Tratto da: " ... E
LIBERACI DAL MALIGNO".
Intervista con padre Gabriele Amorth,
30giorni, pp. 28-34, n° 6 del 2001.
«... E LIBERACI
DAL MALIGNO». Intervista con padre Gabriele Amorth
Il fumo di Satana nella casa del Signore
Sono
trascorsi 29 anni da quel 29 giugno del 1972, festa degli
apostoli Pietro e Paolo, quando papa Montini parlò del
nemico di Dio per antonomasia: «Attraverso qualche fessura
il fumo di Satana è entrato nella Chiesa». E oggi? Beh,
quel fumo si diffonde in stanze insospettate…
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di Stefano Maria
Paci
Sono
trascorsi 29 anni da quel 29 giugno del 1972. Era la festa di san
Pietro, principe degli apostoli. Era la festa di san Paolo, colui che
ha portato il Vangelo di Cristo fino all’estremo Occidente. E in
quel 29 giugno, festa dei santi protettori di Roma, il successore di
Pietro che aveva preso il nome di Paolo lanciò un grido drammatico.
Paolo VI parlò del nemico di Dio per antonomasia, di quel nemico
dell’uomo che si chiama Satana. Il nemico della Chiesa. «Attraverso
qualche fessura» denunciò Paolo VI «il fumo di Satana è entrato
nella Chiesa». Un grido angoscioso, che lasciò stupiti e scandalizzò
molti, anche all’interno del mondo cattolico.
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Qui
sopra, padre Amorth mostra il frontespizio del
vecchio Rituale degli esorcismi; a sinistra, in
alto, il nuovo Rituale |
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E oggi,
29 anni dopo? Quel fumo è stato allontanato, o ha invaso altre
stanze? Siamo andati a chiederlo a uno che con Satana e le sue astuzie
ha a che fare tutti i giorni. Quasi per professione. È l’esorcista
più famoso del mondo: padre Gabriele Amorth, fondatore e presidente
ad honorem dell’Associazione internazionale degli esorcisti. Siamo
andati da lui anche perché poche settimane fa, il 15 maggio, è stata
approvata dalla Cei la traduzione italiana del nuovo Rituale degli
esorcismi. Per entrare in uso attende solo il placet della
Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Una
nuova arma che ha la Chiesa per combattere il Nemico? Per scacciare,
se ancora non è stato fatto, quel fumo penetrato nel tempio del
Signore? Macché! Sentite cosa racconta padre Amorth. Scoprirete che
la guerra, in corso da millenni, infuria più furibonda che mai. Che
la battaglia adesso si è spostata soprattutto all’interno della
casa del Signore. E quel fumo... beh, quel fumo si diffonde in stanze
insospettate.
Padre Amorth, finalmente è pronta
la traduzione italiana del nuovo Rituale per gli esorcisti.
GABRIELE AMORTH: Sì, è pronta.
L’anno scorso la Cei aveva rifiutato di approvarla perché c’erano
errori di traduzione dal latino. E noi esorcisti, che dovremmo
utilizzarla, avevamo approfittato per segnalare ancora una volta che
su molti punti del nuovo Rituale non siamo d’accordo. Il testo base
in latino resta immutato in questa traduzione. E un Rituale tanto
atteso alla fine si è trasformato in una beffa. Un incredibile
legaccio che rischia di impedirci di operare contro il demonio.
Un’accusa pesante. A cosa si
riferisce?
AMORTH: Le faccio solo due esempi.
Clamorosi. Al punto 15 si parla dei malefici e di come comportarsi. Il
maleficio è un male causato a una persona ricorrendo al diavolo. E può
essere fatto in diverse forme, come fatture, maledizioni, malocchi,
vudù, macumba. Il Rituale romano spiegava come bisognasse
affrontarlo. Il nuovo Rituale, invece, afferma categoricamente che
c’è proibizione assoluta di fare esorcismi in questi casi. Assurdo.
