Il
primo miracolo di Gesù: Maria mediatrice di grazia
(Gv
2,1-12)
Il
Vangelo di Giovanni, l’apostolo prediletto di Gesù, ci
propone il primo miracolo che Gesù fece come Messia.
Giovanni incomincia la narrazione di questo meraviglioso
episodio specificando che “tre giorni dopo, ci fu uno
sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù”.
Il racconto evangelico delle nozze di Cana era preceduto
dall’incontro di Gesù, immediatamente dopo il battesimo
per opera del suo precursore Giovanni il battista, con i
suoi primi discepoli: Andrea e Giovanni, Simon Pietro, il
fratello di Andrea ed infine Filippo e Bartolomeo.
Tre
giorni dopo quest’episodio avvennero le nozze di Cana e fu
invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Ci
troviamo agli albori della storia messianica, con Gesù che
non ha ancora cominciato il suo apostolato e dei futuri
apostoli che non conoscono ancora per nulla il loro Messia.
Gesù,
da parte sua, cerca di saggiare il terreno mentre i suoi
primi seguaci iniziano a fare conoscenza almeno tra loro.
S’incamminano dal luogo nel quale, sul fiume Giordano, il
cugino di Gesù battezzava con l’acqua alla volta della
Galilea.
La
prima domanda che ci si dovrebbe porre è questa: come
faceva Gesù a sapere che ci sarebbero state delle nozze a
Cana? Dato che aveva lasciato la casa di Nazareth diverse
settimane prima per iniziare la sua missione pubblica?
Sembra più che evidente la silenziosa presenza di Maria la
quale, magari tramite un messaggero, porta a conoscenza di
suo figlio il desiderio di vederlo a quelle particolari
nozze.
Nonostante
Gesù avesse lasciato sua madre per compiere la sua missione
il loro legame non si era interrotto ma si era andato
rafforzando ulteriormente. Più si allontanavano tra loro
materialmente e più si avvicinavano spiritualmente in
previsione del futuro ed inevitabile sacrificio di Gesù:
sacrificio cui avrebbe partecipato anche Maria con tutto il
suo essere. Gesù procede fra i suoi pensieri e qualche
spiegazione data ai suoi primi discepoli che lo seguono con
tante speranze nel cuore; procede pensando alla madre che
molto presto avrebbe rivisto…e il passo si affretta.
Il
Messia giunge a Cana e si dirige sicuro alla casa delle
nozze, entra con i suoi nuovi amici e lo sguardo incrocia
immediatamente quello dolce della madre: cuore dentro cuore.
Gli amici non si avvedono di questo, i parenti nemmeno e gli
sposi sono troppo presi dalla festa. Ma un’altra festa,
celata agli occhi di tutti, è celebrata nello stesso
momento. Maria esulta nell’animo alla presenza di suo
figlio, e Gesù a sua volta la rassicura con lo sguardo
sulle sue attuali condizioni. Egli ben sa che anche sua
madre, nonostante sia stata scelta per le sue grazie
nascoste da Dio per generarlo, è pur sempre una madre. Una
madre che vorrebbe non capitasse mai niente a suo figlio e
che si preoccupa costantemente per lui.
Finalmente
siedono tutti a tavola: gli sposi, i parenti, gli amici. I
festeggiamenti proseguono sereni ma nel frattempo, venuto
a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: ”Non hanno
più vino”.
Ecco
che qualcosa viene a mancare e solo la madre di Gesù tra
gli invitati, sempre attenta a tutto, lo sussurra a suo
figlio. La richiesta di Maria è una dolce ma ferma
supplica. Ella esamina gli occhi del figlio e pronuncia, in
tono sommesso, quelle poche parole cariche di significato e
che il suo discepolo prediletto, attento a carpire ogni
segreto del maestro, ci ha fedelmente riportato. Manca
qualcosa nella casa delle nozze, qualcosa che avrebbe potuto
far mutare in negativo l’umore dei convenuti. La mancanza
del vino avrebbe messo in imbarazzo gli sposi e reso critici
nei loro confronti gli ospiti. Maria comprende al volo
quanto sia importante evitare che le persone lo comprendano
e sussurra a Gesù, con la sua voce sommessa ed umile: “Non
hanno più vino”.
Gesù
conosce bene il suo destino e comprende che molto presto il
vino che lui darà ai suoi ospiti sarà un vino ben diverso
da quello che stavano bevendo allegramente quel giorno, un
vino che sarebbe scaturito direttamente dalla sua persona e
che avrebbe dissetato tutti coloro che a lui si sarebbero
accostati per l’eternità.
Maria
aspetta una risposta da Gesù mentre si sorridono complici.
Quella di Maria è una richiesta chiara, in quelle poche
parole è come se avesse detto: “Figlio mio, alla fine
dovrai iniziare a compiere miracoli, allora perché non
oggi? E perché non per me, per tua madre, per chi ti ha
allattato e cresciuto? Non ti ho mai chiesto niente, e
questo lo puoi riconoscere. Ma questa volta ti chiedo di
fare questa cosa per me… dammi questa gioia, Gesù! Da
domani sarai del mondo che ti cerca e spera, ma oggi sii
solo per me. Rendimi partecipe della tua missione e fa’
che il primo tuo miracolo sia fatto oggi in mia
presenza…”.
Gesù
comprende molto bene tutto questo e prontamente,
ironicamente, risponde: ”Che ho da fare con te, o
donna? Non è ancora giunta la mia ora”. Questa
risposta è chiaramente e volutamente esagerata da Gesù.
Sembrerebbe che egli non abbia più alcun legame con la
madre, ma in realtà la frase equivale ad un assenso
completo.
