La devozione laica e religiosa alle Tre Fontane Una apparizione alle porte di Roma La nascita del santuario delle Tre Fontane si inserisce in un momento di forte recupero della pietà mariana. Nell’ultimo dopoguerra si è assistito all’incontro tra la volontà delle autorità ecclesiali e dello stesso pontefice di realizzare una generale mobilitazione in favore del culto alla Madre di Cristo e la naturale inclinazione dei credenti verso questa espressione della fede. La Madonna veniva indicata quale efficace baluardo a difesa del cristianesimo di fronte alle difficoltà poste dalla ricostruzione e dal confronto con modelli di civiltà concorrenti e fortemente temuti. La pubblicistica cattolica, che si trovava ormai ad offrire le proprie
letture della realtà sociale e religiosa in antagonismo con numerose
altre, cercava modelli unificanti e intorno ai quali raccogliere un ampio
consenso. Si sottolineava che quella presente era «l’ora di Maria» -
preconizzata da personaggi come san Luigi Grignion da Montfort, il padre
Guglielmo Chaminade e, in tempi più recenti, dal frate minore conventuale
san Massimiliano Maria Kolbe - che avrebbe preparato il «trionfo di Cristo e
della sua Chiesa». La grotta dell’apparizione si trovava su di una collina prospiciente la
via Laurentina e che costituiva un lembo del confine settentrionale del
comprensorio dell'E.U.R. Non erano distanti né la basilica di san Paolo
fuori le mura, né lo stesso santuario del Divino Amore, che era comunque
assai più decentrato.
Almeno fino alla seconda guerra mondiale la zona era stata fortemente
legata alla organizzazione rurale dei Trappisti dell’abbazia delle Tre
Fontane, i quali non solo erano proprietari di una vasta zona all’intorno,
ma avevano creato una efficiente realtà economica locale, nella quale
erano inseriti un buon numero di contadini con le loro famiglie. Era stata
anche costruita nel 1908 una scuola per i figli dei contadini, attigua
all’abbazia e tenuta dalle suore Maestre Pie Filippini.
Tuttavia il contesto sociale andava rapidamente mutando, poiché il
nascente quartiere dell’E.U.R. avrebbe fatto progressivamente rientrare il
nuovo spazio sacro all’interno di una zona vitale per lo sviluppo della
città moderna.
La credenza popolare ha sparso la voce che tale profumo avrebbe una
particolare superiore caratteristica.
Innanzi di prestare fede, si consigliano i fedeli ad attendere il
parere delle Autorità Ecclesiastiche. Un uomo impone alla figlia nata in luglio il nome di Maria Rivelata. All’ingresso della grotta un cartello autografo del veggente invitava al rispetto della sacralità del luogo e si presentava come una vera e propria abiura, insieme ad un invito alla conversione dai toni catartici:
Tu creatura infelice nel mondo del peccato, rovescia le tue pene ai
piedi di Maria Vergine della Rivelazione, confessa i tuoi peccati e bevi
in questa fonte di misericordia di Dio e Maria, la dolce Madre di tutti i
peccatori, ecco ciò che ha fatto per me peccatore.
Militavo nelle file di Satana, nella setta Protestante Avventista, ero
nemico della Chiesa e della Vergine, qui il 12 aprile 1947 con i miei tre
bambini è apparsa la Vergine della Rivelazione dicendomi di rientrare
nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana con segni di rivelazioni che Lei
stessa mi ha dettato.
Infinita misericordia ha vinto questo nemico che ora ai suoi piedi implora
perdono e pietà, amatela, Maria è la madre nostra, amate la Chiesa con i
suoi figli è il manto che ci copre nell’inferno che si scatenerà nel
mondo, pregate molto e allontanate i vizi della carne, pregate!. Stamane, verso le sette e trenta, circa un centinaio di persone, mentre sostavano presso la nota «Grotta dell’Apparizione», hanno visto apparire, sulla parte soprastante ad essa, la Vergine, ricoperta di un manto azzurro. Le suddette persone hanno asserito che l’apparizione è durata circa 10 minuti e che la Vergine ha indicato con un dito il sole, nella cui direzione è scomparsa e poi brevemente riapparsa. Subito la grotta fu riempita di fotografie, spesso di graziati o militari dispersi in guerra, di malati o persone che in questo modo intendevano porsi sotto la protezione della Madonna apparsa. Questa abitudine si è conservata intatta nel corso degli anni e denuncia un senso di sfiducia e angoscia legato agli aspetti tragici dell’esistenza, che trova lenimento in questo caso attraverso la consegna ideale di se stessi al sostegno divino. Spesso i motivi della pietà alle Tre Fontane ripetono forme espressive ormai acquisite dalla devozione mariana e che ne rappresentano il suo lessico interno. Si fa riferimento all’aspetto penitenziale, che si esprime qui attraverso la recita del Rosario, l’invito alla pia pratica dei nove venerdì del Sacro Cuore, o con periodici richiami al digiuno e all’astensione da alcuni divertimenti ritenuti pericolosi per la moralità delle persone. Si legge in un volantino distribuito alla grotta nel maggio 1949:
Il 24 maggio sia grande giornata di penitenza: niente balli, niente
cinematografi e teatri; per coloro che fumano, astenersi dal fumare.
Evitare ogni vanità. I Trappisti della vicina abbazia L’autorità ecclesiastica era sostanzialmente assente alle Tre Fontane, ove si eccettuino interventi disciplinari del Vicariato o del Santo Offizio presso i religiosi locali, espressi di preferenza oralmente. Questo vuoto d’autorità si traduceva in una presa di possesso del luogo da parte di persone o particolarmente devote, o attratte dalla possibilità di ricavarne qualche utile. Notevole era la presenza del clero, cui non era stato impedito di recarsi in forma privata alla grotta dell’apparizione. I padri Trappisti della vicina abbazia delle Tre Fontane non rimasero estranei a quanto accadeva nel bosco di eucalipti, già di loro proprietà. Il cronista cistercense, con tono distaccato e prudente, identifica il prodigio nella mera conversione di un apostata: Il giorno 12 aprile si dice che la Madonna apparisse ad un certo Bruno Cornacchiola, di Cattolico fattosi Protestante, invitandolo a rientrare nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana [..] Il Vicariato di Roma ha vietato per il momento agli ecclesiastici di ingerirsene, e sta studiando a fondo la difficile questione. Le asserite apparizioni furono tenacemente sostenute dall’abate Alfonso Barbiero e dall’economo padre Bernardino Tacoella. Quest’ultimo cercò di ottenere la retrocessione del bosco di eucalipti da parte dell’Ente E.U.R. per edificarvi un santuario, interessando fra gli altri don Luigi Sturzo, che in una lettera al Sottosegretario di Stato Giulio Andreotti mostra piena fiducia nei fatti soprannaturali:
I Padri Trappisti delle Tre Fontane hanno fatto domanda a S.Ecc. De Gasperi, tempo fa, per rientrare in possesso di un terreno di loro
proprietà, di cui erano stati espropriati per i lavori dell’Esposizione
Universale E.U.R. Tale zona di terreno, però, non poté essere utilizzata
in modo alcuno ed essi desidererebbero riaverla per poter edifìcare un
Santuario nel luogo stesso ove sono avvenute, dallo scorso aprile in poi,
varie apparizioni della Madonna e dove l’affluenza dei fedeli è notevole.
