La notte oscura dei sensi
La sera del giovedì santo 3 aprile 1896 Teresa è rimasta a vegliare in coro fino a mezzanotte. Appena coricata sente un gorgoglio alla gola; afferra il fazzoletto; è certamente un fiotto di sangue, ma la lampada è spenta e Teresa non vuol verificare ciò che è contenuto nel fazzoletto. Nella notte del venerdì l'emottisi si ripete. Accoglie queste emottisi con gioia,come segno del suo prossimo ingresso nel cielo. Ma il giorno di Pasqua seguente,o uno dei giorni successivi,entra in una terribile prova dello spirito.Ella si trova in un tunnel,nel quale alcune voci interiori le sussurrano che tutti i suoi desideri,la piccola via,la sua offerta all'Amore misericordioso,tutta la sua vita spirituale sono una completa illusione.Ella deve morire giovane per niente. La prova dura diciotto mesi fino alla sua morte.Ella si sedette alla mensa dei peccatori per condividere la loro condizione e aprire loro le porte della salvezza.Nel frattempo la tubercolosi la corrode dal di dentro,ma nessuno si rende conto della gravità delle sue condizioni di salute;tanto che nel novembre del 1896 ancora resta in vita l'ipotesi ch'ella possa partire per il Carmelo di Saigon o di Hanoi.Ma proprio sulla fine del 1896 la sua salute peggiora,riprende a tossire e l'idea di trasferirla in Estremo Oriente viene accantonata.Nella Quaresima del 1897,Teresa ha voluto osservare le prescrizioni penitenziali richieste dalla regola,compreso il digiuno,ma la sua salute ne risente notevolmente.A poco a poco viene esonerata da tutte le occupazioni:l'ufficio in coro,il lavoro alla lavanderia,l'impegno del noviziato,anche dalle ricreazioni.A partire dal 6 aprile suor Agnese comincia ad annotare le parole della sorella.Con il 6 luglio riprendono le emottisi,di conseguenzza il giorno 8 la trasportano in infermeria al pian terreno.E' in questa circostanza che pronuncia la famosa frase,che Bernanos mette sulle labbra del curato di Ambricourt morente:" Tutto è grazia ". Teresa sembra alla soglia della morte,ma il suo organismo giovane ha un sussulto di vitalità.Alla fine di agosto l'ammalata,troppo debole per scrivere e per parlare,entra nel silenzio;si avvicina alla fine fra sofferenze indicibili,tanto che esclama:"Se questa è l'agonia,che cos'è la morte?" Una cancrena le prende l'intestino ed è sempre esposta al pericolo del vomito,tanto che si trova in difficoltà per assumere la comunione.Il 30 luglio alle ore 18 riceve l'estrema unzione e il viatico.Prima di morire può comunicarsi un'altra volta,il 19 agosto,offrendo la comunione per il ritorno di padre Giacinto Loyson,un carmelitano che aveva lasciato la Chiesa.si spegne il giovedì 30 settembre 1897 alle ore 19,20. Le sue ultime parole furono:" Mio Dio,io vi amo".Aveva 24 anni e nove mesi.In questo stesso giorno veniva battezzato Paolo VI.La salma,come di consueto,viene esposta nel coro;dietro le griglie sfilano parenti ed amici.I funerali si svolgono il 4 ottobre,lunedì,nel cimitero della città.Sono presenti una quarantina di persone.
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