I malefici sono di gran lunga la causa più frequente delle
possessioni e dei mali procurati dal demonio: non meno del 90 per
cento. È come dire agli esorcisti di non operare più. Il punto 16,
poi, afferma solennemente che non si debbono fare esorcismi se non
c’è la certezza della presenza diabolica. È un capolavoro di
incompetenza: la certezza che il demonio sia presente in una persona
si ha solo facendo l’esorcismo. Tra l’altro, gli estensori non si
sono accorti di contraddire, in entrambi i punti, il Catechismo della
Chiesa cattolica, che indica di compiere l’esorcismo sia nel caso di
possessioni diaboliche che di mali causati dal demonio. E dice anche
di farlo sia sulle persone che sulle cose. E nelle cose non c’è mai
la presenza del demonio, c’è solo la sua influenza.
Le affermazioni contenute nel nuovo
Rituale sono gravissime e dannosissime, frutto di ignoranza e
inesperienza.
Ma non è stato compilato da
esperti?
AMORTH: Assolutamente no. In questi
dieci anni sul Rituale hanno lavorato due commissioni: quella composta
da cardinali che ha curato i Prenotanda, ossia le disposizioni
iniziali, e quella che ha curato le preghiere. Io posso affermare con
certezza che nessuno dei membri delle due commissioni ha mai fatto
esorcismi né ha mai assistito ad esorcismi né ha mai avuto la più
pallida idea di cosa sono gli esorcismi. Questo è l’errore, il
peccato originale, di questo Rituale. Nessuno che vi ha collaborato
era esperto di esorcismi.
Come è possibile?
AMORTH: Non lo chieda a me. Durante
il Concilio ecumenico Vaticano II ogni commissione era coadiuvata da
un gruppo di esperti che affiancavano i vescovi. E l’abitudine si è
mantenuta anche dopo il Concilio, ogni volta che si sono rifatte parti
del Rituale. Ma non in questo caso. E se c’era un argomento su cui
servivano degli esperti, era questo.
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In
queste pagine, alcuni particolari del Giudizio
universale di Michelangelo, Cappella Sistina,
Roma |
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E
invece?
AMORTH: Invece noi esorcisti non
siamo mai stati consultati. E, tra l’altro, i suggerimenti che
abbiamo dato sono stati ricevuti con fastidio dalle commissioni. La
storia è paradossale. Vuole che gliela racconti?
Certo.
AMORTH: Man mano che, come aveva
chiesto il Concilio Vaticano II, le varie parti del Rituale romano
venivano riviste, noi esorcisti attendevamo che venisse trattato anche
il titolo XII, cioè il Rituale esorcistico. Ma evidentemente non era
considerato un argomento rilevante, dato che passavano gli anni e non
succedeva nulla. Poi, improvvisamente, il 4 giugno del 1990, uscì il
Rituale ad interim, di prova. Fu una vera sorpresa per noi, che
non eravamo mai stati consultati prima. Eppure da tempo avevamo
preparato delle richieste, in vista di una revisione del Rituale.
Chiedevamo, tra l’altro, di ritoccare le preghiere, immettendovi
invocazioni alla Madonna che mancavano completamente, e di aumentare
le preghiere esorcistiche specifiche. Ma eravamo stati completamente
tagliati fuori dalla possibilità di dare qualsiasi contributo. Non ci
scoraggiammo: il testo era stato fatto per noi. E dato che nella
lettera di presentazione l’allora prefetto della Congregazione per
il culto divino, il cardinale Eduardo Martínez Somalo, chiedeva alle
conferenze episcopali di far avere, entro due anni, «consigli e
suggerimenti dati dai sacerdoti che ne avranno fatto uso» ci mettemmo
al lavoro. Riunii diciotto esorcisti scelti tra i più esperti del
pianeta. Esaminammo con grande attenzione il testo. Lo utilizzammo.
Abbiamo subito elogiato la prima parte, nella quale venivano riassunti
i fondamenti evangelici dell’esorcismo. È l’aspetto
biblico-teologico, su cui non mancava certo la competenza. Una parte
nuova, rispetto al Rituale del 1614 composto sotto papa Paolo V: del
resto, all’epoca non c’era bisogno di ricordare questi princìpi,
da tutti riconosciuti ed accettati. Oggi, invece, è indispensabile.