Ti prego di volerti interessare affinché la domanda venga esaminata e,
possibilmente, accolta. La notte precedente l’Assunta e la Natività di Maria, una gran massa di popolo vegliò con candele accese presso la Grotta, e verso le due del mattino si riversava nell'Abbaziale per le confessioni e le S.Messe che si susseguirono ininterrotte per tutta la mattina. Gli esordi del Comitato “pro Grotta delle Tre Fontane” Non ci volle molto per vedere la prima forma organizzata di culto alla Madonna apparsa, dovuta alla iniziativa congiunta di laici e religiosi. Infatti nel mese di agosto nasceva presso gli stessi locali del monastero cistercense, promosso dalla locale Associazione cattolica, il Comitato fra laici cattolici pro Grotta delle Tre Fontane. Scopo di questa istituzione era quello di «compiere accertamenti sulle infermità di coloro che affermano di aver ottenuto la grazia, soccorrere gli infermi che si recano a visitare la Grotta, indire cerimonie e festeggiamenti in onore della Vergine della Rivelazione». Fu elaborato uno statuto che ne sanciva ufficialmente le finalità, fra cui, volendo restare in sintonia con il messaggio dell’apparizione, quella di «richiamare alla fede coloro che hanno la sventura di esserne privi, di riportare a rettitudine di vita quelli che si sono smarriti, di vincere con la bontà e la dolcezza le forze del male, di restituire nella morale la letizia degli uomini». Tuttavia l’attività di alcuni membri del comitato fu poco trasparente e non indenne da forme di lucro. Pur non potendo comparire palesemente, vi presero parte attiva alcuni religiosi come lo stesso padre Bernardino, assistente ecclesiastico della Associazione cattolica delle Tre Fontane, monsignor Augusto Moglioni e monsignor Castolo Ghezzi, entrambi dell’Elemosineria Apostolica. Il comitato aveva la sua sezione d’onore, presieduta dal principe Ludovico Chigi Albani, segnalato anche da una relazione di polizia, insieme ad altri esponenti del patriziato romano come il marchese Francesco Antici Mattei o diplomatici come Carlo Magalhaes de Azevedo, già ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede dal 1919 al 1934. Il presidente effettivo era Enrico Contardi, giornalista e scrittore, autore dei primi opuscoli sui fatti delle Tre Fontane e presente ovunque nel Lazio fossero segnalate mariofanie. Per sua iniziativa cominciò, a partire da settembre, la pubblicazione del bollettino La Voce delle Tre Fontane, a imitazione di quanto accadeva nei più importanti santuari mariani. Il foglio di notizie, che ad evitare noie con il Vicariato si definiva mensile di storia, archeologia, arte, cronologia locale, intendeva legare i destini del nuovo spazio sacro con quelli della vicina e antica abbazia benedettina, legittimando così un fenomeno precario. Sulla copertina del bollettino c’era un disegno che raffigura la Vergine della Rivelazione procedente dalla grotta dell’apparizione, dove numerosi fedeli sono inginocchiati rivolti verso il monastero cistercense. Questo periodico costituisce un riferimento significativo dell’indirizzo della pietà mariana alle Tre Fontane, avendo contribuito in parte a formarla. Un sacerdote vi svolgeva il ruolo di teologo, presentando la grotta dell’apparizione come «il luogo donde la Vergine vuole operare molte conversioni». Lo stesso suggeriva una devozione particolare da parte dei tranvieri, i quali sarebbero stati premiati a causa delle loro «piocessioni per le vie dell’Urbe». La fede riscoperta L’immagine del nascente santuario era fortemente legata al fatto che lì era rientrato nella Chiesa un apostata e che la Madonna apparsa avrebbe invitato a pregare per «la conversione dei peccatori, degli increduli e per l’unità dei cristiani». Venivano segnalati episodi che corroboravano questo indirizzo della pietà, come quello di un altro tranviere, Pietro Genna, convinto anni prima dal Cornacchiola ad entrare nella chiesa Avventista:
Avrei voluto confessare a tutti che ero protestante e che ero tornato
fedele e che avevo fatto tanto male alla Chiesa Cattolica, combattendola
ferocemente. Si legge inoltre sul bollettino della grotta del gennaio 1948.
Molte e molte sono le anime che hanno ritrovato la pace della coscienza
e la via del ritorno all’Ovile Santo dopo essere venute alla Grotta,
talvolta spintevi soltanto da semplice curiosità. Ma Maria le aspettava al
traguardo: la Sua è la strada diretta che conduce al Figlio Suo Divino. Nella ricorrenza del mese di ottobre, dedicato alla Vergine Santissima, vivamente raccomandiamo ai fedeli di questa Diocesi di Roma di onorare la Madre celeste con la pia pratica del Santo Rosario. Voci dalla “Città Sacra” Le Tre Fontane, comunque, erano meta di un pubblico eterogeneo, non sempre esprimente le stesse motivazioni o le stesse forme devozionali. Le carte di polizia sottolineano la presenza di personalità ecclesiastiche e di esponenti del patriziato. Questi ultimi, con la loro presenza o con un appoggio dall’esterno, contribuivano a rafforzare l’idea che alle Tre Fontane fosse realmente accaduto un prodigio, impegnando l’autorità del proprio nome e della propria influenza. Personaggi come il principe Ludovico Chigi Albani, scomparso peraltro poco tempo dopo, che era un interlocutore importante degli ambienti della curia romana e sempre presente nelle più significative cerimonie civili e religiose. Sulla Cronistoria della Grotta, il primo custode religioso del santuario ricordava tra i benefattori illustri Donna Gabriella dei Conti Censi Buffarini, la cui figlia Maria Grazia - di ben nota integrità di vita e morta giovanissima il lunedì santo del 1957 - avrebbe avuto una visione che le annunciava «l’apparizione della Madonna ad un protestante a Roma». Questi episodi, peraltro poco noti ai fedeli, consentono di capire meglio la risonanza del fenomeno e l’impossibilità di restringerlo nell’ambito della sola periferia romana. La gente affluiva da tutta la città, portando come segno della propria adesione, denaro, gioielli, candelabri d’argento e suppellettili. Le offerte, che all’inizio venivano raccolte da alcuni agenti di polizia e «versate all’economo della vicina abbazia dei Trappisti», furono poi prelevate con uguale destinazione da una «donna da loro incaricata». I cistercensi riformati a loro volta inviavano tali offerte al Vicariato. Poiché anche il comitato aveva organizzato un banchetto delle offerte, è da ritenere che una parte di queste non giungesse a destinazione. Ciò che qui interessa è il fatto che i visitatori intendevano con tali donazioni far costruire una chiesa sul luogo delle apparizioni, desiderando creare un vero e proprio santuario. Neppure oggi la grotta dell’apparizione, dove solo dal 1982 si celebra la messa, può essere definita un santuario, secondo l’articolo 1232 del codice di diritto canonico, come ricordava il card. Vicario Ugo Poletti ai custodi della grotta delle Tre Fontane con una lettera del giugno. Fra le figure di spicco legate alle Tre Fontane, c’è l’onorevole Enrico Medi, scienziato e personaggio di primo piano del cattolicesimo italiano del dopoguerra. La sua presentazione ad un volumetto di poesie, mostra una adesione all'apparizione secondo gli schemi di una retorica legata al ruolo dell’Urbe nella cristianità: È la prima volta che, “ufficialmente”, la Madre di Gesù viene a rivelarsi sul suolo dei Martiri: qui, dove la pienezza della Divina Rivelazione è depositata. Lo splendore del suo verde manto fra gli alberi oranti del bosco, il candore della sua veste nella grotta bruna, il fascino di quel libro chiuso nelle mani purissime, La presentano: Madonna, Signora di Roma! [...] Salve, o Maria, dolcissima Vergine della Rivelazione! Dischiudi alle genti l’età novella di Gesù, nella sapienza e nella scienza della Tua Roma, luce del mondo. Il tema di Maria che visita l’Urbe, il centro del cattolicesimo e la sede del vicario di Cristo, fu ampiamente sottolineato dalla produzione letteraria sulle Tre Fontane. A volte qualche sacerdote abbandonava la prudenza che la materia richiedeva e, facendo eco ai motivi cattolici del momento, segnalava l’apparizione alle porte di Roma come segno della presenza della Madonna in difesa della civiltà cristiana: Chi non vedrà nella Sua più recente Rivelazione alle porte della Città Santa il piano vittorioso della Vergine “terribile come oste schierata in campo?”. Chi ricuserà di rivestirsi del suo candore, di alzare i suoi vessilli e muovere all’attacco, come gli antichi Cavalieri, gridando “Maria e Vittoria?”. Sono richiami ad un cattolicesimo militante, che riconosce e addita i suoi nemici, che condanna, ma non spiega, che prega, ma non testimonia. L’idea così diffusa nella Chiesa romana, di trovarsi nell’«ora di Satana», cioè in una fase di grandi pericoli per la fede, richiama anche ad una devozione più intensa alla Madonna, ritenuta l’avversario naturale del male e di qualunque eresia:
È prematuro esprimere un giudizio prima di quello della Chiesa. Ma la
domanda che sorge spontanea, che non può far a meno di nascere anche nel
miscredente davanti a fenomeni e fatti che hanno del miracoloso, davanti a
tante manifestazioni rivolte a Maria in ogni parte del mondo non è forse
la seguente: È spuntata davvero l’era mariana, l’età di Maria? Fiat!
