Una
laica felicemente sposata -- A Roma per il Papa e
per l’Europa -- Il Redentore e la Corredentrice Passò la vita in preghiere e penitenze per ottenere da Dio la riconciliazione e la purificazione della Chiesa, che attraversava un momento molto difficile della sua storia. Adoperarsi per il ritorno del papa da Avignone fu il suo obiettivo, ma era destino che Brigida non vedesse realizzato il suo sogno, di cui passò idealmente il testimone a S. Caterina da Siena. Il suo destino era di seminare, non di raccogliere; di combattere, non di vincere; di camminare, non di arrivare. Troppo in anticipo, forse, rispetto ai suoi tempi, al punto che ancora oggi, all’inizio del terzo millennio, la sua figura si presenta ai nostri occhi in una luce di modernità davvero straordinaria, se pensiamo alla sua esistenza vissuta nel cuore del Medioevo.
Brigida Birgersdotter nacque nel 1303 a Finsta, in Svezia, quando la Scandinavia era ancora cattolica. I suoi genitori appartenevano alla più alta nobiltà e si racconta che la madre, mentre era incinta di lei, durante un viaggio rischiò di annegare in un naufragio e riuscì a salvarsi a stento. La notte seguente avrebbe udito la voce della Madonna che le diceva: "Sei stata salvata per il frutto che porti in seno. Nutrilo dunque nell’amore di Dio". A dieci anni Brigida ebbe la prima visione mistica di Cristo e desiderò prendere il velo, ma suo padre qualche anno dopo le impose per ragioni politiche di sposare il diciottenne Ulf Gudmarsson. Dal matrimonio nacquero otto figli, quattro maschi e quattro femmine, fra cui quella che poi divenne S.Caterina di Svezia. Ulf era un giovane mite e ricco di fede. Insieme diventeranno terziari francescani, dedicandosi all’educazione cristiana dei figli e alle opere di carità. Brigida sarà per vent’anni una moglie e madre esemplare. Una laica felicemente sposata. La vita di corte la mette in contatto con la travagliata vita sociale del suo tempo e accende in lei un vivo interesse per la politica europea. Ma poiché non ha mai smesso di pensare alla vita religiosa, studia la letteratura mistica, legge molto, principalmente la Sacra Scrittura e le opere di S.Bernardo di Chiaravalle, che portano a perfezione la sua educazione religiosa. Sposa e madre, dama di corte. Questa fu la sua vita per oltre vent’anni, finché il marito morì. Era il 1344. Due anni prima, al ritorno da un pellegrinaggio a Santiago de Compostela, Ulf era entrato fra i monaci cistercensi ad Alvastra. Per Brigida ora è il momento della svolta. Decide di indossare l’abito cinerino del Crocifisso della Verna, simbolo di povertà e penitenza. Iniziano le rivelazioni celesti, rivelazioni che le giungevano in uno stato d’estasi e che al risveglio scriveva lei stessa oppure dettava al suo confessore, attraverso le quali divenne una messaggera di Cristo per comunicare, perorare ed esortare il Papa e i prelati.
