La chiesa dei Ss.Vincenzo e Anastasio fu edificata da Onorio I nel 625 e, sebbene sia stata la seconda chiesa ad essere costruita, dà il nome all'intera abbazia, probabilmente perché la più grande. Ricostruita dai frati Cistercensi, fu consacrata da Onorio III; presenta un'alta facciata in cotto a doppio spiovente e un portico con colonne di marmo orientale e capitelli ionici. L'interno con pianta a croce latina a tre navate, manifesta una grande austerità e semplicità, secondo le rigide regole stilistiche cistercensi che non prevedevano edifici sontuosi né tantomeno decorazioni scultoree o pittoriche: nondimeno la bellezza della chiesa ne risentì, visto che rappresentò uno dei monumenti più interessanti e indicativi dell'intera architettura medioevale. Intorno alla metà dell'Ottocento furono eseguite alcune opere di restauro e fu in questa occasione che il pavimento della chiesa, così come il portico e l'area circostante, furono ribassati, tanto visibile nelle colonne del portico che presentano un doppio basamento. L'edificio nasconde uno dei chiostri più antichi di Roma, risalente al XII secolo, formato da una serie di archetti retti da robuste colonnine isolate, con capitelli a stampella, che poggiano direttamente sullo stilobate. Arcate di maggiore ampiezza consentono l'accesso al cortile interno, tenuto a giardino e con una fontana polilobata nel centro. Sia le arcate che gli archetti sono stati recentemente chiusi da vetrate: purtroppo non è possibile visitarlo perché, tuttora in uso dai frati Trappisti, è di stretta clausura. |