Fiat!. Stupiti noi stessi dal grande miracolo siamo usciti dal pericolo e ringraziamo la nostra Somma Salvatrice. Il 5 ottobre 1947 Quindi, una caratteristica della pietà mariana del dopoguerra è quella di presentarsi come un fenomeno di massa, visibile particolarmente in occasione della Peregrinatio Mariae, durante la quale una immagine della Vergine è portata in processione da una parrocchia all’altra di una città o di una diocesi. I fedeli quando partecipavano a questi incontri, avevano la sicurezza di un mandato della chiesa ufficiale, mentre ne erano sprovvisti allorché si recavano nei luoghi delle mariofanie, ma non si può affermare che le motivazioni fossero diverse. La devozione alla Madonna delle Tre Fontane non poté mai contare su una propaganda ufficiale, essendo sempre affidata alle iniziative del tutto private di laici e religiosi. Tuttavia non mancarono episodi anche significativi, che potevano far presagire un imminente riconoscimento della apparizione da parte dell’autorità ecclesiastica e quindi una sua completa assimilazione nel contesto cattolico del periodo. In particolare si fa riferimento al trasporto della statua raffigurante la Vergine della Rivelazione (opera dello scultore Domenico Ponzi che la eseguì secondo le indicazioni del veggente) il 5 ottobre 1947 da piazza san Pietro fino alla grotta delle Tre Fontane. La manifestazione fu organizzata dal comitato fra laici cattolici, che inviava un telegramma al papa «sperandone la Benedizione Apostolica». Ne fu data pubblicità attraverso volantini distribuiti alla grotta e con un avviso sul «Giornale d’Italia», ma risulta che le forze dell’ordine furono precedentemente avvisate:
A quanto poi viene riferito, il 5 ottobre p.v. una statua della Vergine
sarebbe trasportata in corteo, a mezzo di una berlina, da piazza san
Pietro al bosco delle Tre Fontane. Fu lui che benedisse in piazza S. Pietro e permise di mettere la statua della Madonna delle Tre Fontane, in Roma, per il culto dei fedeli. La processione, di cui esistono numerose fotografie, andava ingrossandosi man mano che si avvicinava alla grotta dell’apparizione, raggiungendo, secondo le stime di polizia, il numero di 100 mila persone. Così il bollettino della grotta descrive quella giornata, che rappresentò l’apice del culto alla Madonna apparsa, non essendosi poi più registrato niente di simile: ... Il corteo si mosse alle 15,15 da piazza S. Pietro ed andò ingrossandosi a dismisura mentre procedeva ordinato e compatto per via della Conciliazione, corso Vittorio Emanuele, via del Plebiscito, piazza Venezia, i Fori Imperiali, l’arco di Costantino, via dei Trionfi, viale Aventino, Porta S.Paolo, via Ostiense, Basilica di S. Paolo, via Laurentina, e raggiungeva finalmente - erano quasi le sette di sera - il bosco degli eucalyptus che, stipato fino all‘inverosimile da altre migliaia di fedeli con ceri accesi, offriva uno spettacolo fantasmagorico. Una volta arrivata alla grotta, la statua fu portata a braccia da tre miracolati, «mentre la banda delle Tre Fontane accoglieva il venerato simulacro di Maria, intonando il canto alla “Vergine della Rivelazione”, composto dal maestro Marrone. Quel giorno la città si strinse attorno alla Madonna apparsa, ma tutto quell’entusiasmo non forzò i tempi della decisione, in prosieguo di tempo quei canti e quegli applausi non si ripeterono lungo le strade dell’Urbe per la Vergine della Rivelazione. Il 5 ottobre si era voluto far uscire dalla precarietà questa devozione, permettendole un pieno riconoscimento da parte delle autorità ecclesiali, il cui prolungato silenzio fa invece delle Tre Fontane il luogo della pietà intima e del culto privato. La pietà alle Tre Fontane Non sono le sollecitazioni che provenivano dalla Chiesa gerarchica e dal mondo politico a creare e caratterizzare questo fenomeno, che può essere letto al di fuori dei due contesti, conservando comunque un suo significato. È necessario analizzare gli orientamenti della devozione che si manifestano sul luogo dell’apparizione o in relazione con esso, per risalire alla mentalità religiosa sottostante e al tipo di bisogno espresso. Fin dall’inizio si cominciarono a scrivere preghiere di lode e per la richiesta di grazie che si ispiravano all’apparizione ed erano emblematiche di un indirizzo della devozione già ben consolidato. In una di queste, stampata e distribuita ai visitatori nel corso del 1947 e naturalmente priva di autorizzazione ecclesiastica, si legge:
... O potente Sovrana del Cielo che vi manifestaste come la Vergine
della Rivelazione, accogliete il dolore dei nostri cuori pentiti e
l’omaggio della nostra riparazione [..] Voi che prometteste la salvezza a
chi Vi avrebbe invocata con fede, salvate l’anima nostra e quella di tutti
gli increduli e dei peccatori induriti nel vizio, e riconducete i nostri
fratelli dissidenti nell’unità della Chiesa Cattolica Apostolica e Romana
[..] Esaudiscici, o Vergine Santissima della Rivelazione, e canteremo in
eterno le vostre lodi per tutti i secoli dei secoli.