Ma quando siamo passati ad esaminare la
parte pratica, che richiede una conoscenza specifica dell’argomento,
si è palesata la totale inesperienza dei redattori. Le nostre
osservazioni sono state copiose, articolo per articolo, e le abbiamo
fatte avere a tutte le parti interessate: Congregazione per il culto
divino, Congregazione per la dottrina della fede, conferenze
episcopali. Una copia fu consegnata direttamente nelle mani del Papa.
Come sono state accolte le vostre
osservazioni?
AMORTH: Accoglienza pessima,
efficacia nulla. Ci eravamo ispirati alla Lumen gentium, in cui
la Chiesa è descritta come «Popolo di Dio». Al numero 28 si parla
della collaborazione dei sacerdoti con i vescovi, al numero 37 si dice
con chiarezza, addirittura riferendolo ai laici, che «secondo la
scienza, la competenza e il prestigio di cui godono, hanno la facoltà,
anzi talora anche il dovere, di far conoscere il loro parere su cose
concernenti il bene della Chiesa». Era esattamente il nostro caso. Ma
ci eravamo illusi, ingenuamente, che le disposizioni del Vaticano II
fossero giunte alle congregazioni romane. Invece ci siamo trovati di
fronte un muro di rifiuto e di disprezzo. Il segretario della
Congregazione per il culto divino fece una relazione alla commissione
cardinalizia in cui diceva che i loro unici interlocutori erano i
vescovi, e non i sacerdoti o gli esorcisti. E aggiungeva testualmente,
a proposito del nostro umile tentativo di aiuto come esperti che
esprimono il loro parere: «Si dovette prendere atto del fenomeno di
un gruppo di esorcisti e cosiddetti demonologi, quelli che in seguito
si sono costituiti in Associazione internazionale, che orchestravano
una campagna contro il rito». Un’accusa indecente: noi non abbiamo
mai orchestrato nessuna campagna! Era indirizzato a noi il Rituale, e
nelle commissioni non avevano convocato nessuna persona competente:
era più che logico che tentassimo di dare il nostro contributo.
Ma allora vuol dire che il nuovo
Rituale è per voi inutilizzabile nella lotta contro il demonio?
AMORTH: Sì. Ci volevano consegnare
un’arma spuntata. Sono state cancellate le preghiere efficaci,
preghiere che avevano dodici secoli di storia, e ne sono state create
di nuove, inefficaci. Ma per fortuna ci è stata gettata,
all’ultimo, una scialuppa di salvataggio.
Quale?
AMORTH: Il nuovo prefetto della
Congregazione per il culto divino, il cardinale Jorge Medina, ha
affiancato al Rituale una Notificazione. In cui si afferma che
gli esorcisti non sono obbligati ad usare questo Rituale, ma se
vogliono possono utilizzare ancora il vecchio facendone richiesta al
vescovo. I vescovi devono chiedere l’autorizzazione alla
Congregazione che però, come scrive il cardinale, «la concede
volentieri».
«La concede volentieri»? È una
ben strana concessione…
AMORTH: Vuol sapere da dove nasce?
Da un tentativo compiuto dal cardinale Joseph Ratzinger, prefetto
della Congregazione per la dottrina della fede, e dallo stesso
cardinale Medina di introdurre nel Rituale un articolo – allora era
l’articolo 38 – in cui si autorizzavano gli esorcisti ad usare il
Rituale precedente. Indubbiamente si trattava di una manovra in
extremis per farci evitare i grandi errori che ci sono in questo
Rituale definitivo. Ma il tentativo dei due cardinali venne bocciato.
Allora il cardinale Medina, che aveva compreso la posta in gioco, ha
deciso di darci in ogni caso questa scialuppa di salvataggio,
aggiungendo una notifica a parte.
Come venite considerati, voi
esorcisti, all’interno della Chiesa?
AMORTH: Siamo trattati malissimo. I
confratelli sacerdoti che vengono incaricati di questo delicatissimo
compito sono visti come dei matti, degli esaltati. In genere sono
appena tollerati dagli stessi vescovi che li hanno nominati.
Il
fatto più clamoroso di questa ostilità?
