Il Santuario si trova a 600 metri, sulle pendici del Monte Grappa. Verso la metà del XII secolo, la Madonna è apparsa ad una pastorella sordomuta di Crespano che, sola al pascolo con le pecore, durante un temporale si era rifugiata in una grotta (da qui il nome Covolo), dove stava pregando. La Vergine le parlò e le disse di andare a Crespano per dire a tutti che in quel posto desiderava una cappella. La ragazza, che aveva sentito per la prima volta nella sua vita, acquistò la voce e l’udito per fare quanto le era stato ordinato. La prima cappella risale al 1300 e venne ampliata nel 1541 e nel 1605. L’attuale costruzione è opera dell’architetto Antonio Canova di Possano che realizzò il nuovo Santuario del Covolo dal 1804 al 1809, conservando l’antica chiesetta incastonata a nord nella roccia e costruendo a mezzogiorno un’elegante rotonda con atrio sostenuto da otto colonne di stile ionico.
La statua della Madonna venne recuperata in fondo alla valle intatta. Nella Valle detta della Madonna, poco a sud del Santuario, si trova la sorgente dei Tre Busi: quest’acqua, da sempre oggetto di grande devozione, scaturì per facilitare i lavori di costruzione della prima cappella. Lungo i tre chilometri che da Crespano salgono verso il Covolo sono stati costruiti nel 1943 i quindici capitelli dei Misteri del Rosario. Sul frontone triangolare della facciata è collocato un affresco raffigurante l’apparizione della Vergine alla pastorella. L’ingresso ha un portale di noce, opera del crespanese Fermo Scudo. All’interno, nella cupola della rotonda, troviamo il dipinto della Gloria di Angeli del sacerdote Delmetrio Alpago.
Troviamo decorazioni di angeli che rappresentano i Misteri del Rosario. Nel coro, dopo le quattro colonne, è possibile ammirare, in alto, l’affresco dell’Alpago che rappresenta il tempio completo visto dalla valle, con la Vergine che benedice Crespano e la Natività della Vergine, considerato il suo capolavoro. Inoltre sono illustrati dei simboli che rappresentano i quattro ordini religiosi mariani: i Domenicani, i Serviti, i Carmelitani, i Trinitari. Le decorazioni sono quasi tutte del primo decennio del XX secolo. Sull’altare maggiore è collocata la statua della Vergine rimasta prodigiosamente intatta dopo il crollo delle mura del 1845. L’8 settembre 1923 venne solennemente incoronata. Cristina Siccardi Fonte: rivista "Maria Ausiliatrice", novembre 2005, www.donbosco-torino.it ***
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