Maria è intervenuta. Essa ha posto quasi simbolicamente il suo piede
virgineo su una terra immonda, in un luogo solitario già propizio al
peccato più abbietto. Col suo tocco celeste, Ella ha purificato il suolo di
Roma.
La Madonna ci chiama. Bisogna ascoltarla. I suoi richiami sono
numerosi, ma sostanzialmente ripetono lo stesso messaggio: riparazione,
espiazione, ritorno a Dio, preghiera.
Le visioni di Lourdes e di Fatima, accertate ed autenticate dalla
Chiesa, e numerosi casi straordinari che si dicono avvenuti nell’ultimo
decennio in molte regioni d’Italia - fatti sui quali la Chiesa non ha detto
ancora la sua parola, ma che corrono sulla bocca di tutti e ai quali i
giornali hanno dato larga pubblicità - ci confermano nella persuasione che
il ricorso a Maria con la recita del Rosario salverà il mondo. Che una madre non riesca e non possa essere severa con i propri figli,
anche con i più disobbedienti, lo sapevamo. Ma qui, alle Tre Fontane, Maria
ci ricorda che la sua totale fedeltà a Dio la mette in grado di
procrastinare l’ora della giustizia sugli uomini, per aprire ampi spazi di
misericordia, perché i figli continuino ad ottenere ciò che non riescono a
meritare con la loro vita.
Tuttavia il millenarismo tipico della pietà mariana, legato alle profezie
di sciagure riparatrici, pare non aver toccato particolarmente questa
devozione, pur rimanendo ferme certe ansie relative alla progressiva
secolarizzazione della società e al conseguente rifiuto della sua identità
religiosa: "La scienza negherà Dio e ne declinerà gli inviti.".
L’apparizione celeste alle Tre Fontane raccomandò, con chiarezza e
precisione di vivere la Divina Dottrina, di vivere il Cristianesimo, cioè
di vivere la religione . Il Vangelo in Italia non si conosce! Esso non è un libro di devozione: è un codice di vita. Non si può essere cristiani se si ignora - e quindi non si pratica - il Vangelo. La parabola discendente del comitato Il comitato fra laici cattolici pro Grotta delle Tre Fontane, oltre ad occuparsi della propaganda e di tutti i lavori necessari per rendere accessibile il luogo ai visitatori, cercava di proporsi anche come istituzione benefica, attraverso periodiche distribuzioni di viveri ai ragazzi poveri del quartiere, o pacchi dono in occasione dell’epifania, più spesso attraverso il trasporto dei malati alla grotta. Tuttavia esso risultava diviso al suo interno, soprattutto per quanto concerneva l’utilizzo delle offerte e la direzione dei lavori, che non erano graditi all’Ente E.U.R., proprietario del terreno. Spesso poi doveva difendersi dagli attacchi della stampa anticlericale, che lo riteneva un bersaglio facile da colpire e di sicuro giovamento per una propaganda sempre tesa a svelare le mende degli avversari. Il comitato, dopo essersi dato una veste ufficiale, costituendosi davanti ad un notaio, chiese, senza mai ottenerlo, il riconoscimento della personalità giuridica:
Si fa presente che non si ravvisa l’opportunità, per ora, di procedere
al riconoscimento giuridico, in considerazione che l’attività
dell’Associazione appare prematura anche perché si attende ancora il
responso della Chiesa sulla veridicità della assente apparizioni
prodigiose. Il contegno delle parrocchie dell'Urbe Tutto ciò non poteva non ripercuotersi sul comportamento delle parrocchie della capitale, che si muovevano con grande prudenza. I vari bollettini facevano eco alla generale propaganda mariana, ma sulle apparizioni adottavano una linea di autocensura con intenti chiaramente pedagogici nei confronti dei fedeli, presentandosi come una voce illuminata e scevra da facili suggestioni, che denuncia una sorta di sfiducia del clero nella capacità di giudizio della gente: È noto che in tempi luttuosi per le guerre o pubbliche calamità si accentua la tendenza al soprannaturale [...] Vi è poi la categoria dei faciloni, degli impressionabili (e ciò avviene soprattutto nei ceti popolari, ove la tendenza alla credulità nel meraviglioso e nello straordinario è più facile ad attecchire), i quali sono portati a caricare le tinte, a ingrandire le sfumature, ad amplificare le circostanze, così da mantenere attorno al fatto un alone di soprannaturale. Ciò era tuttavia sintomo di una euforia dei cattolici romani per quanto avveniva alle Tre Fontane, ove non mancarono pellegrinaggi parrocchiali, come quelli dell’Immacolata al Tiburtino, di san Giuseppe al Trionfale e della «Parrocchia di Primavalle, guidato dal Rev.mo parroco e dai vice parroci, stendardi e bandiere in testa». In un volantino che pubblicizzava un «pellegrinaggio in onore della Madonna alla grotta delle Tre Fontane», si coglie la volontà di non presentarlo come una visita alla Vergine apparsa, ma come espressione di una più generica devozione mariana: Fedeli! Accorriamo numerosi e devoti a questo pellegrinaggio di fede, di ringraziamento, di omaggio alla nostra cara Madre del Cielo, perché seguiti a proteggere Roma, l’Italia, il Papa, la Chiesa! I miracoli Non secondario è l’indirizzo devozionale legato alle guarigioni, vissute dai fedeli come esperienza tangibile del sacro, che interviene a risolvere le angosce prodotte dalla malattia e a rendere più accessibile l’idea della divinità. Lourdes era divenuta famosa anche per i suoi miracoli, ottenuti con l’acqua sgorgata a seguito delle apparizioni. Qui invece era la terra all’interno della grotta, ben presto ritenuta una reliquia taumaturgica, e come tale richiesta da ogni parte d’Italia e fuori di essa. Di solito coloro che ritenevano d’aver ricevuto una grazia fisica, avevano fatto in precedenza ricorso a cure mediche. Fra i primi e più noti casi c’è quello dell’usciere del Comune di Roma Carlo Mancuso, caduto dalla tromba dell’ascensore riportando la frattura del braccio destro e del bacino. La terra gli fu portata a casa dalla superiora delle Povere Bonaerensi di S.Giuseppe in via dei Fienili, che era venuta a conoscenza dell’infermità del Mancuso dalla figlia, che frequentava le elementari presso quell’istituto. Molti giornali ne parlarono, sottolineando soprattutto il fatto che le radiografie effettuate dopo la guarigione, mostravano ancora le fratture non ricomposte. Alla fine di agosto fu la volta del giovane soldato Mario Cucugliata di Napoli, ricoverato all’ospedale militare del Celio per un tumore al cervello. Ecco alcuni brani della lettera nella quale racconta la sua guarigione dopo la terribile agonia:
Gridai mamma, mamma, suor Giovanna, venite mi alzo, mi sento bene.
Pigliai tutto quel che avevo addosso e lo gettai in aria dalla gioia che
stavo bene..