A
questo ragionamento si giunge proseguendo nella lettura del
Vangelo: la madre dice ai servi: ”Fate quello che vi
dirà”. Se Gesù, con la sua risposta, avesse
veramente voluto negare la richiesta della madre, Maria non
avrebbe mai insistito oltre ordinando ai servi. Maria è la
serva del Signore e tutto avrebbe fatto o detto tranne che
ordinare ai servi dello sposo contro la volontà del suo Gesù;
mai avrebbe osato tanto nei riguardi del Figlio di Dio se
quest’ultimo non le avesse in qualche modo dato
l’implicito assenso. Quale sarà mai quel particolare
omesso che, nel racconto evangelico, ci avrebbe condotto
immediatamente a comprendere l’apparente risposta ambigua
di Gesù a sua madre? Eccolo: quel particolare omesso è
l’atteggiamento di Gesù. Quello che non c’è stato
tramandato è il modo in cui Gesù risponde alla madre: era
serio o divertito? Era pensieroso o allegro? La conseguente
affermazione di Maria ci fa propendere nell’immaginare Gesù
che, sorridendo alla madre, di un sorriso per gli altri
sicuramente enigmatico ma per loro ricco di intesa, gli
risponde con divertita ironia scherzando sui loro rapporti
di parentela: ”Che ho da fare con te, o donna?”.
Ma
ciò che Giovanni nel suo vangelo ha omesso per canalizzare
l’attenzione sul miracolo del vino, noi lo possiamo
ugualmente comprendere dallo svolgimento dei fatti e dalle
frasi dette nell’occasione. “Fate quello che vi dirà”.
Maria
in ogni tempo ed in ogni luogo non ha mai smesso di
affermare questa semplice verità: “Fate sempre quello che
il mio Gesù vi dirà”. Ella consiglia il metodo perfetto
per ottenere da Gesù qualsiasi grazia: fare quello che Lui
dice senza preconcetti e timori di sorta. Sembra quasi di
sentire, dalla voce quieta di Maria: “Fate quello che Lui
vi dirà da oggi in poi e non abbandonatelo mai, fate quello
che Lui vi dirà perché egli è Dio ed è venuto qua sulla
terra per redimere tutti voi”. Quante verità in quella
semplice frase! Quante gioie e quanti dolori per quel
semplice vino! Vino simbolico che un giorno diventerà il
sangue versato per togliere i peccati del mondo, l’agnello
sacrificale. “Ecco l’agnello di Dio che toglie i
peccati del mondo”, aveva detto il cugino di Gesù
proprio tre giorni prima di quelle nozze; un agnello
immolato per amore degli uomini. Ma quel giorno, a quelle
nozze, nessuno poteva ancora immaginare, tranne Lui, a quale
destino Gesù stesso sarebbe andato incontro. Maria
immaginava e comprendeva che suo figlio avrebbe dovuto
sopportare un sacrificio enorme, le profezie di Simeone e di
Anna non le aveva certo dimenticate; da quel lontano giorno
nel tempio le profezie di dolore si erano andate sempre più
conficcando come spine nel cuore. Aveva trascorso la sua
vita a prepararsi per quel terribile momento. Conoscendo il
dolore nascosto di Maria per gli avvenimenti futuri che ella
presagiva possiamo comprendere con quanta sollecitudine
abbia chiesto, quel giorno a Gesù, di compiere quel
miracolo.
Vi
erano là sei giare di pietra per la purificazione dei
Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse
loro: “Riempite d’acqua le giare”; e le riempirono
fino all’orlo.
Cosa
mai avranno pensato i servi sentendosi fare quella strana
richiesta di riempire di acqua le giare? Sarebbe stato
divertente vedere i loro sguardi perché avremmo visto tutto
lo scetticismo che si sforzavano di trattenere a stento per
rispetto all’ospite, ma che in ogni caso non avrebbero
potuto non lasciare trasparire per nulla. “Acqua? Ma cosa
mai vorrà farci bere quest’individuo? Si è ubriacato ed
ora si mette a fare giochi di prestigio?”, sembra di
sentire i loro pensieri ed i risolini che camuffavano
sapientemente nel clamore generale.
Gesù
li guardava attentamente, con tanta misericordia, perché
ogni loro pensiero era in Lui e sapeva perfettamente cosa
stessero pensando. Disse loro di nuovo: “Ora attingete
e portatene al maestro di tavola”. Ed essi gliene
portarono. I servi eseguono gli ordini gongolando perché
ben presto, pensavano, si sarebbero fatti quattro sane
risate alle spalle di Gesù… e come ebbe assaggiato
l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non
sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano
attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse:” Tutti
servono da principio il vino buono e, quando sono un po’
brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad
ora il vino buono”. I servi impallidirono e tutti i
discepoli provarono grande stupore ed ammirazione.
I
discepoli non potevano ancora sapere che presto, molto
presto, avrebbero ricevuto un vino diverso da quello
contenuto negli otri: essi avrebbero ricevuto addirittura il
sangue di Dio. Gesù arriverà a servire sé stesso per
dissetare l’umanità intera assetata di Dio.
Maria
esulta nel suo cuore, perché ogni avvenimento, anche il più
insignificante, era meditato nel suo santissimo cuore per
ringraziare Dio della sua bontà. Gesù torna al suo posto
come se niente fosse accaduto: il suo primo miracolo
rappresenta l’anticipazione simbolica di quell’acqua e
di quel vino che da lui, dopo il suo sacrificio, scaturirà
eterna.
Dopo
questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i
fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi
giorni.
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