serpente tentatore, del grande ingannatore; poi Eva andò da Adamo e l'opera diabolica si compì: la morte, spirituale e materiale, entrò nel mondo. E Dio dovette soffrire nuovamente: prima vide cadere i suoi angeli e poi vide cadere la sua creatura più perfetta. La rovinosa caduta dell'uomo portò la morte nel mondo, una morte causata da un peccato che mai nessun uomo avrebbe potuto cancellare perché l'uomo era divenuto, causa del male, un essere limitato. Essendo Dio infinito ed il male inflitto all'uomo un male infinito non avrebbe mai potuto, l'uomo divenuto mortale, rimediare a qualcosa di infinito ed eterno. L'uomo con il peccato originale fu marchiato dal male il quale ottenne, in via di diritto, la possibilità di entrare nel mondo; se l'uomo si era scelto liberamente il male allora, per Giustizia, non glielo si poteva più negare. Solo Dio poteva riscattare il prezzo infinito di quel pegno che lucifero avrebbe preteso per tutta l'eternità; solo Dio, Essere Infinito, avrebbe potuto pagare per tutta l'umanità. Gesù Cristo venne ricolmo d'amore per la Sua creatura e venne per pagare questo riscatto. Venne per poter nuovamente avere diritto di Vita sulle Sue creature dopo che lucifero si ebbe guadagnato, con l'inganno, il diritto di morte. Gesù Cristo si incarnò nella Purezza paradisiaca di Maria di Nazareth prendendo sembianze umane. Egli dovette riscattare tutte le miserie del mondo e dovette subire su di sé ogni sorta di miseria, solo così avrebbe strappato via dagli artigli di satana tutte le creature di Dio. Egli divenne il Verbo del Padre, la Sua Parola, ed istruì il mondo sul come tornare ad essere pienamente Figli di Dio. Sulla croce il Cristo vinse la morte ed aprì le porte del Paradiso, si lasciò innalzare per poter attirare tutti a sé. Gesù ha segnato ed insegnato a tutti noi la strada da percorrere per poterLo raggiungere: Egli che è l'unica Luce, l'unica Verità e l'unica vera Vita del mondo. *** |