Subito liberavasi da gruccia e bastone ed inginocchiatosi senza essere
aiutato da alcuno, ringraziava la Madonna per grazia ricevuta. Tutti i
presenti univansi preghiere e canti ringraziamento. Sorretto da guardie di
P.S. ed appoggiatosi bastone usciva dalla grotta camminando regolarmente,
percorreva circa cento metri fra ammirazione fedeli e riportavasi ingresso
grotta per ringraziare la Madonna. Tutti i fedeli univansi preghiera alta
voce Allora l’affluenza alle Tre Fontane era davvero notevole, alcune
migliaia i visitatori ogni giorno secondo un rapporto di polizia. Ricordo per grazia ricevuta dalla Vergine della Rivelazione. Ma un‘altra grazia vi chiedo, Vergine Madre, che la mia numerosa famiglia sia degna di tener voi per madre... La Cronaca della Abbazia delle Tre Fontane e un rapporto di polizia riportano un'interessante ricostruzione della genesi di un ex voto, nel corso di una giornata che univa il tema della conversione di una protestante al verificarsi di un miracolo. Il 23 novembre 1947 la sorella del veggente, anch’ella avventista, «abiurava nelle mani del sacerdote don Sfoggia, della Congregazione di don Orione, viceparroco d’Ognissanti, presente un monsignore delegato del SantUffizio e numerosissimo popolo [...]. Dopo la cerimonia la convertita venne condotta fra il popolo festante a suon di fanfara alla grotta dell’apparizione, ove ancora a tarda notte si svolgevano preghiere e canti religiosi, tra una fantasmagoria di luci e di ceri». In quella occasione, alla presenza di «circa 6.000 fedeli - riporta una relazione del questore Polito - una donna, tale Roccheggiani Videlma, residente a Paliano, gridando “grazia, grazia”, comunicava ai presenti di essere stata “miracolata” in quel momento. La predetta, che era degente presso il reparto di Medicina del Policlinico, perché affetta da idropisia, mal di cuore e mal di fegato, allorché giunse alla Grotta, aveva a dire dei presenti, un gonfiore ben visibile all’altezza del ventre, ma improvvisamente tale gonfiore le spariva del tutto, mentre il di lei viso, che prima appariva sofferente e pallidissimo, prendeva un colorito roseo ed una espressione di gioia. Successivamente Monsignor Viti, Canonico Lateranense, rivolgeva ai fedeli un discorso religioso sul piazzale antistante la Grotta». La stessa donna lasciava più tardi una marmetta ex voto, ancora conservata
nell’ambulacro dietro la grotta: Alla Vergine della Rivelazione. Per due grazie ricevute, quella dell’anima e quella del corpo. Solo oggi, facendo un esame del passato m‘accorgo che la Vergine SS.ma non mi aveva mai abbandonato. Nella più grande gioia della mia vita ci sento mischiato l’orrore e la tristezza di averla così ingiustamente offesa. La Commissione medica I miracoli erano ritenuti fondamentali per l’avvenire del luogo sacro e fin dall’estate del 1947 si era costituita una speciale commissione medica, che doveva verificare scientificamente le guarigioni e la loro effettiva persistenza. Ne era presidente il dottor Alberto Alliney, già membro del bureau médical des constatations di Lourdes, insieme al professor Alfredo Schiavone Panni. I risultati di queste indagini furono riuniti in un libro, scritto dal solo Alliney, che intendeva costituire una autorevole conferma dei fatti soprannaturali. La prefazione era del professor Nicola Pende - il cui prestigio doveva confortare ulteriormente la serietà del lavoro svolto - che concordava pienamente sul carattere miracoloso dei casi osservati alle Tre Fontane. L’autore, che anzitutto aveva proceduto alla verifica della salute mentale del veggente, prese in considerazione guarigioni avvenute tra il settembre 1947 e il luglio 1949 e che potevano essere controllate con certificati medici: in tutto 100 casi, di cui 14 definiti guarigioni prodigiose e 86 meravigliose, solo le prime potendosi chiamare veri e propri miracoli, mentre le seconde più propriamente grazie. Il lavoro, pur volendo portare la voce della scienza in una materia dove solo la fede può segnare il confine tra l’adesione e il rifiuto, non ricevette, almeno in apparenza, particolare seguito presso il Vicariato e il Santo Offizio. Cionondimeno risulta assai utile per la ricostruzione della pietà popolare, poiché l’autore cita le lettere di ringraziamento:
Tumore endocranico. M.M. (Maria Maero) di Napoli. [.1 la signora
prima di sottoporsi al grave intervento volle essere accompagnata alla
Grotta delle Tre Fontane, dove pregò con inusitato fervore e dove raccolse
un po’ di terra. Giunta a casa applicò la terra sulla testa, e nello
spazio di sole poche ore avvenne il prodigio: riacquistò completamente la
vista, i dolori sparirono e la signora ritornò in pieno benessere. C.S. di anni 44. È un tubercoloso di guerra [..] Nell’agosto 1948 applica la terra, sogna la Vergine che gli dice per tre volte “Ti ho fatto la grazia”. La Madonna apparsa e le suore Una delle caratteristiche più evidenti della devozione alle Tre Fontane è rappresentata dal grande consenso espresso da parte delle suore di ogni ordine, che spesso compaiono fra gli elenchi dei miracolati e la cui fede si esprime anche portando la terra della grotta a persone malate: i casi dell’usciere romano Carlo Mancuso, del militare di Napoli Mario Cucugliata, del ragioniere di Venezia Adriano qui rilevati perché sono stati fra quelli che hanno avuto il maggior seguito della stampa e hanno contribuito a creare la storia del santuario, vedono l’intervento di qualche religiosa. Doveva essere questa una caratteristica nota ai fedeli, poiché la si riscontra anche in qualche poesia di devozione:
Una suora delle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario affermava
d’essere guarita dal morbo di Pott, pur non avendo chiesto tale beneficio
per sé, e i libri sull’apparizione sottolineavano il suo caso come esempio
di sofferenza offerta per gli altri, tema tipico della pietà mariana:
... La Madonna, nella sua materna bontà, ha voluto guardare con occhio
di misericordia la minima tra le sue figliole. [..] Ieri venne il medico
del Vaticano e mi volle vedere...
Il fatto importante è che i 21 cm di diametro sono diventati 16 e non
ho mai visto casi simili: una miocardite con dilatazione in toto ridotta
in sì poco tempo sa di meraviglioso. Tanto ho constatato e tanto ho
sottoscritto. La suora ora sta bene e attende alle sue occupazioni che
prima aveva completamente abbandonato. I miracoli al vaglio del Supremo Tribunale Molti di coloro che ritenevano di aver ricevuto qualche grazia, mostravano la loro riconoscenza facendola pubblicare dal bollettino della grotta o da qualche giornale locale, oppure facendosi carico di informare le autorità ecclesiastiche, portando spesso una accurata documentazione medica. Una signora di Roma, il cui figlio era guarito da una cardiopatia congenita dopo che lei lo aveva «deposto ai piedi del simulacro della Madonna», fa una lunga relazione al Santo Offizio in cui è evidente il desiderio di veder riconosciuto il miracolo e di spiegarne il significato di fronte alla reticenza dei medici:
La verità è una, è quella di Dio e la giustizia pende solo dal suo
cenno. La Vergine delle Tre Fontane come sua Ancella ha agito sul mio
piccolo dietro il suo volere.