AMORTH: Abbiamo tenuto un convegno
internazionale degli esorcisti vicino a Roma. E abbiamo domandato di
essere ricevuti dal Papa. Per non dargli l’aggravio di aggiungere
una nuova udienza alle tantissime che già fa, abbiamo semplicemente
chiesto di essere ricevuti in udienza pubblica, quella in piazza San
Pietro del mercoledì. E senza nemmeno la necessità di essere citati
tra i saluti. Abbiamo fatto regolare domanda, come ricorderà
perfettamente monsignor Paolo De Nicolò, della Prefettura della casa
pontificia, che ha accolto a braccia aperte la nostra richiesta. Il
giorno prima dell’udienza però lo stesso monsignor De Nicolò ci ha
detto – a dire il vero con grande imbarazzo, per cui si è visto
benissimo che la decisione non dipendeva da lui – di non andare, che
non eravamo ammessi. Incredibile: 150 esorcisti provenienti dai cinque
continenti, sacerdoti nominati dai loro vescovi in conformità con le
norme del diritto canonico che richiedono preti di preghiera, di
scienza e di buona fama – quindi un po’ il fior fiore del clero
–, chiedono di partecipare a un’udienza pubblica del Papa e
vengono buttati fuori. Monsignor De Nicolò mi ha detto: «Naturalmente
le prometto che le invierò subito la lettera con le motivazioni».
Sono passati cinque anni, e quella lettera la aspetto ancora.
Certamente non è stato Giovanni Paolo
II ad escluderci. Ma che a 150 sacerdoti venga proibito di partecipare
a una udienza pubblica del Papa in piazza San Pietro spiega quanto
sono ostacolati gli esorcisti dalla loro Chiesa, quanto sono malvisti
da tante autorità ecclesiastiche.
Lei col demonio ci combatte
quotidianamente. Qual è il più grande successo di Satana?
AMORTH: Riuscire a far credere di
non esistere. E ci è quasi riuscito. Anche all’interno della
Chiesa. Abbiamo un clero e un episcopato che non credono più nel
demonio, negli esorcismi, nei mali straordinari che il diavolo può
dare, e nemmeno nel potere che Gesù ha concesso di scacciare i
demoni.
Da tre secoli la Chiesa latina – al
contrario della Chiesa ortodossa e di varie confessioni protestanti
– ha quasi del tutto abbandonato il ministero esorcistico. Non
praticando più esorcismi, non studiandoli più e non avendoli mai
visti, il clero non ci crede più. E non crede più nemmeno al
diavolo. Abbiamo interi episcopati contrari agli esorcismi. Ci sono
nazioni completamente prive di esorcisti, come la Germania,
l’Austria, la Svizzera, la Spagna e il Portogallo. Una carenza
spaventosa.
Non ha nominato la Francia. Lì la
situazione è differente?
AMORTH: C’è un libro scritto dal
più noto esorcista francese, Isidoro Froc, dal titolo: Gli
esorcisti, chi sono e cosa fanno. Il volume, tradotto in italiano
dall’editrice Piemme, è stato scritto per incarico della Conferenza
episcopale francese. In tutto il libro non si dice mai che gli
esorcisti, in certi casi, fanno esorcismi. E l’autore ha più volte
dichiarato alla televisione francese di non avere mai fatto esorcismi
e che mai li farà. Su un centinaio di esorcisti francesi, solo cinque
credono al demonio e fanno gli esorcismi, tutti gli altri mandano chi
si rivolge a loro dagli psichiatri.
E i vescovi sono le prime vittime di
questa situazione della Chiesa cattolica, da cui sta scomparendo la
credenza nell’esistenza del demonio. Prima che uscisse questo nuovo
Rituale, l’episcopato tedesco ha scritto una lettera al cardinale
Ratzinger in cui affermava che non occorreva un nuovo Rituale, perché
non si dovevano più fare gli esorcismi.
È compito dei vescovi nominare gli
esorcisti?
AMORTH: Sì. Quando un sacerdote
viene nominato vescovo, si trova di fronte ad un articolo del Codice
di diritto canonico che gli dà l’autorità assoluta per nominare
degli esorcisti. A qualsiasi vescovo il minimo che si può chiedere è
che abbia almeno assistito a un esorcismo, dato che deve prendere una
decisione così importante. Purtroppo, non accade quasi mai. Ma se un
vescovo si trova di fronte a una seria richiesta di esorcismo – che
cioè non viene fatta da uno svitato – e non provvede, commette
peccato mortale. Ed è responsabile di tutte le terribili sofferenze
di quella persona, che a volte durano anni o una vita, e che avrebbe
potuto impedire.