A Roma per il Papa e per l’Europa Lettere, messaggi, anche invettive: contro il malcostume del tempo la sua voce ammonitrice si leva con insolita energia. Brigida ha una natura forte e volitiva, e nessuna intenzione di chiudere il proprio orizzonte fra due zolle. Per il Papa e per l’Europa si sentirà spinta a partire alla volta di Roma in occasione dell’anno santo del 1350 e da lì non se ne andrà più. Brigida era una grande mistica ma anche una donna molto pratica, quindi non appena si stabilì a Roma, nella casa di piazza Farnese, la adattò per i pellegrini che fossero giunti dai paesi scandinavi, a cui si offrivano ospitalità e alta spiritualità. La sua vita invece era molto austera, totale la sua povertà. La nobile figlia di Svezia dovette mendicare spesso il pane quotidiano mescolata agli altri poveri sugli scalini delle chiese di Roma. Invisa a molti, lei tuttavia non si lasciò mai scoraggiare dalle avversità. Una sera, si racconta, dei romani circondarono la sua casa a piazza Farnese con l’intenzione di bruciarla viva. Brigida stava proclamando ad alta voce la biblica lode all’Immacolata Tutta bella sei o Maria e il gruppo di oppositori le si scagliò contro, ma lei non si scompose e continuò a pregare. Appena intonò l’Ave Maris Stella i facinorosi si dispersero: in ringraziamento alla S. Vergine stabilì allora che da quel giorno questo inno venisse cantato quotidianamente in comunità. Ed è ciò che si usa fare ancora oggi nelle case brigidine di tutto il mondo: ogni giorno, prima del Vespro, si intona l’inno latino Ave Maris Stella accompagnato dalla recita di un’Ave Maria. Mossa dallo Spirito, la santa svedese aveva infatti fondato un Ordine contemplativo femminile e maschile, l’Ordine del SS.Salvatore – la cui Regola venne approvata nel 1370 – che disgraziatamente fu spazzato via in seguito alla Riforma protestante in Europa. Il monastero di Vadstena, culla dell’Ordine, fu saccheggiato e i religiosi dispersi. Ma oggi esso è più vivo che mai, grazie all’opera riformatrice della Beata Maria Elisabetta Hesselblad, che lo ha rifondato nel XX secolo. Il Redentore e la Corredentrice Molte sono le rivelazioni sulla Madonna ricevute da S. Brigida e raccolte nei suoi scritti che ci rivelano la sua profonda dottrina mariana. In esse si affermano la verità dell’Immacolata Concezione, la maternità universale di Maria e la sua missione di Corredentrice del genere umano. Le rivelazioni della santa richiamano spesso i simboli biblici più suggestivi applicati alla Madonna: arca, roveto ardente, aurora, giglio, calamita che attrae dolcemente i cuori a Dio. Le rivelazioni parlano pure della vera e falsa devozione a Maria. La vera devozione, dice S. Brigida, è quella che fa amare la Madonna specialmente con l’imitazione delle sue virtù predilette: umiltà, carità, purezza, obbedienza e povertà. Al centro della spiritualità di S. Brigida troviamo i misteri della Passione di Cristo e delle glorie e dolori di Maria. Brigida seppe cogliere ed evidenziare la centralità di Maria nella storia della salvezza, accanto a Cristo e unita a Cristo, secondo il piano salvifico di Dio. Il Redentore e la Corredentrice, inseparabili, hanno portato a compimento nel dolore e nell’immolazione la salvezza del genere umano.
La lode incessante a Dio e l’impegno per l’unità dei cristiani caratterizzano il carisma delle suore di S. Brigida, "assidue nell’orazione... praticando l’ospitalità" secondo il precetto paolino (cfr. Romani 12, 12-13). La loro devozione è tutta incentrata sul dramma del Calvario, su Cristo crocifisso e sulla Madre Addolorata sotto la croce. Per questo il motto delle brigidine è "AMOR MEUS CRUCIFIXUS EST". Un segno particolare di richiamo alla riparazione, caposaldo dell’ordine brigidino, è la corona portata sul capo con i simboli delle cinque piaghe del Signore, che fa parte dell’abito religioso. La marianità dell’Ordine è così evidente che non appena si apre il libro delle Regole, dettate da Gesù stesso alla santa, vi si può leggere: "Io voglio istituire questo Ordine per la gloria della mia amatissima Madre". Nelle orazioni di S. Brigida, una pia pratica molto diffusa a cui sono legate varie promesse dello stesso Gesù, si può