Non potendo pronosticare una guarigione miracolosa per quanto occorso
al bambino Fabrizio Carli, è doveroso riconoscere che indubbiamente la
Vergine Santa, tanto invocata, abbia voluto intercedere con una grazia
meravigliosa, riportando le condizioni funzionali del cuore del bambino,
seriamente compromesso, verso un deciso e rapido miglioramento. Disagio del clero e dei fedeli Non è ancora possibile ricostruire il dibattito svoltosi in Curia sull’asserita apparizione alle porte di Roma, data l’inaccessibilità dell’archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede; si tratta di materia troppo recente ed in attesa di giudizio. Ciò non esclude che talune notizie possano essere comunque circolate, come quella del tutto credibile riferita dal giornalista e scrittore Antonio Spinosa, che tace tuttavia la fonte:
Un gesuita, padre Virginio Rotondi, diede al pontefice il quadernetto
sul quale il tranviere aveva scritto il racconto dell’asserita visione
della Madonna. Cornacchiola riferiva anche le parole che diceva di aver
udito pronunciare dalla Vergine, e Pacelli fu particolarmente attratto
dalle pagine contenenti quella testimonianza. La Madonna, scriveva il
tranviere, gli aveva detto che le anime dei bambini deceduti senza
battesimo, e quindi sospese nel limbo, non sarebbero rimaste per sempre in
quella condizione. L’affermazione contrastava con la dottrina cattolica
che prevedeva per loro la condanna eterna e quindi la preclusione del
paradiso. Il Papa sgranò gli occhi, e decise di sottoporre la questione
all’esame di un teologo di fama. Dopo qualche giorno ebbe da lui questo
responso: «L’affermazione della Madonna era saltem (quanto meno)
eretica!». Si discuteva sulla visione del tranviere romano e non tutti
prendevano per buone le sue parole.
Nell’ultimo dopoguerra c’è stata una vera inflazione di fenomeni
religiosi di questo genere: la Madonna delle Tre Fontane di Roma, Bonate,
Montichiari, Assisi nella Diocesi di Voghera, senza parlare dell’estero.
Il popolo semplice e credente accetta facilmente tutto come fenomeno
soprannaturale ed accorre in massa ai luoghi dell’apparizione mosso da una
fede che talvolta rasenta la superstizione.
Ma chi dice che se le apparizioni avvengono, esse non sono affatto
necessarie; forse che chi dimora nel Cielo, ove tutto si svolge
necessariamente, fa qualcosa che potrebbe tranquillamente non fare? È agli
uomini stabilire che i messaggi della Madonna non sono essenziali per la
sua salvezza? A me che beneficio delle parole dette dalla Vergine SS.ma
alle Tre Fontane, non importa se esse aggiungano o non aggiungano qualcosa
alla Rivelazione, ma che esse sono Verità.
Col primo febbraio 1948, si è iniziata alla Grotta la bella devozione
del “Rosario Perpetuo”. Numerosi sono i fedeli - uomini e donne - che si
sono iscritti per i turni di recita, anche nelle più tarde ore della sera.
Le ricorrenze del santuario Il nascente santuario andava rapidamente
creando le sue ricorrenze, giornate caratterizzate da un maggiore afflusso
di pubblico e che dovevano costituire la sua particolare tradizione, tale
da inserirlo fra le mete della pietà mariana della capitale e fuori di
essa. La prima di queste era rappresentata dalla festività dell’Assunta,
che veniva celebrata alla grotta per l’esplicito richiamo che la Madonna
apparsa aveva fatto a questo suo privilegio. Il cronista della vicina
abbazia racconta così la veglia del ferragosto 1948:
Già tre anni e mezzo prima della proclamazione - 12 aprile 1947 - in
una grotta del bosco degli eucaliptus alle «Tre Fontane» in Roma, la
Madonna aveva parlato con un linguaggio quanto mai espressivo di questo
suo quarto diadema dell’Assunzione. Pur non osando anticipare il verdetto
della competente Autorità della santa Madre Chiesa circa i fatti
soprannaturali che si dicono colà accaduti, pensiamo di poter affermare
che, se son vere le deposizioni dei veggenti - e non pare d’altronde che
se ne possa dubitare - noi abbiamo in esse il più prossimo e accreditato
annunzio del Dogma, che doveva essere l’avvenimento culminante dell’Anno
Santo 1950. In prosieguo di tempo le celebrazioni furono sottoposte alla censura
dell’autorità ecclesiastica, che faceva intervenire il codice di diritto
canonico col precisare che «mancando ancora il giudizio della Chiesa circa
la assenta apparizione, alla Grotta sono leciti solo gli atti di culto
privato, mentre sono proibiti gli atti di culto pubblico, ossia quelli
compiuti a nome della Chiesa da ministri del culto a ciò legittimamente
deputati». Questa ferma presa di posizione si traduceva in precise
richieste del Vicariato alla questura di Roma, perché fossero impedite le
processioni o qualunque altra espressione rumorosa di culto alla Madonna
delle Tre Fontane. Il card. Vicario Micara, ad esempio, investito della
questione se si dovesse «lasciar correre o intervenire presso la Polizia»,
con riferimento ad una progettata processione per il due novembre 1952
alla volta della grotta, rispondeva: Difficoltà di un culto organizzato L’evento che aveva giustificato la nascita di un nuovo spazio sacro, rappresentava a un tempo il motivo della sua fortuna, ma anche il limite alla sua espansione, in attesa che intervenisse la tradizione a sanare una situazione precaria. A differenza della parrocchia, che ha un legame inscindibile e quasi esclusivo col territorio circostante, un santuario mariano è meta di un interesse generalizzato, che si esprime in modo diverso, a seconda che sia inserito in un contesto rurale o urbano. Vale anche in questo caso quanto suggerito da Andrea Riccardi a proposito della devozione alla Madonna del Divino Amore, dove «i dolori e i drammi che divengono invocazione di grazie e preghiera sono i problemi dell’uomo della città moderna, non più espressione di una civiltà contadina». L’analisi di quegli ex voto che esprimono una motivazione, delle preghiere e delle poesie alla Vergine della Rivelazione, le stesse forme del culto alla grotta, rinviano alla sensazione dei fedeli di una reale capacità della Madonna di influire sulla vita degli uomini e di consentire una loro più immediata esperienza di Dio. Insieme alla sincerità di queste espressioni di fede, c’è anche da rilevare la povertà del loro linguaggio, sintomo di un ritardo culturale della pietà mariana, che ha il limite di non riuscire a comunicare la propria ragion d’essere al di fuori della sua nicchia di consenso. Il laico che si interessava dei fatti delle Tre Fontane, oscillava tra un
ossequio esasperato alla autorità ecclesiastica, della quale temeva
l’intervento, e il desiderio di far sentire la propria voce su materie che
si ritenevano di assoluta pertinenza dei religiosi: I rapporti tra questa associazione e l’autorità ecclesiastica furono
ancora una volta problematici, poiché il Santo Offizio ed il Vicariato non
gradivano manifestazioni di culto organizzato alle Tre Fontane, quantunque
in forma privata, né mostravano fiducia in persone di cui non conoscevano
la storia personale e la bontà delle intenzioni. Il Vicariato indagò
tramite il parroco di san Marco in Agro Laurentirio e il sacerdote don
Mario Ottaviani, sulla persona del Perasti. Quando poi l’associazione
degli zelatori inviò il proprio statuto al Vicariato «al fine di ottenere
l’approvazione», il card. Pro Vicario Traglia si rivolgeva al Santo
Offizio che così decideva: Le Tre Fontane e i fratelli separati Riferendosi al rapporto tra la devozione