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Sopra,
padre Amorth con Giovanni Paolo II il 1º marzo
scorso. Sotto, padre Amorth con il suo maestro,
padre Candido Amantini, passionista, esorcista
per 36 anni alla Scala Santa, durante un
pellegrinaggio a Lourdes nel 1988 |
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Sta
dicendo che la maggior parte dei vescovi della Chiesa cattolica è in
peccato mortale?
AMORTH: Quando ero ragazzino il mio
vecchio parroco mi insegnava che i sacramenti sono otto: l’ottavo è
l’ignoranza. E l’ottavo sacramento ne salva più degli altri sette
sommati assieme. Per compiere peccato mortale occorre una materia
grave ma anche la piena avvertenza e il deliberato consenso. Questa
omissione di aiuto da parte di molti vescovi è materia grave. Ma
questi vescovi sono ignoranti: non c’è dunque deliberato consenso e
piena avvertenza.
Ma la fede rimane intatta, cioè
rimane una fede cattolica, se uno non crede nell’esistenza di
Satana?
AMORTH: No. Le racconto un
episodio. Quando incontrai per la prima volta don Pellegrino Ernetti,
un celebre esorcista che ha esercitato per quarant’anni a Venezia,
gli dissi: «Se potessi parlare con il Papa gli direi che incontro
troppi vescovi che non credono nel demonio». Il pomeriggio seguente
padre Ernetti è tornato da me per riferirmi che il mattino era stato
ricevuto da Giovanni Paolo II. «Santità», gli aveva detto, «c’è
un esorcista qui a Roma, padre Amorth, che se venisse da lei le
direbbe che conosce troppi vescovi che non credono nel demonio». Il
Papa gli ha risposto, secco: «Chi non crede nel demonio non crede nel
Vangelo». Ecco la risposta che ha dato lui e che io ripeto.
Mi faccia capire: la conseguenza è
che molti vescovi e molti preti non sarebbero cattolici?
AMORTH: Diciamo che non credono a
una verità evangelica. Quindi semmai li taccerei di propagare
un’eresia. Però intendiamoci: uno è formalmente eretico se viene
accusato di qualcosa e se persiste nell’errore. Ma nessuno, oggi,
per la situazione che c’è nella Chiesa, accusa un vescovo di non
credere nel diavolo, nelle possessioni demoniache e di non nominare
esorcisti perché non ci crede. Eppure potrei farle tantissimi nomi di
vescovi e cardinali che appena nominati in una diocesi hanno tolto a
tutti gli esorcisti la facoltà di esercitare. Oppure di vescovi che
sostengono apertamente: «Io non ci credo. Sono cose del passato».
Perché? Purtroppo perché c’è stata l’influenza perniciosissima
di certi biblisti, e potrei farle molti nomi illustri. Noi che
tocchiamo ogni giorno con mano il mondo dell’aldilà, sappiamo che
ha messo lo zampino in tante riforme liturgiche.
Per esempio?
AMORTH: Il Concilio Vaticano II
aveva chiesto di rivedere alcuni testi. Disobbedendo a quel comando,
si è voluto invece rifarli completamente. Senza pensare che si
potevano anche peggiorare le cose anziché migliorarle. E tanti riti
sono stati peggiorati per questa mania di voler buttare via tutto
quello che c’era nel passato e rifare tutto daccapo, come se la
Chiesa fino ad oggi ci avesse sempre imbrogliato e ingannato, e solo
adesso fosse finalmente arrivato il tempo dei grandi geni, dei
superteologi, dei superbiblisti, dei superliturgisti che sanno dare
alla Chiesa le cose giuste. Una menzogna: l’ultimo Concilio aveva
semplicemente chiesto di rivederli quei testi, non di distruggerli.
