Montfort
(presso Rennes, Francia), 1673 - St. Laurent-sur-Sèvres (Francia)
Luigi
Maria Grignion da Montfort nasce in Francia il 31 gennaio 1673
nella piccola città di Montfort-sur Meu, che sorge a ovest di
Rennes in Bretagna. È il maggiore dei figli viventi della
numerosa famiglia di Giovanni Battista Grignion e Giovanna Robert.
Luigi Maria trascorre quasi tutti i primi anni e la breve infanzia
a Iffendic, a pochi chilometri da Montfort, dove suo padre aveva
acquistato un podere conosciuto con il nome di "Le Bois
Marquer". Secondo le persone che lo hanno conosciuto in
questo primo periodo di vita, egli dà già prova di una maturità
spirituale poco comune......
Etimologia:
Luigi = derivato da Clodoveo
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Lungo il nome:
Luigi Maria Grignion de Montfort. E breve la vita: 43 anni.
Questo bretone di
buona famiglia e di buoni studi diventa sacerdote nel 1700
(l’anno del Giubileo alluvionato, con la basilica di San Pietro
impraticabile). Vorrebbe andare missionario in Canada, ma lo
mandano a Poitiers. Con la sua preparazione dottrinale e col
parlare attraente, si fa presto una fama: parla molto bene, ma
meglio ancora agisce, assistendo le vittime di malattie
ripugnanti. Però l’idea della missione non lo abbandona, sicché,
lasciando perdere i superiori, va a sentire il Papa. Questo
significa un viaggio Poitiers-Roma e ritorno, sempre a piedi, con
una sosta a Loreto. Ma Clemente XI gli dice che l’urgenza del
momento è predicare ai francesi, scossi dall’aspra battaglia
dottrinale ingaggiata dai giansenisti contro Roma.
Lui
riprende allora a parlare in città e nelle campagne; quando è
necessario affronta i dotti giansenisti con discorsi ugualmente
dotti. Ma dà poi la sua misura vera nel tradurre la dottrina in
linguaggio quotidiano e campagnolo, nell’accostarla alla
sensibilità popolare, colpita dalla coerenza intrepida
dell’esempio, quando lo si vede intento a pulire e medicare i
malati, fraternamente. Le opere accompagnano la sua parola, e
questa diffonde una religiosità della fiducia, spingendo a
confidare in Gesù come amico, prima di temerlo come giudice. E a
Gesù egli associa Maria, appassionatamente. Ma anche lucidamente.
Ossia con distacco rigoroso da certa devozione mariana soggetta
talora a eccessi inaccettabili (alimentati anche da scritti
cosiddetti mariani, e di fatto ricolmi di "cattiva dottrina
in cattiva posa", come dirà nel XX secolo il mariologo René
Laurentin).
Per lui, la Madre
di Gesù è una creatura che può ammaestrare i cristiani di ogni
tempo semplicemente con le poche parole che ha detto agli amici di
Gesù, alla festa nuziale di Cana: "Fate quello che vi dirà".
Questo insegnano di fatto i suoi scritti e la sua predicazione,
col calore e con le immagini del tempo, e sempre con
l’accompagnamento di forti esortazioni alla pratica del Rosario.
Questo si legge sul suo "Trattato
della vera devozione alla Santa Vergine",
che resterà inedito per 130 anni; pubblicato nel 1842, diventerà
uno dei testi fondamentali della pietà mariana. (Nel XX secolo
sarà la lettura quotidiana del cardinale Stefan Wyszynski,
primate di Polonia, prigioniero del regime comunista polacco). Nel
1712-13 padre Grignion fonda una comunità maschile di missionari
per l’evangelizzazione: la Compagnia di Maria. Questi religiosi,
chiamati poi abitualmente Monfortani, estenderanno via via la loro
attività in Europa, America e Africa. Ma lui vedrà solo gli
inizi, morendo pochi anni dopo la fondazione. Nel 1947, Pio XII lo
proclamerà santo.
Autore: Domenico Agasso
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