alle Tre Fontane e i protestanti, si notano una varietà di manifestazioni,
che vanno da una chiara intolleranza, visibile soprattutto sulla stampa,
fino a più pacate forme di preghiera per l’unità dei cristiani, pur sempre
nello schema del necessario ritorno dei fratelli separati nella Chiesa
cattolica. Si legge ad esempio su un opuscolo scritto da Linda Riggio
Cinelli, impegnata a Napoli con la Crociata Mariana in una accesa campagna
antiprotestante: Risonanze all’estero La conversione dell’apostata costituiva il motivo dominante anche degli articoli che divulgavano all’estero l’apparizione romana, pure da parte di quegli ordini religiosi che in Italia l’avevano prudentemente taciuta. Così accadeva ad esempio per i gesuiti dell’America Latina con i vari «Mensajeros del Corazòn de Jesùs», o per i monfortani in Belgio e in Inghilterra, che ponevano l’accento rispettivamente sulla consegna del pugnale al papa in occasione della chiusura della crociata della bontà e sul ritorno di un comunista alla fede. Oppure si raccontava di un pellegrinaggio alla grotta della apparizione nel corso dell’anno santo o, come nel caso dei claretiani, in occasione della canonizzazione del fondatore. Questo è uno degli aspetti che conferma la difficile attribuzione dell’identità religiosa di questo spazio sacro, sul quale grava l’apparente silenzio degli ambienti religiosi romani. Poco dopo la diffusione di alcune frasi del messaggio della Madonna apparsa, i cappuccini del santuario di Notre Dame de la Trinité di Blois in Francia, avevano individuato nelle parole «Sono Colei che Sono nella Trinità Divina» una significativa conferma della loro devozione. In effetti pensarono ad un ideale gemellaggio fra i due santuari, stampando una traduzione in francese di un opuscolo del Contardi, anche se ciò non condusse ad ulteriori approfondimenti. Il padre Adrien addirittura volle cambiare nome a colei che si era presentata come Vergine della Rivelazione, definendola con affetto proprio Notre-Dame de la Trinité. Gli ex voto A parte il gran numero di busti ortopedici, grucce, stampelle, ex voto anatomici, cuori d’argento, che sono stati lasciati nel corso degli anni alla grotta dell’apparizione, solo le marmette possono far rilevare quale sia stato il periodo di maggior fortuna del santuario. Infatti delle 924 ancora conservate, 681 recano la data, mentre più scarse sono le notizie sul tipo di beneficio ricevuto e sulla provenienza dell’offerente. I dati raccolti, relativi al periodo 1947-1990, mostrano che la maggior concentrazione di marmette risale al primo decennio di vita del santuario, essendo il 64% del totale. Il 78% di tali ex voto è concentrato nei primi 15 anni, sui 43 totali, essendo ciò verosimilmente dovuto al progressivo calo d’interesse verso questo spazio sacro e al cambiamento delle forme della pietà mariana. La maggior parte delle motivazioni debbono ricondursi alla categoria delle
guarigioni, comprendendo fra queste anche la sopravvivenza ad incidenti
automobilistici, terremoti e naufragi.
Sulle marmette si trova per lo più solo la scritta P.G.R., ma su 89 di
queste c’è anche un riferimento più o meno ampio a grazie di tipo fisico,
con prevalenza di recuperi della vista (12 casi), guarigioni da gravi
cardiopatie (10 casi) e da tumori (10 casi). Il riferimento ad incidenti
automobilistici è presente in 4 casi, di cui il primo del 1948.
Seguono le richieste di protezione per l’offerente e per la sua famiglia,
le consacrazioni alla Vergine della Rivelazione, le conversioni e comunque
benefici di tipo morale o spirituale.
Nelle marmette non si fa riferimento a miglioramenti di condizione di
vita, quali l’ottenimento di una casa o di un impiego per i quali si era
in precedenza pregato, poiché in questi casi le forme di ringraziamento
sono diverse e meno vistose.
Infine ci sono motivazioni relative al ritorno di militari dispersi in
guerra e a guarigioni accompagnate da conversioni; ad esempio su una
marmetta si legge: Italia
Estero
È interessante notare che 10 marmette
provengono dall’Ungheria, dove, secondo quanto si legge su una di queste,
sarebbero stati eretti tre santuari parrocchiali e varie cappelle
periferiche, dedicati alla Vergine della Rivelazione.
Fra i vari ex voto si nota quello dell’attore Carlo Campanini, terziario
francescano e legato alla figura di padre Pio. Egli è stato un assiduo
frequentatore del santuario, insieme a fra Daniele Natale, stretto
collaboratore dello stigmatizzato di Pietrelcina. In effetti dall’Albo
d’Oro tenuto da padre Gentile de Santi, primo custode religioso della
grotta dell’apparizione, si notano frequenti visite dei figli spirituali
di padre Pio, mentre molte immagini di quest’ultimo sono appese nella
galleria degli ex voto. Le conferme carismatiche A corroborare presso i fedeli l’idea che alle Tre Fontane sia veramente apparsa la Madre di Dio, contribuisce la testimonianza resa da alcuni personaggi, noti per la qualità straordinaria della loro fede. Si tratta di figure femminili che hanno in comune una vita di dolore e malattia, vissuti come prolungamento delle sofferenze di Cristo, e perciò fatte segno di una speciale predilezione da parte di Dio, che avrebbe affidato loro compiti particolari. Ne risultano delle figure paradigmatiche, il cui successo è legato ad un rapporto costante col soprannaturale, che sembra annullare la discontinuità tra cielo e terra. Ben conosciuta è Maria Valtorta, costretta a letto da una grave infermità per lunghi anni e autrice del Poema dell’Uomo Dio, una complessa sceneggiatura dei Vangeli in dieci volumi, che le sarebbero stati dettati da Cristo stesso. Difficile nel suo caso delineare con precisione la categoria dell’ispirazione, tuttavia rimane il fatto che la sua opera rappresenta una fonte copiosa di ambienti evangelici e approfondimenti del pensiero cristiano. Il Poema dell’Uomo Dio, scritto tra il 1944 e il 1947, fu però posto all’Indice con Decreto del Santo Offizio del 16 ottobre 1959, pubblicato, insieme ad un articolo anonimo di chiarimento, su «L’Osservatore Romano» del 6 gennaio 196O. Ciò non ha tuttavia impedito la sua diffusione ed un certo successo anche tra i sacerdoti. Maria Valtorta parla diffusamente dell’apparizione romana in altre sue opere, particolarmente ne I Quaderni dal 1945 al 1950, ove si trovano sue riflessioni sull’evento sacro (pp. 356-372) e la spiegazione del messaggio che le darebbe san Azaria, suo angelo custode. Il 24 ottobre del 1947, secondo quanto si legge sui quaderni (pag. 486), la veggente viareggina avrebbe visto una immagine della Trinità con «al centro Maria SS., nel suo più fulgido aspetto glorificato». Alcun tempo dopo le spiegherebbe san Azaria:
L’Altissimo Signore ha voluto farti capire il senso delle parole di M.
Ss. alle Tre Fontane. Essendo Maria Ss. così abbracciata - potrei dire:
contenuta - nella Ss. Trinità, nella quale Ella fu da prima che il tempo
fosse, e della quale fu Tabernacolo contenendo nel suo seno il Padre, il
Figlio e lo Spirito Santo col contenere il Frutto benedetto del suo seno
verginale, Gesù, nel quale era unità del Verbo col Padre e lo Spirito
Santo, essendo Ella, così, l’amore dell’Uno e Trino Iddio, la Rivelazione
è il suo Tesoro, e Lei ne è Regina amata e soave, dispensiera della
Sapienza, datrice della Parola. La Sposa e la Madre della Sapienza e della
Parola, la verginale Sorgente che un Dio feconda e che dà i fiumi
dell’Acqua viva che è Vita eterna a chi di Essa beve.