Il Rituale esorcistico, per esempio:
andava corretto, non rifatto. C’erano preghiere che hanno dodici
secoli di esperienza. Prima di cancellare preghiere così antiche e
che per secoli si sono dimostrate efficaci, bisognerebbe pensarci a
lungo. E invece no. Tutti noi esorcisti, utilizzando per prova le
preghiere del nuovo Rituale ad interim, abbiamo sperimentato
che sono assolutamente inefficaci.
Ma anche il rito del battesimo dei
bambini è stato peggiorato. È stato stravolto, fin quasi ad
eliminare l’esorcismo contro Satana, che ha sempre avuto enorme
importanza per la Chiesa, tanto che veniva chiamato l’esorcismo
minore. Contro quel nuovo rito ha protestato pubblicamente anche Paolo
VI. È stato peggiorato il rito del nuovo benedizionale. Ho letto
minuziosamente tutte le sue 1200 pagine. Ebbene, è stato
puntigliosamente tolto ogni riferimento al fatto che il Signore ci
deve proteggere da Satana, che gli angeli ci proteggono dall’assalto
del demonio. Hanno tolto tutte le preghiere che c’erano per la
benedizione delle case e delle scuole. Tutto andava benedetto e
protetto, ma oggi la protezione dal demonio non esiste più. Non
esistono più difese e neppure preghiere contro di lui. Lo stesso Gesù
ci aveva insegnato una preghiera di liberazione, nel Padre nostro: «Liberaci
dal Maligno. Liberaci dalla persona di Satana». In italiano è stata
tradotta in modo erroneo, e adesso si prega dicendo: «Liberaci dal
male». Si parla di un male generico, di cui in fondo non si sa
l’origine: invece il male contro cui nostro Signore Gesù Cristo ci
aveva insegnato a combattere è una persona concreta: è Satana.
Lei ha un osservatorio privilegiato:
ha la sensazione che il satanismo si stia diffondendo?
AMORTH: Sì. Tantissimo. Quando
cala la fede aumenta la superstizione. Se uso il linguaggio biblico,
dico che si abbandona Dio e ci si dà all’idolatria, se uso un
linguaggio moderno, dico che si abbandona Dio per darsi
all’occultismo. Lo spaventoso calo della fede in tutta l’Europa
cattolica fa sì che la gente si getti tra le mani di maghi e
cartomanti, mentre prosperano le sette sataniche. Il culto del demonio
viene reclamizzato a masse intere attraverso il rock satanico di
personaggi come Marilyn Manson, e viene dato l’assalto anche ai
bambini: giornali a fumetti insegnano la magia e il satanismo.
Diffusissime le sedute spiritiche, in
cui si evocano morti per averne risposte. Ora si insegna a fare sedute
spiritiche con il computer, con il telefono, con il televisore, con il
registratore ma soprattutto con la scrittura automatica. Non c’è più
nemmeno bisogno del medium: è uno spiritismo “fai da te”. Secondo
i sondaggi, il 37 per cento degli studenti ha fatto almeno una volta
il gioco del cartellone o del bicchierino, che è una vera seduta
spiritica. In una scuola in cui mi avevano invitato a parlare, i
ragazzi hanno detto che la facevano durante l’ora di religione sotto
gli occhi compiaciuti dell’insegnante.
E funzionano?
AMORTH: Non esiste distinzione tra
magia bianca e magia nera. Quando la magia funziona, è sempre opera
del demonio. Tutte le forme di occultismo, come questo grande ricorso
verso le religioni d’Oriente, con le loro suggestioni esoteriche,
sono porte aperte per il demonio. E il diavolo entra. Subito.
Io non ho esitato a dire
immediatamente, nel caso della suora uccisa a Chiavenna e in quello di
Erika e Omar, i due ragazzi di Novi Ligure, che c’era stato un
intervento diretto del demonio perché quei ragazzi erano dediti al
satanismo. Proseguendo l’indagine la polizia ha poi scoperto, in
entrambi i casi, che questi ragazzi seguivano Satana, avevano libri
satanici.
Su cosa fa leva il demonio per
sedurre l’uomo?
AMORTH: Ha una strategia monotona.
Glielo ho detto, e lui lo riconosce… Fa credere che l’inferno non
c’è, che il peccato non esiste ma è solo un’esperienza in più
da fare. Concupiscenza, successo e potere sono le tre grandi passioni
su cui Satana insiste.
