Carissimi Fratelli e Sorelle!

 Si celebra in Italia quest’oggi, prima domenica di febbraio, la "Giornata per la Vita", occasione propizia per riflettere su quel valore così fondamentale, che è la vita dell’uomo.

Il tema proposto dai Vescovi quest'anno è: "Riconoscere la vita". Riconoscere significa, anzitutto, riscoprire con rinnovato stupore ciò che la stessa ragione e la scienza non temono di chiamare "mistero". La vita, specialmente la vita umana, suscita l'interrogativo fondamentale, che il Salmista esprime in modo insuperabile: "Che cosa è l'uomo perché te ne ricordi, / il figlio dell'uomo perché te ne curi?" (Sal 8, 5).

Riconoscere significa inoltre garantire ad ogni essere umano il diritto a svilupparsi secondo la proprie potenzialità, assicurandone l'inviolabilità dal concepimento alla morte naturale. Nessuno è padrone della vita; nessuno ha il diritto di manipolare, opprimere o addirittura togliere la vita, né quella altrui né la propria. Tanto meno può farlo in nome di Dio, il quale è l'unico Signore e il più sincero amante della vita. I martiri stessi non si tolgono la vita, ma, per rimanere fedeli a Dio e ai suoi comandamenti, accettano di venire uccisi.

 Riconoscere il valore della vita comporta coerenti applicazioni sotto il profilo giuridico, specialmente a tutela degli esseri umani che non sono in grado di difendersi da soli, quali i nascituri, i disabili psichici, i malati più gravi o terminali.

Riguardo, in particolare, all'embrione umano, la scienza ha ormai dimostrato che si tratta di un individuo umano che possiede fin dalla fecondazione la propria identità. E' pertanto logicamente esigibile che tale identità venga anche giuridicamente riconosciuta, anzitutto nel suo fondamentale diritto alla vita, come domanda con apprezzabile iniziativa il "Movimento per la Vita" italiano.

 Affidiamo alla Santissima Madre di Cristo e di tutti gli uomini l'impegno, in Italia e nel mondo intero, in favore della vita, specialmente là dove essa è disprezzata, emarginata, violata.

Ci insegni Maria a "riconoscere la vita" come mistero e come responsabilità, ricordando che "gloria Dei vivens homo", "gloria di Dio è l'uomo vivente" (S. Ireneo).

02/02/2002