... delle mie lezioni tratte dalla epistola di colui che predicò Cristo
anche dopo la morte col triplice sgorgo delle 3 Fontane, là dove ora si è
aperta una sorgente di miracolo per la misericordia di Maria, Chiave alla
apertura di ogni divina misericordia. Sono queste verifiche importanti, sia perché sottraggono il fattorino romano alla solitudine propria della condizione di veggente, sia perché possono valere quale cartina di tornasole del nucleo centrale del messaggio. Vi è poi la figura di Luigina Sinapi, da molti riconosciuta come santa per la profondità della sua esperienza di fede, anch'ella protagonista di una straordinaria familiarità con il Cielo. Ha vissuto la sua vocazione alla santità come laica dopo una breve esperienza tra le suore Figlie di san Paolo, restando quale esempio di trasformazione del dolore in offerta per la redenzione delle anime. All’età di 21 anni, nel 1937, trovandosi con un gruppo dell’Associazione Figlie di Maria presso il bosco di eucaliptus delle Tre Fontane, dopo una visita alla vicina abbazia, fu scelta quale custode di una importante rivelazione. Era entrata in una grotta vicina, trovandovi i resti di un corpicino vittima di un aborto che volle immediatamente seppellire. Fu
allora che la Madonna, apparendole, le avrebbe detto: «Tornerò in
questo luogo. Mi servirò di un uomo che oggi perseguita la Chiesa, vuole
uccidere il Papa... Ora vai in san Pietro, troverai una signora così
vestita... Lei ti condurrà dal fratello cardinale. Porterai a lui il Mio
Messaggio. Da questo luogo stabilirò a Roma il trono della mia gloria.
Inoltre dirai al cardinale che presto sarà il nuovo Papa».
Ma non sempre è così, diletti figli; non sempre vi sono anime ribelli,
anime che imprecano sotto la pressione della sofferenza. Vi sono, grazie a
Dio, anime rassegnate alla divina volontà; vi sono anime serene, anime
liete; anime, perfino, che hanno positivamente cercato la sofferenza. Di
una, in particolare, Noi udimmo un giorno la storia nel radioso Anno
Santo, quando i Nostri figli accorrevano straordinariamente numerosi a Noi
da ogni parte del mondo. Era una giovane di venti anni, modesta di
origine, a cui il Signore aveva donato tanta freschezza e insieme tanto
candore. Tutti ne sentivano il fascino, perché ella sporgeva intorno a sé
il profumo di una vita incontaminata. Ma un giorno ella temette di poter
divenire occasione di peccato, e avendone avuta quasi un ‘interiore
certezza, andò a ricevere Gesù in un impeto di generosità e gli chiese di
toglierle ogni bellezza e perfino la salute. Dio l’esaudì, accettando
l'offerta di quella vita per la salvezza delle anime. Noi sappiamo che
vive ancora, anche se arde e si consuma come una lampada viva davanti al
trono della giustizia e dell’amore di Dio. Ella non impreca, non mormora.
Non chiede a Dio: «Perché?». Ha sempre il sorriso sul volto, mentre
conserva perenne nell'anima la calma e la gioia. Bisognerebbe chiedere a
lei perché accetta di soffrire, perché ne gode, perché ha cercato i
patimenti. E come a lei, bisognerebbe chiederlo a migliaia di anime, che
si offrono a Dio in silenzioso olocausto. Luigina Sinapi, che fu assai vicina anche alla figura di Padre Pio, è ora sepolta nel cimitero del Verano a Roma, dove si recano a farle visita numerosi pellegrini. Particolarmente legato a questo personaggio è l’attuale presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Da ultimo, c’è il caso di suor Raffaella Somma delle Maestre Pie Filippini, che avrebbe avuto la stessa visione del Cornacchiola con alcune profezie sulla sua vita che si sarebbero avverate. Si è in precedenza raccontato del breve messaggio che la Vergine della Rivelazione ha voluto inviare alle religiose della vicina scuola di S.Giuseppe. Il veggente però quella sera del 30 maggio non riuscì a compiere quanto comandatogli, perché le suore non si fidarono di far entrare, era ormai notte, uno sconosciuto. Fu solo all’inizio di luglio che avvenne un incontro tra il Cornacchiola e la Madre Superiora di quel convento. Il veggente potè riferire il messaggio, mentre la religiosa gli presentò una sua consorella, suor Raffaella Somma, che riferì la sua straordinaria esperienza:
Mi raccontò che aveva fatto un sogno. Le sembrava di trovarsi in una
grande chiesa e sentiva la voce di un oratore che spiegava ciò che la
Madonna aveva detto apparendo a me nella Grotta delle Tre Fontane... La
Madonna si presentò a lei con questa frase: «Sono Colei che Sono nella
Trinità Divina; Sono la Vergine della Rivelazione; tu mi perseguiti ora
basta!». La suora mi ripeté tutto il lungo messaggio. Al termine mi mostrò
un quadernetto, dicendo: - Ho scritto tutto, affinché resti documentato
per chi non vuole credere. I visitatori alle Tre Fontane Dalla lettura dell’Albo d'Oro della grotta delle Tre Fontane, disponibile a partire dal luglio 1957, si nota che tra i visitatori non laziali prevalgono costantemente quelli campani, mentre tra gli stranieri il maggior numero proviene dalla Francia, dalla Germania e da Malta, dato presente anche negli ex voto. Per quanto riguarda le associazioni cattoliche, si è riscontrata l’ovvia
assenza di pellegrinaggi ufficiali a livello nazionale, ma la costante
presenza di gruppi locali, particolarmente dell'A.C.I., con tutte le sue
diramazioni. Conclusione Il quadro fin qui dato della pietà mariana alle Tre Fontane è sufficiente a mostrarne gli orientamenti principali e più persistenti, risultando la sua originalità nell’assenza di moduli espressivi tradizionali e facilmente codificabili. Ciò si è visto essere dovuto all’ambiente urbano moderno in cui è inserito questo spazio sacro, alla mancanza di una sua tradizione ecclesiale e alla corrispondente piena spontaneità del consenso ricevuto, che non si è potuto tradurre in concrete iniziative locali. «L’Osservatore Romano» del 20 luglio 1955 aveva, forse per una distrazione, annoverato le Tre Fontane fra i santuari nostrani che meriterebbero l’attenzione dei fedeli, ma è rimasta una voce isolata. Come pure il commento dello scrittore Graham Greene che nei suoi Saggi cattolici definisce quella del fattorino romano «una visione che la Chiesa può anche considerare degna di fede». Il 12 aprile 1987, quarantesimo anniversario dell’apparizione, ha presieduto la celebrazione eucaristica alla grotta il card. Vicario Ugo Poletti, quasi a consegnare ufficialmente il santuario alla città, senza peraltro dare segni di un diverso contegno dell’autorità ecclesiale verso le Tre Fontane. La gente continua il suo pellegrinaggio alla grotta dell’apparizione come segno della propria elezione di Maria quale Madre Universale, affidando a lei le angosce quotidiane, ma insieme chiedendole di illuminare il cammino della vita. Fonte: http://medjugorje.altervista.org |