leggere in particolare quella di soccorrere l’anima orante al momento della morte venendo a lei "con la mia amatissima e dilettissima Madre". Sono le parole di Cristo apparsole un giorno: "Metterò il segno della mia croce vittoriosa davanti a lei per soccorrerla e difenderla contro gli attacchi dei suoi nemici... E la persona otterrà tutto quello che domanderà a Dio e alla Vergine Maria". Ecumenismo, unità, rinnovamento interiore: questo il testamento spirituale lasciato dalla mistica venuta dal Nord. In quella che fu la sua casa a piazza Farnese, dove oggi è la curia generalizia dell’Ordine, si possono ancora visitare le sue stanze. Brigida vi morì il 23 luglio 1373. Era di sabato, giorno della Madonna. Quando sentì vicina l’ora del trapasso, si fece distendere su un tavolo, desiderando morire – così disse – sul duro legno come il suo Salvatore. Fu canonizzata il 7 ottobre 1391. Un data mariana anch’essa, come si può vedere. Nella Bolla di canonizzazione si affermava che la santa "per grazia dello Spirito Santo meritò di vedere visioni, di udire rivelazioni e di predire molte cose con spirito profetico", riconoscendo quindi alla mistica svedese il carisma della profezia, raramente affibbiato a una donna nella storia della Chiesa. Una donna tuttavia non comune, chiamata a una missione tutta particolare e per questo assistita e protetta in modo speciale da Maria. Per Lei Brigida compose anche un Sermone e ben nove volumi di rivelazioni. Profetessa dei tempi nuovi, questa grande santa scandinava, che lavorò instancabilmente per la pace in Europa in un tempo contrassegnato da divisioni religiose, guerre e squilibri politici, è stata dichiarata da Giovanni Paolo II (con Motu proprio del 1° ottobre 1999) compatrona d’Europa, insieme a S. Edith Stein e a S. Caterina da Siena. Tre sante per la "casa comune": una svedese, una polacca e un’italiana; una aristocratica, una borghese ebrea, la figlia di un mercante. Tre mistiche uguali e diverse che hanno osato scavalcare le convenzioni sociali e addirittura proporre, sotto l’impulso dello Spirito, un autentico risveglio nella Chiesa (i monasteri sognati da S. Brigida, con monache e monaci sotto una badessa che doveva rappresentare Maria, sono tutt’oggi un modello di altissima avanguardia), ascoltate da papi e potenti della terra per il loro essere canale della voce divina. Pellegrine dell’assoluto, esse hanno viaggiato in un’epoca in cui le donne viaggiavano pochissimo e quelle poche che viaggiavano lo facevano con grandi difficoltà. Non c’erano infatti i jet supersonici di oggi e i contatti non erano veloci come adesso nell’era del computer e di Internet che veicola messaggi in tempo reale. In epoche diverse e lontane sono state nel mondo le braccia materne di Dio e, guardando ogni volta a Maria, hanno additato una strada – fra terra e cielo – per abitare da dentro, e concretamente, l’utopia che si avvicina. NOTIZIA SULL’ AUTRICE MARIA DI LORENZO – giornalista e saggista esperta in spiritualità e problematiche religiose. Dopo gli studi classici, si è laureata in Lettere Moderne all’Università di Urbino; ha lavorato per il quotidiano "Il Tempo" e per la RAI. Ha scritto testi per la Radio Vaticana.Ha partecipato al volume Il papa scrive, le donne rispondono (Edizioni Dehoniane Bologna, 1996 – a c. di G.P. Di Nicola e A. Danese). Come ricercatrice ha condotto con l’équipe del Centro Studi C.I.O.F.S. di Roma uno studio sulle problematiche femminili nell’Europa del "dopo-Muro" attraverso il cinema, confluito nei saggi: Donna e cinema nell’Europa 2000 (1994) e Donne e cinema fra immaginario e quotidianità (1998). Attualmente collabora a varie testate, fra le quali: "Milizia Mariana", "Madre di Dio", "Jesus", "Il nostro tempo", "L’Eco di S. Gabriele", "Prospettiva Persona". Ha pubblicato il volume Con la croce sul cuore (Bologna 2000), biografia spirituale della filosofa e martire carmelitana Edith Stein. Per le Edizioni Paoline ha realizzato il volume Rosario Livatino - Martire della giustizia (Milano 2000), dedicato alla figura del giovane magistrato – il "giudice ragazzino" – assassinato dieci anni fa in Sicilia dalla mafia.
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