La
morte di San Giuseppe
(dalle
rivelazioni di Madre Cecilia Baji)
Non
abbiamo notizie certe sulla morte di San Giuseppe.
Può essere utile tuttavia la lettura di un testo di una grande mistica,
Madre Cecilia Baji, a cui è stata rivelata la vita del nostro santo.
Il testo che riporto ha l'imprimatur di Mons. Fiorino Tagliaferri
(1977),
allora Vescovo di Viterbo; come tutte le rivelazioni private non
richiede
- di per sè - l' assenso proprio della fede soprannaturale.
inizio della
citazione:
Il felicissimo transito di S. Giuseppe assistito da Gesù, da Maria e
dagli Angeli Santi
Negli estremi istanti - Il nostro Giuseppe era già arrivato al colmo di
quella santità a cui Dio lo aveva destinato, ed arricchito di meriti,
quando Dio volle sciogliere quell'anima santissima dai legami del corpo
per mandarla al Limbo dei Santi Padri, affinché desse loro la fausta
notizia della vicina liberazione, perché in breve si sarebbe compiuta
l'opera della Redenzione umana. Il fortunato Giuseppe si sentiva gia
arrivato agli ultimi periodi della sua vita e udiva le armonie
angeliche,
che dolcemente lo invitavano per condurre la sua anima benedetta a
riposarsi nel seno di Abramo. Il Santo si sentiva più che mai acceso
nell'amore verso il suo Dio, che lo andava consumando. Ebbe una
sublimissima estasi, dove rimase per più ore, godendo le delizie del
Paradiso nei dolci colloqui col suo Dio.
Tornato dall'estasi, al meglio che poté, parlò con il suo Redentore e
con la divina Madre, lì assistenti. Domandò loro perdono di tutto
quello in cui egli aveva mancato in tutto il tempo che aveva avuto la
sorte di stare con Loro, e fece questo con grande dolore e abbondanza di
lacrime. Li ringraziò di tutta la carità che avevano usato verso di
lui, di tanta pazienza nel soffrire le sue mancanze, di tanti benefici
che gli avevano fatto e di tante grazie che gli avevano impetrato dal
divin Padre. Li ringraziò della cura e dell'assistenza avuta nella sua
lunga e penosa infermità, e poi rese affettuose grazie al Redentore per
la Redenzione umana e di quanto aveva patito ed avrebbe patito per
compiere la grande opera della Redenzione umana.
Infine rese grazie
tanto al Figlio come alla Madre di tutto quello che avevano operato per
lui, non dimenticando neppure una parola, venendogli allora alla mente
tutti i benefici da loro ricevuti. Infine, in segno del suo grande amore
verso la sua Santa Sposa, non già che ve ne fosse bisogno, la lasciò
raccomandata in modo speciale al suo divin Figliolo, con parole di
tenerissimo affetto e con lacrime di dolcezza, rimirandola con grande
amore e compassione per quel tanto che le restava da soffrire per la
passione e morte del Salvatore, considerando come in quel tempo sarebbe
stata derelitta e abbandonata, immersa in un mare di dolore e di
affanni.
Gli fu anche confermato dal Redentore il compito di avvocato e
protettore degli agonizzanti, che il Santo, di buon cuore, accettò di
nuovo con desiderio e volontà di giovare a tutti. Domandò poi, con
grande
umiltà, la benedizione al suo Gesù e alla divina Madre, supplicandoli
di non privarlo di quella consolazione. Ma tanto l'umilissimo Gesù,
come la divina Madre vollero essere benedetti da lui, come loro capo,
dato loro dal divin Padre. Il Santo fece questo con molta tenerezza per
obbedire, ed anch'egli ricevette la loro benedizione che lo ricolmò di
consolazione e di giubilo. Cresceva sempre più la veemenza dell'amore
nel cuore del fortunato Giuseppe, come anche il dolore; e ridotto alle
ultime agonie si vedeva tutto infiammato e acceso d'amore celeste,
stando con gli occhi fissi ora verso il cielo, ora nel Redentore ed ora
nella sua santissima e purissima Sposa, godendo di tale vista e di
trovarsi assistito dai due Tesori del Cielo, di cui egli era stato il
fedelissimo custode.
Ad ogni respiro
nominava i dolcissimi nomi di Dio Padre, di Gesù e di Maria, che gli
apportavano una dolcezza indescrivibile. Il Salvatore lo teneva per la
mano e vicino alla sua testa, e gli parlava della bontà, dell'amore e
delle grandezze del suo divin Padre, e le sue
divine parole penetravano l'anima del moribondo Giuseppe e lo
accendevano
sempre più nell'amore del suo Dio.