Quanti casi di possessione demoniaca
ha incontrato?
AMORTH: Dopo i primi cento ho
smesso di contarli.
Cento? Ma sono tantissimi. Lei nei
suoi libri dice che i casi di possessione sono rari.
AMORTH: E lo sono davvero. Molti
esorcisti hanno incontrato solo casi di mali diabolici. Ma io ho
ereditato la “clientela” di un esorcista famoso come padre
Candido, e quindi i casi che lui non aveva ancora risolto. Inoltre,
gli altri esorcisti mandano da me i casi più resistenti.
Il caso più difficile che ha
incontrato?
AMORTH: Ce l’ho “in cura”
adesso, e da due anni. È la stessa ragazza che è stata benedetta –
non è stato un vero esorcismo – dal Papa a ottobre in Vaticano e
che ha creato scalpore sui giornali. È colpita 24 ore su 24, con
tormenti indicibili. I medici e gli psichiatri non riuscivano a
capirci nulla. È pienamente lucida e intelligentissima. Un caso
davvero doloroso.
Come si cade vittime del demonio?
AMORTH: Si può incappare nei mali
straordinari inviati dal demonio per quattro motivi. O perché questo
costituisce un bene per la persona (è il caso di molti santi), o per
la persistenza nel peccato in modo irreversibile, o per un maleficio
che qualcuno lancia per mezzo del demonio, o quando ci si dedica a
pratiche di occultismo.
Durante l’esorcismo di posseduti,
che tipo di fenomeni si manifestano?
AMORTH: Ricordo un contadino
analfabeta che durante l’esorcismo mi parlava solo in inglese, e io
avevo bisogno di un interprete. C’è chi mostra una forza sovrumana,
chi si solleva completamente da terra e varie persone non riescono a
tenerlo seduto sulla poltrona. Ma è solo per il contesto in cui si
svolgono, che parliamo di presenza demoniaca.
A lei il demonio non ha mai fatto
del male?
AMORTH: Quando il cardinale Poletti
mi chiese di fare l’esorcista io mi raccomandai alla Madonna: «Avvolgimi
nel tuo manto e io sarò sicurissimo». Di minacce il demonio me ne ha
fatte tante, ma non mi ha mai fatto nessun danno.
Lei non ha mai paura del demonio?
AMORTH: Io paura di quella bestia?
È lui che deve avere paura di me: io opero in nome del Signore del
mondo. E lui è solo la scimmia di Dio.
Padre Amorth, il satanismo si
diffonde sempre di più. Il nuovo Rituale rende difficile fare
esorcismi. Agli esorcisti si impedisce di partecipare a una udienza
con il Papa a piazza San Pietro. Mi dica sinceramente: cosa sta
accadendo?
AMORTH: Il fumo di Satana entra
dappertutto. Dappertutto! Forse siamo stati esclusi dall’udienza del
Papa perché avevano paura che tanti esorcisti riuscissero a cacciare
via le legioni di demoni che si sono insediate in Vaticano.
Sta scherzando, vero?
AMORTH: Può sembrare una battuta,
ma io credo che non lo sia. Non ho nessun dubbio che il demonio tenti
soprattutto i vertici della Chiesa, come tenta tutti i vertici, quelli
politici e quelli industriali.
Sta dicendo che anche qui, come in
ogni guerra, Satana vuole conquistare i generali avversari?
AMORTH: È una strategia vincente.
Si tenta sempre di attuarla. Soprattutto quando le difese
dell’avversario sono deboli. E anche Satana ci prova. Ma grazie al
cielo c’è lo Spirito Santo che regge la Chiesa: «Le porte
dell’inferno non prevarranno». Nonostante le defezioni. E
nonostante i tradimenti. Che non devono meravigliare. Il primo
traditore fu uno degli apostoli più vicini a Gesù: Giuda Iscariota.
Però nonostante questo la Chiesa continua nel suo cammino. È tenuta
in piedi dallo Spirito Santo e quindi tutte le lotte di Satana possono
avere solo dei risultati parziali. Certo, il demonio può vincere
delle battaglie. Anche importanti. Ma mai la guerra.