Suo transito
- Arrivato l'ultimo momento della sua vita, il Redentore invitò
quell'anima benedetta ad uscire dal corpo per riceverla nelle sue mani
santissime e consegnarla agli Angeli affinché l'avessero
accompagnata al Limbo. A questo dolce invito il nostro fortunato
Giuseppe spirò, invocando il dolcissimo nome di Maria e di Gesù, suo
Redentore; spirò in un atto violento d'amore verso il suo amato Dio.
Che anima veramente fortunata!
Maria vede l'anima di Giuseppe - Il Salvatore ricevette l'anima di
Giuseppe nelle sue Santissime mani e la fece vedere alla sua Santissima
Madre affinché si consolasse, essendo molto afflitta per la perdita di
un così santo e fedelissimo compagno. La gran Vergine vide quell'anima
santa tanto ricca di meriti e adorna di tanta grazia e virtù, per la
quale restò molto consolata, come anche per la preziosa morte che aveva
fatto il suo amato Sposo, per cui ne rese grazie abbondantemente al
divin Padre e si rallegrò con l'anima santissima del suo fortunato
Giuseppe.
Il giorno della sua morte - Il nostro fortunatissimo Giuseppe morì il
giorno venerdì, 19 marzo alle ore ventuno, a circa sessantun'anni. Il
suo cadavere rimase tanto bello che sembrava un Angelo del Paradiso, e
circondato da un mirabile chiarore, emanando un profumo soavissimo e
grande venerazione.
E' compianto da tutti - Si sparse poi la voce per tutta Nazareth della
morte di Giuseppe e fu compianto da tutti, specialmente dai suoi
amorevoli. Ognuno raccontava le mirabili virtù del sant'uomo, e non vi
fu alcuno che potesse dire una parola in contrario, perché tutti erano
stati testimoni delle sue rare e mirabili virtù. Quando il cadavere fu
portato fuori per dargli un'onorevole sepoltura, accorse una grande
moltitudine di popolo per vederlo, restando tutti ammirati della rara
bellezza del santo corpo. Si vedevano tutti lacrimare per la tenerezza e
la compunzione, e tutti lo chiamavano uomo veramente di Dio e
osservatore zelante della legge divina.
Suoi funerali -
Il Santo cadavere fu accompagnato dal Salvatore e dalla divina Madre con
le pie donne che l'andavano consolando. Fu accompagnato anche dagli
Angeli che assistevano il Re e la Regina del cielo, con cantici di lode,
nonostante non fossero ne' uditi ne' visti dai presenti.
L'aria stessa apparve serena e come lieta e ridente e perfino gli
uccellini facevano canti festosi, cosa che fu ammirata da tutti, e tutti
sentivano il soavissimo profumo che il venerabile cadavere emanava.
Terminate le funzioni secondo la legge ebraica, la divina Madre e il
Salvatore se ne tornarono a casa, dove furono di nuovo consolati dagli
amici e dai vicini, e poi lasciati in libertà.
Alla sua morte ottenne grazie per i moribondi - Nello stesso istante
poi, che il nostro fortunatissimo Giuseppe spirò, morirono anche alcune
altre persone a Nazareth e in altre parti dove si osservava la Legge
data da Dio a Mosé, cioé degli Ebrei; e al nostro Giuseppe fu dato da
Dio di conoscere come anche costoro stessero agonizzando, e il Santo
porse calde suppliche per loro al suo Dio, domandando con grande
insistenza la loro salvezza eterna, volendo anche in punto di morte
esercitare il suo ufficio di avvocato degli agonizzanti. Egli fu
esaudito da Dio, perché si degnò di dare a tutti quei moribondi un
atto di vero dolore e tutti furono salvi per i meriti e le suppliche di
S. Giuseppe, volendo Dio consolare il suo fedelissimo servo col
concedergli quanto gli chiedeva. E come poteva Dio non esaudire le
suppliche di un'anima tanto santa e che con tanta fedeltà l'aveva
servito e con tanto amore l'aveva amato ed obbedito prontamente in tutti
i Suoi ordini con tanta prontezza, umiltà e rassegnazione e che con
tanta esattezza aveva osservato la Legge ed imitato i vari esempi di Gesù
e di Maria?
fine della citazione.
Testo tratto da: Maria Cecilia Baij, Vita di San Giuseppe, ed. Casa di
Nazareth, Apostolato stampa del T.O.F.I., via Monti 38, Sesto San
Giovanni (MI), ed fuori commercio 1997, pp. 374-377.
Proprieta` letteraria riservata: Monache Benedettine del SS. Sacramento,
Monastero di San Pietro, Largo S. Pietro, 31, 01027 Montefiascone (VT),
0761-82.60.66.
In Jesu et Maria
Don Alfredo M. Morselli (Dal
Forum del sito totustuus)
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